Saviano a Ravenna: «Fiero di essere vostro concittadino»

In un teatro Alighieri gremito il pubblico ha applaudito a lungo l’autore di Gomorra per la prima volta in città con ScrittuRa Festival. In mattinata l’incontro con le scuole

RAVENNA 11/04/17. ROBERTO SAVIANO AL TEATRO ALIGHIERI

Roberto Saviano al Teatro Alighieri

«Fiero di essere vostro concittadino». Comincia così il suo intervento in un gremito teatro Alighieri Roberto Saviano, autore del best seller Gomorra che ha portato alla ribalta mondiale il fenomeno della Camorra e, sempre sullo stesso tema, del recentissimo La Paranza dei bambini. E gli applausi non si fanno attendere, arrivano intensi fin dal suo ingresso sul palco.

SavianoImpegnato in una tournée romagnola che lo ha visto incontrare migliaia di studenti (in mattinata erano 1.500 da vari istituti superiori al PalaCosta) e migliaia di lettori in spazi grandi come teatri o palazzetti dello sport, per accogliere tutti. A Ravenna è arrivato in particolare grazie a ScrittuRa Festival che ha in un certo senso compiuto un’impresa attesa da anni: portare lo scrittore, diventato cittadino onorario di Ravenna nel 2009 con qualche polemica, in città. Le misure di sicurezza non hanno permesso la cerimonia in Municipio, ma lui non si è risparmiato nei ringraziamenti, quasi a voler dare anima a quel gesto simbolico: «La cittadinanza per persone come me è importantissima, non è un gesto innocuo, ma vitale. Per noi significa protezione».  “Persone come me” è naturalmente da intendere come persone che girano scortate, ritenute in concreto pericolo di vita per ciò che hanno fatto, detto o scritto, come nel suo caso. E I controlli all’ingresso, la presenza anche visibile delle forze dell’ordine fuori e dentro il teatro sono lì a testimoniarlo. E forse a testimoniare anche come ancora I libri possano, se non cambiare, influenzare il mondo. Proprio dal suo ultimo libro, dai ragazzini della Paranza che scelgono il guadagno facile e illegale nello spaccio della droga all’inseguimento di un sogno di ricchezza in cambio del rischio, se non della certezza, di morire o finire in prigione giovani, parte il suo discorso. Un discorso ampio che abbraccia temi morali, economici e politici intrecciandoli tra loro. Dalla questione centrale del denaro (tanto, facile, veloce nel mercato della droga che passa dagli spacciatori di strada al narcotraffico internazionale) ai social (dove non esiste passato né futuro) alla Brexit da spiegare in termini di necessità di riciclaggio di denaro (essendo Londra già oggi «la capitale mondiale del riciclaggio di denaro») alle elezioni americane e alla vittoria di Trump forte del fatto che I suoi elettori lo hanno scelto solo perché «ribaltasse il tavolo», alla crisi delle democrazie.

Un inno alla complessità, si potrebbe dire, puntellato da molti pensieri semplici, alla portata di tutti, dove Saviano ha citato dati, indagini, ma anche scrittori, poeti, giornalisti. Interessante, per i più giovani, la lunga parentesi su Falcone, osannato da morto dagli stessi che lo avevano calunniato e diffamato da vivo (passaggio in cui è facile pensare che Saviano, oggetto di molti attacchi, possa riconoscersi).

Collegamenti e analogie tra periferie europee, vicinanze sorprendenti tra la contiguità alla morte o al rischio della morte della malavita e dei terroristi dell’Isis, visti con ammirazione da parte dei “paranzini”. Un viaggio intorno al pianeta di un oratore abile, a tratti molto “pop”, capace di strappare più di un sorriso e di intrecciare fili apparentemente disgiunti e che pure tornavano di tanto in tanto a collegarsi al suo libro. Ma di libri (in generale) Saviano ha parlato tanto, citando gli autori da lui più amati (tra cui Corrado Alvaro), parlando del valore della lettura come spazio e tempo per la riflessione, tempo ormai sempre più raro nelle nostre vite “social”.

Un incontro che è stato un flusso di pensieri e associazioni e ragionamenti e dati la cui  elaborazione  viene lasciata ai presenti, che sembrano aver apprezzato gli spunti e gli stimoli offerti, almeno a giudicare dagli applausi scroscianti che hanno salutato l’autore di Gomorra. Del resto Saviano resta innanzitutto una figura simbolica per la difesa della legalità, come ha ricordato lo stesso sindaco in un breve intervento a inizio serata: «Siamo orgogliosi di avere un cittadino così illustre. Siamo una terra di lotta alla mafia – ha detto infatti il primo cittadino Michele de Pascale – ma siamo sotto attacco e non possiamo che  sostenere la cultura quando questa diventa anche uno strumento per difendere la legalità, perché dobbiamo tenere alta la guardia per opporci a queste presenze che ci sono e cercano di insediarsi».  Discorsi che fino a tempo fa, da queste parti, era difficile sentire, quando a tanti piaceva pensare che il problema, appunto, non riguardasse queste latitudini.

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