martedì
02 Settembre 2025

Carabiniere di leva ucciso nel 1987, chiesto il rinvio a giudizio di tre persone

Si tratta di due ex militari e dell’idraulico del paese

X PAVANELLa Procura di Ravenna ha chiesto il rinvio a giudizio di tre persone per l’omicidio di Pier Paolo Minguzzi, il 21enne studente universitario, rampollo di una famiglia di imprenditori di Alfonsine, e carabiniere di leva alla caserma di Mesola, nel Ferrarese.

Venne sequestrato a scopo di estorsione la notte del 21 aprile 1987 mentre rincasava, strangolato e gettato nel Po di Volano, incaprettato a una pesante grata sradicata da un casolare abbandonato di Vaccolino.

Tre, secondo quanto riportato dalla stampa locale, sono i reati contestati in concorso: sequestro di persona, occultamento di cadavere e omicidio pluriaggravato.

Sotto accusa, due ex carabinieri all’epoca in servizio alla caserma di Alfonsine: Orazio Tasca, 55enne originario di Gela (Caltanissetta) ma da tempo residente a Pavia; e Angelo Del Dotto, 57enne di Ascoli Piceno. E poi c’è l’idraulico del paese, il 64enne Alfredo Tarroni.

L’udienza è stata fissata davanti al Gup di Ravenna per metà giugno. (Ansa.it)

Turismo, si riparte il 18 maggio: ecco le regole per hotel e campeggi

Condivise le linee guida in un incontro tra Regione, associazioni di categoria, sindacati ed enti locali

440 14 Strand Hotel Colorado 5900727445390Informazione capillare, responsabilizzazione degli ospiti e del personale, distanziamento interpersonale e pulizia rigorosa di tutti gli spazi. L’Emilia-Romagna è pronta a ripartire e, da lunedì 18 maggio, ad accogliere i turisti in sicurezza dopo il lockdown causato dall’emergenza coronavirus.

Sono state condivise questa mattina (13 maggio), in un incontro tra Regione, associazioni di categoria, sindacati e rappresentanti degli enti locali, le linee guida per le strutture ricettive da Piacenza a Rimini. Due documenti – uno per alberghi e residenze turistico-alberghiere, l’altro per campeggi, villaggi turistici e marina resort – con tutte le indicazioni utili per assicurare agli ospiti e al personale che lavora nel settore, un soggiorno sereno e senza rischi.

In particolare, sono l’informazione e la responsabilizzazione le azioni comuni che unificano l’accoglienza in tutte le tipologie di strutture ricettive. A partire dall’arrivo dove gli ospiti dovranno trovare depliant informativi o cartelloni con le indicazioni, in italiano e in inglese, del giusto comportamento da tenere per contenere il virus: dalle raccomandazioni sul mantenimento della distanza sociale e sul lavaggio frequente della mani, agli obblighi di restare al proprio domicilio in presenza di febbre (oltre 37.5°) o se si è stati a contatto con persone positive al Covid-19 nei 14 giorni precedenti all’arrivo, alla consapevolezza e l’accettazione di non poter restare nella struttura in caso di sintomi di influenza e insorgenza di febbre, che vanno dichiarati tempestivamente, così come se si sta soggiornando con una persona che presenta sintomi di contagio.

Per quanto riguarda il distanziamento interpersonale di almeno un metro, va sempre garantito in tutte le fasi, dal check-in al check-out prevendendo anche modalità di prenotazione e pagamento online l’invio telematico delle informazioni necessarie per la registrazione prima dell’arrivo, l’indicazione in caso di registrazioni plurime di un capo-gruppo che tiene i contatti con la reception e, dove possibile, l’attivazione di  sistemi di virtual concierge, l’installazione di eventuali modalità di chiusura come la “reception glass”. Il tutto sempre per evitare code e assembramenti di ogni tipo, con la raccomandazione, quando sia difficile mantenere la distanza consigliata, di dotarsi di mascherine, guanti, schermature e ogni altra attrezzatura idonea allo scopo. Distanziamento che vale, ovviamente, anche per il personale della reception (previste anche schermature laterali tra le persone) e per tutti i lavoratori della struttura.

La capienza degli ascensori negli alberghi deve essere tale da consentire il rispetto della distanza interpersonale che può essere derogata in caso di persone che facciano parte dello stesso nucleo familiare o che condividano la camera.

E il mantenimento della distanza deve accompagnare gli ospiti in ogni momento del soggiorno, dalla consumazione dei pasti alla pulizia delle stanze – con facoltà di chiedere che il personale addetto alle pulizie non faccia ingresso in camera.

