Norma, Aida, Carmen: l’autunno ravennate si tinge di rosa

Ravenna Festival corona la sua XXXesima edizione con la Trilogia dedicata a tre grandi donne “rivoluzionarie” del melodramma. In scena dall’1 al 10 novembre al teatro Alighieri

AIDA Ph MartinaZanzani

“Aida” (foto di Martina Zanzani)

«Trilogia d’autunno è un treno che corre per la città su cui tutti possono salire».
Cristina Mazzavillani Muti, presidente di Ravenna Festival, descrive con questa immagine il progetto che raccoglie in un unico evento di pochi giorni (all’1 al 10 novembre) tre grandi spettacoli di opera lirica. Nata nel 2012 come estensione autunnale del Festival estivo, la Trilogia è diventata una vera e propria perla all’interno della proposta culturale di Ravenna, la cui luce ha richiamato in città spettatori da ogni parte del mondo: oltre 1.500 le presenze dall’estero, 20 i paesi di provenienza, tra cui Australia, Corea e Giappone.

Non stupisce quindi che anche quest’anno, a pochi giorni dal debutto, i posti siano pressocchè esauriti, con i ravennati che fanno a gara con i forestieri per accaparrarsi un posto a teatro.

L’edizione 2019 della Trilogia porta il nome di donne che rappresentano tre momenti di storia musicale, dal belcanto agli albori del verismo: la Norma di Vincenzo Bellini, che andrà in scena in data 1, 5 e 8 novembre, l’Aida di Giuseppe Verdi (2, 6, 9 novembre) e la Carmen di Gerges Bizet (3, 7, 10 novembre), si alterneranno sul palco del Teatro Alighieri una sera dopo l’altra. Se Cristina Mazzavillani Muti dirige le prime due opere, in Camen il testimone passa a Luca Micheletti che, oltre a cantare nei panni di Escamillo, farà il suo debutto alla regia.

CARMEN Ph Zani Casadio

“Carmen” (foto: Zani-Casadio)

Natura e simbolismo saranno al centro di Norma, la più “anziana” delle tre, mentre in Aida è stato importante, sottolinea la regista, «potersi allontanare dall’opinione comune che identifica l’opera come scena del trionfo. Verdi scrisse anche quello, ma c’è molto di più: ci sono momenti intimi, riservati, maliconici». La Carmen sarà invece “oscura”, una donna che domina sul mondo come un’ossessione di cui tutti sono vittime, là dove il sogno d’amore si confonde con quello della rivoluzione e dell’eversione.

A dirigere l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” si alterneranno Alessandro Benigni (Norma), Nicola Paszkowski (Aida) e Vladimir Ovodok (Carmen), mentre accanto a soprani e tenori troveranno posto gruppi vocali di talenti come i membri del Coro “Luigi Cherubini”, diretto da Antonio Greco, il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”, i musicisti degli Istituti Musicali di Ravenna e Cesena e il Coro di voci bianche “Ludus Vocalis”, diretto da Elisabetta Agostini.

La Trilogia d’autunno investe sul futuro, rappresentato da un cast di giovani promesse del bel canto e dalle nuove tecnologie che, se non servono a “svecchiare” l’opera – perchè questa non necessita di esserlo – contribuiscono però a migliorarne l’esperienza. Per la prima volta, l’ambiente del teatro è stato misurato e virtualmente ricostruito al fine di simulare la risposta acustica di uno spazio fisico vero e proprio. La tecnica, già sperimentata con successo la scorsa estate al Pala de Andrè, permetterà di sostenere e valorizzare la ricchezza sonora dei cantanti e del coro senza intervenire sull’orchestra.

Infine, anche i giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna saranno a loro modo protagonisti di questa stagione lirica, a cominciare dalla mostra di opere allestita negli spazi del teatro, fino ad arrivare direttamente sul palcoscenico con il libro Preghiera di Matteo Drudi in Norma e Carcassa di Lorenzo Scarpellini in Aida.

 

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