Approvata la legge regionale sulle Cer, si attende dove collocare gli impianti

Previsti contributi e strumenti finanziari a sostegno della progettazione e fino all’acquisto degli impianti. Ma anche iniziative di comunicazione e formazione

Comunità Energetiche Rinnovabili

Un condominio che produce da sé l’energia elettrica di cui ha bisogno e ne accumula anche per alimentare una flotta di automobili elettriche: a Scandiano (Reggio Emilia) è già una realtà, che la Regione intende replicare su larga scala grazie alla legge sulle Comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo di energia rinnovabile approvata all’unanimità in Assemblea legislativa lo scorso 24 maggio.
Giunge così al termine l’iter legislativo avviato con una proposta di legge della Giunta regionale (di cui è stata relatrice la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Silvia Piccinini, da sempre promotrice del progetto) finalizzata a sostenere lo sviluppo delle Cer e dell’autoconsumo collettivo.

Un ambito in cui, oltre a Scandiano, in Emilia-Romagna sono già attive diverse sperimentazioni: a Imola un gruppo di imprese produce collettivamente e consuma energia generata da fonti rinnovabili, a Bologna si lavora a Geco, un progetto per sviluppare la produzione sostenibile di energia nella zona Pilastro-Roveri.

La legge individua le “azioni di sistema” e le misure di sostegno e promozione dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche, prevedendo l’erogazione di contributi e strumenti finanziari che accompagnino le comunità dalla costituzione e progettazione, fino all’acquisto e alla installazione degli impianti di produzione e accumulo. Sono inoltre previste: iniziative di comunicazione, informazione e partecipazione dei cittadini; formazione delle professionalità coinvolte; accordi con i Comuni e con l’Anci Emilia-Romagna finalizzati alla diffusione e condivisione delle “migliori pratiche”; il sostegno alla realizzazione di sportelli informativi e al potenziamento degli sportelli territoriali Energia.

Per l’attuazione, oltre il primo stanziamento inserito in legge di 200mila euro per il 2022 e 150mila per il 2023, la Regione ha previsto di utilizzare le nuove risorse comunitarie destinando almeno 12 milioni di euro del Fesr, da affiancare alle risorse previste dal Pnrr, e rinforzando tramite l’Fse le attività formative su impianti e tecnologie green.
La Regione e gli enti locali individueranno, entro un anno dall’entrata in vigore della normativa, i tetti degli edifici pubblici e le aree pubbliche da mettere a disposizione per l’installazione degli impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili.
Sarà istituito anche un registro regionale delle comunità energetiche, che saranno chiamate ogni anno a redigere un bilancio dell’energia prodotta, autoconsumata e condivisa. Verrà istituito un Tavolo tecnico permanente con funzioni consultive e di confronto.

Con questa legge la Regione intende supportare tutte le tipologie di comunità energetiche coerenti con la norma ma, per contrastare la povertà energetica e favorire l’inclusione sociale, prevede di concedere contributi maggiori per la costituzione di Comunità energetiche rinnovabili composte da soggetti con fragilità economica, oppure da enti del Terzo settore, enti proprietari di gestione di alloggi di edilizia residenziale pubblica o sociale, o situate in aree montane e interne del territorio regionale o, in alternativa, che realizzino progetti di inclusione e solidarietà in collaborazione con gli enti del terzo settore o con gli enti locali.

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