Per questo sono vietati happy hour, degustazioni, buffet e le consumazioni vanno fatte ai tavoli con menu preferibilmente digitali e su dispositivo del cliente o, in caso di menu cartacei, disinfettati dopo ogni uso.

Vietati gli intrattenimenti danzanti e gli eventi musicali di qualsiasi genere, con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale, mentre per l’animazione dei bambini ci si dovrà rifare al protocollo regionale per i Centri estivi.

Sì agli sport individuali praticati sempre nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, mentre per gli sport a coppie o in squadre valgono le indicazioni fornite dal ministero dello Sport e dalle federazioni per la pratica sportiva.  Per quanto riguarda le piscine e aree benessere bisogna far riferimento alle norme di sicurezza che saranno indicate per la riapertura di queste attività, altrimenti occorrerà inibirne l’accesso e l’utilizzo. Mentre per l’utilizzo delle spiagge private valgono le linee guida apposite per gli stabilimenti balneari.

Per quanto invece riguarda meeting, conferenze e riunioni, in attesa di apposita disciplina, nel protocollo per le strutture alberghiere vengono fornite indicazioni sull’accoglienza dei partecipanti, la loro registrazione, l’assegnazione di posti e le modalità di intervento per oratori e moderatori.

Infine, pulizia e disinfezione costituiscono un capitolo importante del protocollo a partire dagli spazi comuni dove devono essere messi a disposizione degli ospiti distributori di gel con una concentrazione di alcol al 60-85% per le mani, alle indicazioni puntuali per il personale che dovranno occuparsi dell’igiene di tutti gli oggetti toccati dai clienti e da loro stessi nel corso della giornata di lavoro.
Mascherine, guanti monouso e disinfettante per superfici dovrebbero essere disponibili, anche a pagamento, degli ospiti che ne facciano richiesta.

E in caso di ospite con sospetto Covid i protocolli forniscono indicazioni precise per la segnalazione alle autorità sanitarie, che deve essere tempestiva, e al trattamento della persona in attesa del parere sanitario e degli eventuali co-soggiornanti, fino alla disinfezione della stanza e allo smaltimento dei rifiuti in sicurezza.

Ravenna, il vicesindaco: «Al lavoro per far riaprire anche i circoli ricreativi»

Fusignani: «Nel forese sono punti di riferimento per i cittadini»

Circolo Pri Santerno
Il vicesindaco Fusignani alla riapertura, alcuni mesi fa, del circolo Pri di Santerno

In vista delle riaperture annunciate dalla Regione Emilia Romagna per il 18 maggio il vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani richiama l’attenzione sui circoli ricreativi.

«Sono in contatto con la Regione – dichiara Fusignani – e in particolare con l’assessore Andrea Corsini, che mi ha ascoltato con grande attenzione. Sono naturalmente favorevole alla ripresa delle diverse attività, che la nostra Regione sta responsabilmente pianificando nel rispetto delle fondamentali regole sanitarie, e in questo contesto mi preme porre l’accento sui circoli ricreativi, che specialmente nel nostro forese rappresentano un servizio molto importante per la cittadinanza, anche per la storia che hanno alle spalle».

«In molti paesi – continua Fusignani – i circoli ricreativi costituiscono dei veri e propri punti di riferimento per i cittadini, spesso gli unici. Invito quindi gli organismi preposti a valutarne l’apertura il più presto possibile, preferibilmente a partire dal 18 di maggio ed eventualmente non troppo oltre questa data. Naturalmente anche in questo caso si dovrà procedere rispettando tutte le misure di sicurezza possibili».

Un liceo a Cervia? Sondaggio del Comune: «Se c’è l’interesse, pronto nel 2021»

Un questionario verrà inviato agli alunni delle medie. Il sindaco: «Un’offerta alle famiglie»

MedrimCervia potrebbe avere per la prima volta nella sua storia un liceo. «L’idea non ha come obbiettivo solo quello di dare una offerta scolastica in più ai cervesi, ma quella di dare un vero e proprio servizio, un’offerta concreta alle famiglie che vivono in questa bellissima città e non sol», ha dichiarato il sindaco di Cervia Massimo Medri.

«Abbiamo per questo pensato di interpellare le famiglie – rivela quindi Medri – e chiedere il parere di chi dovrà poi usufruire di questo nuovo servizio. Un sondaggio propedeutico all’eventuale futura costituzione di un liceo a Cervia. Per avviare tale percorso abbiamo richiesto la collaborazione di studenti e famiglie tramite la compilazione di un questionario che fornirà elementi essenziali per valutarne la fattibilità a partire dall’anno scolastico 2021-2022».

