venerdì
15 Agosto 2025

Su Facebook insulti antisemiti al candidato Pd per il consiglio comunale

Allo scrittore Roberto Matatia la solidarietà dell’aspirante sindaco Massimo Isola e di tante altre persone della società civile

Roberto MatatiaMinacce e insulti a sfondo antisemita via Facebook all’indirizzo di Roberto Matatia, noto scrittore locale di origine ebraica e candidato al consiglio comunale di Faenza nella lista del Pd. È stato il diretto interessato a postare sul suo profilo la schermata che riportava le parole di un utente con con nome e cognome: in tre commenti il rammarico perché tutta la sua famiglia non sia finita nelle camere a gas e un poco educato augurio di incontrarlo presto per strada.

Sulla bacheca di Matatia sono comparsi numerosi messaggi di solidarietà e anche Massimo Isola, candidato sindaco di centrosinistra ha espresso il suo sdegno: «Dopo lo sconforto che ci provoca vedere queste derive incivili dobbiamo reagire ed essere ancora più determinati. C’è tanto lavoro da fare a partire dalle nostre scuole per formare i cittadini del domani».

Matatia è da tempo molto attivo nell’opera di testimonianza e sensibilizzazione sul dramma della Shoah. E non è la prima volta che diventa bersaglio di parole violente. Lo scorso novembre in un cinema faentino, Matatia era in attesa dell’inizio della proiezione quando ha colto le parole della conversazione che alcune persone stavano tenendo dietro di lui:«Mi sono rotto i coglioni di questa Shoah etc etc, una memoria pilotata dagli ebrei!», si legge sul post pubblicato sulla sua pagina Facebook. Al che lo scrittore ha reagito indignato per le parole udite: “Mi giro e gli dico di vergognarsi di quello che sta dicendo: «Ma lo sa che io sono ebreo, e che la mia famiglia è stata massacrata ad Auschwitz?»”. Tuttavia, la risposta che ottiene è tutt’altro che una scusa:«Lo so che lei è ebreo. La Shoah è stata inventata dagli ebrei per dominare il mondo. Si informi meglio».

Morto dopo un tuffo dalla barca: indagine per omicidio colposo, disposta l’autopsia

Un 46enne di Cesena era uscito con un catamarano a noleggio insieme ad altri tre amici

Davide PastorelliSulla morte del 46enne cesenate Davide Pastorelli, deceduto il 27 agosto dopo un tuffo da un catamarano a 300 metri al largo di Milano Marittima, è stato aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo in procura, al momento non ci sono indagati. I magistrati hanno disposto l’autopsia. Lo riporta il sito web dell’Ansa.

L’esame autoptico dovrà confermare la causa di morte per annegamento e stabilire se qualcosa – cibo, alcol o altro – possa avere o meno condizionato l’evento. Le indagini della Capitaneria di porto coordinate dal Pm Angela Scorza dovranno inoltre accertare se il catamarano, noleggiato quello stesso pomeriggio, avesse tutte le necessarie dotazioni di soccorso e quali fossero le condizioni di noleggio in relazione a quelle meteo-marine.

Il 46enne era uscito verso le 16 assieme ad altri tre amici; a un certo punto in due si erano tuffati, tra cui l’uomo, ma senza giubbotto salvagente. La corrente lo aveva però presto trascinato via: il suo cadavere era stato recuperato la mattina del giorno dopo a poche centinaia di metri dal canalino di Milano Marittima.

Partenze scaglionate e distanziamento: oltre 400 persone al trail città d’acque

Iniziativa organizzata dall’associazione Trail Romagna, tra i partecipanti anche l’assessore allo Sport, Roberto Fagnani

Iscrizione online, autocertificazione per le condizioni di salute, misurazione temperatura, partenze scaglionate: grazie a questi e molti altri accorgimenti dei protocolli Coni, Fidal e Uisp, oltre quattrocento persone hanno potuto partecipare stamani, 30 agosto, all’Urban Trail Ravenna Città d’Acque organizzata per il nono anno consecutivo da Trail Romagna, insieme agli assessorati allo Sport, Cultura, Ambiente e Turismo.

Nemmeno la pioggia ha tenuto lontano gli amanti del cammino e della corsa (368) e i camminatori assetati di conoscenza (61) che hanno comunque seguito i due percorsi di 5 e 12 km e le quattro visite guidate su alcuni temi del libro Ravenna Città d’Acque, la pubblicazione Danilo Montanari Editore che quest’anno ha arricchito la manifestazione.

