Tra i rifiuti c’è un miliardo di euro: chi vuole prendere il posto di Hera?

Il 30 giugno scade il termine per partecipare alla gara per la scelta del concessionario del servizio di raccolta, la poltrona oggi occupata dalla multiutility che cerca la conferma. Bando di 15 anni per 35 comuni tra Ravenna e Cesena: 600mila residenti ma è come se fossero un milione calcolando dai turisti agli studenti fuori sede ai lavoratori

Fino al 30 giugno c’è tempo per presentare le offerte per avere in concessione il servizio della raccolta rifiuti in provincia di Ravenna. In buona sostanza è in ballo la posizione oggi occupata da Hera. Chi vince la gara (e potrebbe essere anche la stessa Hera) metterà le mani su una torta da un miliardo di euro.

Chi è Atersir?
Il bando è stato progettato dall’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (Atersir), la forma di cooperazione degli enti locali che si occupa della maggior parte delle questioni gestionali ed economiche e finanziarie relative ai servizi idrici e rifiuti. L’agenzia opera mediante quattro organi: il presidente; il consiglio d’ambito costituito da nove rappresentanti, uno per ciascun consiglio locale; i consigli locali costituiti dai Comuni (o anche da Unioni di Comuni o Comunità montane) e dall’ente Provincia; il collegio dei revisori composto da tre membri nominati dal Presidente. È stato il direttore, l’ingegnere Vito Belladonna, a illustrarci i contorni del servizio messo a bando e della genesi della maxi gara.

Diamo i numeri
Il bando di Atersir mette a gara il servizio di gestione della raccolta rifiuti di 35 comuni: tutti i 18 della provincia di Ravenna e i 17 del comprensorio di Cesena. In totale si stima che la produzione di rifiuti urbani ammonti a 290mila tonnellate all’anno. In totale i residenti sono 600mila ma è come se fossero un milione e 55mila: quest’ultimo numero è quello che viene indicato come abitanti equivalenti e si ottiene calcolando tutti quelli che non sono residenti ma partecipano alla produzione di rifiuti, dai turisti agli studenti fuori sede. Per la sola provincia di Ravenna a fronte di 391mila utenze domestiche residenti si anno 674mila abitanti equivalenti.

Tempi
Entro giugno scadono i termini per presentare le offerte economiche. Poi la commissione avvierà la procedura di valutazione, particolarmente complessa vista la dimensione della gara. Il numero di offerte arrivate inciderà sui tempi necessari ma trattandosi di una gara che non ha precedenti è difficile ipotizzare tempistiche. Lo scenario previsto da Atersir e amministrazioni pubbliche è che l’1 gennaio possa essere il primo giorno del nuovo regime, ammesso che non si presentino intoppi (in particolare eventuali ricorsi).

Preparazione
La finestra per la presentazione delle domande si è aperta negli ultimi giorni del 2017. Atersir ha cominciato a lavorare alla stesura del bando, in costante contatto con i governi locali, più di un paio di anni fa. I tempi si sono dilatati perché nel frattempo sono intervenute novità normative che hanno portato l’agenzia ad aggiornare il lavoro fatto per presentarsi sul mercato al passo coi tempi. Il bando in questione è soggetto alle disposizioni di tre settori: concorrenza, ambiente e appalti. Nel 2016 c’è stata l’introduzione del piano regionale dei rifiuti che fissa obiettivi vincolanti per il servizio ma il 2016 è stato anche l’anno in cui è stato rivoluzionato il codice degli appalti. Non si tratta di norme retroattive ma Atersir ha scelto di procedere con calma per essere al passo con le novità. Ha influito anche la necessità di definire con precisione il perimetro del servizio, in buona sostanza stabilire fino a quali compiti vadano inclusi.

Big money
La base d’asta del bando è 1,2 miliardi di euro. Una cifra monster che è il risultato del combinato disposto di due fattori: l’estensione territoriale (35 comuni su due province) e la durata (15 anni). La prima è un orientamento che tende a privilegiare la copertura di bacini anche sovraprovinciali se presentano caratteristiche omogenee in modo da consentire ottimizzazioni non solo per chi concorre ma anche a livello amministrativo. In buona sostanza è vero che si tratta di due aree che ricadono sotto province diverse ma si prestano all’accorpamento. La Toscana ad esempio di recente è stato suddivisa in tre aree. La durata è un vincolo minimo richiesto dalla legge.

Fine della proroga al regime di salvaguardia
L’aggiudicazione metterà fine a quello che tecnicamente viene chiamato regime di salvaguardia cominciato attorno al 2000 e finito nel 2011. In buona sostanza i gestori in servizio vennero salvaguardati perché discendenti da società dei Comuni che in quanto tali avevano avuto l’affidamento diretto. Dal 2011 si è poi entrati in una fase di proroga tecnica con bandi brevi e introduzioni di miglioramenti di servizio.

Differenziata a tutto gas
Il bando di gara tiene conto degli obiettivi fissati dal piano regionale dei rifiuti. Uno dei più importanti è la percentuale di raccolta differenziata da raggiungere entro il 2020: 73 percento medio (79 nei comuni di pianura, 65 in montagna, 70 nei capoluoghi e sulla costa). Questo richiede un cambio del servizio. A Ravenna l’ultimo dato ufficiale risale al 2016 ed era 55,2 percento. L’altro aspetto importante è l’avviamento verso la tarriffazione puntuale che quindi richiederà sempre più differenziata. La necessità di raggiungere questi obiettivi – mettendo in atto pratiche già sperimentate altrove con risultati misurati – farà sì che le maggiori differenze visibili per il cittadino riguarderanno proprio questo aspetto.

Anticorpi contro il caos
La gara in oggetto, come noto, andrà a individuare chi dovrà occupare la poltrona su cui oggi siede Hera in regime di salvaguardia con proroghe. Ma proprio perché si tratta di una gara aperta al libero mercato chi vincerà avrà lo status di concessionario e anche il sistema di subappalti avrà una organizzazione completamente diversa rispetto a ora con un maggiore controllo di Atersir. In buona sostanza il vincitore dovrà sottostare alle regione di un contratto che prevedono un ruolo attivo dei Comuni. Il concessionario dovrà essere aderente a un contratto di servizio che oggi non c’è. Tutto questo dovrebbe fornire al pubblico un margine di manovra maggiore per evitare il ripetersi di situazioni di caos come accadde nella primavera del 2016 quando Hera rinnovò il subappalto e per settimane ci furono rifiuti lasciati per le strade.

L’inceneritore non incide
Il bando non comprende lo smaltimento: la rete regionale degli inceneritori è di competenza della Regione e ha l’obbligo di garantire lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani indifferenziabili raccolti dai gestori che hanno in appalto il servizio pubblico. E la distanza di eventuali altri impianti di destinazione rispetto a Ravenna è sufficientemente ridotta da non incidere nemmeno sul costo di trasporto.

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