Un sentiero “sostenibile” fra spiaggia e pineta

L’architetto Giovanni Mecozzi illustra il progetto preliminare per la riqualificazione dello stradello retrodunale fra Marina di Ravenna e Punta Marina Terme, ideato assieme ad un gruppo di giovani progettisti coordinati da Nuovostudio.

Nel 2011 il Comune di Ravenna organizzava presso l’Urban Center di San Domenico la mostra dal titolo “Progetti per Ravenna” (cfr. Idee per Ravenna, dal centro storico al mare, Trovacasa Premium n. 64, pag. 62-63) nella quale venivano esposti gli esiti di due concorsi di idee, banditi l’anno precedente, per altrettanti importanti temi di riqualificazione urbana: Piazza Kennedy e stradelli retrodunali. A distanza di quasi sei anni la nuova Piazza Kennedy è stata riaperta al pubblico, mentre per gli stradelli non ci sono stati concreti sviluppi, nonostante nelle previsioni i primi interventi avrebbero dovuto essere realizzati nel 2012, accedendo ad un “(…) finanziamento regionale, proveniente da fondi europei” (comunicato stampa del Comune, luglio 2010). Il progetto primo classificato prevedeva soluzioni sperimentali per il tratto di litorale tra Marina di Ravenna e Punta Marina con una pista ciclopedonale in blocchi di calcestruzzo punteggiata da padiglioni modulari, assemblabili anche in altezza (fino a 25 m) per creare, oltre a punti belvedere tra mare e pineta, segni distintivi lungo il nuovo tracciato.

Sezione tipo dello stradello nel progetto primo classificato al concorso bandito dal Comune di Ravenna nel 2010 ed elaborato dall’Architetto Matteo Fraschini di Segrate. Il costo complessivo per lo stralcio Marina di Ravenna-Punta Marina era pari a circa 4 milioni di euro

Sul tema degli stradelli, un gruppo di giovani architetti ha elaborato una proposta progettuale con il fine, da un lato, di focalizzare nuovamente l’attenzione sulle modalità d’uso dello spazio retrodunale e, dall’altro, individuare interventi più snelli e di immediata realizzazione. Il progetto prevede – come principale elementi qualificanti – un percorso ciclo-pedonale con passerella in legno, un sistema di illuminazione notturna di tipo radente e totem identificativi per ogni stabilimento balneare lungo il percorso. In affiancamento alla passerella potrebbe essere realizzato un percorso parallelo, largo un paio di metri e attrezzato per roller/skate/ecc.; sarebbero garantite così nuove modalità di collegamento, in sicurezza, tra i bagni e il parcheggio scambiatore, tenendo lontano dal mare il più alto numero di autoveicoli. In questo modo si potrebbe ottenere un altro risultato: permettere agli stabilimenti balneari un secondo affaccio “nobile” – sul retro – da poter attrezzare per migliorare la propria offerta. Il nuovo percorso, infine, potrebbe integrarsi in un più ampio sistema di mobilità lenta che abbracci il Terminal Crociere, le oasi naturalistiche e le aree umide del territorio ravennate. Abbiamo inquadrato la proposta di riqualificazione degli stradelli con l’architetto Giovanni Mecozzi, nella sua doppia veste di componente del team di progettazione e di coordinatore dell’iniziativa all’interno di Nuovostudio.

Nel 2010 il Comune di Ravenna ha bandito un concorso di idee per la riqualificazione degli stradelli retrodunali. Il progetto coordinato da Nuovostudio vuole colmare lo scarto tra quell’idea e le condizioni oggettive di oggi?
«Crediamo che oggi, sempre più, un progetto non possa essere pensato senza l’ascolto dei soggetti che poi dovranno usufruire dell’opera (in questo caso quindi i proprietari degli stabilimenti balneari) e dal confronto con gli enti che sono chiamati ad esprimere un parere sullo stesso (Sovrintendenza, Demanio e Lavori Pubblici). Partendo da questi presupposti il progettista si deve fare interprete e regista dei diversi stimoli che ciascun soggetto immette nel progetto, farne sintesi e fornire la soluzione più idonea sotto i diversi profili estetico, economico, sostenibile e gestionale. Questo vale per qualsiasi tipo di opera, che sia lo stradello retrodunale o un palazzo pubblico, ed è stato l’approccio che abbiamo tenuto per definire questa prima bozza progettuale».

Da chi è composta la squadra di giovani architetti organizzata da Nuovostudio e quali saranno i ruoli all’interno del progetto?
«La squadra è composta da un gruppo di cinque giovani progettisti della zona, che si sono distinti negli ultimi anni per un’attività progettuale di qualità, dimostrando il loro valore attraverso una ricerca progettuale che spazia su diversi ambiti. Il loro lavoro è già stato premiato attraverso pubblicazioni e riconoscimenti ed è quindi contraddistinto dal merito acquisito sul campo. È una squadra multidisciplinare, all’interno della quale i ruoli specifici verranno definiti nel dettaglio se, come ci auguriamo, il progetto vedrà una sua concretizzazione. Il gruppo, coordinato da Nuovostudio nella persona di Emilio Rambelli, è composto dallo studio Angeli e Brucoli di Faenza, da Caveja Studio di Forlì, da Paolo Lazzarini di Lugo, da Burroni&Dapporto Architetti di Ravenna e da me, in qualità di componente del team di progetto e coordinatore dell’iniziativa all’interno di Nuovostudio».