Il sindaco ringrazia quindi la Provincia di Ravenna «che sta collaborando attivamente con il Comune di Cervia per rendere possibile questo nuovo percorso». Come conferma lo stesso presidente della Provincia, Michele de Pascale, in un video.

Il questionario verrà inviato direttamente agli alunni dalle Direzione Didattiche.

L’azienda che stampa case in 3d:«Il futuro è nei villaggi tecnologicamente avanzati»

Il fondatore di Wasp, Massimo Moretti: «Abbiamo già almeno tre terreni disponibili, ora serve la volontà politica»

Moretti Wasp
Moretti di Wasp

«La pandemia sta dimostrando quello che molti studi, anche filosofici, avevano già da tempo previsto: la fragilità del modello delle grandi città, con grandi assembramenti, metropolitane e mezzi di trasporto di massa». Un’alternativa a questo modello di sviluppo arriva da Wasp, l’azienda di Massa Lombarda che nel futuro c’era già, quando nel 2012 nacque il progetto di costruire case a km zero, con una stampante 3d.

Ora Wasp è un fiore all’occhiello del territorio, con una quarantina di dipendenti, che è in grado davvero di stampare case in 3d, da quando nel 2015 ha creato BigDelta, una stampante gigante alta 12 metri. «Ora ancor di più vedo per il futuro un ritorno a un tipo di società lontana dai grandi centri – prosegue Massimo Moretti, fondatore e Ceo di Wasp –, con villaggi, non certo come l’antichità, ma tecnologicamente avanzati, dove tutte le tecnologie sono a disposizione, il sapere viaggia liberamente attraverso il web, si produce senza grosse scorte di magazzino, fabbricando in maniera digitale pezzi su misura, quando servono. Questo porterà a un altro approccio, non più industriale, ma di “maker economy”, come mi piace chiamarla, che porterà anche a nuove professioni, in grado di unire computer ma anche campagna, tecnologie e lavoro nei campi».

Una visione di futuro che fa di Moretti e Wasp, secondo molti, dei sognatori… «Ma siamo dei sognatori che già diamo da lavorare a quaranta persone nell’ambito della stampa 3d. Io credo che sia necessaria una volontà politica per portare avanti certi progetti. Noi siamo pronti, abbiamo già un terreno dove poter far nascere il primo villaggio, vicino a Massa Lombarda. Un altro potrebbe esserci messo a disposizione in Sicilia. Un altro ancora, con il supporto della politica locale, potrebbe nascere in Eritrea. Noi non chiediamo soldi alla politica, ma solo di non avere troppi intralci…».

Per progetti così innovativi è spesso la burocrazia il maggior ostacolo. «Le nostre case – continua Moretti – tanto per dare l’idea, sono fatte di terra, paglia e sole. E in Italia terra e paglia vengono considerati rifiuti».

«Ma questo è il modello che abbiamo in mente e noi andiamo in questa direzione. Se non riuscirà a prendere forma qui, lo faremo altrove, dove altri lo riescono a immaginare».

Protection Helmet MY SPACE At Work
Il casco ideato da Wasp

E la burocrazia, inizialmente, aveva intralciato Wasp anche in questo periodo di emergenza, in cui, su base praticamente volontaria, si è data da fare per contribuire a realizzare dispositivi di protezione individuale. «Siccome il nostro progetto è sempre stato quello di acquisire una base molto flessibile per poterci adeguare alle esigenze – spiega ancora Moretti – è stato naturale nel periodo dell’emergenza concentrarci su questo obiettivo. Abbiamo così ideato diversi progetti, sbattendo però a muso duro contro le normative, che prevedevano una certificazione di almeno sei mesi. Ma essendo poi finiti i dispositivi certificati, le istituzioni hanno dovuto in questo caso sbloccare le norme e permettere l’utilizzo di qualsiasi dispositivo». Tra cui le visiere e i caschi protettivi ideati da Wasp in “open source”, riproducibili quindi ovunque. Ma prodotti in particolar modo proprio nell’azienda di Massa Lombarda che ha a disposizione i macchinari adatti e che per alcune settimane ha rifornito gratuitamente medici e professionisti. «Il nostro primo modo di rispondere all’emergenza è stato appunto quello di condivisione del sapere. Ora invece abbiamo creato un vero e proprio comparto commerciale, riuscendo a vendere in particolare i caschi con il sistema di aerazione (vedi foto, ndr) e in particolare a studi dentistici di ogni parte d’Italia». «Per il futuro – conclude Moretti – noi crediamo che la stampa 3D sarà uno strumento sempre più utile, in un mondo in rapido cambiamento, essendo molto elastico, che permette di iniziare a produrre già da un giorno all’altro. In questa emergenza, per esempio, abbiamo contribuito anche a “sfornare” respiratori modificando le maschere da sub, perfezionare un sistema per evitare che le mascherine non “tirino” più le orecchie, realizzato mascherine su misura, ganci per qualsiasi tipo di filtro. Ora stiamo pensando a una produzione rapida di un sistema che possa far evitare di toccare le maniglie per aprire le porte».

