lunedì
25 Agosto 2025

Silvia Calderoni testimonial Gucci nella mini serie girata da Gus Van Sant – VIDEO

L’attrice lughese protagonista della nuova collezione di Alessandro Michele

L’attrice lughese Silvia Calderoni, già in questi giorni su Sky nella serie Romulus, è la protagonista del film in sette puntate dirette dal pluripremiato regista Gus Van Sant nell’ambito della GucciFest, evento on line in cui viene presentata la nuova collezione di Alessandro Michele (che cura insieme a Van Sant anche la regia).

Nel primo episodio della mini serie la telecamera segue la Calderoni nella sua eccentrica routine mattutina nel suo appartamento di Roma. In una scena, lancia dal balcone un abito della sfilata Gucci donna Autunno Inverno 2015, la prima di Alessandro Michele con la Maison. La musica è a cura di Kim Gordon, storico membro dei Sonic Youth.

«Non ci sono parole abbastanza capienti per poter tradurre ciò che è stato partecipare a questo progetto – ha commentato l’attrice su Facebook –. Micro e macro affetti si sono fusi alla temperature del mio cuore. Non posso fare a meno di ringraziare ogni sorriso, ogni mano calda, ogni maestranza attenta che ha fatto sí che questo ingranaggio da orologio trasformasse desideri e sogni in un oggetto/opera che fra qualche giorno abiterà con noi questo bizzarro mondo. Ma il mio riconoscimento più grande va ad Alessandro e al suo luccicante coraggio. Grazie Ale per ricordarci ogni giorno che siamo fatte e fatti della materia con cui sono fatti i sogni».

Pronti altri 640 posti letto Covid in regione. Non serviranno nuovi hotel

Al momento gli alberghi requisiti in Emilia-Romagna risultano occupati per meno del 20 percento

Foto DonazioneAltri 640 posti letto disponibili per i pazienti Covid, per un totale che potrà così superare i 4.600 in Emilia-Romagna. Regione, peraltro, già allineata alle richieste nazionali sui Covid Hotel: non ci sarà bisogno, infatti, di requisire alcun albergo per accogliere i malati di Coronavirus, perché nei 4 presenti sul territorio regionale l’83% dei posti è ancora libero (risultano occupati meno di 2 posti letto su 10).

Non solo: anche le strutture presenti sul territorio per garantire l’isolamento a chi non può trascorrerlo in casa – altre 17 strutture, spesso alberghiere – sono libere quasi al 40 percento della loro capienza, che potrà essere comunque aumentata, in caso di necessità, grazie ad accordi già stipulati con le associazioni di categoria.

La Regione ha risposto alla ricognizione nazionale del Commissario straordinario per il contenimento della pandemia, Domenico Arcuri, che chiedeva di valutare i fabbisogni dei singoli territori per i posti letto dove ospitare chi non può trascorrere l’isolamento nella propria abitazione o chi soffre di patologie più lievi, e quindi gestibili anche in luoghi non di ricovero.

Potenziata la rete dei posti letto Covid

Inoltre, per potenziare la rete dei posti letto, con l’obiettivo di continuare a curare i pazienti Covid e, insieme, garantire il più possibile le altre prestazioni, a partire da quelle essenziali, in accordo con Aiop, l’associazione degli ospedali privati, ha già pronto il piano di espansione della dotazione di posti letto Covid: attualmente sono 3.697, con un incremento previsto della dotazione di ulteriori 640 posti, di cui 498 messi a disposizione dalle strutture private accreditate, per un totale di 4.607.

«In Emilia-Romagna abbiamo raggiunto l’obiettivo richiesto dal Governo per quanto riguarda le terapie intensive già un mese fa, ma siamo sempre stati consapevoli che non fosse l’unico strumento necessario per contrastare l’epidemia – afferma l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Soprattutto, sappiamo che nella lotta al Coronavirus è fondamentale la tenuta di tutto il sistema sanitario, non solo dei reparti Covid: per questo motivo ci siamo mossi per tempo sia per evitare l’ospedalizzazione quando non strettamente necessaria, garantendo un numero congruo di posti letto nei Covid Hotel e potenziando l’assistenza domiciliare con le Usca, sia per aumentare il numero di posti letto con l’obiettivo specifico di garantire tutte le prestazioni essenziali anche in tempo di pandemia».

