Elena Sartori porta un po’ di Ravenna a San Pietroburgo

«Lavorerò in Russia come direttrice, organista e docente su musiche di Cherubini, Vivaldi, Corelli e anche Nino Rota»

Elena Sartori RitrattoRavenna è una città che offre un panorama musicale molto ampio e tra i valenti artisti che la popolano, Elena Sartori è una tra gli interpreti più apprezzati, soprattutto nel campo della musica d’organo e dell’epoca barocca.

Prossimamente lei sarà la prima musicista a rappresentare Ravenna alla Filarmonica di San Pietroburgo, si può dire?
«Sì, sarò alla Filarmonica di San Pietroburgo e per questo sono molto emozionata e naturalmente anche molto contenta. Sarà una settimana di lavori, dal 22 novembre fino alla fine del mese, io sono stata chiamata a rappresentare l’Italia in una serie di concerti che vedrà artisti provenire da tutto il mondo».

Quale sarà il suo impegno nella città fondata dallo zar Pietro il Grande?
«A San Pietroburgo potrò lavorare sotto luci differenti, quella di direttrice, quella di organista e quella di docente. Alla guida dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia di San Pietroburgo dirigerò il Requiem di Luigi Cherubini, che già avevo diretto a Ravenna nel 2004. Il 24 novembre, invece, sarò seduta alla tastiera per un recital d’organo solista tutto dedicato all’Italia. Il programma è incentrato su Vivaldi, Corelli e su Nino Rota, grandissimo maestro della composizione».

Locandina Sartori RussiaInteressante questo abbinamento. Cosa l’ha spinta verso la scelta delle musiche di Nino Rota?
«Noi lo conosciamo come compositore per le musiche dei film di Federico Fellini, ma ha scritto moltissimo per organo: io in Russia eseguirò la Sonata per organo che purtroppo nessuno esegue mai. Ritengo che Rota sia stato un compositore a tutto tondo di grandissimo spessore, ovviamente sempre molto collegato al suo successo come musicista per i film di Fellini».

Ritornando al suo impegno sul delta della Neva, diceva che sarà presente anche in veste di docente?
«Esattamente, il 25 e il 26 novembre sarò impegnata all’Accademia di Arte Drammatica di San Pietroburgo dalla quale mi hanno chiamato per parlare di corretta pronuncia e verbalizzazione drammatica dei testi italiani nell’opera barocca. Una necessità non solo russa ma che abbraccia tutto il teatro poiché, specialmente nell’opera barocca, se non c’è la corretta pronuncia salta veramente tutto».

Tornando in Italia, invece, quali saranno i suoi prossimi impegni?
«Recentemente sono entrata in ruolo al Conservatorio di Bolzano, dove sta nascendo un dipartimento di musica antica e dove sono felice di partecipare a un progetto pilota in Italia di un conservatorio che si trasforma a tutti gli effetti in università, in “Politecnico delle Arti”. Non dimentico, però, Ravenna ed è con molto piacere che continuo a occuparmi del Festival Internazionale di Musica d’Organo. Di recente ho avuto un incontro con i vertici dell’assessorato alla cultura e al turismo nel quale ho presentato un piano triennale che racchiude il mio sogno di far rientrare il festival dentro le celebrazioni dantesche del 2021, poiché proprio in quell’occasione ricorrerà il 60esimo anniversario della fondazione del festival, la manifestazione musicale di tradizione più antica a Ravenna».

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