Parrucchieri ed estetisti, dal 18 maggio riaperture senza limiti di orario

Ordinanze in arrivo in tutta la provincia di Ravenna

parrucchiere generica
parrucchiere generica

In vista della riapertura delle attività di acconciatore ed estetista, annunciata dalla Regione Emilia Romagna per lunedì 18 maggio, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha firmato un’ordinanza che liberalizza i giorni e gli orari di apertura delle attività stesse.

Tutto questo per consentire agli operatori di recuperare il più possibile il lavoro perduto durante il periodo di chiusura causato dall’emergenza Coronavirus e ai clienti di fruire il più rapidamente possibile di servizi dei quali hanno dovuto per lungo tempo fare a meno.

«Con questo atto che sarà proposto analogamente da tutti i sindaci della provincia  – dichiara il sindaco Michele de Pascale – concretizziamo la proposta formulata dalle associazioni economiche, e fortemente richiesta da tutta la categoria del benessere e dei servizi alla persona, di impostare una procedura che consenta di potere lavorare con orari più ampi e senza giornate di chiusura, una volta che verrà disposta la riapertura delle attività».

Il provvedimento, coerente con la normativa sulle liberalizzazioni, prevede quindi che vengano abrogati qualunque limite massimo e minimo di orario giornaliero o settimanale; qualunque fascia oraria di apertura o chiusura; l’obbligo di chiusura infrasettimanale; l’obbligo di chiusura domenicale e festiva.

Resterà obbligatorio, da parte degli esercenti, comunicare al pubblico gli orari di apertura mediante cartelli o altri mezzi idonei di informazione; non sono previsti obblighi di comunicazione preventiva dell’orario al Comune. La chiusura per ferie non dovrà essere comunicata, ma comporterà l’obbligo dell’apposizione di un cartello indicante il periodo. Se la chiusura per ferie o quella temporanea per particolari motivi supererà i 30 giorni consecutivi dovrà essere inoltrata, in modalità telematica, comunicazione al servizio competente del Comune.

Sono fatte salve le condizioni economiche e normative dei lavoratori dipendenti e, in particolare, il rispetto dell’orario previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro delle categorie interessate.

Coronavirus, il bollettino: a Ravenna nessun morto e nessun nuovo caso di positività

In tutta la regione i contagiati nelle ultime 24 ore sono solo 53 in più

In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.929 casi di positività, 53 in più rispetto a ieri (11 maggio): fra gli aumenti giornalieri più bassi mai registrati finora. I test effettuati hanno raggiunto quota 239.178 (+4.559). Le nuove guarigioni oggi sono 274 (16.243 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -239, passando dai 7.040 registrati ieri agli odierni 6.801. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 9.442, fra i più alti nel Paese.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi (12 maggio) sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.694, -37 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 136 (-5). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-153).
Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 16.243 (+274): 2.318 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 13.925 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Purtroppo, si registrano 18 nuovi decessi: 13 uomini e 5 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.885. I nuovi decessi riguardano 3 residenti nella provincia di Piacenza, 3 in quella di Modena, 6 in quella di Bologna (1 nell’imolese), 3 in quella di Forlì-Cesena (nel cesenate), 2 in quella di Rimini, 1 da fuori regione. Nessun decesso nelle province di Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.386 a Piacenza (11 in più rispetto a ieri), 3.317 a Parma (2 in più), 4.854 a Reggio Emilia (5 in più), 3.830 a Modena (7 in più), 4.415 a Bologna (20 in più), 390 le positività registrate a Imola (1 in più), 977 a Ferrara (lo stesso dato di ieri). In Romagna sono complessivamente 4.760 (7 in più), di cui 999 a Ravenna (lo stesso dato di ieri), 930 a Forlì (2 in più), 754 a Cesena (2 in più), 2.077 a Rimini (3 in più).

