Comunità energetiche: la Regione le promuove e 26 associate Legacoop si attivano

In Emilia-Romagna una proposta di legge per sostenere la nascita dell’autoconsumo collettivo anche grazie a fondi del Pnrr. In Romagna è partito un progetto per favorire la nascita: in corso la raccolta dei dati di consumo

BOLLETTA ENERGIALa Regione Emilia-Romagna ha presentato un progetto di legge sulla promozione e il sostegno alle comunità energetiche rinnovabili (Cer) e dell’autoconsumo collettivo, finalizzato ad accelerare l’attuazione delle direttive europee e dei decreti legislativi e ministeriali attraverso incentivi provenienti dal Pnrr e dai fondi strutturali. Il mondo cooperativo accoglie con favore l’iniziativa e a sua volta si mette in moto.

Legacoop Romagna ha lanciato un progetto in collaborazione con Ènostra di Milano per accompagnare le imprese associate a promuovere nuove comunità energetiche in forma cooperativa per la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e il conseguente autoconsumo e la condivisione dell’energia prodotta. Lo scopo è risparmiare sui costi, ma anche promuovere fonti rinnovabili. Dalle cooperative di braccianti a quelle sociali (A e B), dalle agricole alle edili, da quelle della filiera del vino a quelle che operano nella raccolta dei rifiuti: per il momento sono 26 le associate (per un fatturato complessivo di oltre 800 milioni di euro) che hanno scelto di cogliere l’opportunità.

È partita la fase di raccolta dati di consumo, stato dell’efficienza energetica, esigenza di potenza installabile, disponibilità di superfici dove realizzare un impianto, ecc. Con queste informazioni l’associazione produrrà per singole o gruppi di cooperative interessate un’analisi di fattibilità di comunità energetica o di altro modello per la produzione e l’autoconsumo.  Il responsabile del progetto è Emiliano Galanti: «L’energia prodotta dall’impianto viene distribuita tra i partecipanti alla comunità, beneficiando dei meccanismi incentivanti introdotti dal Decreto 199/2021 e non solo. I membri della comunità si ripartiranno le quote di energia condivisa sulla base di un regolamento interno, in modo da massimizzare i benefici per tutti e minimizzare costi e dispersioni di risorse».

Confcooperative Consumo e Utenza che riunisce – tra le altre – le cooperative che operano nel settore delle utenze e degli acquisti collettivi e nell’autoproduzione di energia elettrica, condivide l’impianto generale del progetto di legge. «Auspichiamo che il testo del progetto di legge sulle comunità energetiche possa essere ulteriormente migliorato durante l’iter di approvazione in Assemblea legislativa regionale attraverso un atteso confronto con le Associazioni di rappresentanza e la partecipazione di diversi stakeholder – dichiara Roberto Savini, presidente Confcooperative Consumo e Utenza Emilia Romagna -. Vogliamo ribadire l’importanza di una maggiore valorizzazione dei principi che devono ispirare le comunità energetiche quali democrazia, partecipazione, assenza di scopo di lucro e mutualità».

«Nel Pnrr sono previsti ben 2,2 miliardi di euro per la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili – aggiunge Francesco Milza, presidente Confcooperative Emilia Romagna –. Privati cittadini, imprese, associazioni ed enti locali possono partecipare nell’ottica di ‘prosumer’, cioè non solo come consumatori di energia elettrica ma anche come produttori. La cooperazione è pronta a mettere in campo competenze e professionalità per avviare con le Istituzioni progetti capaci di affrontare contestualmente il tema della povertà energetica, la necessaria transizione ecologica verso le energie rinnovabili e la riduzione seppure parziale della dipendenza nelle fonti di approvvigionamento dall’estero, che è tra le principali cause del caro-bollette che ci riguarda tutti».

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