I Covid Hotel attivi in Emilia-Romagna (nessuno in provincia di Ravenna)

All’inizio di questa settimana, sono 4 quelli operativi, dove accogliere i malati con sintomi lievi: uno a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, con 30 camere attualmente libere su 40; uno a Novi di Modena, con 15 stanze tutte occupate; uno a Bologna, dove sono a disposizione tutte e 70 le camere; uno a Ferrara, con 37 stanze libere su 40 totali. Complessivamente, sono quindi 137 su 165 i posti letto liberi.

Per quanto riguarda invece le strutture destinate all’isolamento domiciliare di chi non può trascorrere la quarantena nella propria abitazione, per motivi ad esempio di spazio, in totale sono 17: 3 in quella di Piacenza, 3 in quella di Parma, uno in quella di Reggio Emilia, uno in quella di Modena, 3 in quella di Bologna, uno in quello di Ferrara, 2 in quella di Forlì-Cesena, 3 in quella di Rimini.

In questi hotel i posti letto disponibili sono 685, di cui 433 occupati, pari quindi al 62%.

Le singole Aziende Usl della Regione, a cui spetta la valutazione del fabbisogno ricettivo, hanno promosso da mesi convenzioni per queste esigenze, grazie a specifici accordi quadro con le associazioni di categoria dei titolari di hotel, che assicurano tariffe e condizioni contrattuali uniformi sull’intero territorio regionale e agevolano le trattative con gli operatori economici. In diverse province le Aziende sanitarie stanno infatti già valutando di espandere la disponibilità di posti nelle strutture già convenzionate, oltre ad aumentare il numero di quest’ultime.

Un’impresa su tre avrà bisogno di liquidità aggiuntiva: 528 milioni di euro

Dall’Osservatorio della Camera di Commercio l’aggiornamento sull’impatto del Covid in provincia di Ravenna

Imprese assetate di liquiditàLe imprese della provincia di Ravenna che nel 2020 necessiteranno di liquidità aggiuntiva saranno il 33 percento del totale. A queste imprese serviranno, per coprire i costi, 528 milioni, cioè in media circa 47mila euro per impresa. La disoccupazione provinciale potrebbe arrivare al 7,8 percento, in aumento di 3,2 punti percentuali rispetto al dato certificato da Istat nel 2019 (4,6%). Sono due dati di previsione dell’impatto della pandemia sull’economia ravennate, elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio.

Oltre ai dati citati, secondo l’Ufficio Studi e Statistica il valore aggiunto provinciale subirà, nel 2020, una contrazione di 11,7 punti percentuali (-10% in Emilia-Romagna), recuperando poi nel 2021 solo parte di questa caduta (+6,4%). Il valore delle esportazioni, ancora in crescita nel 2019, subirà quest’anno una riduzione a due cifre (-13,5%), per poi rimbalzare l’anno successivo in terreno positivo (+11,1%).

Tra i settori, forte la contrazione del valore aggiunto per l’Industria (-13,9%), i Servizi (-8,5%) e per l’Edilizia (-7,4%). Atteso, nel 2021, un rimbalzo – ridotto – in tutti i comparti: se le Costruzioni registreranno un +14,2%, anche grazie alle misure di incentivazione adottate dal Governo a sostegno del settore, della sicurezza sismica e della sostenibilità ambientale, l’Industria si attesterà a un +13,4%, mentre gli effetti negativi dello shock da Coronavirus si faranno sentire più a lungo nel settore dei Servizi, che, il prossimo anno, dovrebbe attestarsi su un +4,3%. Stabile il Commercio alimentare, mentre ancora pesanti saranno gli effetti per i Servizi turistici (alloggio e ristorazione. In termini di fatturato, il 2020 potrebbe far registrare un calo di circa 3.300 milioni, che per azienda corrisponderebbe a circa 97 mila euro, ma con andamenti molto diversificati tra filiere. Nel 2021, la crescita del fatturato non coprirà tutta la perdita dell’anno in corso, che si stima sarà di circa 1,8 miliardi.