L’assessore allo Sport e ai lavori pubblici Roberto Fagnani, oltre all’impegno personale per l’apertura dell’antica cinta muraria, ha condiviso le piacevoli fatiche dei runner.

Discoteca Indie, magliette in vendita: fondi destinati alla mensa dei poveri

I gestori si sentono accusati dall’Ausl e dalle autorità per la questione coronavirus e ora reagiscono con una provocazione solidale: “Hanno state le Indie”

La T ShirtI gestori della discoteca Indie di Cervia si sentono il mirino puntato contro – dopo che l’Ausl ha invitato i 1.500 partecipanti alla serata di Ferragosto a sottoporsi al tampone avendo individuato una decina di positivi presenti all’evento – e provano a reagire con una provocazione sarcastica: una linea di magliette con la scritta “Hanno state le Indie” «per rispondere a chi – scrivono i gestori – attribuisce alla discoteca cervese tutti i mali del mondo».

Le magliette sono ordinabili dal 31 agosto a 10 euro. L’intero profitto dell’iniziativa verrà devoluto in favore di tutti quei concittadini cervesi che hanno perso il lavoro o che si trovano in una situazione di difficoltà e vengono quotidianamente aiutati dall’Associazione dell’Emporio Solidale e della Mensa Amica di Cervia. Per prenotarle basta inviare una mail all’indirizzo hannostateleindie@gmail.com indicando nome, cognome, numero di telefono, taglia e indirizzo di spedizione.

«Per Pasqua – ricordano dallo staff della discoteca – avevamo devoluto un’importante somma all’Ausl Romagna con la maratona benefica Indieton, ma questa volta abbiamo pensato di aiutare chi ne ha ancora più bisogno».

Scuola, De Pascale scrive alla ministra: «300 milioni per avere più spazi e aule»

Il presidente della Provincia di Ravenna, in veste di presidente dell’Unione province italiane, con il presidente dell’Anci chiede di aumentare il fondo emergenze

Per ripartire la scuola italiana ha bisogno di altri 300 milioni di euro. Lo afferma il presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, che nella veste di presidente dell’Unione province italiane (Upi) ha inviato una lettera alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in vista dell’imminente ritorno in classe per richiedere di aumentare le risorse per il fondo emergenze, per affitti, noleggi o acquisti di nuovi spazi da adibire ad aule didattiche. La lettera è firmata anche da Antonio Decaro, presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci). Tra le altre richieste anche l'”assoluta urgenza per i Comuni di poter disporre della possibilità di utilizzare i contratti a tempo determinato in deroga ai vincoli attualmente vigenti con riferimento al tetto della spesa sostenuta nel 2009. La circostanza della lettera è riportata dall’agenzia di stampa Adnkronos.

Rai Radio 3 racconta la storia delle Albe con Ermanna Montanari e Marco Martinelli

Dal 30 agosto per tre weekend la trasmissione Pantagruel ripercorre le vicende della compagnia ravennate

Ravena Festival - chiamata pubblica per InfernoLa programmazione estiva di Pantagruel, trasmissione di Rai Radio 3, si chiude con un affondo di cinque capitoli sulla storia della compagnia ravennate Teatro delle Albe: dal 30 agosto Marco Martinelli e Ermanna Montanari (che saranno in diretta nella prima puntata) raccontano la storia dell compagnia. Regia del suono di Marco Olivieri. In conduzione Katia Ippaso.

Dopo aver ospitato Mimmo Cuticchio e la sua Opera dei Pupi, il Teatro Elfo-Puccini diretto da Elio De Capitani e Ferdinando Bruni e la Compagnia della Fortezza di Armando Punzo, la rassegna Storie teatrali 50 a cura di Laura Palmieri all’interno della trasmissione Pantagruel, si chiude dunque con tre weekend – sabato 30 agosto, poi il 5, 6, 12 e 13 settembre, sempre alle ore 17 – dedicati alla compagnia ravennate di Marco Martinelli e Ermanna Montanari. Si completa così la storia di quattro compagnie italiane che hanno segnato, ognuna in modo diverso e peculiare, la scena degli ultimi cinquanta anni.

Ravena Festival - chiamata pubblica per Inferno«Parleremo – dicono Martinelli e Montanari – di asini, di teatro politttttttico, con sette t, di bambini coraggiosi che attraversano il Mediterraneo per venire in Italia, di maghi, fate, magie, di Greta Thunberg e del nostro pianeta avvelenato, di Dante Alighieri e del suo poema profetico, dei campi della campagna romagnola, di deserti africani e di altri misteriosi sconfinamenti». Progetto e puntate riascoltabili in podcast.

