Malagola, inaugura la seconda mostra su Demetrio Stratos

L’esibizione, suddivisa in sette diversi ambienti tra cui una sala per l’ascolto immersivo, sarà aperta fino al 31 gennaio

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Inaugura sabato 14 dicembre a Palazzo Malagola di Ravenna (via di Roma 118) la mostra “Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979. Secondo movimento“. L’esposizione, aperta fino al 22 dicembre e poi di nuovo dal 7 al 31 gennaio, presenta una selezione di materiali dell’Archivio Demetrio Stratos, acquisito alla fine del 2022 dal Comune di Ravenna con co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, direttamente dalla vedova del musicista. L’ingresso è gratuito.

La mostra, suddivisa in sette diversi ambienti, è curata da Ermanna Montanari (attrice, artista e co-fondatrice del Teatro delle Albe) ed Enrico Pitozzi (studioso e docente all’Università di Bologna), ideatori e direttori artistici del Centro internazionale di ricerca vocale e sonora Malagola. Marco Sciotto e Dario Taraborrelli sono curatori associati.

“Fino ai limiti dell’impossibile” è la seconda tappa del percorso di conservazione e valorizzazione del patrimonio documentale riguardante una delle figure più importanti nel campo delle arti performative del Novecento, che ha fatto della ricerca sulla vocalità il tratto distintivo del proprio percorso artistico. La mostra arriva infatti a un anno di distanza da “Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo” la prima esposizione di alcuni materiali sottoposti a un lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione (quest’ultima a cura dell’Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna), tenutasi a gennaio 2024.

Mentre il “primo movimento” presentava un nucleo di materiali riguardanti Demetrio Stratos e il suo rapporto con altri artisti, lo spirito di questo “secondo movimento” è l’apertura della ricerca vocale di Stratos alla dimensione extraeuropea, alle musiche dal mondo e alla loro relazione con la diplofonia e con il canto armonico che in “Fino ai limiti dell’impossibile” troverà il suo culmine in una delle stanze di Palazzo Malagola appositamente dedicata all’ascolto immersivo.

Alla documentazione appartenente all’archivio – tra cui materiali audiovisivi di performance, lezioni e concerti, appunti preparatori legati alla produzione artistica di Stratos, stampe di fotografi che ne hanno immortalato il lavoro nel corso degli anni, strumenti musicali, oggetti, cimeli, capi d’abbigliamento, libri, dischi in vinile, manifesti relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con I Ribelli e con gli Area, copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca, la rassegna stampa raccolta nel corso dei decenni – si aggiungono per questo “secondo movimento” alcuni documenti inediti sulle performance di Stratos, a partire da quelle che convocano Antonin Artaud e quelle relative a Le milleuna, lavoro in collaborazione con Nanni Balestrini e la coreografa Valeria Magli. E poi ancora materiali riguardanti la sua partecipazione al progetto/happening del 1978 Il treno di John Cage, il suo contributo come autore delle musiche del Satyricon diretto da Gabriele Salvatores nella stagione ’78-79 del Teatro dell’Elfo.

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