lunedì
25 Agosto 2025

Insulti ai vigili sui social: la polizia locale denuncia. Sei i commenti incriminati

Gli ultimi due casi riguardavano i controlli anti assembramenti della notte di San Lorenzo

FacebookSono stati denunciati da parte della polizia locale gli autori di commenti sui social media considerati diffamatori nei confronti degli stessi vigili.

In particolare sono sei gli episodi, dal 2017 a oggi, per i quali la Polizia locale si è vista costretta a procedere, «nella consapevolezza – si legge in una nota della Polizia locale – che è doveroso difendere il corpo e gli agenti che ne fanno parte, rendere noto che gli autori vanno incontro a sanzioni penali, ma anche per contribuire a far crescere una coscienza collettiva del rispetto».

I commenti sono stati pubblicati sul social network Facebook, accanto a notizie riportate da testate giornalistiche locali o gruppi pubblici riguardanti operazioni di controllo del territorio, segnalati al comando da privati cittadini o dagli agenti che ne presidiano il contenuto.

In un caso, per il quale la Polizia locale ha provveduto a costituirsi parte civile nel processo, la persona che ora risulta indagata si era resa responsabile di numerosi post a seguito delle operazioni di sequestro di merce per contrastare l’abusivismo commerciale.

Le ultime due denunce sono state sporte invece nei confronti di due persone che avevano commentato con pesanti epiteti le notizie riguardanti i controlli da parte degli agenti per prevenire la formazione di assembramenti e le misure di prevenzione anti contagio da Covid-19 durante la notte di San Lorenzo.

Allevatore di visoni senza tuta e mascherina, con un bastone colpisce un’animalista

Il video dell’organizzazione Essere Animali è andato in onda anche su Le Iene

La trasmissione Le Iene ha diffuso un servizio che svela un retroscena di quanto è accaduto a San Marco di Ravenna, durante un’azione di protesta realizzata nei giorni scorsi dall’organizzazione Essere Animali di fronte all’allevamento di visoni.

L’obiettivo della manifestazione degli animalisti era chiedere alle istituzioni la chiusura urgente degli ultimi 9 allevamenti di animali da pelliccia ancora attivi in Italia, “per le gravi sofferenze a cui sono sottoposti gli animali e per il rischio di diffusione di coronavirus, dopo i casi di visoni infetti rilevati in diversi Paesi nel mondo”.

Durante l’azione, un’attivista di Essere Animali è stata colpita con un bastone e insultata da un operatore dell’allevamento che non indossava nessun dispositivo di protezione individuale, come mascherina, guanti e camice.

«A parte lo spavento per i nostri attivisti, le violazioni dell’operatore alle norme di biosicurezza anti Covid-19 sono gravissime – dichiara Brenda Ferretti, outreach manager di Essere Animali –. Diversi studi stabiliscono che sono gli allevatori malati a contagiare i visoni e in Olanda e Danimarca sono stati già documentati oltre centinaia di casi di successivi salti di specie inverso, dal visone all’essere umano. Inoltre, secondo una nuova analisi scientifica, sette Paesi segnalano infezioni da coronavirus in esseri umani con mutazioni legate al visone, in Olanda, Danimarca, Svizzera, Sud Africa, Russia, Stati Uniti e Isole Faroe. Mutazioni che potrebbero anche ostacolare la ricerca di un vaccino, rendendo l’allevamento di animali da pelliccia un problema sanitario di natura mondiale».

«Il rispetto delle norme di sicurezza negli allevamenti di visoni è quindi fondamentale per preservare la salute di tutta la nostra comunità, anche in un allevamento come quello a San Marco di Ravenna, nonostante le condizioni dei 1.000 visoni rinchiusi siano state monitorate dai carabinieri del Nas e dai servizi veterinari dell’Azienda Usl Romagna, i quali non hanno riscontrato sintomi clinici riferibili a infezioni».

