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    Categoria: cronaca

Attacco hacker alla Cmc, chiesto il riscatto. Itway al lavoro per rimuovere il virus

Da quattro giorni una squadra di venti ingegneri dell’azienda di sicurezza informatica impegnata h24 sulla rete della coop per ripristinare la piena operatività. L’intenzione è di non pagare cifre ai pirati

Gli autori dell’attacco hacker alla Cmc di Ravenna hanno chiesto un ingente riscatto, da pagare in Bitcoin, per liberare la rete informatica infettata. È una procedura standard per questo tipo di intrusioni chiamate appunto ransomware: il termine tecnico inglese indica un virus che paralizza l’operatività, spesso criptando i dati, e offre il ripristino in cambio di soldi.  L’azienda però non intende cedere alla richiesta di riscatto.

In un primo momento la cooperativa, di recente entrata in procedura di concordato, aveva smentito la circostanza. Ora, da fonti qualificate, si apprende invece come stanno realmente le cose. Il presidente Alfredo Fioretti sta seguendo in prima persona l’evoluzione della situazione.

La rete paralizzata ha bloccato l’attività del quartier generale di Cmc in via Trieste: alcuni dipendenti sono rimasti a casa per consentire l’intervento dei tecnici. Per rimettere in funzione i computer è al lavoro Itway, azienda ravennate di caratura internazionale nella sicurezza informatica: una squadra di 20 ingegneri è impegnata h24 dal 27 ottobre, il giorno in cui è iniziata la diffusione del virus (non dal 26 come riportato precedentemente). L’obiettivo è di riattivare i sistemi dal 2 novembre.

Il tipo di attacco informatico è lo stesso subito di recente anche da Enel: in quel caso il ransomware Netwalker avrebbe rubato circa 5 terabyte di dati minacciando di renderli pubblici qualora non venisse pagato il riscatto di 15 milioni di dollari. Stessa vicenda vissuta da aziende private come Geox e Luxottica con riscatti nell’ordine dei milioni di dollari.