E c’è chi spende oltre 2 milioni di euro di elettricità solo per il mese di agosto

Il caso della Fruttagel, con i costi energetici che a fine anno ammonteranno a oltre 26 milioni, più del triplo dell’anno scorso

FruttagelUna bolletta di energia elettrica da oltre 2 milioni e 200mila euro per il solo mese di agosto. Contro i poco più di 300mila dello stesso periodo di un anno fa.

I numeri parlano da soli, come capita spesso raccogliendo in questo periodo le testimonianze tra le imprese, in particolare di quelle energivore come la Fruttagel, società cooperativa di Alfonsine da 800 e rotti dipendenti del comparto agroalimentare (i dati sono riferiti anche allo stabilimento di Larino, in Molise, che rappresenta circa un quinto del costo totale).

E la bolletta del gas grossomodo ricalca gli stessi importi. «Noi consumiamo annualmente circa 35 milioni di kilowattora e circa 10 milioni di metri cubi di gas – dichiara il direttore amministrativo Davide Vecchi -. La somma totale dei costi energetici del 2021, considerando quindi già gli aumenti dell’ultimo trimestre, è stata di poco superiore agli 8 milioni di euro, circa il 6 percento del fatturato. La proiezione per il 2022 è una spesa di circa 26 milioni di euro, con un aumento di oltre 10 punti percentuali sul fatturato. Senza considerare i noti rincari di materiali come vetro e carta, che utilizziamo in maniera massiccia».

A tirare le conclusioni ci aveva già pensato il presidente Stanislao Fabbrino alcune settimane fa in un post sui social: «Tante imprese rischiano di saltare».

Fruttagel, invece, continua a lavorare a pieno regime. «Stiamo pianificando le produzioni per il 2023 – conferma Vecchi -, senza alcun ridimensionamento, anche perché la nostra clientela base è la grande distribuzione e nel nostro comparto (l’azienda è specializzata nella trasformazione industriale di ortofrutta fresca, cereali e legumi in prodotti finiti, ndr) ci sarà un effetto probabilmente più contenuto rispetto ad altri. Paghiamo comunque uno sfasamento temporale tra costi e dinamiche di mercato: anticipiamo spese che poi non sempre recuperiamo».

L’appello alle istituzioni è soprattutto quello «di fare presto, perché la casa brucia – continua il direttore amministrativo di Fruttagel -. Al di là delle iniziative che sono state già prese, tra cui l’incremento del credito d’imposta previsto nell’ultimo decreto, il tema su cui ragionare deve essere quello del “dopo”. Bisogna cercare dei meccanismi che nel medio periodo riescano a calmierare una situazione non controllabile. Ciascuno di noi deve pagare bollette, deve ridimensionare le proprie scelte di consumo, e le conseguenze in qualche modo sicuramente ci saranno e saranno pesanti».

Fruttagel ha anche investito in adeguamento energetico, ottenendo «notevoli efficienze», ma «abbiamo processi industriali difficilmente comprimibili». E gli investimenti (è notizia recente per esempio il coinvolgimento nel primo accordo di filiera per produrre biometano agricolo) faranno vedere i propri frutti nel medio-lungo periodo. «Ora invece servono interventi rapidi – conclude Vecchi -, sostegni finanziari per colmare le sproporzioni di questi mesi»

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