domenica
17 Agosto 2025

In centro a Ravenna apre un negozio “top” di abbigliamento da 900 metri quadrati

In via Diaz arriva in estate Gaudenzi Boutique, tra le vetrine più belle d’Italia, con punti vendita a Riccione e Cattolica

Guadenzi 1551402287Nuova importante apertura in centro a Ravenna, in un periodo in cui il settore del commercio al dettaglio sta soffrendo e le vetrine “spente” sono sempre di più.

Si tratta di Gaudenzi Boutique, marchio prestigioso legato all’alta moda che già può contare su cinque punti vendita tra Riccione e Cattolica. Considerata dagli addetti ai lavori e le riviste di settore tra le vetrine più belle d’Italia, quella di Guadenzi aprirà in luglio nella galleria da tempo sfitta di via Diaz, vicino alla Feltrinelli, dove al momento i lavori sono in corso.

Via Diaz Ravenna«Abbiamo scelto Ravenna – ci confermano al telefono dall’azienda – perché è una città di cultura, con un turismo importante e un centro storico bello, dove crediamo manchi un marchio di alto livello come il nostro».

Sarà un negozio di 900 metri quadrati, dedicato in particolare all’abbigliamento uomo e donna.

Un tennista faentino dietro ai 10 big italiani nel ranking Atp: «Obiettivo top 100»

Federico Gaio è numero 136: «Vorrei giocare nei tabelloni principali di tutti i tornei dello Slam»

Federico Gaio
Federico Gaio dopo la vittoria al torneo Atp Challenger di Bangkok

È un momento d’oro per il tennis italiano che, trainato dal fenomeno Sinner (19esimo al mondo a 20 anni non ancora compiuti), per la prima volta si ritrova con dieci atleti nella top 100 del ranking Atp (con Berrettini a guidare al decimo posto).

E il primo tennista del nostro Paese a inseguire i suoi dieci più celebrati colleghi è un faentino, unico emiliano-romagnolo tra i primi 400 al mondo (sui 28 top 400 italiani).

Si tratta di Federico Gaio, 29 anni compiuti da poco, professionista dal 2009 e al momento numero 136 del ranking (un anno fa era 124, suo miglior piazzamento in carriera).

Gaio è appena uscito agli ottavi (contro lo slovacco Kovalik) al Serbia Challenger Open. In carriera ha partecipato a tutti i 4 tornei dello Slam, riuscendo a entrare nel tabellone principale però solo agli Us Open. «Il mio obiettivo – ha dichiarato in una recente intervista a SuperNews – è quello di giocare tutti gli Slam in tabellone, senza passare dalle qualificazioni. Quello che mi ha affascinato di più è l’Australian Open, probabilmente per l’organizzazione e perché si arriva dall’inverno europeo al caldo australiano».

Nell’intervista Gaio si è anche dato un altro obiettivo («esprimere il mio miglior tennis e arrivare tra i primi 100 del ranking mondiale») e ha ricordato le emozioni più belle ottenute finora in carriera, durante la quale in singolare ha vinto 4 tornei challenger, l’ultimo lo scorso anno, a Bangkok. «Il primo vinto a San Benedetto è stato il più emozionante – ha dichiarato a SuperNews -, avendo vinto in quella stessa settimana sia il singolare che il doppio, senza togliere nulla ai challenger di Biella, Bangkok, Manerbio, dei quali conservo ottimi ricordi».

Pitbull lasciato libero azzanna e uccide un barboncino a Fornace Zarattini

I residenti accusano: «Quei cani lasciati incustoditi e senza museruola». Sul posto la polizia

Pitbull Byw E1491991054993Un pitbull lasciato libero e senza museruola dalla propria padrona ha azzannato e ucciso un barboncino.

L’episodio è avvenuto martedì sera a Fornace Zarattini, dove sono intervenuti anche gli agenti della polizia di Stato.

Secondo le testimonianze raccolte dal Carlino Ravenna in edicola oggi, 15 aprile, il problema sarebbe noto e la proprietaria sarebbe solita lasciare i suoi due pitbull nell’area sgambamento cani liberi.

Alla proprietaria – scrive invece il Corriere Romagna – è stata elevata una sanzione amministrativa, ma sono in corso altri accertamenti.

