«La vera priorità del Progettone è solo avere finanziamenti pubblici»

Il comitato cittadino Vitalaccia Dura, contrario ai lavori per il porto,
critica l’opera di approfondimento fondali e gli espropri ai privati

«La vera priorità è avere i finanziamenti pubblici». Di questo è convinto il comitato Vitalaccia Dura a proposito del cosiddetto Progettone, la maxi opera di approfondimento del canale Candiano contro cui si è schierato sin dal principio un gruppo di cittadini portatori di istanze ambientaliste. Le nuove riflessioni del comitato arrivano all’indomani dello scontro fra Autorità portuale e Confindustria (vedi tra i correlati) che ha poi suscitato la presa di posizione di altre realtà economiche con una o l’altra fazione. In questo caso materia del contendere non è la necessità o meno di scavare ma la destinazione dei fanghi e la piattaforma logistica che Ap vorrebbe realizzare sulle aree dove andrebbe sparso il materiale di dragaggio.

«Tutte le organizzazioni cittadine, dai sindacati, alle associazioni di categoria, ai partiti, fanno a gara per dichiarare che il Progettone è un’opera indispensabile per lo sviluppo della città – scrive Vitalaccia Dura (in allegato in fondo alla pagina il comunicato integrale) –. Una tale unanimità di posizioni dovrebbe, se non altro, instillare il sospetto che forse non tutti sanno di cosa si parla e che almeno qualche distinguo dovrebbe essere fisiologico».

E infatti anche il comitato vorrebbe capire meglio cosa sia questo Progettone: «Il progetto definitivo pubblicato dall’Autorità portuale nel novembre scorso è assimilabile ad una manutenzione straordinaria del porto canale: dragaggio dei fondali, rifacimento delle vecchie banchine, esproprio di 224 ettari di terreni agricoli, svuotamento delle casse di colmata e spandimento dei fanghi sul territorio. Nessuna nuova opera stradale o di urbanizzazione, nessuna piattaforma logistica, nessun capannone, nessun nuovo terminal, solo il porto canale manutentato ed ettari di terreni agricoli ricoperti di fanghi. Costo dell’operazione 220 milioni. Ci piacerebbe sapere se Ap o altri abbiano un’idea diversa del Progettone e con quanti e quali soldi si dovrebbe finanziare».

La convinzione tra le fila del comitato cittadino è che l’opera assomigli sempre più a un progetto di speculazione immobiliare: «Il contendere fra i big della città è legato agli interessi immobiliari che forse si svilupperebbero dopo lo spandimento dei fanghi anche su terreni che sono attualmente sotto minaccia di sequestro da parte della Procura per irregolarità penali, in passato già denunciate da noi ed altre organizzazioni ambientaliste e forze politiche. L’opinione comune è che i terreni agricoli da urbanizzare siano il vero affare per moltiplicare i propri investimenti e che nessuno ci voglia rinunciare. Il futuro e la funzionalità del porto sembrano non interessare a nessuno».

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