Multato per la sua piadina: con l’Igp ora non può più chiamarla romagnola

Paradossale sanzione per un cartello esposto durante un mercatino
a un coltivatore che utilizza il suo grano e segue la ricetta originale

Sauro Rossini è finito suo malgrado di fronte alle telecamere di Report, nella puntata andata in onda su Rai Tre domenica sera. La sua colpa, paradossalmente, è quella di continuare a fare l’autentica piadina romagnola, seguendo la ricetta delle azdore, utilizzando il grano del suo podere e macinato a pietra nel mulino a fianco. Rossini è il titolare della fattoria La Rondine, azienda agrituristica di Boncellino molto nota per essere presente nei mercatini di prodotti tipici della zona. Ed è anche il primo a finire multato a causa della nuova legge dello scorso ottobre quando la piadina romagnola – come ricorda il Corriere della Sera in un articolo di qualche giorno fa in cui lanciava il servizio di Report – dopo oltre 10 anni di trattative, ottiene il suo marchio Igp. Peccato – scrive il giornalista Giuliano Marrucci – che a chiederlo siano stati i produttori industriali, e che nel disciplinare a garantire la tipicità del prodotto sia rimasto poco o niente: nessun riferimento alla provenienza tanto della farina quanto dello strutto, possibilità di aggiungere fino al 2% di alcool per imbustarla, e anche quella di surgelare direttamente il prodotto, che così può durare anche 12 mesi.

Così, ora che esiste il marchio, i coltivatori come Rossini, ma anche i tanti chioschi del nostro territorio, non possono più utilizzare la denominazione “piadina romagnola” senza farne richiesta. E gli uomini del Corpo Forestale non hanno fatto altro che applicare la legge che vieta di “usurpare, imitare o evocare una denominazione protetta” quando lo scorso 21 aprile, nel corso dell’edizione speciale del mercatino di Madra che si è svolto in piazza Kennedy, si sono presentati di fronte allo stand della Rondine che esibiva come da tradizione il cartello che pubblicizza la vendita della vera “piadina romagnola”. La Forestale non ha fatto sconti e ha elevato nei confronti del titolare una multa di circa 4mila euro.

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