«In via Canale Molinetto è meglio alzare la ferrovia invece di abbassare la strada»

La proposta dell’ingegnere civile Brini, che progettò il vicino sottopasso triplo di viale Europa, va nella direzione opposta di quella scelta da Rfi, Comune e Autorità portuale per eliminare il passaggio a livello: «Si possono portare i binari a 5 metri per scavare solo un metro, le pendenze massime sarebbero rispettate»

8Invece di scavare per abbassare la strada, sarebbe meglio fare un rilevato per alzare la ferrovia. L’ingegnere civile Ezio Fedele Brini, con una lunga esperienza nella progettazione e nel collaudo di grandi infrastrutture viarie tra cui anche un lotto dell’alta velocità Bologna-Milano, boccia la soluzione scelta dalle istituzioni per eliminare il passaggio a livello in via Canale Molinetto a Ravenna. Con lo stesso approccio Brini ha realizzato un’opera simile sulla stessa linea ferroviaria due km più a sud: il sottopasso di viale Europa con tre ponti distinti (due ferroviari e uno stradale).

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Viale Europa

La soluzione con i binari rialzati rispetto al piano campagna, secondo il professionista, non ha ostacoli tecnici e per molti aspetti è da considerare migliore di quella che invece intendono realizzare Comune, Rfi e Autorità portuale (il progetto è in conferenza dei servizi) dove è la strada a scendere di circa cinque metri in uno squarcio in pieno centro cittadino fra palazzi e case. Anzi, secondo l’ingegnere, la soluzione che si sta impostando non sarebbe nemmeno del tutto conforme alle disposizioni del Codice della Strada.

Per eliminare il passaggio a livello al momento la soluzione ufficiale prevede la realizzazione di due sottopassi, uno stradale e uno ciclo-pedonale. Il sottopasso stradale è costituito da un monolite in cemento armato per una lunghezza di 12,8 metri, largo all’interno 8 metri, alto 5,6 metri. Per i veicoli invece ci saranno a disposizione due corsie larghe tre metri (marciapiede da un metro su ambo i lati) con velocità consentita sarà tra i 40 e i 60 km orari e la previsione di una portata massima per corsia di 800 veicoli l’ora. La lunghezza totale dell’opera è di 170 metri. Il progetto stradale prevede che subito dopo l’incrocio con via Rubicone la strada si abbassi altimetricamente, passando sotto i binari per poi ritornare in quota in modo da garantire l’intersezione con Circonvallazione Piazza D’Armi e via Bellucci.

Di fronte a questa ipotesi, il ragionamento di Brini è partito da quanto visto con i propri occhi in carriera: «Sono vecchio ma ho ottima memoria, so per esperienza che i ferrovieri, quando progettano intersezioni sia in sotterraneo che in aereo, guardano con più attenzione a dove passa il treno per ovvia deformazione professionale. Dato che il metro non è elastico, di solito è la strada a venire penalizzata: successe sulla Faentina oltre trent’anni fa, è successo più recentemente a Russi». Per spiegare il dualismo tra binari e asfalto, l’ingegnere attinge all’ironia: «I profili altimetrici viari e la sezione stradale in genere vengono rispettati come il tacchino il giorno del Thanksgiving, poiché essendo gli “interessi” di strada e ferrovia contrapposti, il vaso di coccio, quando progetta e paga Rfi, è la strada». Nel caso di Canale Molinetto, in effetti, Rfi mette dieci milioni di euro. Gli altri cinque vengono da Ap. Con lo stesso budget, Brini calcola che si potrebbe eseguire la soluzione con il rilevato, «stando al capitolato di spesa di Rfi per altri interventi simili».

4«Le mie preoccupazioni – dice Brini – sono sorte quando ho visto riportate alcune misure: larghezza del sottovia carrabile 8 metri (quello di viale Europa è 17, ndr), con due corsie da tre metri. Il decreto ministeriale del 2001 sulle norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade non prevede la sezione da 8 metri: la più piccola prevede due corsie da 3,25 metri e due banchine da un metro. Ma in ambito extraurbano. La pendenza indicata della strada è dell’8 per cento, suppongo quella media. Siamo sicuri di non fare una pista da discesa libera?».

E allora Brini ha preso carta, penna e le altimetrie dei lavori di viale Europa e si è divertito a cambiare approccio: «Dove sta scritto che la migliore risposta sia la scelta secca di un tombino a rischio allagamento tutte le volte che piove?». La prima cosa è stata verificare se, alzando il piano del ferro per consentire l’attraversamento del Molinetto, si rispettavano i parametri di Rfi per le pendenze percorribili dai convogli: «Ho preso come punti fissi le quote del ferro in stazione e su viale Europa, rispettivamente 10 metri e 12,48 sul livello del mare e distanti fra loro 2.068 metri. Sovralzando di 5 metri i binari della linea Ravenna-Rimini nel punto in cui incrociano via Canale Molinetto avremmo pendenze del 6,22 per mille fra stazione e Molinetto e 1,99 per mille fra Molinetto e viale Europa, molto meno di quelle ammesse, ossia 21 per mille per le linee merci e 35 per mille per le linee ordinarie. Lo stesso discorso vale anche per il raccordo Sapir i cui binari scavalcano viale Europa a quota 9,44 e quindi si raccorderebbero con una pendenza inferiore al 5 per mille».

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Vista aerea (immagine da Google Earth) di via Canale Molinetto nel punto del passaggio a livello

Ma tutto questo che vantaggi porterebbe? «Consentirebbe di avere una sezione decente della strada in via Canale Molinetto e per avere un sottopasso con un’altezza interna di cinque metri sarebbe sufficiente scavare un metro rispetto all’attuale livello della strada». Ma non solo. Secondo Brini così facendo si potrebbe eliminare anche il passaggio a livello di via Candiano con un manufatto di 3,2 metri di altezza interna.

Fin qui i vantaggi strutturali. Non mancherebbero quelli operativi: «Questa soluzione avrebbe anche il potere di disinnescare il vincolo della presenza di una condotta di Romagna Acque sotto i binari di via Molinetto, incoscientemente autorizzata anni fa, e causa della rachitica sezione stradale proposta oggi da Rfi».

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Un esempio di rilevato ferroviario che alza i binari di alcuni metri rispetto al piano campagna della linea tra Bagnacavallo e Lugo

Il tecnico poi porta un esempio recente: «Lavis è un comune di meno di diecimila abitanti in provincia di Trento. Tre anni fa ha inaugurato l’interramento della linea ferroviaria a doppio binario per oltre 700 metri, liberando il centro dai due passaggi a livello preesistenti e ricucendo le due parti di città. Spesa: poco più di 14 milioni di euro. A Ravenna non si potrebbe fare perché la falda acquifera è alta, però si potrebbe fare quello che ho descritto sopra. Altrimenti a volte è meglio niente che piuttosto».

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