A settembre 2020 sono 449 le imprese attive in meno rispetto alla stessa data del 2019; -181 in Agricoltura, -129 nel Commercio (di cui -91 nel Commercio al dettaglio), -66 nell’Edilizia, -57 nei Servizi turistici, -36 nella Logistica e -32 nell’Industria Manifatturiera. Segnali positivi per le Attività immobiliari, con 30 aziende in più, per Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+26), per Servizi di informazione e comunicazione (+22) e per i Servizi di fornitura di acqua, gestione reti e rifiuti  (+1).

Quasi dimezzati (24) il numero di fallimenti registrati nei primi 9 mesi dell’anno (-45,5%; nel 2019 erano stati 44); fenomeno in caduta anche secondo quanto rilevato in Emilia- Romagna (-34,5%) ed in Italia (-41,5%). In calo, pur se con una minore intensità, il numero di scioglimenti e di liquidazioni rispetto allo scorso anno: 365 contro i 377 del 2019 (-3,2%).  Tendenza in discesa anche in l’Emilia Romagna (-14,9%) ed in Italia (-13,9%).

I ravennati coinvolti da reddito o da pensione di cittadinanza, a settembre 2020, sono stati 7.899, 1.382 in più rispetto alla stessa data del 2019 (+21,2%), e che corrispondono al 2% della popolazione provinciale. L’ammontare mensile complessivo, pari ad oltre 1,58 milioni, è così cresciuto in un anno del 34,1%.

Solo il 36,7% degli imprenditori prevede un recupero dei livelli produttivi pre-covid entro i primi sei mesi dell’anno prossimo. Tra le imprese con almeno un dipendente, quasi 98 su 100 hanno ripreso l’attività, ma per quasi la metà dei casi con regime ridotto. Le imprese che prevedono cali di occupazione sono il 17,2%, mentre quelle che prevedono problemi di liquidità sono il 44,2%.

Le imprese esportatrici reagiscono alla crisi meglio di quelle non esportatrici (54,5% contro il 49,8%). Vanno meglio anche le imprese digitalizzate (56%) rispetto a quelle che non hanno intrapreso alcun percorso verso la transizione digitale (45,4%).

Morto a causa del Covid il presidente del Giovecca Calcio. Cordoglio del sindaco

Vladimiro Costa, 73 anni, da 20 era alla guida della società. Era stato anche presidente del circolo Arci

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Costa nella “figurina” del sito Romagnasport

Lutto nel mondo dello sport lughese per la scomparsa del presidente del Giovecca Vladimiro Costa, morto domenica 15 novembre a 73 anni per le conseguenze del Covid-19.

A unirsi al cordoglio della famiglia anche l’Amministrazione comunale di Lugo.

«Viene a mancare – è il ricordo della Consulta di Giovecca – per la comunità colui che era presidente del Giovecca Calcio da circa 20 anni e che in tutto questo tempo era riuscito assieme ad un gruppo di ragazzi e volontari inesauribili a mantenere viva questa realtà sportiva fondamentale per una piccola comunità come la nostra. Oltre al ruolo nello sport, ‘Miro’ per gli amici, era stato anche Presidente del Circolo Arci della frazione ed era normale vederlo partecipare attivamente a quei momenti conviviali in cui la frazione si ritrova e diventa comunità. Va a lui il nostro Grazie e alla famiglia le condoglianze più sentite».

«Questo virus porta via alla nostra comunità un uomo buono, instancabile e sempre disponibile per il suo territorio – commenta il sindaco di Lugo Davide Ranalli -. Lo ricordo sempre pieno di idee per la sua Giovecca, ironico e grande appassionato di calcio. Ci legava un’amicizia e proprio questa comune passione per il calcio. Sarà difficile fare a meno di lui, sentiremo tutti la sua mancanza. Un grande abbraccio alla sua famiglia da parte dell’intera comunità lughese».

Le “Vie di Dante”, da Firenze a Ravenna, unica meta italiana scelta da Lonely Planet

Nel “Best in Travel 2021”. Il sindaco: «Riconoscimento di livello mondiale»

Maratona Ravenna DanteC’è solo una realtà italiana tra le 30 mete segnalate dal Best in Travel 2021, il report del team internazionale di Lonely Planet, la Bibbia dei viaggiatori, sulle destinazioni assolutamente da non perdere per l’anno a venire: Le Vie di Dante (www.viedidante.it).

