Mal aria: in un mese senza pioggia è mancato l’effetto lavaggio atmosferico

Il meteorologo Randi: «Con l’alta pressione correnti verso il basso e poco vento: è come un coperchio invisibile che tappa le polveri sottili»

PioggiaLa concentrazione di polveri sottili sospese nell’aria nell’ultimo periodo è stata particolarmente alta anche a causa del meteo. È venuto a mancare l’effetto “lavaggio” della pioggia. Le gocce di acqua, ma anche i fiocchi di neve, infatti quando precipitano dalle nubi raccolgono gli inquinanti e li portano al suolo. Ma c’è voluto fino al 15 febbraio per vedere deboli precipitazioni piovose sul territorio ravennate: nel mese precedente praticamente non è caduta una goccia.

Il rapporto fra meteo e inquinamento è spiegato bene da Pierluigi Randi, meteorologo professionista e socio del Meteo Center di Faenza: «La pioggia è un ottimo spazzino e il detto popolare che “lava l’aria” ha un fondamento dimostrato. Ma quando non piove c’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione per la qualità dell’aria: significa che governa un campo di alta pressione, quindi c’è bel tempo e questo può far piacere, ma l’aria si muove dall’alto verso il basso, non si formano nubi che hanno bisogno del movimento contrario, e viene azzerata la dispersività verticale. È come se ci fosse un coperchio invisibile che tiene bloccate le sostanze inquinanti. Alta pressione poi di solito significa anche venti deboli e quindi non si può nemmeno contare sull’effetto di spazzamento».

Pensare all’effetto benefico della pioggia per la qualità dell’aria non deve però indurre il timore di un’acqua malsana: «Le analisi di laboratorio dicono che l’acqua piovana dopo un lungo periodo di calma atmosferica ha alte concentrazioni di inquinanti, ma parliamo di sostanze più pericolose se inalate e non per contatto. Inoltre a contatto con il terreno reagiscono e favoriscono l’eliminazione. Per capirci: non dobbiamo temere per l’acqua che si raccoglie nella diga di Ridracoli, anche perché sugli Appennini la qualità dell’aria non è mai inquinata come in pianura».

Questione diversa per le piogge acide: «Parliamo di acqua con un Ph basso e capitava spesso negli anni 80-90. Ora meno perché è cambiato il tipo di sostanze che inquinano l’aria: oggi abbiamo polveri sottili nocive per le vie respiratorie, tempo fa avevamo altri prodotti che causavano conseguenze diverse».

Un altro elemento che può peggiorare ancora di più l’aria è la nebbia: «È un aggregatore di sostanze inquinanti – spiega ancora Randi, vicepresidente nazionale dell’Ampro, associazione meteorologi professionisti –. Quindi la concentrazione delle polveri sottili è ancora più alta perché la stessa quantità resta nei primi 30 metri da terra». Il principio di formazione della nebbia è lo stesso delle nuvole, ma avviene a quota inferiore. «Il vapore acqueo che la compone tende a condensare in goccioline più facilmente in presenza di sostanze inquinanti: più ci sono inquinanti e maggiori sono i nuclei di condensazione a disposizione per far nascere le goccioline della nebbia. Insomma, nelle zone molto inquinate mediamente c’è più nebbia».

Cosa sono le polveri sottili?

Ne sentiamo parlare continuamente, ma sappiamo esattamente cosa sono? Queste invisibili particelle fluttuano nell’aria che respiriamo tutti i giorni, e possono provenire sia da fonti naturali sia umane.

Le polveri sottili sono parte di un gruppo più grande chiamato particolato atmosferico, o PM, che include particelle solide e liquide (escludendo l’acqua) che si trovano nell’aria. Alcune di queste particelle, quelle più grandi, possono essere visibili come la polvere se colpite dalla luce in un certo modo. Le polveri sottili, invece, sono così piccole da essere invisibili.

Non esiste un solo tipo di polveri sottili. Infatti, sono una miscela di diversi composti chimici, tra cui solfati, nitrati, ammoniaca, cloruro di sodio e polveri minerali.

Ma da dove vengono le polveri sottili?

Come dicevamo, possono avere origine sia naturale sia umana:

  • in natura, possono essere generate dalla erosione del suolo, dalla vaporizzazione dell’acqua marina, dagli incendi boschivi, dalle eruzioni vulcaniche e dalla dispersione dei pollini;
  • l’attività umana, invece, contribuisce con i processi industriali, il riscaldamento, i processi di combustione in generale e il traffico veicolare. Anche il fumo di sigaretta rilascia polveri sottili nell’aria.

Importante sapere che le polveri sottili non sono presenti solo all’aperto, ma anche negli ambienti chiusi. Ad esempio, in un ambiente chiuso, il fumo di sigaretta può generare una concentrazione di polveri sottili molto elevata, anche 100 volte superiore ai limiti di legge consentiti per l’ambiente esterno.

MAR MOSTRA SALGADO BILLB 15 – 21 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24