L’organizzazione rinnova l’appello urgente al Governo per chiedere con una legge che vieti la produzione di pellicce e imponga la chiusura di tutti gli allevamenti italiani di visoni, obiettivo della campagna Visoni Liberi, e fa sapere di aver scritto anche a Regioni e Comuni interessati dalla presenza di questi allevamenti per chiedere di emanare ordinanze locali per sospendere l’attività delle strutture presenti sul loro territorio.

Venti giorni dopo, Bonaccini negativo al tampone: «Continuo cure per la polmonite»

«Il ritorno alla normalità è più vicino. Rispettiamo tutti le regole»

Bonaccini Selfie CovidIl presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a distanza di una ventina di giorni dal tampone positivo al coronavirus, è risultato negativo all’ultimo test di controllo.

«Ancora per qualche tempo dovrò proseguire a casa le cure per la polmonite – commenta su Facebook –, che migliora ma non può certo essere trascurata, ma il ritorno alla normalità è oggi più vicino».

Bonaccini ne approfitta per invitare tutti «a seguire le regole di sicurezza, per proteggere noi stessi, chi ci è vicino e gli altri», per ringraziare «medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari», e anche tutti coloro che gli hanno inviato messaggi».

Accordo Eni-Hera: piattaforma per rifiuti speciali nell’area industriale abbandonata

Si tratta del progetto “Ponticelle”, dove verrà realizzato anche un parco fotovoltaico e un impianto per il trattamento biologico dei terreni

Il rendering del progetto Eni Ponticelle nella zona industriale e vicino al porto di Ravenna
Il rendering del progetto Eni Ponticelle nella zona industriale e vicino al porto di Ravenna

Eni e il Gruppo Hera, attraverso le controllate Eni Rewind e Herambiente, hanno siglato oggi (20 novembre), alla presenza del sindaco Michele de Pascale, un accordo per la costituzione di una società paritetica che realizzerà una piattaforma polifunzionale di pretrattamento e trattamento di rifiuti speciali nell’area industriale di Ravenna.

«L’iniziativa – si legge in una nota dei proponenti – ha l’obiettivo di dare un contributo concreto alla strutturale carenza di impianti per la gestione dei rifiuti speciali in Italia e di massimizzare il recupero di materia e di energia».

In particolare la piattaforma, il cui iter autorizzativo verrà avviato nel 2021, gestirà fino a 60 mila tonnellate/anno di rifiuti prodotti dalle attività ambientali e dalle attività produttive, comprese quelle del territorio, in un’ottica circolare e in linea con le direttive europee del “Pacchetto Economia Circolare” recepite dall’Italia nel settembre scorso. La piattaforma polifunzionale sarà realizzata in una porzione del sito “Ponticelle” di proprietà di Eni Rewind, prossima alla zona industriale e al porto di Ravenna.

Per lo sviluppo ed esercizio dell’impianto Eni Rewind sarà responsabile del processo di approvvigionamento dei servizi di trattamento dei rifiuti solidi e liquidi e Herambiente gestirà operativamente l’impianto.

«Si tratta di un importante accordo – ha commentato il sindaco De Pascale – che sancisce la definitiva messa in sicurezza e bonifica di un’ex area industriale ormai abbandonata, dove verrà realizzato un progetto tecnologicamente avanzato. Un intervento virtuoso che ci rende protagonisti relativamente al tema dell’economia circolare, importante per lo sviluppo economico della città e che dunque sarà argomento di approfondimento anche del Consiglio Comunale. Sul nostro territorio si concretizza oggi una prima fondamentale collaborazione tra due importanti gruppi industriali come Eni e Herambiente, che potrà portare anche in futuro significativi benefici di crescita occupazionale ed economica per la comunità».