Coronavirus: in provincia altri 20 casi, più della metà senza sintomi (3 ricoverati)

Negli ultimi sette giorni 146 diagnosi, stessi numeri di metà aprile nel pieno della pandemia ma ora si tratta di casa individuati attivamente dalla sanità pubblica

Pexels Cottonbro 3952185La provincia di Ravenna registra oggi, 29 agosto, altri venti nuovi casi di positività al coronavirus. Diventano così 146 negli ultimi sette giorni, numeri che non si registravano dalla prima metà di aprile. Con una doverosa precisazione: ora si fanno più tamponi e soprattutto li si fanno agli asintomatici sospetti per contatti con casi noti, quattro mesi fa si testavano solo i malati con sintomi e spesso anche gravi.

Per quanto riguarda oggi, i casi sintomatici sono 7 contro 13 asintomatici; 17 pazienti sono in isolamento domiciliare mentre tre sono ricoverati. Nove positività fanno riferimento a contact tracing di casi già noti; 5 casi sono stati diagnosticati a seguito dell’insorgenza di sintomi; 3 casi sono relativi a rientri dall’estero (2 Spagna e 1 Croazia);  3 casi sono relativi a screening di natura professionale.

Oggi non si sono verificati decessi bensì 6 guarigioni complete e quindi i guariti sono più di 1.060 su 1.397 casi diagnostica da inizio pandemia (92 i decessi).

Dall’inizio dell’epidemia in Emilia-Romagna si sono registrati 31.696 casi di positività, 149 in più rispetto a ieri, di cui 78 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Anche oggi in Emilia-Romagna si registra un numero di tamponi superiore a 10mila.

Dei 149 nuovi casi, 65 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 64 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti. Sono 24 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Il numero di casi di rientro da altre regioni è pari a 22.

L’età media dei nuovi positivi oggi è 34,9 anni. Su 78 nuovi asintomatici, 27 sono stati individuati attraverso gli screening e i test introdotti dalla Regione, 41 grazie all’attività di contact tracing,3 casi sono emersi dai test pre-ricovero e di 7 non è ancora nota l’origine.

Un bando della Regione da 5,4 milioni per rilanciare i vini made in Emilia-Romagna

Risorse per impianti più moderni e per promuovere la vendita diretta e l’e-commerce

La Regione Emilia-Romagna lancia un bando a favore del settore vitivinicolo con una dotazione di 5,4 milioni di euro per incentivare l’ammodernamento degli impianti e l’innovazione tecnologica in cantina, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei vini made in Emilia-Romagna e rafforzare la competitività delle imprese. Le risorse sono state assegnate alla Regione dal ministero delle Politiche agricole, nel quadro degli interventi finanziati dall’Ue attraverso l’Organizzazione comune di mercato (Ocm) del vino.

A disposizione delle imprese emiliano-romagnole che svolgono attività di produzione e commercializzazione dei prodotti vitivinicoli (vino e mosto d’uva) sono previsti contributi in conto capitale che arrivano fino al 40 percento delle spese per la realizzazione di progetti che puntano a valorizzare i vini di qualità (Doc, Docg e bio) e a dare una spinta all’introduzione di tecnologie innovative in cantina per rispondere alle nuove opportunità di mercato, compresa la vendita diretta e l’e-commerce. Il tutto con un occhio di riguardo alla riduzione dell’impatto ambientale del ciclo produttivo, al miglioramento della sicurezza sui luoghi di lavoro e al risparmio energetico.

I progetti di investimento dovranno avere una dimensione minima di 30mila euro e possono arrivare fino ad un importo massimo di un milione. Le domande devono essere presentate entro le ore 13 del 15 novembre 2020, secondo le modalità indicate sul proprio sito da Agrea.

Per garantire condizioni di accesso omogenee alla diverse tipologie di beneficiari, il budget disponibile è stato suddiviso in due tranche: il 40 percento delle risorse è destinato a finanziare i progetti di investimento presentati da imprese agricole che producono vino con le proprie uve e lo vendono direttamente; il restante 60 percento è invece riservato alle aziende agroindustriali che commercializzano il vino prodotto con materia prima in prevalenza acquistata da terzi o conferita da soci.