Un dipinto della Classense in gara per il contributo di Coop Alleanza per restauro

La cooperativa dona una percentuale delle vendite dei prodotti Fior fiore, i consumatori scelgono sul sito quale opera premiare: la pala ravennate di Zaganelli dovrà vedersela con un busto del teatro Galli di Rimini

Peter Cameron Classense 2È una sfida tra Ravenna che gareggia con un dipinto di Francesco Zaganelli e Rimini che si presenta con una scultura di Pietro Tenerani. Solo una delle due opere potrà ottenere il contributo di Coop Alleanza a sostegno del restauro. Il duello parte il 15 aprile e si chiude il 14 maggio, è la prima tappa del contest nazionale “Opera tua”: la cooperativa di commercio al dettaglio sposa il sostegno alla cultura, attraverso la valorizzazione e il recupero di capolavori locali, con l’eccellenza dei prodotti enogastronomici. L’un percento del valore degli acquisti da parte dei soci di prodotti della gamma Fior fiore andrà a sostenere il restauro.

La Romagna è la prima delle 6 tappe che fino a ottobre toccheranno alcune delle regioni in cui è presente la cooperativa: ogni mese, due gioielli artistici della stessa zona vengono proposti a soci e clienti. Per votare l’opera da restaurare basta collegarsi al sito di Coop Alleanza 3.0 (www.coopalleanza3-0.it) navigare nella sezione dedicata al progetto accessibile anche dalla short url all.coop/operatua. L’andamento dei voti sarà visibile sul sito e l’opera vincitrice verrà resa nota alla fine di ogni tappa. Online sarà possibile seguire il restauro, con informazioni sui tempi e l’avanzamento. Le opere da restaurare sono state scelte con Fondaco Italia, società attiva nella valorizzazione dei beni culturali (www.fondacoitalia.it), in collaborazione con l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale (www.patrimoniomondiale.it) e le istituzioni territoriali.

La “Resurrezione di Lazzaro” di Francesco Zaganelli è un dipinto importantissimo per l’intero territorio romagnolo e non solo per Ravenna, citato addirittura da Giorgio Vasari nelle sue celebri “Vite”. Il decano degli storici dell’arte apprezzò personalmente l’opera nell’antico monastero di Classe (oggi Biblioteca Classense) e fornisce uno straordinario e unico “endorsement” sul pittore e sul dipinto, definito “di una complessità compositiva stupefacente” (G. Viroli, 1993).

A Ravenna, subentrato, come narra ancora Vasari, all’egemone e allora appena scomparso Nicolò Rondinelli, Zaganelli divenne a tutti gli effetti il più singolare e affermato pittore di Romagna. Nel grande dipinto (306×450 cm) Marta e Maria sono raffigurate in piedi presso la tomba di Lazzaro, di fronte è il Cristo, ai loro piedi tre uomini stanno aprendo il sepolcro. Alle spalle del Cristo e delle donne la folla si assiepa per assistere al miracolo. Alcuni bambini sono raffigurati nell’atto di allontanarsi terrorizzati tappandosi il naso per il cattivo odore. In cielo è il Padre Eterno, attorniato da angeli in un groviglio di panneggi.

La grande pala era un tempo collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Romualdo di Ravenna, annessa all’Abbazia di Classe dentro le mura, e ora troneggia presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense, già sagrestia della stessa chiesa, facendo da sfondo di assoluta eccezione ad alcuni tra i maggiori eventi culturali cittadini da essa ospitati.

Ma le grandi memorie della città bizantina emergono anche dalla relazione tra il dipinto e l’antico ospedale di San Lazzaro, poi trasformato nella celebre abbazia camaldolese di Classe e di cui l’attuale chiesa, poi dedicata a San Romualdo (1637), costituisce dunque una preziosa, ultima memoria. Il dipinto potrebbe esser stato lasciato incompiuto dall’autore e completato da allievi e in questo senso il restauro già iniziato, che ha riguardato finora parti strutturali ma che si auspica possa spingersi fino al recupero completo della pellicola pittorica, potrebbe riservare sorprese e fornire nuovi dati agli studiosi su uno dei capitoli più importanti della pittura romagnola del Cinquecento. E in ogni caso permetterebbe di rivedere, dopo tanto tempo, volti, paesaggi e colori con la stessa freschezza che avevano secoli fa, quando furono dipinti dal Maestro cotignolese.

Francesco di Bosio Zaganelli (Cotignola, 1460 – Ravenna 1532), attivo nella nativa Cotignola, inizia la sua produzione in stretta collaborazione con il fratello Bernardino, con cui conduce una bottega fino ai primi anni Dieci del Cinquecento, periodo in cui Francesco risulta risiedere a Ravenna. Mentre Bernardino si mantiene entro i binari di un’educazione ferrarese-bolognese, Francesco fu spirito inquieto, sollecitato dalle più disparate tendenze pittoriche del tempo, dal venetismo romagnolo divulgato da Palmezzano, Carrari e Rondinelli ai primi esperimenti grafici di origine nordica, che riecheggiano Dürer, elaborando le sue composizioni in una promiscuità di scuole e stili diversi.

