Smog e blocco auto, Legambiente e Codacons all’attacco del provvedimento

Le due associazioni partono da presupposti diversi ma ritengono entrambe inutile la misura che limita il traffico visti i valori sballati dell’aria

Smog

Tra i primi fattori dell’inquinamento dell’aria c’è il traffico veicolare

Il secondo blocco delle auto in due giorni causa opposte reazioni. Da una parte Legambiente chiede provvedimenti più severi rispetto a quelle che ritiene «misure tampone» che hanno «un impatto minimo sulla qualità dell’aria e la salute dei cittadini».  Dall’altra il Codacons ritiene le misure inammissibili e suggerisce di fare ricorso contro le eventuali multe.

Legambiente fa notare che dall’inizio del 2020 «sono stati più i giorni i cui l’aria è stata irrespirabile rispetto a quelli in cui le polveri sottili sono rimaste, anche se di poco, entro i limiti di legge – come fa notare  Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente A. Cederna – i dati Arpae di questi giorni parlano di un problema per la salute dei cittadini che riguarda praticamente l’intera Regione. Come si può pensare quindi di risolverlo limitando il traffico in poche strade?». Rambelli si riferisce in particolare a Lugo ma il blocco è esteso anche a Ravenna ea Faenza.

«Siamo di fronte ad un problema che riguarda oramai da tempo l’intera pianura padana. Non è realistico pensare di risolverlo con qualche misura tampone, estremamente limitata nella portata e nell’estensione. La mobilitazione dei ragazzi dei “Fridays for Future” ci dice che l’attuale modello di sviluppo non è più sostenibile e dobbiamo cambiarlo rapidamente. A Lugo invece nelle ultime settimane è stata addirittura avviata una raccolta firme contro la pista ciclabile di via Emaldi perché elimina qualche decina di parcheggi, togliendo un po’ di posto alle auto in centro». Secondo Legambiente non ci si può più fermare ai buoni propositi, ma “è necessario adoperarsi davvero contro un modello di mobilità non più sostenibile e investire in trasporto pubblico, itinerari ciclopedonali protetti e più verde nei centri abitati. Molte città europee in questi anni hanno introdotto misure per togliere spazio alle auto con ZTL, zone 30 e zone pedonali con effetti positivi per tutta la collettività. È tempo di introdurre queste misure in maniera strutturale anche nella “Bassa Romagna”, invece di provvedimenti “spot” che non risolvono il problema».

Dall’altra parte della barricata c’è il Codacons che, però, giunge alle stesse conclusioni: « Qualsiasi limitazione della circolazione stradale è illegittima se non accompagnata da misure per garantire i diritti degli automobilisti coinvolti». L’associazione dei consumatori si dice  «a favore di provvedimenti per migliorare la qualità dell’aria e tutelare la salute dei cittadini, ma le misure devono essere preventive e rispettose dei diritti degli utenti. I limiti alla circolazione veicolare, adottati quando oramai i valori di inquinamento sono già alle stelle, hanno come unico effetto quello di danneggiare i proprietari di automobili coinvolte nelle limitazioni, soprattutto se non sono accompagnati da ordinanze che prevedano la gratuità dei trasporti pubblici locali o indennizzi per i soggetti lesi».

Per tale motivo il Codacons ha pubblicato sul proprio sito i moduli attraverso i quali gli automobilisti «possono impugnare le contravvenzioni ricevute, qualora non intendano rispettare i divieti, o chiedere indennizzi per i danni subiti, nei casi in cui siano stati impossibilitati a spostarsi come conseguenza delle limitazioni alla circolazione».

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