Lockdown: in marzo calo traffico 55-60 percento. Un sondaggio per la nuova mobilità

Il confronto tra lo stesso mese del 2020 e del 2019 con i dati raccolti in provincia di Ravenna dai portali della Regione per misurare i transiti dei veicoli. Sul raccordo A14 Bis la diminuzione è arrivata all’80 percento

Il lockdown imposto per contrastare la diffusione del coronavirus ha causato a marzo una riduzione del traffico sulle strade in provincia di Ravenna del 55-60 percento rispetto allo stesso mese del 2019. Con un picco dell’80 percento per l’A14 Bis. Questo è quanto emerge mettendo a confronto i dati raccolti dai varchi installati dalla Regione per conteggiare i veicoli in transito nei punti nevralgici della rete viaria e dei caselli delle Autostrade

Si tratta di strumenti con funzione solamente statistica: conteggiano i transiti (distinguendo tra veicoli pesanti e leggeri) e non fanno sanzioni. Attualmente nella nostra provincia ce ne sono 18 che in marzo hanno raccolto dati, un paio di questi non per tutto il mese. L’anno scorso erano invece venti. Prendiamo in esame marzo perché è il dato più aggiornato disponibile sul portale web.

Il punto più trafficato a marzo nella nostra provincia è sulla via Emilia tra Castel Bolognese e Faenza. In totale, conteggiando entrambe le corsie, 304mila veicoli (di cui il 5 percento pesanti): un anno prima in quello stesso punto erano stati 700mila (il 56 percento in più).

Nella graduatoria dei punti più trafficanti al secondo posto durante la quarantena troviamo la statale 16 all’altezza di Camerlona: 254mila veicoli (di cui il 10 percento pesanti). In questo caso non c’era la misurazione dodici mesi prima.

La diminuzione più consistente si è registrata sulla via Bollana (Sp71bis) all’altezza di Montaletto: da 394mila veicoli a 151mila, un calo del 61 percento.

A marzo del 2019 mezzo milione di transiti sulla provinciale 253 nei pressi dello svincolo A14 a Fornace Zarattini. Questanno il totale è sceso del 55 percento arrivando a 226mila. Un mezzo milione di veicoli anche sulla via Emilia l’anno scorso al confine provinciale tra Castel Bolognese e Imola: quest’anno solo 220mila.

Le percentuali del calo sono ancora più significative nel raccordo autostradale A14 Bis. Secondo i dati dei caselli nella nona settimana (24 febbraio-1 marzo) c’è stato un calo del 21,4 percento rispetto alla stessa settimana del 2019. Nella tredicesima settimana (23-29 marzo) il calo da un anno all’altro è stato addirittura dell’80 percento.

In tema di spostamenti, va segnalato che il gruppo di lavoro per la mobilità personale del Tavolo di Coordinamento provinciale per la sicurezza e la ripresa sta lavorando per una rimodulazione del trasporto pubblico locale e, in particolare, per predisporre l’avvio di quello scolastico quando ci sarà la riapertura delle scuole. Per capire l’orientamento della popolazione il Comune di Ravenna ha aderito, dando il proprio patrocinio, al sondaggio pubblico lanciato da un gruppo di società e di associazioni del settore dei trasporti e della mobilità. Un modo rapido per conoscere abitudini e opinioni di chi si sposta tutti i giorni per lavoro o per altre esigenze. È possibile partecipare, lo possono fare tutti, attraverso la compilazione di un breve questionario online al seguente link https://forms.gle/2eGm7tiNK7YihD7AA. Poche semplici domande per capire come le persone si muovevano prima del Coronavirus, come hanno deciso di farlo durante l’emergenza e come pensano in futuro di cambiare le proprie abitudini per gli spostamenti.

Auto con nascondigli, un revolver e tanta droga: ecco la banda del narcotraffico

La squadra mobile ha concluso un’indagine iniziata a settembre 2018: in totale sequestrati 23 kg di stupefacenti e 130mila euro in contanti. Ordinanza cautelare per undici persone: 8 sono in carcere

Avevano auto allestite con vani creati al posto degli airbag nei cruscotti per nascondere la droga, avevano una fitta rete di clienti a cui vendere la roba, avevano un revolver a portata di mano. Era una banda di narcotrafficanti ben organizzata. Per circa 9 mesi a cavallo tra il 2018 e il 2019 la squadra mobile della polizia di Ravenna ha indagato su di loro e oggi, 12 maggio 2020, è arrivato l’epilogo dell’inchiesta “Robbed Cheese”: a undici uomini (7 italiani, 3 albanesi e un marocchino tutti residenti in provincia) è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare (otto in carcere, uno con obbligo di dimora e due con obbligo di firma).