«L’intesa con Herambiente – ha dichiarato Paolo Grossi, Amministratore Delegato di Eni Rewind – integra e dà valore aggiunto al progetto Eni Ponticelle, che ha l’obiettivo di rigenerare un’area industriale secondo i principi dell’economia circolare. A Ponticelle stiamo completando gli interventi ambientali nell’area su cui nei prossimi mesi Eni realizzerà un parco fotovoltaico e un impianto per il trattamento biologico dei terreni, con annesso laboratorio di analisi e ricerca. Ponticelle è un progetto emblematico del nostro modello operativo: sostenibile, circolare e modulato a seguito di un confronto costruttivo con gli stakeholder del territorio».

«Crescita e innovazione sono nel dna di Herambiente e l’alleanza con partner qualificati come Eni, di cui siamo orgogliosi, incontra perfettamente questi valori – ha dichiarato Andrea Ramonda, Amministratore Delegato di Herambiente -. La nuova piattaforma, che andrà in sostituzione di quella esistente, integra e potenzia ulteriormente la già ricca dotazione impiantistica dedicata ai rifiuti prodotti dalle aziende e sposa perfettamente la nostra mission recentemente rinnovata: offrire soluzioni sostenibili e innovative alle aziende e alle comunità creando valore e nuove risorse».

Centinaia di storioni e anguille liberati nei fiumi di Ravenna

L’Università: «Importante reintroduzione di esemplari estinti da oltre 50 anni»

Ravenna Liberazione Storioni E Anguille (1)Liberati qualche giorno fa a Ravenna centinaia di piccoli di storione “cobice” e anguilla europea lungo i tratti terminali dei fiumi Bevano e Lamone. Un’iniziativa (che consente a specie autoctone a rischio estinzione di sopravvivere e di ristabilire un equilibrio naturale nel corso dei fiumi) realizzata dal Centro di ricerca universitario di Cesenatico in collaborazione con i parchi Costa Edutainment romagnoli – Acquario di Cattolica, Oltremare di Riccione, insieme al Parco Lombardo del Ticino, alle Amministrazioni comunali e provinciali di Ravenna, i Carabinieri per la Tutela Forestale e all’Associazione dei Capannisti (i pescatori sportivi che occupano i tradizionali capanni sul Delta del Po e da anni  “guardiani” dell’area).

«Siamo felici di consolidare il rapporto con il comune di Ravenna – dice Oliviero Mordenti, ricercatore dell’Università di Bologna – nonostante il periodo difficile. La zona del Delta è un’area che molto si adatta alla vita di questi animali. In particolare, gli storioni liberati oggi (300 esemplari di 4 mesi di età e 4 esemplari di 3 anni di età, ndr) sono nati nel Parco Lombardo del Ticino e poi allevati e cresciuti in parte nelle vasche del Centro universitario di Cesenatico e in parte nell’Acquario di Cattolica. Si tratta di un’importante azione di reintroduzione in natura di questo esemplare che ormai è estinto da oltre 50 anni. Per quanto riguarda le giovani anguille (250 animali, ndr), che avrebbero avuto una destinazione commerciale, prima di essere liberate sono state riportate nelle vasche dell’Università ad una alimentazione naturale ed adattate alla vita esterna. Mi auguro che anche per i prossimi anni ci sia nuovamente questa location per la liberazione e che aumentino i posti in Romagna per la ‘semina’ di queste specie ittiche veramente speciali».

Ravenna Liberazione Storioni E Anguille (3)L’operazione rientra anche nel progetto di salvaguardia e tutela delle specie a rischio estinzione “Salva una specie in pericolo” (nato nel 2010), curato dai parchi Costa Edutainment, per sensibilizzare e educare il pubblico alla conservazione, alla gestione responsabile degli ambienti e alla conoscenza degli animali. Gli storioni più grandi sono stati marcati dal Parco del Ticino con microchip, prima di essere liberati, per monitorarne età provenienza, crescita e spostamenti. Una sorta di carta d’identità degli animali.

La storia della specie
Una volta molti corsi fluviali erano ricchi di storioni che “risalivano” dal mare per la riproduzione. Purtroppo nel corso degli ultimi 50 anni per lo storione a causa dell’inquinamento, della pesca indiscriminata e delle modifiche e sbarramenti dei corsi dei fiumi che ne impediscono la migrazione riproduttiva, le popolazioni hanno vissuto un declino inesorabile.

