Maltrattamenti, telecamere all’asilo? Guerra: «Non sull’onda emotiva»

L’avvocato candidata sindaco del movimento Cambierà affronta
il tema: «Prima di tutto serve il controllo del Comune»

«L’amministrazione pubblica deve avere un controllo costante e più stretto sull’operato del personale degli asili e sul benessere dei bambini nelle strutture gestite o accreditate. Inoltre test psicoattitudinali adeguati e frequenti devono rendere più selettivi i criteri nella scelta del personale che si occupa dei bambini». Sono queste le prime mosse da mettere in atto da parte di un Comune, secondo la candidata sindaco Michela Guerra (Movimento civico Cambierà), per un migliore controllo su quanto accade negli asili. «I casi di maltrattamenti nelle scuole materne e nei nidi, di cui l’ultimo a Rimini, ci impongono una riflessione urgente su un problema sempre più sentito dai genitori: la possibilità di maggiori controlli negli asili, per esempio installando telecamere. In molti, in questi giorni, si sono avvicinati ai nostri banchetti in piazza chiedendoci che provvedimenti prenderemmo in tal senso».

E allora Guerra, in campo con una lista civica dopo il no del Movimento 5 Stelle per l’utilizzo del simbolo di Beppe Grillo, riepiloga la sua visione: «L’installazione di telecamere negli asili è una misura che deve essere presa in considerazione e che va valutata con grande attenzione sotto un profilo di legittimità (in primo luogo la tutela della riservatezza), di economicità (i costi intesi anche come spese per affrontare eventuali ricorsi e processi amministrativi di vario genere) e di efficacia (il rapporto degli stessi costi in relazione ai benefici). Nel caso si optasse per l’installazione di telecamere, senza ombra di dubbio, sarebbero telecamere a circuito chiuso e non si tratterebbe dell’introduzione indiscriminata di webcam per consentire ai genitori di avere un accesso diretto alla struttura tramite internet (provvedimento questo già bocciato dal Garante della Privacy)».

Con una necessaria premessa a favore della lucidità di ragionamento: «Nessun provvedimento, preso sull’onda emotiva di un fatto spiacevole che ci lascia sgomenti, è comunque ben ponderato. Prima di arrivare all’estrema misura delle telecamere dobbiamo procedere per gradi: innanzi tutto incentivare i genitori a segnalare qualsiasi sospetto di maltrattamento o mala gestione alle forze dell’ordine e al Comune».

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