Dubbi su norme anti-Covid, le coop replicano a Cgil: «Servizio essenziale nelle Cra»

Comunicato congiunto delle tre centrali cooperative dopo l’allarme del sindacato partendo dal dato della maggioranza dei nuovi contagi in case per anziani «in strutture rivolte al profitto»

Anziana Deambulatore«Le cooperative sociali svolgono un pubblico servizio essenziale, riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna, finanziato in gran parte con risorse pubbliche, accreditati, convenzionati e quindi controllati dall’ente pubblico». Le centrali Agci, Confcooperative e Legacoop ritengono «offensiva e scorretta la posizione espressa da Cgil» che ha lanciato un allarme per i livelli di sicurezza anti-Covid nelle Cra gestite da coop sociali e privati. La preoccupazione del sindacato parte dal dato: nella seconda ondata la maggior parte dei circa 460 contagi negli ospizi si è verificata in strutture gestite da privati «e orientate al profitto». In merito al dato numerico, la nota congiunta delle centrali cooperative non contiene smentite. Così come non ci sono replico in riferimento al caso di una struttura in cui il personale, secondo la Cgil, era costretto a lavare a casa le divise da lavoro.

L’atteggiamento adottato dalla Funzione Pubblica della Cgil, secondo i rappresentanti delle coop, è contrario allo spirito di collaborazione che dovrebbe animare soprattutto in questo periodo le diverse parti.

«Sin dall’inizio dell’emergenza – si legge nella replica – le cooperative sociali sono state impegnate nel difficoltoso approvvigionamento di Dpi da fornire al personale che operava nei servizi e che hanno sempre garantito nella piena osservanza dei protocolli sanitari, nonostante le difficoltà di reperimento, con costi aggiuntivi considerevoli e che ancora oggi sono in attesa di rimborso. Minare la credibilità di tutto un sistema e delle persone che vi lavorano generalizzando false accuse di carenze e pratiche scorrette è ingiusto e pericoloso».

L’auspicio delle centrali è di avere, anche da parte di Cgil, «un contributo alla collaborazione, che privilegi il dialogo e il confronto e chiediamo altrettanto impegno di tutti i sindacati nel sollecitare gli Enti pubblici circa l’utilizzo di tutti gli strumenti che il Governo e la Regione Emilia Romagna hanno messo a disposizione, riconoscendo al movimento cooperativo un ruolo fondamentale nella gestione dei servizi di welfare a partire dal ristoro tempestivo delle cooperative per i maggiori costi sostenuti per i DPI, al riconoscimento degli aumenti contrattuali e dei costi straordinari di gestione, ai posti lasciati vuoti che generano perdite costanti, a gare d’appalto con basi d’asta congrue e che non premino i ribassi sui prezzi ma la qualità. Tutto nella prospettiva di un sistema di servizi che promuova il lavoro, le condizioni salariali, la sicurezza e la qualità dei servizi».

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