L’inchiesta prende nome da un episodio avvenuto a maggio dell’anno scorso. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali tramite cimici nelle vetture usate dagli indagati, gli investigatori si sono resi conto che in un boschetto nelle campagne di Mezzano era stata nascosta della droga. I poliziotti di notte hanno recuperato il pacchetto (580 grammi di cocaina per un valore di circa 20mila euro) ed è stato come se avessero sfilato il formaggio da sotto il naso ai malviventi. Tra la banda si è scatenato il panico: temendo di non ricordare più il punto esatto in cui era stata seppellita la droga, nei giorni seguenti hanno rivoltato tutta la terra per una vasta area nel boschetto alla ricerca dello stupefacente.

L’indagine era nata a settembre del 2018 quando due distinte operazioni avevano portato a cinque arresti e al sequestro di quantitativi importanti di droga. Due casi che non erano sembrati secondari e così l’Antidroga aveva iniziato alcune verifiche trovando punti in comune, sufficienti da alimentare un filone investigativo.

All’alba di oggi arresti e perquisizioni: sono stati sequestrati 25 grammi di cocaina, 70 di marijuana, Mdma liquida e anfetamine oltre a undicimila euro in contanti. Ma dall’inizio dell’operazione il totale della droga recuperata ammonta a 8 kg di cocaina, 15 kg di marijuana e 130mila euro in contanti.

Il 14 maggio tornano le mascherine gratuite in farmacie e parafarmacie di Ravenna

Sono il doppio rispetto alla prima distribuzione del mese scorso

Mascherina Sanitaria Chirurgica ImgDa giovedì, 14 maggio, saranno ritirabili gratuitamente dai cittadini le mascherine chirurgiche, arrivate dalla Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna, in tutte le farmacie del comune di Ravenna e nelle parafarmacie elencate in fondo all’articolo.

Il quantitativo in distribuzione è il doppio rispetto alla prima volta, quindi 140mila. Di queste la metà andrà a farmacie e parafarmacie e le altre 70mila saranno così suddivise: ai pazienti diabetici, oncologici, dializzati e a chi fa radioterapia saranno consegnate attraverso le unità operative ospedaliere, in collaborazione con l’Ausl; ai cittadini non autosufficienti saranno recapitate direttamente al loro domicilio grazie a volontari; ai cittadini che usufruiscono dell’assistenza domiciliare del Comune verranno consegnate dagli operatori del servizio stesso; ai cittadini in carico ai servizi sociali comunali saranno consegnate nelle sedi del servizio sociale territoriale nelle occasioni di ricevimento.

Sono state preparate, come l’altra volta, in bustine da 5, una per famiglia, e per il ritiro si consiglia di evitare il più possibile gli assembramenti davanti alle farmacie, anche in virtù della raddoppiata disponibilità di mascherine.

«È anche con queste piccole, ma importanti azioni – commenta l’assessore alla Protezione civile, Gianandrea Baroncini – che le istituzioni cercano di rispondere ai cittadini in questi giorni complicati. Le nostre abitudini sono state profondamente modificate, in particolare, nei rapporti con gli altri e con gli affetti più cari. Questi dispositivi sono diventati importanti per proteggerci a vicenda dal Covid-19 e indossarle, anche in quei casi in cui non è un obbligo, diventa un segno di responsabilità e rispetto verso tutti».

Un particolare ringraziamento, da parte del sindaco, dell’assessore e di tutta la struttura comunale di Protezione Civile, va ai volontari dell’associazione RC Mistral che per diversi giorni hanno spacchettato e realizzato le confezioni da 5 mascherine ciascuna, e a Villaggio Globale per la consegna a domicilio. Tutti osservando le prescrizioni di sicurezza.

Elenco delle parafarmacie nelle quali saranno disponibili gratuitamente le mascherine:

Cesarea – Ravenna via Cesarea 205
Coop centro commerciale Teodora – Ravenna via Manlio Travaglini, 6,
Coop Faentina – Ravenna piazzale Pietro Nenni, 1
Dottoressa Salerno – Marina di Ravenna viale delle Nazioni 125 Marina
Darsena – Ravenna via Trieste 107
Elisir – Ravenna via A.Bozzi 43
FarmaCHL  – Ravenna via Rotta 65/A
Ipercoop ESP – Ravenna via M. Bussato, 86,
L’economica – Ravenna via Bassano del Grappa, 34/B
Montanari – Ravenna via Cassino, 71
Naturalmente – Ravenna Via dell’Aida, 15
Obiettivo Salute – Ravenna Via P. Pavirani 32/34/36
Ricci (c/o centro commerciale Gallery) – Ravenna viale Antonio Gramsci, 8

Anziano morto in ospedale dopo un formicolio a un piede: «Intossicato dai farmaci»

L’accusa dei parenti. Aperto un fascicolo d’indagine in procura a Ravenna

Ospedale Umberto Lugo
L’ospedale di Lugo

Un fascicolo di indagine è aperto in Procura a Ravenna in seguito alla denuncia dei familiari di un 82enne morto il 20 dicembre all’ospedale di Lugo.

