martedì
01 Luglio 2025
La lettera

I mercatini di agricoltura biologica chiedono di riaprire: «Prodotti alimentari»

L'associazione regionale scrive a Bonaccini invitandolo a dare un'opportunità in più ai cittadini per fare la spesa: «Così si riducono assembramenti nei supermercati»

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MADRA3La sezione Emilia-Romagna dell’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab) chiede alla Regione di affiancare i mercati contadini biologici alla modalità di vendita attuale dei supermercati con uguali misure di salvaguardia a tutela della salute, che mettano insieme domanda e offerta «per creare più occasioni di acquisto al consumatore, da un lato, e dall’altro per valorizzare le pratiche virtuose dei piccoli agricoltori biologici e locali che, con la loro presenza, presidiano i territori, prevenendo abbandono e dissesto idrogeologico a tutela della sicurezza delle persone e dei luoghi, auspicando che questa crisi possa anche essere l’occasione per cambiare gli stili di consumo e per riallacciare positivamente un rapporto diretto tra città e campagna».

Il presidente regionale dell’Aiab, Antonio Lo Fiego, chiede con forza l’apertura dei mercatini biologici di prossimità in condizioni di sicurezza «per evitare il collasso dei piccoli produttori e per la salute dei consumatori che possono acquistare in ambienti all’aperto, molto più areati e meno affollati dei supermercati».

L’Aiab sostiene l’apertura dei mercatini biologici tenendo conto che il Dpcm del 22 marzo consente “l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna dei prodotti agricoli”. L’apertura di questi punti inoltre amplierebbe i punti di approvvigionamento diminuendo le occasioni di assembramento: «Fare la spesa al supermercato porta alla concentrazione di tante persone in un solo luogo e tali persone, per quanto diligenti possano essere, toccano e manipolano confezioni e prodotti, non sempre indossando mascherine e guanti monouso». L’associazione poi ricorda che sul territorio regionale è presente una parte non trascurabile di piccoli agricoltori che ricava la maggior parte del proprio reddito dalla vendita diretta attraverso i mercati contadini o biologici di prossimità: «I prodotti freschi provenienti da questo tipo di filiera corta con un impatto ambientale positivo, sia per i metodi di coltivazione sia per la loro prossimità al cittadino, risultano ricchi di nutrienti e quindi più efficaci nello stimolare il sistema immunitario, condizione particolarmente importante di questi tempi di emergenza».

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