Il prodotto turistico interregionale avviato nel 2017 e dedicato al luoghi tra Toscana e Romagna che il Sommo Poeta attraversò durante il suo esilio (intrapreso nel 1302, in seguito alla condanna a morte da parte dei Guelfi Neri saliti al potere a Firenze, e terminato a Ravenna) è stato inserito, assieme al Cammino di trekking omonimo (395 km in 20 tappe da Ravenna a Firenze e ritorno), nella categoria Sostenibilità come esempio di turismo slow (lonelyplanetitalia.it/best-in-travel).

Per l’edizione 2021, la quindicesima, il Best in Travel ha riorganizzato le sue categorie ai tempi del Covid19: non più 10 paesi, 10 regioni, 10 città e 10 destinazioni da non perdere, ma come spiega la stessa Lonely Planet “luoghi e persone che dimostrano un autentico impegno a favore della comunità, della diversità e della sostenibilità. Abbiamo dato spazio a chi rappresenta un esempio da seguire, senza distinzione tra luoghi, istituzioni, associazioni o privati cittadini”.

Si tratta di una grande opportunità di visibilità per l’itinerario slow – con le sue varie declinazioni in bici, a piedi o in treno lunga l’antica via ferroviaria Faenza-Firenze – che attraversa i luoghi dove il Sommo Poeta visse da esule: il Best in Travel ha un reach (ovvero il numero di persone raggiunte da un contenuto social) di due miliardi di persone, di cui 18 milioni sui canali italiani della guida. Un’opportunità sulla quale si innesterà una campagna di promozione web delle tante iniziative tra Emilia Romagna e Toscana in occasione del settecentenario di Dante, lungo tutto il 2021, dalle mostre d’arte a Ravenna e Forlì alle Giornate dedicate al mito di Paolo e Francesca a Rimini.

«Non poteva esserci riconoscimento migliore, proprio alla vigilia dell’anno che celebra i 700 anni dalla morte di Dante – commenta l’assessore regionale al Turismo dell’Emilia Romagna, Andrea Corsini – per il progetto di slow tourism che abbiamo costruito insieme alla Regione Toscana tre anni fa. Un progetto nel nome di uno dei maggiori vanti culturali italiani nel mondo, che propone una vacanza a misura d’uomo, a contatto con la natura più bella, e invita alla riscoperta di tradizioni, artigianato, borghi e musei. Quando il turismo internazionale “uscirà a riveder le stelle” le Vie di Dante, grazie a Lonely Planet, saranno pronte ad accogliere migliaia di ospiti».

Le Vie di Dante: turismo slow sulle orme del Sommo Poeta
Quello suggerito da “Le Vie di Dante” è un itinerario slow –in bici, a piedi o in treno lunga l’antica via ferroviaria Faenza-Firenze- visitando i luoghi dove il Sommo Poeta visse da esule, tra arte e cultura, artigianato, enogastronomia e natura, alla scoperta di antichi palazzi, pievi romaniche, piccoli borghi, botteghe artigiane e tanto altro.

Oltre alle tappe “obbligate” (dal Battistero fiorentino di San Giovanni, tanto caro a Dante, alla sua tomba a Ravenna), non mancano suggerimenti originali, come la visita delle 33 celebri lapidi dantesche nel Quartiere Medievale di Firenze, il trekking all’Eremo di Gamogna (nel territorio di Marradi), antico complesso monastico del 1053, la tappa nella Grotta Tanaccia, una delle più belle grotte della Vena del Gesso di Brisighella, nel ravennate, o la visita con naso all’insù di Palazzo Milzetti a Faenza, con i suoi meravigliosi soffitti affrescati secondo lo stile Neoclassico.

Per ognuno dei 7 comuni lungo i quali si sviluppano le “Vie” (Firenze, Scarperia e San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella, Faenza e Ravenna, non possono mancare le indicazioni dei piatti della tradizione e dei prodotti tipici da assaporare per una completa esperienza dei luoghi visitati. Sul portale il turista trova anche le proposte di soggiorno offerte da una quarantina di operatori turistici, che sono stati coinvolti dal progetto e hanno aderito ad un apposito disciplinare (che definisce gli standard delle strutture ricettive aderenti e dei servizi che offrono, nonché le caratteristiche tipo dei pacchetti soggiorno proposti). Si va dalla proposta di un weekend a quella di 5/7 giorni.

