mercoledì
03 Settembre 2025

Le regole per il mare: racchettone in singolo, stop happy hour, 12 mq per ombrellone

Le linee guida dell’Emilia-Romagna per la stagione balneare 2020, al via il 18 maggio

MareUna superficie minima a ombrellone di 12 metri quadrati (indicativamente 4 e 3 metri tra paletti degli ombrelloni e delle file); 1,5 metri tra le attrezzature di spiaggia, come lettini e sdrai sulla battigia; numerazione e assegnazione delle postazioni o degli ombrelloni; stewart appositamente formati per accompagnare gli ospiti all’ombrellone o al lettino; pasti ordinati attraverso un servizio di delivery con consegna per la consumazione all’ombrellone-lettino, oppure in aree ristorazione in grado di garantire il distanziamento sociale; aree giochi per bambini delimitate e con un numero massimo di presenze consentite; servizi igienici, docce e cabine pulite e disinfettate ogni giorno e ad ogni cambio di clientela. E poi spiagge libere con la possibilità, da parte dei Comuni, di prevedere accessi contingentati.

Riparte dalla costa lunedì 18 maggio l’industria turistica dell’Emilia-Romagna post lockdown, con linee guida condivise e in grado di garantire in sicurezza la stagione balneare 2020. È infatti appena terminato l’incontro tra Regione, associazioni di categoria, sindacati, Comuni costieri e Direzione Marittima, con la condivisione di un documento che mette nero su bianco le regole da rispettare per l’estate post emergenza Coronavirus.

«Un lavoro concertato e che ha coinvolto in modo attivo tutte le realtà interessate – spiega l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini –. Siamo stati i primi in Italia a muoverci in questo senso e gli unici a fare tavoli di confronto, perché una cosa è certa: solo insieme, con senso civico e grande responsabilità individuale e collettiva, possiamo uscire da questa situazione e lasciarci alle spalle l’emergenza Covid-19. Grazie al grande lavoro di squadra che abbiamo messo in campo per la ripartenza e con la collaborazione di tutti riusciremo infatti a garantire anche in un anno così difficile, la vacanza al mare in sicurezza».

In pratica saranno quattro le parole chiave dell’estate 2020 al mare: informazione capillare sulle regole da tenere per scongiurare ogni forma di contagio; responsabilizzazione degli utenti della spieggia; distanziamento sociale tra personale, addetti e clienti per evitare rischi di assembramento; pulizia rigorosa e quotidiana di tutti gli spazi comuni e nella preparazione e somministrazione di cibi e bevande.

Le linee guida condivise

Si parte dall’arrivo in spiaggia con accessi allo stabilimento balneare che dovranno avvenire in modo ordinato, evitando assembramenti e nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e, dove possibile con percorsi differenziati per l’ingresso e l’uscita dallo stabilimento. In caso di afflussi consistenti di persone, potranno essere previsti ingressi contingentati, anche su prenotazione telefonica o informatica fino ad esaurimento dei posti ombrelloni e posti lettini. I gestori potranno, anche in forma aggregata, utilizzare piattaforme online per le prenotazioni e per evitare code alle casse potranno promuovere sistemi di pagamento veloci (card contactless) o con carte prepagate o attraverso portali/app web.

Il personale addetto al ricevimento e all’accompagnamento dei clienti, in caso non sia possibile assicurare la distanza interpersonale di almeno un metro, dovrà essere dotato di dispositivi e attrezzature di protezione nelle postazioni di lavoro (es. mascherine o schermature) e dovrà fornire ai clienti tutte le informazioni relative alle disposizioni e ai comportamenti da rispettare all’interno dello stabilimento per prevenire i rischi.

Potranno essere previste la numerazione delle postazioni/ombrelloni e la annotazione per ogni postazione dei clienti, stagionali e giornalieri, anche per eventuali indagini di natura sanitaria; l’individuazione di modalità di transito da e verso le postazioni/ombrelloni e stazionamento/movimento sulla battigia; l’accompagnamento alla zona ombreggio da parte di personale dello stabilimento (stewart).

In caso di pioggia o cattivo tempo i clienti non potranno sostare nei locali dello stabilimento che non sia in grado di garantire le distanze consentite (sedute ristorante, bar, sale…).

In spiaggia, gli ombrelloni dovranno essere posizionati in modo da avere una superficie minima ad ombrellone di 12 metri quadrati (indicativamente ad una distanza tra i paletti di ombrelloni e file di 4 metri e 3 metri).

Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sdrai …) non sistemate sotto l’ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di 1,5 metri.

