Allarme Coldiretti: «Frutteto ravennate in estinzione, dal 2000 persi 6mila ettari»

Superficie coltivata calata del 25 percento. Le cause: «Riduzione
dei consumi, importazione straniera e ricavi bassi per i produttori»

La superficie coltivata a frutta in provincia di Ravenna è passata da 24mila ettari a 18mila in quindici anni, un crollo del 25 percento secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati Istat sulle coltivazioni legnose agrarie pubblicati a maggio 2015. Nello stesso periodo il calo su base nazionale è stato del 33 percento (da 426mila ettari a 286mila). «Il frutteto emiliano-romagnolo e ravennate è a rischio estinzione», è il grido di allarme di Massimiliano Pederzoli, presidente provinciale Coldiretti.

Entrando nel dettaglio delle singole coltivazioni provinciali Coldiretti sottolinea come la superficie totale coltivata a pesco sia calata in 15 anni da 5.424 ettari agli attuali 2.900. Flessione netta anche per le nettarine, da 9.400 a 6.400. In calo anche melo (da 1.175 a 1.080 ettari) e pero (da 2.780 a 2.040). In aumento troviamo solamente albicocche (dai 1.136 ettari del 2000 agli attuali 1.800) e kiwi (da 2.299 a 3.087).

Secondo gli agricoltori sarebbero tre le cause principali di questo disboscamento: «Il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori, l’invasione della frutta straniera di importazione, la riduzione dei consumi». Pederzoli fornisce alcuni dati nazionali: «I prezzi pagati non riescono più a coprire neanche i costi di produzione. I tagli più consistenti hanno interessato pere (-41 per cento), pesche e nettarine (-39 per cento), mele (-27 per cento). E l’importazione dall’estero negli ultimi 15 anni è aumentata del 37 percento ed hanno quasi raggiunto i 2,1 miliardi di chili. L’acquisto medio di frutta per famiglia acquirente è diminuito in modo significativo, da 244 chili annui del 2000 si è passati ai circa 178 chili del 2014, con un taglio del 27 per cento».

La produzione agricola italiana e locale «è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con la presenza irregolare di residui chimici: 0,2 percento, una percentuale inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea e di oltre 30 volte quella dei prodotti extracomunitari». E i segnali positivi di ripresa non mancano «come l’inversione di tendenza nei consumi di frutta in Italia del 4 per cento nella grande distribuzione organizzata nel primo trimestre del 2015, che non si registrava dall’inizio della crisi». Per questo – precisa il Presidente Coldiretti Ravenna – siamo impegnati in una quotidiana azione di promozione della frutta italiana nel Padiglione Coldiretti all’Expo, sia con esposizioni che degustazioni per far conoscere ed apprezzare il Made in Italy ai 20 milioni di visitatori previsti.

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