Legacoop chiama Figliuolo: terre allagate per salvare la città, ancora zero ristori

Manifestazione nelle campagne dove a maggio si decise di tagliare un argine per inondare duecento ettari coltivati: le aziende attendono le promesse del Governo e intanto sono passati 120 giorni. Le Cab calcolano 30 milioni di euro di danni

Paolo Lucchi 1Nelle campagne a nord di Ravenna nel punto in cui nei giorni drammatici dell’alluvione di maggio si decise di tagliare l’argine di un canale di scolo per allagare campi coltivati e salvare la città, si sono radunate ieri, 16 settembre, circa cinquecento persone per una manifestazione di protesta promossa da Legacoop per tenere alta l’attenzione sulla situazione delle imprese e delle famiglie delle zone alluvionate che ancora attendono i ristori promessi dallo Stato.

Questa la proposta lanciata dai vertici di Legacoop: «Vogliamo risposte certe che dopo 120 giorni dall’alluvione non sono ancora arrivate, chiediamo al commissario Figliuolo di incontrarci, nello spirito costruttivo che ci caratterizza, per trovare le soluzioni che ancora non ci hanno dato».

Le terre che furono allagate erano circa duecento ettari della Cab Terra. I presidenti delle sette cooperative agricole braccianti in provincia ricordano di aver avuto quasi 30 milioni di euro di danni, con più di seimila ettari di terreni alluvionati. I presidenti di Cab Terra, Fabrizio Galavotti, Cab Massari, Gabriele Tonini, e Agrisfera, Rudy Maiani, parlando a nome delle sette coop del territorio, hanno ricordato che il governo  aveva promesso ristori al 100 percento: «A 120 giorni dal taglio dell’alluvione non è ancora arrivato un euro, non ci sono neanche i moduli da compilare. In compenso da ambienti della maggioranza ci siamo sentiti dire che “il governo non è un bancomat”, una grave mancanza di rispetto. Gli unici che abbiamo sentiti vicini sono gli enti locali: Comuni, Provincia e Regione».

Sulla mancanza di rispetto ha insistito anche il presidente della Provincia e sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, che ha partecipato al sit in: «Bisogna capire che i terreni delle cooperative agricole braccianti non hanno padroni: sono stati lasciati in eredità ai soci di oggi dagli scariolanti di più di 100 anni fa, che li bonificarono e sottrassero alle acque con sacrifici enormi. È un grande patrimonio collettivo».

Alla manifestazione è stata ampia la rappresentanza del mondo cooperativo, che da tutta Italia ha fatto sentire la propria vicinanza. Sono intervenuti il presidente di Legacoop nazionale, Simone Gamberini, e il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi. Sul posto il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Daniele Montroni, la presidente di Legacoop Bologna, Rita Ghedini, di Legacoop Imola, Raffaele Mazzanti e di Legacoop Estense, Paolo Barbieri, insieme  alle delegazioni delle organizzazioni bracciantili di quei territori, tra cui Agricoop, Il Raccolto e coop Giulio Bellini. Tra le organizzazioni che hanno sostenuto la protesta anche CGIL Ravenna e FLAI-CGIL di Ravenna, Confcommercio Ravenna, UIL Ravenna e il Comitato degli alluvionati di Fornace Zarattini.

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