Lo storione cobice ha uno scheletro in prevalenza cartilagineo, scudi ossei lungo il corpo al posto delle squame, coda eterocerca come quella degli squali e quattro barbigli vicino alla bocca che è rivolta verso il basso. È una specie “anadroma” che vive in mare in prossimità degli estuari e migra risalendo i fiumi per riprodursi. Gli adulti dello storione possono raggiungere due metri di lunghezza e 80 kg di peso; raggiungono la maturità sessuale tra i 5 e i 16 anni (20 e 30 Kg di peso) e, mentre i maschi si possono riprodurre ogni anno, le femmine hanno intervalli di riproduzione di 2 o 3 anni producendo anche oltre un milione di uova.  Di indole placida si nutrono di crostacei ed insetti e da adulti anche di piccoli pesci che riescono a catturare anche nelle acque limacciose dei fiumi.

Ricoverati per Covid, la mamma del sindaco muore dopo il ritorno a casa del figlio

È successo a Bagnara di Romagna. Il ricordo sui social: «Mi hai atteso ancora una volta, hai resistito fino a sentirmi sano e salvo»

Il benvenuto al sindaco di Bagnara Francone dopo il ritorno dal ricovero in ospedale
Il benvenuto dei bambini delle elementari al sindaco di Bagnara Francone dopo il ricovero in ospedale

Erano ricoverati insieme in ospedale, con il Covid. Lui è il sindaco di Bagnara di Romagna, Riccardo Francone, tornato a casa mercoledì dopo quasi due settimane di ricovero per una polmonite da coronavirus. Con tanto di disegni e cartelloni dei bambini delle elementari ad accoglierlo.

Lei invece è la mamma del sindaco – Orlanda Beltrani, 76 anni –, ricoverata in terapia intensiva da qualche giorno prima del figlio. E lei non ce l’ha fatta, è morta il giorno dopo il rientro a casa del sindaco. La donna lascia anche il marito e il fratello, più piccolo, di Riccardo.

«Mamma, mi hai atteso ancora una volta – ha scritto su Facebook il Primo cittadino –. Hai resistito apprensiva, nella nostra unità spirituale in due letti lontani di ospedale, fino a sentirmi ritornato a Bagnara, sano e salvo. E poi sei volata via. Potrei scrivere tanto sul Bene infinito che hai portato alla mia vita e a quella di tutta la nostra famiglia, anteponendo sempre tutti noi a te stessa, ma la tua scelta e richiesta di riservatezza mi chiede intimità e silenzio. Ora riposa nella Pace eterna, ma lo sento che sei accanto a noi, ancora presenza.
Ringrazio a nome di tutta la mia famiglia, tutti coloro che ci stanno esprimendo la loro vicinanza in questo momento di incolmabile dolore».

Casa Dante all’ex emeroteca, tra bookshop e opere degli Uffizi. Pronta in primavera

Via libera alla revisione del progetto sulla base anche dell’accordo con la prestigiosa galleria fiorentina. Investimento da mezzo milione di euro

L'ingresso di quella che diventerà Casa Dante, all'ex emeroteca
L’ingresso di quella che diventerà Casa Dante

I lavori a Casa Dante (nell’ex emeroteca di via Da Polenta, a pochi passi dalla tomba del Sommo Poeta) procedono in previsione del 2021, anno del settecentesimo anniversario della morte dell’Alighieri.

La giunta del Comune di Ravenna ha approvato la revisione del progetto di fattibilità tecnica ed economica per il suo allestimento, ridefinendo gli spazi a seguito del protocollo d’intesa con la Galleria degli Uffizi di Firenze. Protocollo che prevede la concessione in prestito per 5 anni di un nucleo di opere a tema dantesco e annualmente una ulteriore opera in permanenza, per la durata di un anno, consegnata in occasione dell’Annuale di Dante che si celebra a settembre.

