Raffica di scippi in scooter, c’è un arresto: un 45enne incastrato da uno scontrino

Tre colpi in cinque giorni a settembre, nell’ultimo caso l’uomo cadde a terra e sotto la sella trovarono la ricevuta di un acquisto: le telecamere del negozio hanno consentito di raccogliere le immagini

ScippoLo scontrino di un succo di frutta è stato l’indizio fondamentale per dare un volto e un nome all’uomo che in sella a uno scooter ha scippato tre donne in bicicletta a Ravenna in un intervallo di cinque giorni a settembre 2018. Il presunto autore è Mirko Forti, 45enne della provincia di Pisa con precedenti specifici. L’11 aprile la squadra mobile della questura di Ravenna gli ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per furto aggravato e rapina.

L’uomo si trovava già in cella: è rinchiuso a Rimini dal 25 settembre scorso quando i carabinieri lo controllarono in stazione a Riccione e risultò che era evaso dai domiciliari il 30 agosto togliendosi il braccialetto elettronico. Quell’arresto per evasione impedì di fatto al toscano di continuare la sua attività: secondo gli investigatori era infatti quella la sua principale fonte di sostentamento anche se i bottini erano spesso miseri. La necessità di mantenersi lo costringeva a colpi ravvicinati: la striscia di tre espisodi tra il 19 e il 23 settembre in pieno centro creò un certo allarme.

Lo scontrino di cui si è accennato è stato trovato nel sottosella dello scooter abbandonato a terra in via di Roma il 23 settembre dopo essere caduto nel terzo degli episodi ravennati (gli altri il 19 in via Ponte Marino e il 20 in via Falier). L’uomo era fuggito a piedi facendo perdere le sue tracce. La vittima aveva riportato lievi lesioni con 4 giorni di prognosi. La moto è risultata rubata a Pesaro pochi giorni prima. Nel sottosella quattro telefoni cellulari: tre donne ne avevano denunciato il furto subito in provincia di Ferrara proprio in quei giorni (17, 21 e 22 settembre), scippate per strada da un rapinatore in scooter. Lo scontrino invece era stato staccato da un supermercato di Ferrara pochi giorni prima. Le telecamere di videosorveglianza del negozio hanno permesso di avere le prime immagini di un sospettato.

A quel punto è stata fondamentale la tecnologia. Si chiama Sari, dall’acronimo di sistema automatico riconoscimento immagini: è un programma in dotazione alla polizia che da un immagine di buona qualità è in grado di fornire abbinamenti con quelle dei fotosegnalati in archivio. E così è emerso un ventaglio di possibili nomi. Tra questi anche quello di Forti. Che è risultato in cella a Rimini. La comparazione tra una sua impronta e quella rilevata sul casco è stato l’elemento finale per l’accusa.

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