Tra le spese ammissibili figurano quelle legate alla costruzione e/o ristrutturazione di immobili; l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature specifici per l’attività di trasformazione e/o commercializzazione; gli arredi e allestimenti per la realizzazione di locali per la vendita diretta al consumatore finale dei prodotti aziendali e la creazione di siti internet per l’ e-commerce. Un’opportunità, quest’ultima, molto importante per consentire ai piccoli viticoltori di far conoscere le proprie produzioni nei mercati nazionali e internazionali. Sono comprese nell’elenco anche le cosiddette spese tecniche, ad esempio gli onorari di professionisti e consulenti, direttamente riconducibili agli investimenti realizzati.

La percentuale di aiuto è fissata al 40 percento delle spese ammissibili per le micro, piccole e medie imprese, scende al 20 percento nel caso di aziende fino a 750 dipendenti e fatturato annuo inferiore ai 200 milioni di euro e al 19 percento per le imprese ancora più grandi.

Tra i criteri di priorità adottati per la formazione delle graduatorie figurano: le produzioni bio e certificate, le etichette Dop ed Igp, l’appartenenza a forme aggregative di filiera, il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. In caso di parità di punteggio la precedenza andrà ai progetti che riguardano i maggiori quantitativi di uva e gli investimenti con minore importo di spesa ammissibile.

I progetti potranno avere una durata annuale o biennale: nel primo caso il pagamento del saldo avverrà nell’esercizio finanziario 2020-2021, nel secondo caso l’erogazione avverrà nell’esercizio successivo.  La durata del progetto dovrà essere dichiarata alla presentazione della domanda di sostegno.

Allerta meteo gialla: atteso un weekend di temporali e vento

Il 29 e 30 agosto sul territorio del comune di Ravenna

Dalle 12 di oggi, sabato 29 agosto, alla mezzanotte di domani, domenica 30 agosto, è attiva nel territorio del comune di Ravenna l’allerta meteo numero 65, per temporali e vento, emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia Romagna. L’allerta è gialla.

L’allerta completa si può consultare sul portale Allerta meteo Emilia Romagna dove sono presenti anche molti altri materiali di approfondimento, tra i quali le indicazioni su cosa fare prima, durante e dopo le allerte meteo, nella sezione “Informati e preparati”.

Le autorità raccomandano di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso: prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati; fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia, della grandine e del vento o suscettibili di essere danneggiati.

Scontro tra ciclisti in gruppo, uno finisce contro un’auto: è grave in ospedale

Incidente in via Celle, rilievi affidati alla polizia locale

Uno scontro tra cicloturisti in gruppo ha innescato una carambola che ha fatto finire uno di loro nella corsia di marcia opposta contro un’auto vettura. È la prima ipotesi della polizia locale sulla dinamica dell’incidente avvenuto questa mattina, 29 agosto, in via Celle a Faenza. L’uomo è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Bufalini di Cesena.

«Il coronavirus non è diventato più leggero ma in ospedale sappiamo curarlo meglio»

Il primario del reparto Malattie infettive di Ravenna: «Oggi si trasmette di più fra i giovani e ha effetti meno gravi su un fisico in buone condizioni». La previsione: «I servizi sanitari dovranno essere pronti a molti scenari ma non credo tornerà un lockdown»

Foto DonazioneRipete il superlativo «contagiosissimo» per tre volte di fila, con voce ferma: così il dottor Paolo Bassi, primario del reparto di Malattie infettive al Santa Maria delle Croci di Ravenna, mette in chiaro che a suo parere il coronavirus Sars-Cov-2 non è cambiato rispetto a sei mesi fa quando riempiva le terapie intensive e per certi periodi faceva almeno un morto al giorno in provincia (in totale sono 92 i decessi). «Sono cambiate altre cose, però – spiega il virologo –: le conoscenze di noi medici che riusciamo ad anticipare la diagnosi e quindi intervenire prima, e l’età media dei nuovi contagi che si è abbassata di una ventina di anni perché gli adulti stanno più attenti e quando una malattia colpisce un fisico in condizioni migliori ha effetti meno gravi».

Dottor Bassi, a suo giudizio il Sars-Cov-2 non è mutato per ora, ma potrebbe farlo in futuro?
«Sì, è un organismo vivente e come tale può modificarsi».

L’andamento dei contagi dice che come numeri siamo tornati a livelli di mesi fa ma non le stesse vittime. Qualcuno si sente autorizzato a ribadire che è stato fatto allarmismo eccessivo per un’influenza, che non serviva chiudere tutto. È così?
«Si tratta di scelte. L’Italia ha scelto la salute prima di tutto, il Regno Unito ad esempio ha scelto l’economia prima di tutto. Io credo che sia stato giusto chiudere tutto in quel momento, anzi forse avremmo dovuto essere più rigidi con le persone in arrivo dalla Cina con voli indiretti».