Sue opere si trovano presso la National Gallery di Londra, la Pinacoteca di Brera a Milano, il Museo di Castelvecchio a Verona e il MAR di Ravenna.

È morta Maria Giovanna Maioli di Ravenna Poesia

Sindaco e assessora: «Rimarrà come monito per tutti noi il suo appello alla poesia e alla sua necessità»

MaioliÈ morta Maria Giovanna Maioli, fondatrice e animatrice dell’associazione Ravenna Poesia. Per circa 15 anni ha curato la rubrica “Bustina di Melpomene” sul nostro settimanale, R&D – Ravenna&Dintorni, commentando versi dal repertorio mondiale della poesia.

In gioventù fu cantante di musica da camera, spesso in duo con il marito.

Appresa la notizia della morte, il sindaco Michele de Pascale e l’assessora alla Cultura Elsa Signorino esprimono il cordoglio loro e dell’Amministrazione comunale menzionando il titolo di una raccolta da lei stessa curata, “Il ricordo è un pezzo di eternità”, nella quale, «con la sensibilità e la ricchezza della sua conoscenza ha saputo tessere intorno ad Eugenio Montale, al quale la legava una profondissima amicizia, la vicenda dei protagonisti della poesia del Novecento. Proprio i poeti e le poetesse sono stati interlocutori per lei di un dialogo fitto, ricco e persistente, che è diventato ‘occasione’ per i tantissimi che hanno risposto con entusiasmo al suo appello alla bellezza».

«Ravenna – continua la nota dell’Amministrazione – deve a lei non solo la presenza in città delle grandi voci del Novecento, prima nella piazza San Francesco dove nel lontano 1979 iniziò il ‘Mercatino della poesia’ e poi al teatro Alighieri quando le letture e le presenze eccellenti confluirono in una consolidata manifestazione, ‘Ravenna poesia’, ma una vera e propria chiamata a fare della cultura luogo di condivisione, partecipazione e sperimentazione. Certamente rimarrà come monito per tutti noi il suo appello alla poesia e alla sua necessità e in questo anno in cui la città si stringe intorno al padre di ogni contemporaneo poetare non mancherà un commosso, affettuoso e grato abbraccio ad una donna che ha saputo cogliere, come scrisse Montale di lei, “l’intimo respiro di ogni composizione poetica”. Un pensiero affettuoso alla figlia Galilea».

Vaccini anti Covid, stabilite le date per le prenotazioni anche degli over 60

Intanto in provincia di Ravenna sono 66mila le persone che hanno già ricevuto almeno la prima dose

INIZIO VACCINAZIONI COVID RAVENNA VACCINODAY 27 DICEMBRE 2020«L’Emilia-Romagna si conferma fra le regioni che vaccinano di più e utilizza tutte le dosi disponibili: siamo oltre il 90%, restano quindi davvero le scorte minime necessarie ai richiami. In piena sintonia con le nuove indicazioni del Governo, si stanno vaccinando le persone estremamente vulnerabili, cioè quelle con patologie critiche, anche a domicilio, il personale sanitario rimasto, e gli anziani, con priorità agli over80 e agli over70, mentre sono sospese le prenotazioni per tutte le altre categorie, come il personale della scuola e dell’Università, le forze dell’ordine e le forze armate, così come appunto previsto dal livello nazionale».

A fare il punto, oggi pomeriggio in video conferenza stampa, sull’andamento della campagna vaccinale in Emilia-Romagna, è stato l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

In provincia di Ravenna (dati aggiornati a martedì 12 aprile) sono state vaccinate con almeno una dose circa 66mila persone (di cui 26mila con entrambe le dosi).

L’Emilia-Romagna ha ridefinito il piano della propria campagna vaccinale alla luce delle ultime disposizioni del Commissario nazionale, che impone anche un passo di oltre 20mila somministrazioni al giorno a fronte delle forniture attualmente disponibili e in arrivo, pari alle 300mila dosi per l’Emilia-Romagna da oggi al 25 aprile.

Lo stesso piano del Governo prevede per l’Emilia-Romagna tra le 37mila e le 40mila dosi al giorno, quando in Italia il totale di somministrazioni giornaliere raggiungerà il mezzo milione: una soglia che il sistema vaccinale regionale sarebbe già ora in grado di garantire, come ha dimostrato nel mese di aprile, arrivando anche a oltrepassare quota 30mila.