Cambia, quindi, la distribuzione degli spazi a piano terra che saranno articolati in quattro aree (citiamo testualmente dal progetto): «espositiva, destinata appunto all’esposizione del nucleo di opere concesse in prestito dalla Galleria degli Uffizi; didattica e deposito, dove saranno strettamente integrati gli spazi per i laboratori e quello destinato alla conservazione ed esposizione di opere, visitabili, che non saranno esposte nel rinnovato Museo Dantesco; commerciale, a sua volta articolata in due sezioni coordinate, la libreria specializzata su Dante, concepita per pubblici diversi, e la ‘Dante design gallery’ in dialogo con il mondo del design industriale e della comunicazione visiva per contribuire a realizzare un vero e proprio brand; meditazione, in stretta continuità con la Zona del Silenzio, realizzata nella corte e nel giardino interni e concepita per la sosta, la lettura e la riflessione».

Il progetto di Casa Dante sta prendendo forma grazie all’impegno di diversi soggetti pubblici e privati: Comune di Ravenna e Regione Emilia-Romagna per un impegno di quasi 325mila euro e Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna per 200mila euro.

I lavori sull’immobile da parte della Fondazione, che ne è proprietaria, sono iniziati nel giugno scorso e la loro ultimazione è prevista per la fine di dicembre 2020, proprio quando è previsto l’avvio del cantiere da parte dell’Amministrazione comunale che dovrebbe terminare a primavera 2021.

A Faenza bonus per famiglie in difficoltà, assistenza telefonica e spesa a domicilio

Un nuovo pacchetto di aiuti dal Comune. Sarà attivato anche un servizio di “pet-sitting”

Alzheimer, AnzianoUn contributo per chi sta affrontando un momento di fragilità economica, una linea telefonica diretta con il Comune per rispondere alle esigenze della popolazione e un servizio di pet-sittig. Sono queste in estrema sintesi le misure che l’amministrazione del Comune di Faenza mette in campo per essere al fianco della cittadinanza in un momento così delicato a causa dell’emergenza sanitaria.

Il primo intervento previsto dal pacchetto denominato “Al fianco dei faentini” sarà un aiuto economico, per un importo complessivo di 150mila euro, che andranno alle famiglie da un minimo di 100 a un massimo di 320 euro mensili, in base alla composizione del nucleo. Ne potranno beneficiare chi non ha alcun sostegno pubblico (o chi ne riceve da marzo 2020) come la cassa integrazione ordinaria e in deroga o stipendi, a meno che non siano inferiori a 400 euro. Il Bonus sarà dispensato in base al numero di componenti del nucleo familiare. Cento euro al mese per nuclei costituiti da una sola persona e 80 per ogni componente di famiglie con due o più persone, fino a un massimo di 320 euro mensili.

Il richiedente dovrà sottoscrivere un’autocertificazione e produrre il saldo del (o dei) conti correnti bancari o postali intestati ai componenti del nucleo familiare al momento della presentazione della domanda il cui totale non dovrà essere superiore a 2.500 euro (4.000 per i nuclei anagrafici composti da oltre due persone). Quale documento di certificazione della situazione economica familiare non potrà essere prodotto l’Isee perché quel documento ad oggi ‘fotografa’ la situazione economica al 2018, quindi prima della pandemia.

A fianco di questa misura l’amministrazione comunale mette in campo anche una serie di servizi alle persone. Dopo aver avuto la disponibilità da parte delle associazioni di volontariato che ne cureranno alcuni aspetti pratici, verrà  attivato un servizio di ascolto telefonico per anziani soli, il servizio spesa a domicilio per persone sottoposte a quarantena e per “over 70” che preferiscono limitare le uscite e per persone con disabilità.

L’amministrazione non dimentica poi gli “amici a quattro zampe”. E per questo che si attiverà un servizio di pet-sitting per la passeggiata degli animali da affezione di chi è impossibilitate a uscire.

