«È l’anno del cibo italiano: valorizziamo le specialità tradizionali ravennati»

Coldiretti: «Un’occasione d’oro per farle conoscere in tutta Italia e nel mondo»

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Il dolce di San Michele

Il 2018 è l’anno del cibo italiano nel mondo. Lo hanno deciso i ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e dei Beni culturali e del turismo. Le manifestazioni, le iniziative e gli eventi — tutti legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica italiana — partono fin da subito. Si punta, in particolare alla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea, ma allo stesso tempo saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio.

«Un’occasione d’oro, dunque – afferma il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – per far conoscere in tutta Italia e in tutto il mondo anche il patrimonio agroalimentare della nostra provincia composto da decine e decine di specialità alimentari tradizionali censite sul territorio regionale (terzo in Italia per numero di specialità riconosciute) perché ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni». Tra le varie categorie troviamo diversi tipi di pane e dolci – come la piadina, il dolce di San Michele, la mistuchina di castagne – ma anche verdure fresche e lavorate, dalla fragola all’asparago, dal loto di Romagna al carciofo moretto, nonché le carni, lavorate e non, come il suino di Mora Romagnola, il castrato e il Bel e cot e ancora formaggi, dal pecorino del pastore allo squaquerone, piatti tipici come passatelli e cappelletti senza dimenticare il savòr, una marmellata di mosto d’uva (Saba) con aggiunta di frutta e il miele di tiglio.

Un’offerta varia e sterminata che è stato possibile far tornare sulle tavole – rileva Coldiretti – grazie anche alla rete di vendita diretta dei mercati, delle fattorie e degli agriturismi di Campagna Amica. «Si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che ora – afferma Pederzoli – possiamo offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri. Tra l’altro è bene sottolineare come questo primato tutto italiano nei prodotti tradizionali si aggiunge a quello dei prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione europea, che hanno raggiunto quota 292, e ai 523 vini italiani Docg, Doc e Igt».

L’offerta enogastronomica rappresenta ormai una primaria motivazione di viaggio in Italia con quasi uno straniero su quattro (23%) che riconosce nell’Italia il Paese della buona cucina, il 16% ai monumenti a pari merito con la moda, il 15% della pittura/scultura e il 7% del design e il 5% della musica e del teatro secondo una ricerca Ipsos per Enit.

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