«Un riconoscimento di livello mondiale, in un momento storico complesso, in particolare per il settore turistico – dichiarano il sindaco Michele de Pascale e l’assessore al Turismo del Comune  di Ravenna Giacomo Costantini – un premio che riconosce la cifra del lavoro svolto di concertazione tra Ravenna e le località lungo la via fino a Firenze, nell’anno di inizio delle celebrazioni dedicate al Sommo Poeta. Ravenna si afferma così a livello nazionale e internazionale come meta di un turismo di qualità e sostenibile».

Dopo il ko nel derby di Cesena, il Ravenna esonera l’allenatore Giuseppe Magi

Aveva raccolto 8 sconfitte nelle prime 11 partite

Mister MagiAlla fine, come spesso capita in casi come questo, a pagare è stato l’allenatore. Il Ravenna Fc comunica infatti di aver esonerato Giuseppe Magi, il giorno dopo la pesantissima sconfitta (4-0) di Cesena, nel derby più sentito dai tifosi.

Si tratta dell’ottava sconfitta su 11 partite di campionato (girone B di serie C). Un bilancio decisamente negativo e che vale il quintultimo posto in classifica, in piena zona play-out, in quella che doveva essere la stagione del rilancio dopo la retrocessione di pochi mesi fa (poi “sanata” dal ripescaggio).

Magi era arrivato sulla panchina del Ravenna questa estate. Ora la società lo ringrazia «per la profonda dedizione e l’instancabile impegno profusi, affrontando una sfida complessa quale guidare la squadra in una stagione ricca di difficoltà e di incognite come quella in corso».

«Dal primo, all’ultimo giorno di lavoro – si legge ancora nel comunicato del Ravenna –, non sono mai mancate le doti umane, le competenze professionali e la volontà di dare il massimo alla causa giallorossa. Il Ravenna FC augura a mister Magi le migliori fortune per il proseguimento di una carriera che auspichiamo ricca di soddisfazioni sportive e personali».

Covid, 146 nuovi casi e una persona in più in terapia intensiva a Ravenna

 

Sono 146, di cui 81 asintomatici, i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in 24 ore in provincia di Ravenna, come registrato nel bollettino di oggi, 16 novembre. Sono 14 (uno in più di ieri) i pazienti ricoverati in terapia intensiva in provincia.

Il bollettino regionale del 16 novembre

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 91.066 casi di positività, 2.547 in più rispetto a ieri (quasi la metà asintomatici), su un totale di 14.442 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi del 17,6%.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 55.429 (2.229 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 52.789 (+2.120 rispetto a ieri), il 95,2% del totale dei casi attivi.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 247 (+1 rispetto a ieri), 2.393 quelli in altri reparti Covid (+108).  Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 12 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 17 a Parma (+1), 25 a Reggio Emilia (invariato), 62 a Modena (+3), 64 a Bologna (+1),  3 a Imola (-2), 20 a Ferrara (invariato), 14 a Ravenna (+1), 6 a Forlì (-1), 1 a Cesena (-1) e 23 a Rimini (invariato).

Le persone complessivamente guarite salgono a 30.570 (+295 rispetto a ieri).

Purtroppo, si registrano 23 nuovi decessi: 13 in provincia di Modena (7 uomini di 72, 76, 79, 82, 88, 89 e 97 anni e 6 donne di 53, 65, 74, 84, 88 e 90 anni), 5 in quella di Piacenza (3 donne di 62, 89 e 92 anni e 2 uomini di 64 e 72 anni), 3 in quella di Parma (2 donne di 85 e 86 anni e un uomo di 87 anni), uno in quella di Reggio Emilia (un uomo di 87 anni) e uno in quella di Ferrara (una donna di 86 anni). Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Emilia-Romagna i decessi sono complessivamente 5.067.

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 9.823 a Piacenza (+186 rispetto a ieri, di cui 87 sintomatici), 8.121 a Parma (+146, di cui 85 sintomatici), 13.418 a Reggio Emilia (+302, di cui 232 sintomatici), 16.145 a Modena (+605, di cui 224 sintomatici), 18.100 a Bologna (+539, di cui 294 sintomatici), 2.149 casi a Imola (+114, di cui 110 sintomatici), 4.425 a Ferrara (+101, di cui 7 sintomatici), 5.437 a Ravenna (+146, di cui 81 sintomatici), 3.440 a Forlì (+53, di cui 44 sintomatici), 2.867 a Cesena (+99, di cui 64 sintomatici) e 7.141 a Rimini (+256, di cui 124 sintomatici).