Nei prossimi giorni verranno rese note le procedure operative per accedere al Bonus economico. Da lunedì, per questi servizi, sarà attivo, tutti i giorni, dalle 8,30 alle 13, il numero di telefono dedicato: 0546 691869.

Natale, a Faenza dal 28 novembre torna il negozio “temporaneo” della ceramica

Saranno 25 i ceramisti all’interno dello spazio in via Pistocchi

Natale CeramicaDopo il successo degli ultimi 5 anni, Ente Ceramica Faenza organizza anche quest’anno il Temporary Shop della Ceramica, il negozio temporaneo di ceramica faentina in occasione del Natale 2020.

Quest’anno sarà aperto per tutte le festività natalizie: dal 28 novembre al 6 gennaio saranno 25 i ceramisti all’interno dello spazio in via Pistocchi 16 (ex negozio Gigacer Lab, con vetrine e accesso anche su Piazza Nenni) che rappresenteranno collettivamente l’identità ceramica faentina.

Ceramica artistica e artigianale di qualità, tra tradizione e contemporaneità, con tante idee per un regalo o un pensiero creativo, fatto a mano a Faenza da: Fosca Boggi, Federica Bubani, Ceramica Gatti 1928, Elvira Keller, Etra Masi, Andrea Kotliarsky, Paola Laghi, Carla Lega Ceramiche d’Arte, Mabilab di Ivana Anconelli, Maestri Maiolicari Faentini di Lea Emiliani, Manifatture Sottosasso, Antonietta Mazzotti, Marta Monduzzi, Ceramica Monti di Vittoria Monti, Morena Moretti, Mirta Morigi Ceramica Contemporanea, Monica Ortelli, Fiorenza Pancino, Ifigenia Papadopulu, Liliana Ricciardelli, Studiocasalaboratorio di Maurizio Russo, Studio d’Arte Amaretti, Susanna Vassura, Laura Silvagni ‘La Vecchia Faenza’, 6243 Ceramic Studio di Lia Cavassi.

Come nel 2019, partner del progetto è l’Istituto Professionale Persolino-Strocchi di Faenza: in vendita al Temporary Shop anche i vini della cantina del “Persolino” e prodotti d’erboristeria e di cosmesi, che i ragazzi realizzano nell’ambito dell’attività didattica.

L’allestimento del negozio è stato curato da Oscar Dominguez.

Il progetto delle vetrine è stato ideato da Atelier Be, realtà di promozione e produzione in ambito artistico-culturale, che offre progettazione, comunicazione e allestimento con lo scopo di incentivare iniziative, eventi, esposizioni che promuovano creatività e capacità.

Info: 340 8643613 e www.enteceramica.it.

Denuncia di essere stata violentata nella comunità dove lavora: arrestato minorenne

Educatrice sotto choc al pronto soccorso: «Rinchiusa tutta la notte in una stanza»

Violenza Sessuale Aggravata
Foto di repertorio

Un minorenne di una comunità di recupero del Ravennate è stato arrestato dai carabinieri per violenza sessuale aggravata.

La notizia è riportata sull’edizione di oggi (20 novembre) del Carlino Ravenna, che racconta come a subire la violenza sarebbe stata un’educatrice della stessa comunità per minori, costretta con la forza a rimanere tutta la notte nella stanza del minorenne, che l’avrebbe violentata.

Le indagini sono partite proprio dalla testimonianza della donna, che si è presentata ieri mattina al pronto soccorso sotto choc.

Il ragazzo – di origini straniere e in comunità per alcuni guai con la giustizia – si trova ora nel carcere minorile bolognese del Pratello in attesa di convalida. Agli inquirenti, in prima battuta, avrebbe parlato di un rapporto sessuale consenziente.