Si parte con gli over60

Se tutto procederà come previsto dal Governo, si parte anche con la vaccinazione degli over60. Da lunedì 26 aprile saranno aperte le agende per gli appuntamenti vaccinali dei cittadini dai 65 ai 69 anni, quindi i nati dal 1952 al 1956 compresi, e due settimane dopo, lunedì 10 maggio, al via le prenotazioni per la fascia d’età 60-64 anni, cioè le classi dal 1957 al 1961. E quindi per tutti loro subito data, luogo e ora per la somministrazione.

A breve verranno definite le modalità precise, ma i canali saranno comunque gli stessi adottati finora (farmacie, Cup, Fse, web, numeri di telefono predisposti dalle Aziende sanitarie): un sistema che anche lunedì scorso, giorno di apertura delle agende per i 70-74enni, ha permesso a oltre 100mila emiliano-romagnoli di fissare data, luogo e ora dell’appuntamento. Il procedimento regionale, infatti, permette da subito di fissare la data della somministrazione, e non la sola possibilità di dare la propria disponibilità, a cui deve seguire poi una successiva comunicazione con l’effettivo appuntamento.

L’Emilia-Romagna, dunque, è già allineata alle indicazioni della struttura commissariale anche sulle categorie da vaccinare, perché più a rischio, e ha recepito la circolare del ministero della Salute sul vaccino Vaxzevira, noto come Astrazeneca: non sarà più somministrato a chi ha meno di 60 anni, ad esclusione di chi deve completare l’immunizzazione dopo aver già ricevuto la prima dose con quel vaccino.

Dalla struttura commissariale si attendono invece conferme se è possibile procedere a vaccinare il personale scolastico, universitario, delle forze dell’ordine e delle forze armate che si era già prenotato (perché considerato prioritario dal precedente piano nazionale), così come ulteriori indicazioni sono necessarie anche per capire come regolarsi con le carceri.

Obiettivi prioritari

La campagna si concentra dunque su due obiettivi principali: entro la prima settimana di maggio l’immunizzazione totale degli over 80, che al momento hanno ricevuto la prima dose nell’85% dei casi e la seconda nel 50%, e la prima dose per tutti i soggetti estremamente vulnerabili e i disabili gravi entro la fine del mese maggio. A vaccinare tutte queste categorie saranno le Aziende sanitarie locali, utilizzando i prodotti Pfizer-BionTech e Moderna.

Proseguono anche le prenotazioni e le vaccinazioni per le persone dai 70 ai 79 anni (con Vaxzevira-Astrazeneca), e quelle ai genitori, tutori o affidatari dei minori di 16 anni estremamente vulnerabili (cioè quei minori che non possono essere vaccinati per mancanza di vaccini indicati per la loro fascia d’età. In questo caso i vaccini per genitori, tutori o affidatari sono Pfizer e Moderna), naturalmente a prescindere dall’età, considerando prioritario in questo caso tutelare bambini e ragazzi che si trovano in situazioni di grande fragilità.

Avanti anche con le vaccinazioni a domicilio per anziani, disabili gravi e altri patologici a forte rischio impossibilitati a recarsi al punto vaccinale (che effettuano le Ausl con Moderna, quando possibile e in presenza di specifici accordi, con l’ausilio dei medici di medicina generale). Per le somministrazioni a conviventi e caregiver, comprese le assistenti familiari, di persone con disabilità gravi o patologie estremamente vulnerabili la data di inizio prevista è la prima settimana di maggio, quando arriveranno le nuove forniture di vaccino: i primi ad essere chiamati saranno gli ultrasessantenni, dal momento che il prodotto che al momento si prevede che possa essere utilizzato è Vaxzevira-Astrazeneca.

E procede la somministrazione del vaccino per il personale sanitario. Al momento ha ricevuto una dose di vaccino l’84,7% degli infermieri, l’88,1% dei medici di famiglia, l’87,7% degli altri medici e il 78,6% degli operatori socio-sanitari (Oss). Un’adesione massiccia, ma anche in ragione dell’obbligatorietà stabilita dal Governo, si conta di completare al più presto queste categorie professionali. In caso di rifiuto al vaccino, saranno applicate le norme nazionali in materia.

Altra novità, primo esempio in Italia, l’avvio nei prossimi giorni delle prenotazioni per le persone che soffrono di obesità. Per questo verrà proposto un accordo alle associazioni di categoria dei farmacisti.

Covid, 131 casi in provincia. Calano i ricoveri in Emilia-Romagna

 

Con 131 nuovi casi, nel bollettino di oggi (14 aprile), Ravenna è la provincia con più contagi in Emilia-Romagna. Si tratta di 71 maschi e 60 femmine; 49 asintomatici e 82 con sintomi; 130 in isolamento domiciliare e 1 ricoverato.