«Le scuole di musica sono luoghi sicuri»: petizione a Bonaccini per la riapertura

A differenza delle altre zone arancioni, in Emilia-Romagna le attività sono state sospese

Scuole MusicaDomenica mattina 15 novembre, dopo aver avuto informazioni frammentarie attraverso la pagina delle Faq della Regione Emilia Romagna, ma che di fatto obbligavano alla chiusura ad ogni lezione in presenza, diverse scuole di musica hanno cominciato a fare rete perché ritengono «ingiusta la richiesta di chiusura delle proprie sedi in toto, costringendo famiglie, ragazzi, bambini e docenti alla sola possibilità di fare lezioni online».

La scelta della Regione di richiedere la modalità online per tutte le attività musicale – si legge in una nota inviata alla stampa – «mette in grossissima difficoltà, non considerando minimamente la professionalità e l’impegno alacre con cui hanno lavorato in questi mesi di riapertura per la sicurezza dei dipendenti, collaboratori e allievi».

Il numero delle scuole aderenti alla richiesta di riapertura è di 65 strutture (tra cui diverse anche in provincia di Ravenna) ma sta aumentando di ora in ora, e la lettera è diventata anche una petizione a cui tutti possono aderire, su Change.Org, “Riapriamo le scuole di musica dell’Emilia Romagna perché sono luoghi sicuri!”

A livello nazionale, in “zona arancione” le scuole di musica sono aperte anche perché la maggior parte della loro attività riguarda le lezioni individuali, quindi piuttosto semplici da contingentare.

Ancisi: «Smantellato il Mar». Ma sono i lavori annunciati dal museo in estate

Il consigliere di Lista per Ravenna lamenta la cancellazione «nel silenzio» dell’allestimento dei mosaici moderni e contemporanei. La risposta pare però essere in un comunicato di questa estate…

I mosaici contemporanei allestiti al piano terra del Mar di RavennaSta facendo discutere in questi giorni un’interrogazione presentata dal decano dell’opposizione ravennate, Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, in cui si parla di un presunto smantellamento del Mar, il Museo d’Arte di Ravenna. Nell’interrogazione Ancisi si stupisce per aver trovato (prime e durante la chiusura forzata del nuovo Dpcm) sgombro il piano terra. «Non si ha notizia, neppure tra gli operatori del settore, di dove sia stata portata la pregevole collezione permanente dei mosaici moderni e contemporanei ad ingresso gratuito, ivi allestita», si legge nell’interrogazione, che poi si dilunga nel tessere le lodi della stessa collezione.

«L’allestimento (realizzato inizialmente nel 2003, ndr), ora smantellato, della mostra era esso stesso di grande pregio, anche architettonico – continua Ancisi –. Costato circa 200 mila euro, era stato compiuto nel 2014-2015, curato da Linda Kniffitz, su progetto finanziato dall’Unione Europea a seguito di una selezione internazionale». Sottolineando quindi che i mosaici moderni del 1959 «sono di proprietà del Rotary, della Camera di commercio e della Provincia» e «concessi in deposito al Mar alla condizione di non essere spostati, data la loro fragilità», Ancisi chiede al sindaco il motivo di quelle che definisce «cancellazioni», secondo il consigliere «in totale silenzio».

Ma andando a riprendere un comunicato inviato alla stampa dal Mar questa estate – e in attesa della risposta più dettagliata di sindaco o assessore in consiglio comunale – vale la pena sottolineare che il museo stesso aveva anticipato quanto sarebbe successo, ossia l’avvio dei lavori di manutenzione «nella zona del quadriportico e della loggia al piano terra, con interventi di ripristino della muratura, anche in previsione dell’apertura di un nuovo ingresso sul lato dei giardini pubblici».

Lavori che, scrivevano sempre nel comunicato dal museo, rappresenteranno un’opportunità «per una riflessione su una diversa articolazione degli spazi museali, con un focus particolare dedicato agli esiti più sperimentali del mosaico contemporaneo».

