I dati dei pazienti in terapia intensiva

 

Leggendo i commenti sui social ai nostri articoli, e non solo, crediamo valga la pena ricordare esattamente l’importanza in particolare del numero dei ricoverati in terapia intensiva presente nel bollettino della Regione, che pubblichiamo quotidianamente.

Innanzitutto va ricordata la cosa più importante, che stando appunto a quanto leggiamo sui social, non pare essere sempre così scontata. Nel bollettino quotidiano quando si parla di persone ricoverate in terapia intensiva, si parla ovviamente solo di persone ricoverate in terapia intensiva positive al Covid. A queste però, per una riflessione più generale, andrebbero aggiunte quelle ricoverate negli stessi reparti di rianimazione per altre tipologie, di cui non vengono forniti i numeri quotidianamente. Ma che vanno ovviamente curate come prima del Covid e che continuano a esserci anche con il Covid, nonostante non siano disponibili i numeri nei bollettini.
E per continuare a curarle e a poter garantire la possibilità di curarne sempre delle nuove in futuro, la sanità italiana ha fissato la soglia d’allerta attorno al 30 percento di malati Covid nei reparti di terapia intensiva, soglia oltre la quale il sistema inizia a essere sotto stress. Oltre il 40, invece, diventa vero allarme.

Ecco perché è importante ogni giorno pubblicare i dati dei ricoveri in terapia intensiva, anche nei titoli, senza correre il rischio di passare per “allarmisti”, essendo questo il dato che finora si è dimostrato più rappresentativo per valutare l’impatto dell’epidemia in un territorio.

Al momento in Emilia-Romagna sono stati allestiti 634 posti letto di terapia intensiva e la percentuale di quelli occupati da pazienti Covid, al 4 novembre, era attorno al 25 percento (in valore assoluto erano 161, di cui 7 a Ravenna).

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