domenica
13 Luglio 2025
ordine pubblico

«Il personale di polizia è l’8 percento in meno rispetto a 10 anni fa. Non possiamo garantire un servizio adeguato»

La preoccupazione del segretario provinciale del Sindacato autonomo: «I commissariati di Lugo e Faenza non hanno dirigenti a tempo pieno»

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C’è stato un episodio, dal forte impatto mediatico, che di fatto ha segnato l’inizio della stagione 2025 della malamovida estiva sui lidi ravennati. Dal 22 giugno sui social network circola unfilmato in cui si vede un giovane all’interno dell’abitacolo di una volante della polizia, parcheggiata nella zona degli street bar a Marina di Ravenna, che sfonda un finestrino posteriore e fugge a piedi. È sembrato l’emblema di una località già allo sbando dalle prime battute della stagione turistica, dove i sospettati di reati (in quel caso furti su auto in sosta) sfuggono alle maglie delle forze dell’ordine (la latitanza è durata sei giorni).

La segreteria ravennate del Sindacato autonomo di polizia (Sap) è intervenuta per sottolineare che quella è la prova di quanto denuncia da tempo: «La provincia di Ravenna soffre di una cronica carenza di personale – dice Valter Rivola, in polizia da trent’anni, dal 2002 alla squadra mobile e da un anno segretario provinciale del Sap –. Gli agenti di quella pattuglia hanno dovuto lasciare momentaneamente il fermato senza vigilanza e si sono dovuti precipitare a soccorrere una ragazza di 15 anni appena rapinata e ferita a colpi di catena perché non c’erano altre pattuglie che potevano occuparsi della minorenne».

Rivola fa i conti: la dotazione di personale di polizia in provincia (questura di Ravenna e commissariati di Lugo e Faenza) oggi è circa l’8 percento in meno rispetto a dieci anni fa. Il sindacalista è convinto che il territorio provinciale avrebbe bisogno di almeno sette volanti operative ogni turno tutto l’anno: «Tre a Ravenna a servizio di città e lidi, due a Lugo e due Faenza. Oggi non è possibile garantire questo dispiegamento per mancanza di agenti».

Ma sul campo la situazione da gestire per chi è sulle volanti è diventata più complessa: «La percezione è che il consumo di alcol sempre più diffuso renda le persone, soprattutto i giovani, più inclini agli eccessi e questo poi porta comportamenti oltre le regole». Secondo Rivola sono chiari il momento e l’atto esatti da cui è cominciata la problematica del personale, per Ravenna e per tante altre realtà in Italia: «Dal 2016 le nuove assunzioni sono bloccate per la legge Madia. Da quel momento sono stati banditi pochissimi concorsi per introdurre nuovo personale e quindi non ci sono state le coperture dei pensionamenti». L’altro serbatoio che è venuto a mancare per rimpinguare le fila della polizia è la leva. «Chi sceglieva di fare l’anno di leva obbligatoria in polizia poi poteva rimanere un anno in più come volontario e poi, se superava una prova di valutazione, diventava effettivo. Tutto questo ora non c’è più».

Rispetto a dieci anni fa è cambiata anche la proporzione tra i vari profili in forza alla polizia. Gli agenti semplici sono il doppio, i dirigenti sono in calo: «La legge Madia ha bloccato anche i concorsi interni perché l’aumento di qualifiche corrisponderebbe a retribuzioni più alte a carico dello Stato». L’effetto, in questo caso, è qualitativo anziché quantitativo: «Sono andate in pensione le figure più esperte, ma non c’è stata la possibilità di un affiancamento per trasmettere ad altri le loro conoscenze. Questo è un deficit di competenze». L’esempio lampante è la situazione dei due commissariati di Faenza e Lugo. «Da un anno sono di fatto privi dei rispettivi dirigenti, autorità locali di pubblica sicurezza che, ricoprendo anche altri incarichi, difficilmente possono assicurare la necessaria presenza sul posto. Il dirigente di Faenza svolge anche il ruolo di capo di gabinetto mentre il dirigente di Lugo regge anche l’ufficio del personale. Entrambi sono quindi fisicamente in questura a Ravenna e, conseguentemente, l’attività corrente è demandata ad altre figure che non hanno né la qualifica di autorità di pubblica sicurezza né, a Faenza, quella di ufficiale di pubblica sicurezza, con tutte le implicazioni che ne derivano». E Rivola sottolinea che Faenza è un comune da quasi 60mila abitanti con un bacino di utenza di oltre 90mila persone: «Ha una popolazione maggiore di tante città sedi di questura».

Gli unici rinforzi da fuori provincia per l’estate appena iniziata servono per il distaccamento a Pinarella di Cervia, attivo dall’1 luglio: «Sono meno degli anni scorsi e quindi verranno spostati temporanemente degli agenti da Ravenna. Purtroppo la coperta è corta e c’è poco da inventarsi».

Alcune forze politiche alimentano la convinzione che ci siano troppi agenti alle scrivanie, invece che in strada. Rivola prova a fare chiarezza: «Nel totale del personale c’è un circa dieci percento di figure civili che sono dipendenti del ministero dell’Interno, ma non poliziotti. Anche per queste figure i concorsi sono sempre meno. Se vanno in pensione occorre spostare dei poliziotti su quelle mansioni. Un concorso per personale civile potrebbe spostare poliziotti su compiti più operativi e non di ufficio».

Per la fine del 2025 la dotazione complessiva di uomini e donne in polizia in provincia dovrebbe aumentare di sei agenti. «È il conteggio che tiene conto di dieci nuovi giovani in prova tra Lugo e Faenza e il saldo tra trasferimenti fuori Ravenna e verso Ravenna. Possiamo considerarci soddisfatti perché altre questure a noi vicine, come Rimini e Ferrara, non hanno avuto assegnazioni dai nuovi effettivi usciti dalle scuole di formazione».

Dal 2026 potrebbe cominciare un lento percorso verso il recupero del deficit di personale: «I pensionamenti sono in calo e un po’ alla volta si potrà colmare la mancanza. Ma sarà lento». Insomma, tra i compiti del nuovo questore Gianpaolo Patruno appena insediato ci sarà anche la gestione della coperta corta: «Non è facile e ci sono pochi margini di manovra. Gli facciamo i nostri migliori auguri e avrà la nostra collaborazione».

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