I tamponi eseguiti sono stati 2.091.

Oggi la Regione ha comunicato un decesso, un uomo di 79 anni. Circa 133 le guarigioni.

I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate sono 27836.

IL BOLLETTINO REGIONALE

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 353.761 casi di positività, 859 in più rispetto a ieri, su un totale di 27.447 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,1%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 660 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 276.162.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 65.117 (+169 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 62.210 (+247), il 95,5% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 30 nuovi decessi: 3 in provincia di Piacenza (due donne, di 57 e 93 anni, e un uomo di 86); 2 nella provincia di Parma (una donna di 81 anni e un uomo di 70); 1 nel reggiano (una donna di 86 anni); 4 nel modenese (due donne, di 56 e 87 anni, e due uomini di 71 e 74 anni); 13 nella provincia di Bologna (6 donne – rispettivamente di 66, 73, 78, 87, 91, 95 anni – e 7 uomini, di 65, 70, 71, 85, 86, 88, 91 anni); 2 nella provincia di Ferrara (una donna di 85 anni e un uomo di 73); 1 in provincia di Ravenna (un uomo di 79 anni); 4 in provincia di Forlì-Cesena (tutte donne, rispettivamente di 72, 84, 87 e 92 anni). Nessun decesso, infine, nella provincia di Rimini.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.482.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 317 (-14 rispetto a ieri), 2.590 quelli negli altri reparti Covid (-64).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 31 a Parma (invariato), 33 a Reggio Emilia (invariato), 60 a Modena (-3), 80 a Bologna (-5),14 a Imola (-2), 40 a Ferrara (invariato rispetto a ieri), 14 a Ravenna (+1), 8 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (-2) e 24 a Rimini (-2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.279 a Piacenza (+29 rispetto a ieri, di cui 21 sintomatici), 24.822 a Parma (+77, di cui 41 sintomatici), 42.488 a Reggio Emilia (+119, di cui 65 sintomatici), 60.389  a Modena (+72, di cui 23 sintomatici), 76.030 a Bologna (+104, di cui 52 sintomatici), 12.002 casi a Imola (+27, di cui 16 sintomatici), 21.709 a Ferrara (+54, di cui 18 sintomatici), 27.836 a Ravenna (+131, di cui 82 sintomatici), 14.978 a Forlì (+93, di cui 72 sintomatici), 17.710 a Cesena (+58, di cui 46 sintomatici) e 33.518 a Rimini (+95, di cui 50 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi sono stati eliminati 6 casi, di cui 3 positivi a test antigenico ma non confermati dal tampone molecolare e 3 risultati non Covid-19

L’Ironman a Cervia fino al 2025. Dal 16 al 19 settembre l’edizione 2021

Oltre alle gare anche iniziative collaterali e proposte turistiche. Giro d’affari da 9 milioni di euro

IRON ZANI8925Per la quarta volta gli uomini d’acciaio tornano a Cervia: dal 16 al 19 settembre è in programma l’edizione 2021 di Supersapiens Ironman Italy Emilia-Romagna.

L’Ironman è la versione estrema del triathlon: la gara prevede infatti 3,86 chilometri a nuoto nelle acque del Mare Adriatico antistanti il Fantini Club di Cervia, 180,260 chilometri in bici attraverso il Parco naturale delle Saline di Cervia e l’entroterra fino al Borgo di Bertinoro, per terminare poi con la maratona di 42,195 chilometri che toccherà i punti più caratteristici di Cervia e Milano Marittima.

Il tempo massimo per raggiungere il traguardo è di 16 ore, la gara è valida per la qualificazione alla finale di Kona alle Hawaii. Quella cervese è l’unica tappa italiana.

Nel weekend romagnolo sono previste tre gare: oltre alla versione “long distance” del 18 settembre, sono in programma il 19 settembre anche l’Ironman 70.3 Italy Emilia-Romagna (su distanza minore) e il 5150 Triathlon Cervia (su distanza olimpica).

Accanto agli appuntamenti sportivi, sono previsti anche eventi collaterali e proposte turistiche per atleti, accompagnatori e famiglie.

Regione Emilia-Romagna, Comune di Cervia e il marchio Ironman hanno rinnovato l’accordo fino al 2025.