Tamponi rapidi negli ambulatori di medicina generale e pediatri

Ne sono stati distribuiti 45mila alle singole Ausl dell’Emilia-Romagna

Tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta dell’Emilia-Romagna. Il provvedimento, operativo tra pochi giorni e che durerà – salvo ulteriori proroghe – fino al 31 dicembre, è frutto di un duplice accordo siglato oggi della Regione: con Fimmg (per i medici di medicina generale) e con Fimp e Federazione Cipe-Sispe-Sinspe (per i pediatri di libera scelta).

La “materia prima” c’è già: i quasi 45mila tamponi antigenici rapidi, forniti all’Emilia-Romagna dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai Dispositivi di protezione individuale, sono già stati distribuiti nei magazzini delle singole Aziende Usl e a brevissimo verranno consegnati a medici e pediatri.

Come funziona

In base all’accordo siglato, per effettuare i tamponi antigenici rapidi i pazienti dovranno prenotare dopo aver fatto un triage telefonico. Potranno fare il test dal proprio medico di medicina generale – qualora operi nel proprio studio – i contatti stretti asintomatici individuati dal medico stesso oppure segnalati dal Dipartimento di Sanità pubblica in attesa di tampone rapido; e i casi sospetti di contatto che il medico di medicina generale si trova a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido.

Qualora il medico operi in strutture rese disponibili dall’Azienda sanitaria (per esempio, in una Casa della salute), gli si potrà chiedere di ampliare il proprio target anche agli assistiti di altri medici di medicina generale, nello specifico a contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione al medico individuato.

I medici titolari di incarichi temporanei, provvisori, di sostituzione a breve o lungo temine (compresi i medici che frequentano il corso di formazione specifica), eseguono e rendicontano le attività relative ai test con le stesse modalità dei titolari.

Nelle strutture rese disponibili dall’Azienda Usl fanno test diagnostici, in caso di necessità, anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), i medici di emergenza sanitaria territoriale (ad esempio, nel 118), i medici della medicina dei servizi (come quelli che operano negli istituti penitenziari) e i medici impegnati nelle attività territoriali programmate.

In caso di esito positivo, il medico lo comunica al paziente e lo informa sul percorso da seguire. Il medico si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale SOLE, in modo da registrare l’esito positivo; ciò anche al fine di segnalare il caso al Dipartimento di Salute pubblica. Il medico valuta, quindi, le condizioni cliniche del paziente, e lo informa sull’obbligo di rispettare l’isolamento al domicilio, ovvero di continuare il proprio stato di quarantena in attesa dell’esito del tampone di conferma (molecolare). Il medico prende dunque in carico il paziente e gli fornisce le indicazioni opportune da seguire. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.

I tamponi rapidi dai pediatri di libera scelta

I pediatri di libera scelta utilizzano i tamponi antigenici rapidi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti. Sia che operi nel proprio studio (anche per gli assistiti di altri pediatri) o che si trovi ad operare in strutture rese disponibili dall’Azienda Usl, il pediatra esegue i test antigenici su prenotazione e dopo aver fatto un triage telefonico prioritariamente per i contatti stretti asintomatici – alla prima data utile dopo la scadenza dell’isolamento – identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica al medico individuato (è il target privilegiato); per i contatti stretti asintomatici individuati dal pediatra; per i casi sospetti di contatto che il pediatra visita e decide di sottoporre a test rapido.

Anche in questo caso, come per i medici di medicina generale, le Aziende Usl forniscono il proprio supporto preferibilmente attraverso l’individuazione delle sedi idonee ove effettuare i test rapidi qualora i pediatri di libera scelta siano impossibilitati a eseguirli nel proprio studio. Potrà essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza. In considerazione delle possibili difficoltà di esecuzione dei tamponi nella fascia di età pediatrica, le Aziende Usl forniranno personale di supporto in base alle necessità.