Le uniche deroghe ammesse alle distanze interpersonali riguardano i componenti di uno stesso nucleo familiare o le persone che pernottano nella stessa stanza o unità abitativa di una struttura ricettiva del territorio regionale. In questo caso vale la responsabilità individuale.

Tutte le attrezzature di spiaggia in dotazione allo stabilimento balneare – sedie, sdraio, lettini, attrezzature galleggianti e natanti – dovranno essere pulite ogni giorno e disinfettate  periodicamente con soluzione igienizzante a base di cloro. La disinfezione dovrà comunque essere garantita ad ogni cambio di clientela.

Pulizia più volte al giorno per i servizi igienici – per clienti e personale – e disinfezione a fine giornata dopo la chiusura. Anche le docce, meglio quelle all’aperto, dovranno essere pulite con disinfezione a fine giornata. Per quanto riguarda le cabine vanno invece evitati gli usi promiscui (con le deroghe previste per nucleo famigliare o soggiornanti nella stessa camera), con disinfezione ad ogni cambio di clientela. Se si usano come spogliatoi occorre posizionare Kit con accessori per autopulizia come nei servizi igienici.

Per quanto riguarda il servizio di bar e ristorante si promuove da parte delle strutture balneari l’attivazione di un servizio di delivery su ordinazione, con consegna dei cibi e bevande all’ombrellone-lettino nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e si suggerisce comunque di tenere all’aperto l’area di somministrazione. Proprio per questo i Comuni potranno consentire anche il posizionamento di tavoli nelle cosiddette aree polifunzionali.

Le aree gioco per bambini vanno delimitate e individuate, indicando il numero massimo di bambini -soggetti alla vigilanza dei genitori per il rispetto delle indicazioni previste – consentiti all’interno dell’area stessa. Al riguardo si potrà fare riferimento al protocollo sui centri estivi che la Regione sta licenziando. Le attrezzature presenti devono essere disinfettate periodicamente.

giochi da spiaggia e le attività sportive sono consentite esclusivamente negli spazi dedicati (aree polifunzionali) e sempre mantenendo il rispetto del distanziamento interpersonale. Sì agli sport individuali che si svolgono in spiaggia (racchettoni singolo) o in acqua (come nuoto, windsurf, sup e kitesurf) praticati sempre nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, mentre per gli sport a coppie o in squadre (racchettoni, beach volley, calcetto, …) valgono le indicazioni fornite dal ministero dello Sport e dalle federazioni per la pratica sportiva, così come per lo svolgimento di eventuali tornei e competizioni.  Per quanto riguarda le piscine e aree benessere bisogna far riferimento alle norme di sicurezza che saranno indicate per la riapertura di queste attività, altrimenti occorrerà inibirne l’accesso e l’utilizzo.

Sono invece al momento vietati gli intrattenimenti danzanti e gli eventi musicali di qualsiasi genere, con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale.

Vietata qualsiasi forma di aggregazione che possa creare assembramenti come, ballo, happy hours, degustazioni a buffet…, con conseguente divieto di pubblicità in qualsiasi forma.

Dal 18 maggio riaprono anche le spiagge. L’assessore: «Al lavoro per la sicurezza»

Corsini: «Ci stiamo attrezzando per ripartire con determinazione e coraggio»

Andrea Corsini Emilia Romagna Balneari«La nostra stella polare è garantire la salute delle persone. Ma sappiamo che una comunità non può bloccare a lungo la propria economia, senza rischiare gravi ripercussioni anche sul piano sociale. Per questo guardiamo con fiducia alle riaperture di molte attività economiche ora sospese a causa dell’emergenza covid-19. E stiamo lavorando affinchè tutto questo avvenga nelle condizioni di massima sicurezza per tutti».

È il commento di Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo, Commercio e Trasporti, alla decisione del governo di consentire una ripartenza differenziata delle attività economiche sulla base dell’andamento del contagio e dei dati epidemiologici nelle diverse regioni italiane.

Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, questo vuol dire riapertura, da lunedì 18 maggio, «di negozi, bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti, tatuatori, mercati, spiagge, sempre rispettando norme di sicurezza», si legge nella nota inviata dalla Regione.

«Siamo al lavoro da giorni con i tecnici, con i sanitari, con le associazioni di categoria, per garantire la riapertura di diverse attività ancora sospese. In primo piano l’esigenza di garantire la sicurezza dei lavoratori e dei clienti, come dicevo, ma anche la consapevolezza di voler rimettere in moto -presto e bene- una macchina che garantisce una percentuale significativa della ricchezza dell’Emilia-Romagna».