L’esposto dei parenti, assistiti dall’avvocato Chiara Rinaldi, chiede il sequestro della documentazione clinica, lamentando ritardi nella diagnosi e una condotta attendista dei sanitari e sostenendo che il decesso sarebbe avvenuto per un’intossicazione da farmaci.

Le indagini sono dei carabinieri di Lugo, coordinati dal pm Marilù Gattelli.

Secondo quanto riferito dai familiari, l’anziano era stato ricoverato il 21 novembre, dopo una caduta per un formicolio a un piede. In pronto soccorso venne accertata un’insufficienza renale e il giorno dopo un un farmaco gastroprotettore gli avrebbe scatenato una reazione allergica. L’82enne da quel momento è rimasto ricoverato e le sue condizioni sono andate via via peggiorando, senza che fosse stata fatta una diagnosi precisa, sostiene la famiglia, e in particolare senza un accertamento cardiologico suggerito dagli stessi medici. (Ansa.it)

Le regole per il mare: racchettone in singolo, stop happy hour, 12 mq per ombrellone

Le linee guida dell’Emilia-Romagna per la stagione balneare 2020, al via il 18 maggio

MareUna superficie minima a ombrellone di 12 metri quadrati (indicativamente 4 e 3 metri tra paletti degli ombrelloni e delle file); 1,5 metri tra le attrezzature di spiaggia, come lettini e sdrai sulla battigia; numerazione e assegnazione delle postazioni o degli ombrelloni; stewart appositamente formati per accompagnare gli ospiti all’ombrellone o al lettino; pasti ordinati attraverso un servizio di delivery con consegna per la consumazione all’ombrellone-lettino, oppure in aree ristorazione in grado di garantire il distanziamento sociale; aree giochi per bambini delimitate e con un numero massimo di presenze consentite; servizi igienici, docce e cabine pulite e disinfettate ogni giorno e ad ogni cambio di clientela. E poi spiagge libere con la possibilità, da parte dei Comuni, di prevedere accessi contingentati.

Riparte dalla costa lunedì 18 maggio l’industria turistica dell’Emilia-Romagna post lockdown, con linee guida condivise e in grado di garantire in sicurezza la stagione balneare 2020. È infatti appena terminato l’incontro tra Regione, associazioni di categoria, sindacati, Comuni costieri e Direzione Marittima, con la condivisione di un documento che mette nero su bianco le regole da rispettare per l’estate post emergenza Coronavirus.

«Un lavoro concertato e che ha coinvolto in modo attivo tutte le realtà interessate – spiega l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini –. Siamo stati i primi in Italia a muoverci in questo senso e gli unici a fare tavoli di confronto, perché una cosa è certa: solo insieme, con senso civico e grande responsabilità individuale e collettiva, possiamo uscire da questa situazione e lasciarci alle spalle l’emergenza Covid-19. Grazie al grande lavoro di squadra che abbiamo messo in campo per la ripartenza e con la collaborazione di tutti riusciremo infatti a garantire anche in un anno così difficile, la vacanza al mare in sicurezza».

In pratica saranno quattro le parole chiave dell’estate 2020 al mare: informazione capillare sulle regole da tenere per scongiurare ogni forma di contagio; responsabilizzazione degli utenti della spieggia; distanziamento sociale tra personale, addetti e clienti per evitare rischi di assembramento; pulizia rigorosa e quotidiana di tutti gli spazi comuni e nella preparazione e somministrazione di cibi e bevande.

Le linee guida condivise

Si parte dall’arrivo in spiaggia con accessi allo stabilimento balneare che dovranno avvenire in modo ordinato, evitando assembramenti e nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e, dove possibile con percorsi differenziati per l’ingresso e l’uscita dallo stabilimento. In caso di afflussi consistenti di persone, potranno essere previsti ingressi contingentati, anche su prenotazione telefonica o informatica fino ad esaurimento dei posti ombrelloni e posti lettini. I gestori potranno, anche in forma aggregata, utilizzare piattaforme online per le prenotazioni e per evitare code alle casse potranno promuovere sistemi di pagamento veloci (card contactless) o con carte prepagate o attraverso portali/app web.

