mercoledì
25 Giugno 2025
Guardia di finanza

Indagine su fornitura abusiva di manodopera: sequestro da 1,6 milioni di euro

Operazione partita da un accertamento a Cervia e condotta dalla procura di Modena: fatture per operazioni inesistenti con cui venivano assegnati mille lavoratori a imprese del nord Italia

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Foto Gdf Cervia1Somministrazione fraudolenta e abusiva di manodopera con più di mille lavoratori grazie a un giro di fatture per operazioni inesistenti per oltre 15 milioni di euro con una cooperativa. È l’accusa inquadrata in un’indagine della procura di Modena nei confronti di una cooperativa che ha portato la guardia di finanza al sequestro preventivo di immobili a Ravenna per un valore di 1,6 milioni di euro. Le persone indagate sono quattro.

Il provvedimento giunge all’esito di una attività d’indagine condotta dalle Fiamme Gialle di Cervia nell’ambito di un procedimento penale che trae origine dagli approfondimenti svolti sull’operatività di un soggetto economico cervese.

Gli indagati avevano creato una società cooperativa che, secondo gli inquirenti, serviva solo a favorire, tramite contratti di appalto/sub-fornitura non genuini, l’impiego di 1.033 lavoratori in centinaia di aziende del nord Italia, in vari settori economici: da quello turistico­ alberghiero a quello della logistica. La società, infatti, reclutava personale da smistare alle aziende richiedenti, anche se – sempre secondo l’accusa – non era dotata delle autorizzazioni che dovrebbero avere le cosiddette agenzie di lavoro interinale.

Il tutto avveniva senza versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori, facendo ricorso a reiterate compensazioni con crediti d’imposta artificiosamente costituiti: danni non solo per l’Erario, ma anche per i lavoratori, privati della tutela assicurativa, oltreché dei necessari corsi di formazione per la sicurezza sul lavoro. La Finanza infatti ritiene che i lavoratori potessero essere anche tratti in errore dalle modalità con le quali la società si proponeva, a cominciare dalla sua sede, allestita con bandiere della Repubblica italiana e dell’Unione europea.

Gli accertamenti patrimoniali per ricostruire la destinazione del profitto hanno individuato beni mobili e immobili di proprietà o riconducibili agli indagati: 15 unità immobiliari nelle province di Modena, Ravenna, Grosseto e Napoli, nonché di una somma complessiva di circa 300mila euro su conti correnti bancari. Tutto sequestrato.

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