«Continuano inoltre – aggiungeva il Mar, parlando delle stesse opere al centro dell’interrogazione di Ancisi – le ricerche d’archivio sul nucleo storico e fondante della collezione musiva permanente, i mosaici e i cartoni pittorici realizzati per la Mostra di mosaici moderni del 1959, con l’obiettivo di evidenziare al meglio il valore storico e culturale di quell’esperienza, così fortemente identitaria per la memoria della nostra città. Per permettere la messa in sicurezza delle collezioni dei mosaici moderni e contemporanei, durante i lavori di manutenzione, sarà necessaria la loro movimentazione nei depositi e per questa ragione la Collezione non sarà visibile ai visitatori a partire dal 2 luglio e per tutta la complessiva durata dei lavori di ripristino». Lavori che erano tuttora in corso durante gli ultimi giorni di apertura della mostra di Paolo Roversi.

Allerta gialla per lo stato del mare nei comuni di Ravenna e Cervia

 

OndeDalle 12 di oggi, lunedì 16 novembre, alla mezzanotte di domani, martedì 17, sarà attiva nel territorio dei comuni di Ravenna e Cervia l’allerta meteo numero 89, per stato del mare, emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia-Romagna. L’allerta è gialla.

“Il moto ondoso – si legge nel testo – è in aumento e, a partire dalla tarda serata, sulla costa romagnola il mare risulterà localmente agitato, in attenuazione nel corso della mattinata di domani 17 novembre”.

Le istituzioni raccomandano di mettere in atto “le opportune misure di autoprotezione e comunque si ricorda che, nell’ambito delle misure di contenimento e contrasto della diffusione del Coronavirus, gli spostamenti sono consentiti solo per motivi di lavoro, salute, necessità”.

«Tra casa e scuola, noi adulti smarriti di fronte agli adolescenti dell’era Covid»

 

Pubblichiamo una bella testimonianza di una professoressa di una scuola superiore della provincia, anche mamma a sua volta di un adolescente. Che preferisce restare anonima.

Classe Faenza DAD
L’iniziativa dei ragazzi di una scuola di Faenza che hanno lasciato le loro foto per i prof durante la Didattica a Distanza

La mattina a pregare i ragazzi di accendere la webcam, il pomeriggio a urlare perché i tuoi in casa spengano i computer. Immagino arriveranno studi su questa generazione di adolescenti, ma anche su queste generazioni di adulti che si trovano ogni giorno a improvvisare, tentare di trovare nuove strade per entrare in connessione con loro. A casa, dove ormai corpo e macchina sono diventati inscindibili – che la macchina sia il pc, il telefono o la console – dove si può fermare il confine tra reale e virtuale? Che cosa implicherà questo nella loro capacità futura di instaurare rapporti, costruire relazioni fatte di presenza? Cosa dobbiamo fare noi genitori? Possiamo davvero dir loro di smettere di giocare ai videogiochi quando è l’unica attività che ormai possono fare con gli amici? Possiamo invitarli a mollare la chat per un’uscita di gruppo quando in gruppo non si può uscire? E poi gli adulti, gli altri adulti, quelli che ti hanno sempre dato una mano. Zii, nonni, ma anche amici, genitori e non, che per i tuoi figli sono diventati un riferimento e per te un appoggio e un conforto nei tuoi momenti di crisi in veste di impreparato genitore. Anche loro adesso non ci sono, o sono dietro uno schermo.

Allora la scuola resta un appiglio. Inizia ogni mattina, implica compiti pomeridiani, offre uno straccio di routine, li mette a confronto con altri adulti, altre guide. Che poi in effetti è quello che dovrei essere per i miei studenti (quasi tutti amatissimi) io stessa. Ancora una volta davanti uno schermo. Accendi la webcam, rispondimi, dimostrami che stai attento, che non stai giocando ai videogiochi, che non ti stai facendo suggerire la risposta, che non ti stai facendo mandare la foto con i compiti. E sarà vero che hai problemi di connessione? Ma davvero la mia appassionante lezione è così noiosa da farti preferire Fortnite? Ma come, non preferiresti essere qui, in classe?

