Il Ravenna Festival torna a Forlì per tre concerti

Dal 5 al 9 luglio Cristina Donà, il coro dei ragazzi di Chicago e Anoushka Shankar

Shankar 2016 01 09 Credit Jamie James Medina DG

Anoushka Shankar

Anche per l’edizione 2017, Ravenna Festival rinnova il legame con Forlì, presentando nella città romagnola tre straordinari concerti, che si svolgeranno tra il 5 e il 9 luglio nella basilica di San Giacomo e al teatro Diego Fabbri. Si tratta di spettacoli complessi, caratterizzati da suoni e immagini provenienti da varie parti del mondo, un mix che rispecchia perfettamente alcune delle tematiche principali della XXVIII edizione del Festival, quali la “rivoluzione”, in occasione del centenario della Rivoluzione Russa del 1917, e la cultura indiana.

I primi due appuntamenti si svolgeranno presso la Chiesa di San Giacomo: mercoledì 5 luglio, ore 21, si svolgerà Amor che vieni, amor che vai, uno spettacolo-concerto che affronta l’eredità musicale e poetica di uno dei più grandi cantautori italiani, Fabrizio De André. La sofisticata voce pop-rock di Cristina Donà accompagnata da una band di eccellenze jazz propone una rilettura di alcune canzoni di De André, dove protagoniste indiscusse sono le donne alle prese con la solitudine, l’amore, il degrado e la fatica di vivere; una serata per raccontare ancora una volta queste e “altre storie”, dallo strazio per la perdita del figlio in Ave Maria e in Tre madri, all’amore come ancora di salvezza di Hotel Supramonte, ricordo poetico del rapimento di Faber e Dori Ghezzi. «Vorrei dare a ciascuna una voce diversa – dice Cristina Donà pensando alla carrellata di brani noti e meno noti in programma – mi piace pensare che dalle canzoni escano le anime delle donne, come fossero loro a cantare con le parole di chi le ha descritte». A comporre la band sono Rita Marcotulli al piano, Fabrizio Bosso alla tromba, al sax Javier Girotto e alle chitarre Saverio Lanza, mentre Enzo Pietropaoli e Cristiano Calcagnile sono rispettivamente contrabbasso e batteria.

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Il Chicago Children’s Choir

Per il secondo appuntamento, venerdì 7 luglio alle ore 21 la Basilica di San Giacomo si riempirà con le voci del numerosissimo Chicago Children’s Choir, diretto da Josephine Lee in Da Leonard Bernstein a Justin Timberlake: un’onda sonora apolide e scapigliata tra il sacro e il profano invaderà la città, con un programma che al canto gospel e alle composizioni di Leonard Bernstein affianca le hit superpop di Justin Timberlake e un medley di Michael Jackson, senza tralasciare le canzoni di protesta della cultura afroamericana. Il CCChoir si è esibito davanti ai presidenti Clinton e Obama, a Nelson Mandela e al Dalai Lama e ha cantato di libertà e futuro al fianco di grandi artisti, da Beyoncé a Céline Dion, da Yo-Yo Ma a Luciano Pavarotti, da Quincy Jones a Bobby McFerrin a Riccardo Muti. Fondato dal reverendo Moore a Chicago nel 1956, nel pieno delle lotte per i diritti civili, il CCChoir oggi coinvolge migliaia di ragazzi dei più diversi strati sociali e culturali articolandosi in più di 70 cori disseminati in altrettante scuole; le voci migliori sono raccolte in quello che è divenuto un nuovo simbolo della città. “Giving voice to voices” è il suo obiettivo: dare voce alle tante voci di Chicago, una delle metropoli con il più fitto intreccio multiculturale e multirazziale, perché nel cantare insieme è riposto il segreto della comprensione reciproca.

Leggerezza e impegno sociale, femminilità e poesia caratterizzano anche il terzo e ultimo concerto che avrà luogo domenica 9 luglio, ore 21, al Teatro Diego Fabbri di Forlì. In Land of Gold Anoushka Shankar sposa le note del sitar, strumento che per sonorità rimanda immediatamente all’India, a un tema scottante quale il dramma dei profughi. Figlia d’arte e allieva del virtuoso Ravi Shankar, il primo a rivelare all’Occidente le potenzialità del sitar, Anoushka è stata la prima donna indiana nominata ai Grammy Award e la più giovane mai candidata nella categoria World Music. Al di là delle etichette, nella sua musica la formazione classica si fonde con i più diversi idiomi, in un dialogo transculturale che la vede collaborare con artisti quali Sting, Herbie Hancock, Pepe Habichuela, Karsh Kale e Lenny Kravitz. «Mio padre mi ha insegnato che quando si sta sul palco si vive una sorta di universo familiare, un momento di estasi, così ho adattato questo insegnamento alla mia personalità – spiega l’artista – alla gioia che ho riscoperto vivendo anche in altri luoghi del mondo oltre l’India». Oltre a chiudere il Passaggio in India di questa edizione del Festival, il concerto di di Anoushka a Forlì sarà anche l’unica tappa italiana della sua breve tournée europea.

Per informazioni e prevendite consultare il sito ravennafestival.org, altrimenti telefonare lo 0544 249244 o scrivere una email a tickets@ravennafestival.org

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