Il vostro progetto nasce anche dalle esigenze di efficienza e funzionalità infrastrutturale degli stabilimenti balneari?
«Certo. Come detto, il nostro progetto nasce proprio da questo, da un confronto diretto con alcuni tra i proprietari degli stabilimenti balneari. È un progetto condiviso con loro, che cerca quindi prima di tutto di dare risposte a loro esigenze che poi sono anche quelle della comunità, tra le quali certamente anche quelle infrastrutturali, ma non solo. Vi sono importanti aspetti naturalistici da coordinare e valorizzare, all’interno di un progetto unitario di vasta scala territoriale attuabile per fasi e che potrebbe facilmente coinvolgere anche altri lidi e, perché no, le meravigliose valli con i suoi unici paesaggi».

Nella redazione della proposta progettuale siete partiti da nuovi principi (tecnici, estetici e funzionali) o avete tenuto come traccia l’idea classificata al primo posto nel concorso del 2010?
«Il progetto vincitore del concorso è nato purtroppo da una modalità operativa distante da quella illustrata nelle precedenti risposte. Il bando non aveva coinvolto né gli stabilimenti balneari né gli enti preposti ad esprimere poi un parere. Indipendentemente dal valore del progetto, perciò, mancavano i presupposti per far sì che tale progetto potesse evolvere in un suo sviluppo reale».

Sopra due rendering dell’ipotesi di progetto del team coordinato da Nuovostudio

 

Il progetto è già stato sottoposto ad un iter autorizzativo?
«Ad oggi abbiamo redatto un primo progetto preliminare che nasce dal confronto con una rappresentanza dei bagnini di Marina di Ravenna, che ci hanno stimolato fornendoci elementi, indicazioni ed esigenze chiare e precise, che sono divenute la base della nostra riflessione. E’ una prima proposta preliminare per offrire un confronto e una discussione. Il prossimo passo dovrà essere senza dubbio il coinvolgimento degli enti di controllo del territorio, in primis la Sovrintendenza per i Beni Architettonici ed Ambientali».

Qual è la previsione di spesa per l’itero stralcio esecutivo? Chi si farà carico della realizzazione delle opere?
«In questa fase è difficile, vista la definizione preliminare del progetto, fornire una stima esatta di spesa. Quello che possiamo dire, visti i materiali utilizzati che sono per lo più legno e piante autoctone, che la spesa sarà la minore possibile per fornire un opera semplice, sostenibile e gestibile con il minimo di risorse possibili».

Quale sarà il ruolo del Comune e a chi sarà affidata la gestione e la manutenzione dei nuovi stradelli?
«Anche su questo è difficile darti una risposta, il processo è tutto da impostare. Quello che possiamo dire, a carattere generale, è che in questi anni sta mutando molto velocemente il rapporto pubblico/privato e che, se non si avviano sinergie serie tra i soggetti, sarà sempre più difficile riuscire a realizzare e gestire nel tempo le opere pubbliche. Questa modalità operativa vale sia per gli stradelli come per ogni altra nuova opera pubblica. C’è poi il tema dei finanziamenti (regionali, statali ed europei) e delle modalità con le quali richiederli. Anche in questo caso la sinergia pubblico/privato diventa fondamentale. Il coinvolgimento di soggetti privati fin dalle fasi di richiesta dei finanziamenti può sollevare gli enti pubblici dal rischio imprenditoriale. Il pubblico rimarrebbe il regista dell’operazione, ma sarebbe il soggetto privato ad assumersi il rischio imprenditoriale della redazione del progetto, che è necessario per accedere alla richiesta di finanziamento ma che non ha certezze di essere finanziato».

Il progetto di questo primo stralcio, potendosi considerare come soluzione modulare e ripetibile, sarà donato al Comune perché lo possa adattare e realizzare progressivamente in tutti i lidi ravennati?
«Come detto, questo progetto è poco più di una bozza, un’idea sulla quale confrontarsi e fare gli approfondimenti del caso (calibrare le esigenze di utilizzo e relazionarsi con gli enti amministrativi). Nel caso lo sviluppo del progetto nelle sue fasi attuative dovesse avere un futuro, ci aspettiamo che il gruppo di lavoro che abbiamo composto ne divenga parte attiva, e che quindi gli sia attribuito il giusto ruolo e il giusto riconoscimento. Vista la semplicità dell’opera, la sostenibilità e l’attuabilità per stralci, l’idea può certamente essere una base di lavoro per tutti gli altri lidi ravennati e una base anche per mettere a sistema i diversi ambiti paesaggistici della nostra costa».

Quali potrebbero essere i prossimi passaggi prima di trasformare il progetto in opera cantierabile?
«La prima fase sarebbe quella di un approfondimento del progetto con i bagnini, per poi passare ad un confronto con gli enti (Sovrintendenza, Comune, Demanio, etc…). Sulla base di questo si potrebbe impostare un progetto ufficiale condiviso, con il quale accedere ai finanziamenti pubblici, non solo regionali. Pensiamo che un tale progetto si possa configurare anche in un’ottica di contributo statale, ma perché no anche europeo. Osiamo dire che si potrebbe valutare anche il coinvolgimento di alcuni sponsor che, se resi opportunamente visibili, potrebbero far parte della partita».

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