Degli oltre 40 Ironman che si svolgono nel mondo quello di Cervia è il più partecipato: nell’edizione 2019 (quella 2020 è stata annullata a causa della pandemia) hanno gareggiato oltre tremila atleti da 98 Paesi e sono più di 52mila le presenze nelle strutture ricettive, per un giro d’affari di circa 9,3 milioni tra alloggio, ristorazione, shopping e servizi (Ansa.it)

Rinviato il “Paradiso” delle Albe, tra gli eventi clou delle celebrazioni dantesche

Lo spettacolo “partecipato” si terrà solo nel 2022. «Non potevamo snaturarlo, necessari gli assembramenti»

Martinelli ZoomIl Paradiso del Teatro delle Albe – l’evento clou della stagione culturale ravennate e tra gli appuntamenti più attesi delle celebrazioni dantesche, previsto inizialmente per la prossima estate nell’ambito del Ravenna Festival – è stato rinviato al 2022,

Lo hanno annunciato lunedì sera gli stessi autori, Marco Martinelli ed Ermanna Montanari delle Albe, durante una videoconferenza nell’ambito del cosiddetto Cantiere Dante. Oltre 200 persone hanno seguito l’incontro sul canale Youtube (il video in fondo all’articolo), a cui ha partecipato anche il sindaco Michele de Pascale. Persone coinvolte direttamente anche nell’allestimento dello spettacolo, come noto “partecipato dal basso”, con protagonisti anche tanti cittadini volontari, come successo per l’Inferno (nel 2017) e il Purgatorio (nel 2019).

Spettacoli che – ha ricordato Martinelli – erano incentrati proprio su quegli assembramenti al momento ancora vietati a causa della pandemia. Così come «la grande forza» anche del Paradiso avrebbe dovuto essere proprio la partecipazione dei cittadini. Da qui la decisione di rinviare al 2022, per non «snaturare» la natura dell’opera. Con l’obiettivo di riuscire il prossimo anno a riproporre anche l’Inferno e il Purgatorio e completare così la “trilogia” dantesca.

«In via Canale Molinetto è meglio alzare la ferrovia invece di abbassare la strada»

La proposta dell’ingegnere civile Brini, che progettò il vicino sottopasso triplo di viale Europa, va nella direzione opposta di quella scelta da Rfi, Comune e Autorità portuale per eliminare il passaggio a livello: «Si possono portare i binari a 5 metri per scavare solo un metro, le pendenze massime sarebbero rispettate»

8Invece di scavare per abbassare la strada, sarebbe meglio fare un rilevato per alzare la ferrovia. L’ingegnere civile Ezio Fedele Brini, con una lunga esperienza nella progettazione e nel collaudo di grandi infrastrutture viarie tra cui anche un lotto dell’alta velocità Bologna-Milano, boccia la soluzione scelta dalle istituzioni per eliminare il passaggio a livello in via Canale Molinetto a Ravenna. Con lo stesso approccio Brini ha realizzato un’opera simile sulla stessa linea ferroviaria due km più a sud: il sottopasso di viale Europa con tre ponti distinti (due ferroviari e uno stradale).

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Viale Europa

La soluzione con i binari rialzati rispetto al piano campagna, secondo il professionista, non ha ostacoli tecnici e per molti aspetti è da considerare migliore di quella che invece intendono realizzare Comune, Rfi e Autorità portuale (il progetto è in conferenza dei servizi) dove è la strada a scendere di circa cinque metri in uno squarcio in pieno centro cittadino fra palazzi e case. Anzi, secondo l’ingegnere, la soluzione che si sta impostando non sarebbe nemmeno del tutto conforme alle disposizioni del Codice della Strada.

Per eliminare il passaggio a livello al momento la soluzione ufficiale prevede la realizzazione di due sottopassi, uno stradale e uno ciclo-pedonale. Il sottopasso stradale è costituito da un monolite in cemento armato per una lunghezza di 12,8 metri, largo all’interno 8 metri, alto 5,6 metri. Per i veicoli invece ci saranno a disposizione due corsie larghe tre metri (marciapiede da un metro su ambo i lati) con velocità consentita sarà tra i 40 e i 60 km orari e la previsione di una portata massima per corsia di 800 veicoli l’ora. La lunghezza totale dell’opera è di 170 metri. Il progetto stradale prevede che subito dopo l’incrocio con via Rubicone la strada si abbassi altimetricamente, passando sotto i binari per poi ritornare in quota in modo da garantire l’intersezione con Circonvallazione Piazza D’Armi e via Bellucci.

