La Divina Commedia e i mosaici: una mostra tra immagini e parole

Inaugurazione domenica 23 settembre alle 18 nel nuovo polo espositivo di Sant’Apollinare Nuovo. Aperta fino al 6 gennaio.

Mausoleo Di Galla PlacidiaQuest’anno gli innumerevoli appuntamenti di Ravenna per Dante cercano in particolar modo di far luce sugli ultimi anni di vita del Sommo Poeta trascorsi in città; pertanto, nel suo calendario si inserisce a pennello La bellezza ch’io vidi (Par. XXX, v. 19). La Divina Commedia e i mosaici di Ravenna, una mostra ideata e organizzata dall’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia in collaborazione con Dante in Rete e la cura di Manuela Mambelli, che inaugura domenica 23 settembre, presso il polo espositivo di Sant’Apollinare Nuovo (adiacente all’omonima Basilica), alle ore 17 con il taglio del nastro in presenza delle autorità e alle 18 con l’apertura al pubblico.
Per l’appuntamento, i due docenti dell’Università di Bologna che hanno presieduto al Comitato Scientifico introdurranno gli spettatori all’esposizione: in particolare, in apertura ci sarà l’intervento di Giuseppe Ledda seguito dalla visita guidata tenuta da Laura Pasquini. L’evento sarà anche l’occasione per inaugurare al pubblico il polo espositivo.
La bellezza ch’io vidi intende guidare il visitatore in un percorso, articolato su tre sale, tra immagini e parole: attraverso circa 20 pannelli luminosi, creati appositamente per l’occasione, le riproduzioni ad alta definizione dei mosaici più belli di Ravenna risplenderanno agli occhi dello spettatore; le immagini musive saranno corredate dalle terzine dantesche ad esse ispirate e da ulteriori due commenti, uno tratto dal libro Il Vangelo secondo Ravenna di André Frossard, edito nel 2004 da Itaca, dove l’autore spiega l’arte dei mosaici ravennati come rivelazione di verità e bellezza, l’altro estratto da Iconografie dantesche di Laura Pasquini, pubblicato da Angelo Longo Editore nel 2008, testo di capitale importanza se si desidera indagare la relazione tra i mosaici ravennati probabilmente ammirati da Dante e le sue terzine.
Citate in tutti i canti di chiusura della Commedia e presenti anche in molti mosaici della città, le stelle sono tra i denominatori comuni dell’esposizione, guide poste da Dio in cielo per orientare il nostro sguardo verso le «cose belle», assieme alla luce emanata dalle immagini, una luminosità propria dell’arte intesa, citando Frossard, come «un frammento di contemplazione caduto nella materia» che «trasfigurata diventa luce».
La mostra è aperta a tutti e, seppur divulgativa, mantiene uno spessore e un rigore scientifico destinati a dar voce alla dimensione spirituale presente in ogni uomo, qualsiasi sia la sua confessione religiosa personale; più in generale, rappresenta un omaggio a Dante sulla scorta del profondo legame con l’arte ravennate in vista delle celebrazioni del 2021 e della tradizione inaugurata nel centenario del 1921 dall’operato di Don Giovanni Mesini, “il prete di Dante” menzionato per il suo importante operato divulgativo anche dall’Enciclopedia Dantesca della Treccani.
La mostra, sarà visitabile fino al 6 gennaio, dal martedì alla domenica, chiuso il lunedì, dalle 10 alle 17. Il costo dell’ingresso è di 2 euro, mentre è incluso nel biglietto cumulativo per visitare il circuito dei monumenti Unesco gestiti dall’Opera di Religione. È possibile prenotare visite guidate telefonando al numero 0544 541688.

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