«Dragaggio fondali, il Pd ha sprecato 6 anni per favorire degli interessi privati»

L’attacco della coalizione di centrodestra: «Nel 2012 tutto pronto per i lavori ma si preferì cambiare il progetto già approvato»

La draga al lavoro per scavare i fondali del terminal crociere

Il potere politico locale è responsabile per i ritardi dei dragaggi del porto di Ravenna attesi da tempo e non ancora cominciati: dalle forze di opposizione ne sono convinti da sempre, non è una novità, ma ora una parte della minoranza in consiglio comunale (Lista per Ravenna, Lega e Forza Italia) sostiene di avere i documenti per passare dalla trita polemica ai fatti e carte alla mano va a cerchiare le date nel calendario e quantifica in sei anni il tempo sprecato a causa di una scelta deliberata «dal timoniere politico», leggasi Pd, che non ha tenuto conto dell’interesse della collettività approvando soluzioni che hanno finito per fare il presunto interesse di privati.

Secondo la ricostruzione delle tre anime che diedero vita alla coalizione di centrodestra alle amministrative 2016 – rappresentate in conferenza stampa dai tre capigruppo Alvaro Ancisi (Lpr), Samantha Gardin (Lega) e Alberto Ancarani (Fi) – nel 2012 era tutto pronto per scavare i fondali del Candiano «con un progetto di dimensioni adatte a soddisfare le necessità dello scalo per un decennio» ma il potere locale decise di accantonare il piano già approvato e tirare fuori dai cassetti un altro, elaborato in parallelo dietro le quinte, con la coseguenza di allungare i tempi perché l’opzione prescelta era ancora estranea al lungo iter autorizzativo già percorso invece dal gemello. Oggi si è a un passo dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che consentirebbe di aprire il bando per appaltare i lavori: «La versione definitiva del progetto conserva alcune caratteristiche già presenti in quella di sei anni fa, questo dimostra il tempo perso».

A rendere di attualità i fatti c’è il recente flop del terminal crociere: l’insabbiamento dei fondali a Porto Corsini ha fatto ridurre il pescaggio consentito e nove crociere (19mila passeggeri totali) hanno cancellato la tappa di Ravenna. Autorità portuale spiega la situazione con l’impossibilità di dragare non avendo casse di colmata dove collocare i sedimenti: «È vero anche se va detto che è mancata la manutenzione ordinaria su qualcosa di prevedibile e qualcuno avrebbe dovuto farla. Ap deve chiarire le responsabilità al suo interno e renderne conto al consiglio comunale. Ma ragionando più in generale la presidenza Rossi si è insediata a fine 2016 quindi ha trovato uno scenario già precedente che parte addirittura dai tempi di Parrello, ancora prima di Di Marco. Al timone del potere locale da sempre c’è lo stesso Pd. Se nel 2012 fossero cominciati i lavori ora non saremmo in questa situazione di stallo».

Perché fu archiviato il progetto già pronto al decollo per ricominciare da capo con un altro? I tre consiglieri comunali lo dicono un po’ tra i denti e po’ con un giro di parole ma il senso è chiaro: quello che sta per partire solo oggi nel 2018 ha consentito degli interessi di privati che invece non erano valorizzati dalla versione 2012. Il riferimento è alle importanti società del settore portuale e non solo proprietarie delle aree coinvolte dal progetto per accogliere i fanghi dragati e venire urbanizzate con stabilimenti e infrastrutture viarie per diventare piattaforme logistiche. «Voi credete alle coincidenze? – chiede Ancarani –. Io no». La materia è finita anche sulle scrivanie della procura con gli esposti di Ancisi: «Non risultano esserci stati sviluppi giudiziari ma forse non c’è stato modo di trovare elementi richiesti in uno Stato di diritto per procedere. Dal punto di vista politico il ragionamento però resta legittimo e basta guardare alle mappe».

Le mappe perché è su quelle che sono tracciati i confini delle aree dove sversare i fanghi. E l’incrocio con le date dei documenti restituisce lo scenario delineato dall’opposizione (in parte già raccontato su queste pagine nei mesi scorsi). Il giorno chiave è il 20 gennaio 2012 quando arriva il parere favorevole del Governo al piano regolatore portuale 2007 con opere connesse: «In quelle opere connesse erano individuate due aree per casse di colmata, si chiamavano 7A e 7B e oggi Logistica 1 e Logistica 2 che stanno tra il Candiano e Porto Fuori. Dal 21 gennaio si poteva preparare il bando invece non è successo». Si passa a giugno del 2012 e Ap presenta un nuovo progetto «le cui carte sono datate ottobre 2011 quindi mentre il Governo esaminava il Prp 2007 c’era qualcuno in via Antico Squero che lavorava a un’altra versione del progetto di escavo perché non è certo un’opera che si progetta in otto mesi». La versione approvata dal ministero lo scorso febbraio contiene le stesse aree Logistica 1 e 2 «quindi come sei anni fa». A cambiare sono altre aree: un comparto alle Bassette e un’altra area adiacente a quelle due. E qui starebbe il fulcro del ragionamento secondo i tre consiglieri comunali.

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