Di fronte a questa ipotesi, il ragionamento di Brini è partito da quanto visto con i propri occhi in carriera: «Sono vecchio ma ho ottima memoria, so per esperienza che i ferrovieri, quando progettano intersezioni sia in sotterraneo che in aereo, guardano con più attenzione a dove passa il treno per ovvia deformazione professionale. Dato che il metro non è elastico, di solito è la strada a venire penalizzata: successe sulla Faentina oltre trent’anni fa, è successo più recentemente a Russi». Per spiegare il dualismo tra binari e asfalto, l’ingegnere attinge all’ironia: «I profili altimetrici viari e la sezione stradale in genere vengono rispettati come il tacchino il giorno del Thanksgiving, poiché essendo gli “interessi” di strada e ferrovia contrapposti, il vaso di coccio, quando progetta e paga Rfi, è la strada». Nel caso di Canale Molinetto, in effetti, Rfi mette dieci milioni di euro. Gli altri cinque vengono da Ap. Con lo stesso budget, Brini calcola che si potrebbe eseguire la soluzione con il rilevato, «stando al capitolato di spesa di Rfi per altri interventi simili».

4«Le mie preoccupazioni – dice Brini – sono sorte quando ho visto riportate alcune misure: larghezza del sottovia carrabile 8 metri (quello di viale Europa è 17, ndr), con due corsie da tre metri. Il decreto ministeriale del 2001 sulle norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade non prevede la sezione da 8 metri: la più piccola prevede due corsie da 3,25 metri e due banchine da un metro. Ma in ambito extraurbano. La pendenza indicata della strada è dell’8 per cento, suppongo quella media. Siamo sicuri di non fare una pista da discesa libera?».

E allora Brini ha preso carta, penna e le altimetrie dei lavori di viale Europa e si è divertito a cambiare approccio: «Dove sta scritto che la migliore risposta sia la scelta secca di un tombino a rischio allagamento tutte le volte che piove?». La prima cosa è stata verificare se, alzando il piano del ferro per consentire l’attraversamento del Molinetto, si rispettavano i parametri di Rfi per le pendenze percorribili dai convogli: «Ho preso come punti fissi le quote del ferro in stazione e su viale Europa, rispettivamente 10 metri e 12,48 sul livello del mare e distanti fra loro 2.068 metri. Sovralzando di 5 metri i binari della linea Ravenna-Rimini nel punto in cui incrociano via Canale Molinetto avremmo pendenze del 6,22 per mille fra stazione e Molinetto e 1,99 per mille fra Molinetto e viale Europa, molto meno di quelle ammesse, ossia 21 per mille per le linee merci e 35 per mille per le linee ordinarie. Lo stesso discorso vale anche per il raccordo Sapir i cui binari scavalcano viale Europa a quota 9,44 e quindi si raccorderebbero con una pendenza inferiore al 5 per mille».

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Vista aerea (immagine da Google Earth) di via Canale Molinetto nel punto del passaggio a livello

Ma tutto questo che vantaggi porterebbe? «Consentirebbe di avere una sezione decente della strada in via Canale Molinetto e per avere un sottopasso con un’altezza interna di cinque metri sarebbe sufficiente scavare un metro rispetto all’attuale livello della strada». Ma non solo. Secondo Brini così facendo si potrebbe eliminare anche il passaggio a livello di via Candiano con un manufatto di 3,2 metri di altezza interna.

Fin qui i vantaggi strutturali. Non mancherebbero quelli operativi: «Questa soluzione avrebbe anche il potere di disinnescare il vincolo della presenza di una condotta di Romagna Acque sotto i binari di via Molinetto, incoscientemente autorizzata anni fa, e causa della rachitica sezione stradale proposta oggi da Rfi».

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Un esempio di rilevato ferroviario che alza i binari di alcuni metri rispetto al piano campagna della linea tra Bagnacavallo e Lugo

Il tecnico poi porta un esempio recente: «Lavis è un comune di meno di diecimila abitanti in provincia di Trento. Tre anni fa ha inaugurato l’interramento della linea ferroviaria a doppio binario per oltre 700 metri, liberando il centro dai due passaggi a livello preesistenti e ricucendo le due parti di città. Spesa: poco più di 14 milioni di euro. A Ravenna non si potrebbe fare perché la falda acquifera è alta, però si potrebbe fare quello che ho descritto sopra. Altrimenti a volte è meglio niente che piuttosto».

Ravenna, riapre via Antico Squero. Ma per il momento solo la pista ciclabile

 

21 04 14 Via Antico SqueroSono in corso alcuni interventi di messa in sicurezza che consentiranno la riapertura oggi (14 aprile) della pista pedonale e ciclabile di via Antico Squero, a Ravenna, precedentemente chiusa nel tratto tra via Salona e via Montecatini. I lavori, realizzati di concerto con l’Amministrazione comunale, sono a cura della proprietà dell’immobile «le cui condizioni non rendono sicuro il transito di veicoli e pedoni in assenza dei suddetti interventi di messa in sicurezza e dell’installazione di idonee barriere di protezione», si legge nella nota inviata alla stampa dal Comune.

