Cooperative braccianti in allerta per gli effetti della guerra sui prezzi

I costi di produzione delle coltivazioni potrebbero salire di 300-350 euro all’ettaro. Difficoltà crescenti per le forniture, la filiera logistica e i prezzi di fertilizzanti, mangimi e combustibili.

Trattore«L’onda inflattiva che, tra la fine del 2021 e le prime settimane del 2022, ha travolto l’intera economia italiana, a causa dell’aumento dei prezzi di gas, petrolio e derivati, ed energia, investe pesantemente l’agricoltura, con costi di produzione balzati alle stelle per un incremento medio annuo tra i 300 e i 350 euro/ettaro e difficoltà di reperimento di molte forniture, a cui vanno aggiunti gli aggravi e i disagi crescenti della logistica della stessa filiera». Cresce la preoccupazione delle sette Cooperative agricole braccianti (Cab) di Ravenna, socie di Promosagri.

L’evolversi della crisi tra Russia e Ucraina è l’ultimo tassello di un’escalation di eventi che, negli ultimi mesi, hanno complicato uno scenario già messo alla prova dai due anni di emergenza sanitaria. «La preoccupazione è grande, noi produttori siamo disposti ad investire tutto il necessario per portare avanti le operazioni in campo, ma l’incognita di veder ripagati gli sforzi è davvero molto alta: il rischio è di produrre in perdita», commenta Lino Bacchilega, direttore generale di Cab Terra.

«Nemmeno replicando le quotazioni dello scorso anno potremmo compensare il 30 percento in più del costo del gasolio e il raddoppio delle spese per concimi e fertilizzanti, soprattutto azotati. Per non parlare dell’energia che ha registrato un balzo del 250 percento tra dicembre 2020 e lo stesso mese del 2021, con impatti esorbitanti sulla gestione delle stalle, già appesantita dagli incrementi del 30/35percento dei mangimi», spiega Giampiero Sabbatani, direttore generale di Cab Massari.

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