In caso di esito positivo, il pediatra comunica l’esito ai genitori o familiari del paziente, informandoli sul percorso da seguire. Il pediatra si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale SOLE per registrare l’esito, valuta le condizioni cliniche e raccomanda fortemente l’isolamento al domicilio in attesa dell’esito del tampone di conferma, quando previsto. Il pediatra prende in carico il paziente e fornisce le opportune indicazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire nel periodo in oggetto. Nel caso in cui il pediatra effettui un tampone su un paziente che non risulti tra le scelte in carico, comunicherà al pediatra del bambino l’esito e quest’ultimo prenderà in carico il suo paziente.

In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.

La Cna contro il divieto di uscire dal proprio comune per andare dai parrucchieri

L’associazione: «I ristori così come presentati non bastano più, servono nuovi interventi per evitare il collasso»

Parrucchieri Coronavirus Inail IssLa Cna si scaglia contro la Regione Emilia-Romagna per le interpretazioni restrittive delle nuove norme da “zona arancione”. In particolare l’associazione lamenta il fatto che in Emilia-Romagna siano stati esplicitamente vietati gli spostamenti verso i comuni limitrofi a quelli dove si abita per usufruire dei cosiddetti servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti), “a meno che non siano presenti nel proprio comune”.

Un divieto che è stato esteso anche a gommisti, carrozzerie, autofficine e lavanderie e che invece come noto non vale per la spesa alimentare.

A protestare è in primis il presidente della Cna Ravenna, Pierpaolo Burioli, che chiede «qualche opportunità in più per quei segmenti di impresa che applicano ferrei protocolli di sicurezza, che ricevono per appuntamento la propria clientela garantendo il contingentamento dei flussi e che hanno fatto della personalizzazione del servizio la loro mission principale».

«È ancora più incomprensibile – prosegue il direttore della Cna di Ravenna, Massimo Mazzavillani – la disomogeneità nelle interpretazioni da parte delle varie istituzioni. Ad esempio, in Emilia-Romagna non sono consentiti tali spostamenti, mentre nelle Marche sono consentiti (e entrambe le Regioni sono collocate in Zona Arancione); a Brescia e Sondrio (province collocate in una Regione in Zona Rossa) si può, da noi non si può! E potremmo continuare ancora con questi esempi. Oggi più che mai abbiamo bisogno di unità di intenti da parte delle Istituzioni e non di litigiosità e diversificazioni».

Con questa decisione della Regione Emilia-Romagna, secondo Cna «si compie, invece, un atto che avrà effetti pesanti sulle imprese dei settori citati, che pur continuando ad essere aperte in questa fase di grave difficoltà, oltre a dover fare i conti con una pesante contrazione dei consumi interni, non potranno neppure fare affidamento sulla loro clientela abituale. E, inoltre, sono anche escluse dai ristori previsti dai decreti nazionali».

La Cna annuncia quindi di aver richiesto «un profondo ripensamento dei criteri di assegnazione dei ristori», che così come sono stati presentati «non riescono a dare adeguata tutela a imprese, autonomi e professionisti che compongono le filiere colpite dalle misure restrittive».

«L’allargamento delle restrizioni su base territoriale rende superflua la distinzione tra le attività chiuse per ordinanza e quelle che, pur rimanendo aperte, vedono il proprio giro d’affari fortemente ridimensionato – dichiara, in conclusione, Burioli –. Il crollo della domanda sta interessando segmenti sempre più ampi di mercato, tali da rendere chiaramente inadeguato il meccanismo dei codici Ateco che richiede quotidiani aggiustamenti. Diventa quindi indispensabile adottare come criterio per accedere al contributo a fondo perduto il riferimento al fatturato delle aziende, unico indicatore che effettivamente fotografa l’andamento delle imprese. In questa logica il riferimento non può essere limitato allo scorso mese di aprile ma dovrà tenere in considerazione un periodo più congruo, considerando la ciclicità di molti settori dell’economia. È evidente che dovranno essere stanziate ulteriori e robuste risorse per fronteggiare una situazione in rapido peggioramento. Senza interventi tempestivi e incisivi tante aziende rischiano il collasso».

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