Il personale addetto al ricevimento e all’accompagnamento dei clienti, in caso non sia possibile assicurare la distanza interpersonale di almeno un metro, dovrà essere dotato di dispositivi e attrezzature di protezione nelle postazioni di lavoro (es. mascherine o schermature) e dovrà fornire ai clienti tutte le informazioni relative alle disposizioni e ai comportamenti da rispettare all’interno dello stabilimento per prevenire i rischi.

Potranno essere previste la numerazione delle postazioni/ombrelloni e la annotazione per ogni postazione dei clienti, stagionali e giornalieri, anche per eventuali indagini di natura sanitaria; l’individuazione di modalità di transito da e verso le postazioni/ombrelloni e stazionamento/movimento sulla battigia; l’accompagnamento alla zona ombreggio da parte di personale dello stabilimento (stewart).

In caso di pioggia o cattivo tempo i clienti non potranno sostare nei locali dello stabilimento che non sia in grado di garantire le distanze consentite (sedute ristorante, bar, sale…).

In spiaggia, gli ombrelloni dovranno essere posizionati in modo da avere una superficie minima ad ombrellone di 12 metri quadrati (indicativamente ad una distanza tra i paletti di ombrelloni e file di 4 metri e 3 metri).

Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sdrai …) non sistemate sotto l’ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di 1,5 metri.

Le uniche deroghe ammesse alle distanze interpersonali riguardano i componenti di uno stesso nucleo familiare o le persone che pernottano nella stessa stanza o unità abitativa di una struttura ricettiva del territorio regionale. In questo caso vale la responsabilità individuale.

Tutte le attrezzature di spiaggia in dotazione allo stabilimento balneare – sedie, sdraio, lettini, attrezzature galleggianti e natanti – dovranno essere pulite ogni giorno e disinfettate  periodicamente con soluzione igienizzante a base di cloro. La disinfezione dovrà comunque essere garantita ad ogni cambio di clientela.

Pulizia più volte al giorno per i servizi igienici – per clienti e personale – e disinfezione a fine giornata dopo la chiusura. Anche le docce, meglio quelle all’aperto, dovranno essere pulite con disinfezione a fine giornata. Per quanto riguarda le cabine vanno invece evitati gli usi promiscui (con le deroghe previste per nucleo famigliare o soggiornanti nella stessa camera), con disinfezione ad ogni cambio di clientela. Se si usano come spogliatoi occorre posizionare Kit con accessori per autopulizia come nei servizi igienici.

Per quanto riguarda il servizio di bar e ristorante si promuove da parte delle strutture balneari l’attivazione di un servizio di delivery su ordinazione, con consegna dei cibi e bevande all’ombrellone-lettino nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e si suggerisce comunque di tenere all’aperto l’area di somministrazione. Proprio per questo i Comuni potranno consentire anche il posizionamento di tavoli nelle cosiddette aree polifunzionali.

Le aree gioco per bambini vanno delimitate e individuate, indicando il numero massimo di bambini -soggetti alla vigilanza dei genitori per il rispetto delle indicazioni previste – consentiti all’interno dell’area stessa. Al riguardo si potrà fare riferimento al protocollo sui centri estivi che la Regione sta licenziando. Le attrezzature presenti devono essere disinfettate periodicamente.

giochi da spiaggia e le attività sportive sono consentite esclusivamente negli spazi dedicati (aree polifunzionali) e sempre mantenendo il rispetto del distanziamento interpersonale. Sì agli sport individuali che si svolgono in spiaggia (racchettoni singolo) o in acqua (come nuoto, windsurf, sup e kitesurf) praticati sempre nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, mentre per gli sport a coppie o in squadre (racchettoni, beach volley, calcetto, …) valgono le indicazioni fornite dal ministero dello Sport e dalle federazioni per la pratica sportiva, così come per lo svolgimento di eventuali tornei e competizioni.  Per quanto riguarda le piscine e aree benessere bisogna far riferimento alle norme di sicurezza che saranno indicate per la riapertura di queste attività, altrimenti occorrerà inibirne l’accesso e l’utilizzo.

Sono invece al momento vietati gli intrattenimenti danzanti e gli eventi musicali di qualsiasi genere, con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale.

Vietata qualsiasi forma di aggregazione che possa creare assembramenti come, ballo, happy hours, degustazioni a buffet…, con conseguente divieto di pubblicità in qualsiasi forma.

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