“Prof, però almeno così non devo alzarmi alle 6”. “E poi non ci dobbiamo mettere la mascherina…”. Vero, non è che la scuola in presenza tanto osannata dalla Azzolina ai tempi del Covid fosse poi un granché: 28 o 29 ragazzi distribuiti in un’aula più grande distanziati da seduti dove per farsi sentire serviva il megafono per poi vederli abbracciarsi e scherzare e toccarsi appena erano in piedi. Noi insegnanti trasformati in sentinelle per la salute pubblica. Che fatica. Che fatica immensa. Eppure, eppure forse era meglio di questo schermo, di queste connessioni che vanno o non vanno, di queste lezioni sincrone o asincrone. Con il dubbio profondo che serpeggia tra colleghi, ma questi, come li valutiamo adesso? Perché se rispetto a febbraio scorso oggi siamo stati tutti pronti e connessi dal primo giorno, se tutti sappiamo usare Classroom (a proposito, ma è possibile che nessuno si ponga il tema di come stiamo fornendo a Google dati su tutti noi come insegnanti e soprattutto su tutti i nostri figli come studenti?) e non facciamo più confusione con le varie voci di Argo, non è che in realtà abbiamo capito davvero davvero come fare adesso. Tanto che quando si è pensato alla didattica a distanza per il 75 percento molti hanno pensato: appena mettono piede in classe, facciamo una bella verifica. Ovviamente in tutte le materie… Poi ci stupiamo se sono felici di starsene solo a casa.

Senza contare che a settembre abbiamo potuto toccare con mano il vuoto che era stata in troppi casi la Dad, vuoti di mesi in materie che andrebbero coltivate e annaffiate con continuità. Con il paradosso di un lavoro che aumenta quando scompaiono i ragazzi e tutto si fa così più incerto. Avranno capito? Staranno seguendo? Staranno imparando? Sarò loro in qualche modo utile? Avranno guardato quel video tanto appassionante che ho postato su Classroom o avranno pensato “oh che palle, ma tanto non è obbligatorio”? (Che invidia per quei colleghi pieni di certezze!)

Il Covid ci ha costretto a mille domande, ci ha costretto a metterci in discussione in tutti i nostri ruoli di adulti davanti ai ragazzi, nel bene e nel male. Purtroppo però per ora la sensazione è che la seconda ondata ancora di risposte non ne abbia portate.

A Cervia è arrivato l’Albero di Natale: è un abete donato da Madonna di Campiglio

Grazie al Patto di Amicizia con il comune trentino. Sarà illuminato con un impianto a Led

75%albero Abete RossoÈ arrivato il grande abete donato a Cervia da Pinzolo-Madonna di Campiglio, provincia di Trento, comune legato con un Patto di Amicizia.

Verrà acceso il 5 dicembre alle 17.

L’albero è un abete rosso proviene da una zona boschiva del comprensorio di Pinzolo-Madonna di Campiglio-Sant’Antonio di Mavignola soggetta ad un piano di taglio programmato per la rinaturalizzazione dell’area. Nella normale pratica selvicolturale attraverso un piano di assestamento forestale vengono programmati annualmente tagli a raso di intere zone per procedere alla rinnovazione naturale e artificiale e fare in questo modo ringiovanire il bosco.

La gestione dei boschi del Comune di Pinzolo è certificata con protocollo internazionale PEFC che rappresenta un sistema di coltivazioni di boschi con criteri ecosostenibili. Nella gestione di queste tipologie di boschi si presta particolare attenzione al rafforzamento della struttura forestale effettuando tagli selettivi senza intaccare il capitale arboreo.

L’allestimento dell’albero natalizio è a cura del Servizio Verde e da anni il Comune di Cervia, certificato Emas, ha scelto di risparmiare energia elettrica, per illuminare il principale albero natalizio della città con un impianto a Led. Questo infatti permette di ottenere un’elevata luminosità (quattro volte maggiore delle lampade tradizionali), con un’elevata efficienza, una riduzione di consumi elettrici del 40-50 percento e un’alta affidabilità.

Un incontro mare e montagna che vede peraltro il Comune di Pinzolo-Madonna di Campiglio partecipare da anni alla manifestazione “Cervia Città Giardino”, proponendo un allestimento floreale molto apprezzato da cittadini e dai turisti.

Inoltre grazie alle collaborazioni e all’amicizia instaurate negli anni col Comune di Pinzolo-Madonna di Campiglio, insieme al grande abete rosso, sono arrivati in dono due alberi di 7 metri per la Casa del Volontariato e per il Circolo Pescatori La Pantofla, insieme a 20 abeti per il Consorzio Cervia Centro.

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