Sorpresi di notte, a fari spenti e poi in barca, a pescare vongole alla foce Bevano

Tre bracconieri denunciati. Sequestrati 300 chili di molluschi

Forestali Polizia ProvincialeDurante un appostamento notturno, pattuglie di carabinieri forestali e polizia provinciale hanno sorpreso sei persone intente a pescare vongole, con tanto di barche, alla foce del torrente Bevano (nei pressi di Lido di Dante), riserva naturale dove l’attività non è di certo consentita.

I pescatori abusivi sono arrivati in zona con due auto, a fari spenti, per non dare nell’occhio, e allo stesso modo hanno tentato la fuga una volta caricate le vongole nei mezzi.

Le pattuglie sono però riusciti a bloccare le due auto e a fermare tre bracconieri, mentre gli altri hanno fatto perdere le loro tracce a piedi.

I tre – residenti nel comacchiese – sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per bracconaggio ittico, reato sanzionato con l’arresto da due mesi a due anni o l’ammenda da 2.000 a 12.000 euro, nonché per distruzione e deterioramento di habitat protetto.

Sono invece stati sequestrate le auto, l’imbarcazione utilizzata e oltre 300 chili di vongole in procinto di essere vendute in “nero”, immediatamente re-immesse in mare.

Va sottolineato come la Foce del Bevano si caratterizzi per un’elevata biodiversità in termini di habitat e specie e, di conseguenza, per il suo delicato equilibrio. Attività illecite come la pesca di molluschi con mezzi quali motopompe e rastrelli determinano un’asportazione completa di circa 15/30 cm di substrato melmoso o sabbioso – si legge in una nota dei carabinieri Forestali – e con esso di tutte le comunità bentoniche presenti quali crostacei, molluschi, echinodermi, tunicati, anellidi, in tutti gli stadi di vita, comprese, ovviamente, le vongole del genere Tapes o Ruditapes. A questo va aggiunto anche il disturbo recato dall’intorbidimento dell’acqua che ne diminuisce la trasparenza e, quindi, il passaggio della luce, fondamentale per la sopravvivenza di molte specie».

Non meno importanti – sottolineano i forestali – «sono le conseguenze anche sul piano della sicurezza alimentare e della libertà di iniziativa economica in quanto vengono immessi nel circuito della ristorazione notevoli quantitativi di molluschi privi di tracciabilità che vanno a penalizzare i pescatori regolari e gli esercenti che rispettano la filiera alimentare e la normativa sanitaria vigente».

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