Nella cittadina irlandese di Kinlough nel 2018 torna Helen, per il matrimonio del padre. Helen è una delle tre voci narranti. La seconda è quella di Joe, ormai musicista affermato, rientrato da Londra. Mush, la terza voce, lavora nel bar della madre, ama stare solo, ha il volto sfregiato da una cicatrice e non ha mai lasciato il paesino, località turistica che durante l’estate si riempie di persone in un’espansione economica sconosciuta fino a qualche decennio prima. I tre sono trentenni ed erano parte di un gruppo di sei amici adolescenti nell’estate del 2003, quando scomparve misteriosamente una di loro: Kala. Da qui il titolo del romanzo di Colin Walsh appena pubblicato da Fazi nella traduzione di Stefano Tummolini. Poco dopo il ritorno di Helen vengono ritrovati dei resti e presto si scoprirà che sono quelli di Kala. Intanto, le due gemelle scompaiono, anche se i familiari ci mettono un po’ ad accorgersene.
Il romanzo procede dunque con due trame parallele, quella del 2003 e quella del 2018 in un susseguirsi di scoperte e rivelazioni, in una ricomposizione per frammenti tipica del giallo. Eppure la prima parte non è un giallo, ma un affresco che ci permette di entrare in un’ambientazione e in personaggi non banali, dove il passaggio dell’adolescenza è profondo, ma liquidato con sufficienza. Un libro lungi da stereotipi sui giovani e anche sull’Irlanda, che riesce a ibridare i generi. Perché se da un lato ci perdiamo in un racconto di vite in un angolo dell’isola, allo stesso tempo, il mistero sul destino di Kala mantiene una tensione e una suspense attorno a cui viene costruita una trama criminale in modo sapiente e originale, senza ricorrere a soluzioni troppo fantasiose o inverosimili. Si tratta quindi di un romanzo insieme di formazione, psicologico, sociale che pur usando gli strumenti del genere non ammicca al lettore e che di certo non si può annoverare come un’opera di evasione, non a caso non lo troviamo nella collana Dark della casa editrice ma ne Le Strade. Bestseller in Irlanda, lodato tra gli altri da Roddy Doyle, il romanzo tocca i grandi temi esistenziali della formazione, dell’amicizia, della fiducia, della speranza, della morte, della scelta. Consigliatissimo a lettori aperti alle contaminazioni, amanti dell’introspezione psicologica, delle dinamiche famigliari e della piccola comunità. L’ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che l’Irlanda è una terra letteraria che ha ancora tantissimo da dare.