«Siamo consapevoli – dichiara il sindaco Michele de Pascale – che la chiusura della strada abbia comportato notevoli disagi per i cittadini e quindi siamo altrettanto contenti che si sia potuti arrivare ad un’intesa con il soggetto privato proprietario dell’immobile per ripristinare, per ora, il transito delle biciclette e dei pedoni. Il prossimo passo, che avverrà a breve, sarà quello della presentazione, da parte dello stesso, di un progetto che consenta la riapertura della strada anche al transito delle altre categorie di veicoli, ancorché con un restringimento localizzato della carreggiata al fine di consentire l’installazione di idonee barriere di protezione».

Sempre oggi hanno avuto inizio i lavori per il ripristino della pista pedonale e ciclabile nel tratto di via Darsena in corrispondenza dell’intersezione con via Antico Squero. La chiusura di tale tratto di pista pedonale e ciclabile si è resa forzatamente necessaria in relazione ai lavori di costruzione del nuovo cavalcaferrovia Ponte Teodorico per consentire la realizzazione della rotatoria temporanea presso l’intersezione fra via Darsena e via Antico Squero. Ora, a seguito dell’avvenuta conclusione dei lavori del nuovo Ponte Teodorico, è possibile la ricostruzione di tale tratto di ciclabile, ripristinando pertanto la continuità dell’intero percorso pedonale e ciclabile di via Darsena.

Covid, in regione negli ultimi 5 giorni nuovi contagi in calo del 37 percento

Sono “solo” 43 (su 1.273 tamponi) i casi giornalieri di positività al coronavirus registrati per la provincia di Ravenna nel bollettino di oggi, 13 aprile. Si tratta di 20 maschi e 23 femmine; 25 asintomatici e 18 con sintomi; 39 in isolamento domiciliare e 4 ricoverati.

La Regione ha comunicato altri 2 decessi “ravennati”: due uomini di 67 e 70 anni. Circa 195 le guarigioni.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 13 APRILE

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 352.908 casi di positività, 785 in più rispetto a ieri, su un totale di 26.058 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3%.

Guardando al numero dei nuovi casi misurato ogni 5 giorni, si ricava come dagli 8.597 dell’1-5 aprile, si sia passati ai 5.413 del 6-10 aprile, 3.184 in meno (-37%).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.217 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 275.503.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 64.953 (-1.473 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 61.968 (-1.372), il 95,4% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 41 nuovi decessi: 1 in provincia di Parma (un uomo di 82 anni); 5 nella provincia di Reggio Emilia (due donne di 78 e 87 anni, e tre uomini di 55, 77 e 99 anni); 2 nella provincia di Modena (due uomini di 70 e 87 anni); 11 nella provincia di Bologna (due donne di 82 e 95 anni, e 9 uomini: uno di 63, residente a Imola, gli altri di 66, 71, 78, 82, 84, 86, 87 e 92 anni ); 3 nella provincia di Ferrara (tutti uomini di 59, 79 e 80 anni); 2 in provincia di Ravenna (due uomini di 67 e 70 anni); 5 in provincia di Forlì-Cesena (tre donne, di 85, 87 e 90 anni; due uomini di 65 e 91 anni); 11 nel riminese (4 donne, di 76, 82, 87 e 94 anni, e 7 uomini: 77, 79, 80, 81, due di 82, 83 anni). Si segnala inoltre il decesso di una donna di 65 anni diagnosticata dall’Ausl di Parma ma residente a Milano. Nessun decesso, infine, nella provincia di Piacenza.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.452.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 331 (-1 rispetto a ieri), 2.654 quelli negli altri reparti Covid (-100).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 31 a Parma (+1), 33 a Reggio Emilia (-1), 63 a Modena (-1), 85 a Bologna (-1),16 a Imola (+1), 40 a Ferrara (+1), 13 a Ravenna (-2), 8 a Forlì (invariato), 6 a Cesena (+2) e 26 a Rimini (-1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.250 a Piacenza (+25 rispetto a ieri, di cui 12 sintomatici), 24.745 a Parma (+17, di cui 10 sintomatici), 42.369 a Reggio Emilia (+102, di cui 69 sintomatici), 60.318  a Modena (+150, di cui 57 sintomatici), 75.930 a Bologna (+201, di cui 148 sintomatici), 11.975 casi a Imola (+22, di cui 7 sintomatici), 21.655 a Ferrara (+48, di cui 16 sintomatici), 27.705 a Ravenna (+43, di cui 18 sintomatici), 14.886 a Forlì (+59, di cui 39 sintomatici), 17.652 a Cesena (+56, di cui 42 sintomatici) e 33.423 a Rimini (+62, di cui 36 sintomatici).

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