Ora la preoccupazione è rivolta all’autunno…
«Torneranno le scuole e tutto il tessuto produttivo. Nessuno sa lo scenario che si verrà a creare, dobbiamo essere pronti con i servizi ospedalieri: il grosso del lavoro sarà in mano all’igiene pubblica che a Ravenna è stata spettacolare nel fare un tracciamento dei possibili focolai, poi ci siamo noi ospedalieri che dovremo essere pronti a un apri-chiudi di servizi che vadano incontro a tutti i possibili scenari: i sospetti, gli accertati, i paucisintomatici (casi con sintomi inferiori allo standard, ndr)».

Potrebbe tornare il lockdown?
«Non credo. Avremo focolai, quanti non è ancora possibile prevederlo, ma non finiremo nella situazione di febbraio-marzo perché abbiamo una preparazione e una organizzazione diverse».

Avete capacità e farmaci in più?
«Sì. Essenzialmente c’è una sola terapia antivirale ma è cambiata la precocità diagnostica. All’inizio sapevamo nulla del virus, anche perché dalla Cina non è arrivata molta trasparenza, ma ora riusciamo ad agire in anticipo sui possibili danni della malattia e così interrompiamo la cascata».

Il 24 agosto è partita la sperimentazione del vaccino allo Spallanzani di Roma. Quando è realistico aspettarsi la distribuzione?
«Non prima di un anno».

Oggi i contagi si propagano di più fra i giovani ma per un corpo in salute l’effetto è più leggero. Qual è la linea da tenere verso questa fascia di popolazione?
«Evitiamo il terrorismo, evitiamo di spaventare i ragazzi perché poi si ottiene l’effetto contrario facendo innescare una voglia di sfida, di ribellione: li sento a volte i discorsi dei ragazzini che sembrano quasi voler fare apposta. D’altra parte è comprensibile la loro minore attenzione alle precauzioni, tutti sappiamo che a vent’anni siamo stati meno prudenti: il mio consiglio è di coinvolgerli in modo tranquillo con un approccio educativo che non riunci al tentativo di informare i ragazzi dei rischi».

Distanziamento, mascherine, mani igienizzate: restano sempre valide queste tre semplici regole?
«Confermo. E posso dire che funzionano: ho passato tre mesi tra i malati applicandole e non mi sono infettato. Se fossero applicate in maniera scrupolosa anche a scuola sono convinto che i contagi saranno contenuti».

Dopo sei mesi di contrasto al virus si può fare un quadro dei sintomi più caratteristici?
«Nella maggioranza dei casi non si differenzia dalle normali influenze stagionali che danno febbricola e disturbi dell’apparato respiratorio alto. A volte si manifestano altri sintomi che però compaiono anche in altre influenze. Finora l’unico tratto che pare davvero distintivo è la perdita di gusto e olfatto».

I genitori di Roncalceci preoccupati: «Dopo la morte di don Ugo chiuderà la scuola?»

Materna e dopo scuola per tre giorni a settimana voluti dal parroco cinquant’anni fa. Ora sarebbero emerse problematiche che il prete cercava di sanare

I genitori dei bambini che frequentano la scuola materna e il doposcuola della curia a Roncalceci sono preoccupati che la diocesi possa chiudere il servizio dopo la morte di don Ugo Salvatori che avevo voluto e sosteneva la scuola.

In una lettera aperta i genitori manifestano tutta la loro preoccupazione: «La scuola Maria Immacolata, fortemente voluta da Don Ugo Salvatori che ne  curava direttamente la gestione da circa un decennio, esiste da più di  cinquant’anni ed alla sua costruzione e mantenimento hanno contribuito tanti  concittadini e  benefattori, tanto che  una parte dei loro nomi  sono incisi su una lapide all’ingresso della struttura. Dopo la morte di Don Ugo pare siano emerse problematiche esistenti da tempo, ma che lo stesso ha sempre cercato di sanare negli anni con grande impegno, motivato dall’amore che nutriva verso i bambini ed il rispetto per l’operato delle suore che da sempre si prendono cura della struttura.
Chiudere questa scuola significherebbe chiudere un pezzo di storia di Roncalceci, disconoscere il buon cuore e la generosità di tanti cittadini, ma sopratutto, cosa ancor più grave,  rinnegare parte dell’impegno che Don Ugo ha profuso durante la sua vita».

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