Le analisi effettuate da Arpae sul campione di acqua prelevato il 28 marzo nel fiume Santerno, in prossimità della località Valsalva (nel comune di Castel del Rio in provincia di Bologna), hanno dato risultati in linea con i dati storici di qualità delle acque relativi alle stazioni della rete di monitoraggio situate lungo l’asta del corso d’acqua che scorre anche in provincia di Ravenna prima di immettersi nel fiume Reno che poi sfocia in Adriatico a nord di Casal Borsetti.
Le analisi sono state necessarie perché l’ondata di maltempo di marzo ha causato una frana di un tratto del ripido versante della gola che costituisce il corso del torrente Rovigo, affluente del Santerno, dove era ospitato un vecchio abbancamento di rifiuti non pericolosi (risalente agli anni Settanta, realizzato nel comune di Palazzuolo sul Senio, in provincia di Firenze) che sono stati dispersi in acqua.
I tecnici Arpae hanno effettuato un sopralluogo lungo il corso del fiume Santerno, nei punti accessibili del tratto che va dal confine emiliano, presso le cascate di Moraduccio nel comune di Castel del Rio, fino alla diga del Gatto Nero nel comune di Borgo Tossignano (complessivamente sono stati esaminati 7 punti).
Lungo tutta l’asta visionata, per una lunghezza di circa 20 km, le acque e le rive del Santerno sono risultate prive di rifiuti solidi di alcun tipo, ad eccezione di 7 piccoli pezzi di recipienti in plastica posti sulla riva, alcuni dei quali probabilmente riconducibili alla dispersione di rifiuti avvenuta nel Rovigo.
Dalle analisi, quindi, sono state escluse al momento variazioni della qualità delle acque del Santerno in seguito all’emergenza causata dalla frana. Il parametro “solidi sospesi” (indice della torbidità dell’acqua) è risultato coerente con la condizione di piovosità dei giorni precedenti al campionamento. I parametri correlabili a inquinamento di origine antropica (ad esempio idrocarburi policiclici aromatici, composti organoalogenati e metalli pesanti) sono tutti al di sotto dei limiti di quantificazione.