In questi giorni termineranno i lavori dei tavoli tecnici chiamati a definire i protocolli di sicurezza per il riavvio delle diverse attività ora sospese, nel rispetto delle linee guida nazionali.

«Credo che ancora una volta l’Emilia-Romagna- conclude Corsini- con le proprie Istituzioni e le proprie rappresentanze economiche e sindacali, si sia fatta trovare pronta per affrontare la più grave crisi che dal dopoguerra ha colpito queste Paese. Attrezzandosi per ripartire, con determinazione, coraggio e rispettando le regole, perché non possiamo assolutamente permetterci che i contagi ripartano».

Il flautista suona nel cortile dell’ospedale per ringraziare gli infermieri

La performance organizzata da Cnai e Lions Club

12–05 2020 Ravenna; Emergenza Coronavirus. Ospedale Giornata Delle Infermiere Lions Dante Alighieri Ha Organizzato Insiema Alla Associazione Cnai Un Piccolo Concerto Dedicato Al Personale Tutto Dell’ospedale Di Ravenna . Il Concerto Del Flautista AIl flautista Alessandro Emiliani si è esibito (proponendo musiche di Bach e Mercadante) nell’area verde dell’ospedale di Ravenna per ringraziare gli infermieri.

Un omaggio nella Giornata degli Infermieri di oggi, 12 maggio, organizzato dall’associazione Cnai in collaborazione con il Lions Club Dante Alighieri.

Droga, arresti e perquisizioni all’alba: misure cautelari per 11 persone

Impegnati 50 agenti. L’operazione segue un’indagine partita quasi due anni fa

CocainaUndici persone, italiane e albanesi, sono state raggiunte all’alba da misure cautelari – otto in carcere, due con obbligo di dimora e una con obbligo di firma – emesse dal Gip del Tribunale di Ravenna su richiesta della Procura, nell’ambito di una operazione antidroga eseguita dalla polizia sul territorio ravennate con perquisizioni di abitazioni ed attività commerciali.

L’operazione, che vede impegnati 50 agenti tra questura di Ravenna-Squadra Mobile, reparto prevenzione crimine Emilia-Romagna orientale e unità cinofile di Bologna, nasce nell’ambito di una indagine sul traffico di droga nella provincia romagnola nel periodo settembre 2018 – maggio 2019 e che, nella sua fase operativa, aveva già portato alla denuncia di 16 persone, di cui 11 arrestate in flagranza, e al sequestro di 8 chili di cocaina e 15 di marijuana, di una pistola con munizioni, di un’auto e di 130 mila euro. (Ansa.it)

Due cuccioli di delfino ritrovati morti sui lidi ravennati nella stessa giornata

I biologi del centro Cestha hanno registrato i dati biometrici

Cestha Delfino SpiaggiatoDue cuccioli di delfino ritrovati morti sui lidi ravennati nella stessa giornata.

Lo rivela Cestha, il Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat di Marina di Ravenna.

Come capita spesso in occasione di mare grosso, le onde hanno restituito carcasse di animali, in questo caso due piccoli delfini morti, spiaggiati a Punta Marina e Lido di Savio.

Delfino Cestha«Purtroppo non c’è stato più nulla da fare – si legge sulla pagina Facebook del centro –, i nostri biologi hanno solo potuto registrare tutti i dati biometrici come da prassi in questi casi».

Lo scienziato e l’app che misura lo stress: «La tecnologia può migliorare la salute»

Originario di Alfonsine, Marco Altini negli ultimi undici anni ha vissuto tra California e Olanda e ha sviluppato un sistema che usa la fotocamera del telefonino come stetoscopio digitale: L’Università degli Studi di Milano sta usando l’applicazione per uno studio sugli effetti psicologici del lockdown

AppLo stress dovuto all’isolamento forzato per il lockdown l’abbiamo avvertito tutti, chi più e chi meno. Ma è misurabile? Si può fare una valutazione di quale impatto ha avuto sulle persone? Ci sta provando l’Università degli Studi di Milano con un progetto del dipartimento di Scienze biomediche per la Salute che usa anche una tecnologia elaborata da uno scienziato originario di Alfonsine. Il 35enne Marco Altini ha passato gli ultimi undici anni tra California e Olanda ed è il creatore dell’app HRV4Training (100mila download in tutto), la quale in estrema sintesi permette la misura dello stress fisiologico utilizzando solo la fotocamera del telefono, e quindi senza sensori esterni. Da Amsterdam, dove ora vive, Altini ci spiega il lavoro della Statale: «Lo studio vuole incrociare informazioni soggettive raccolte dai partecipanti, con questionari ad esempio sulla qualità del sonno, sullo stato emotivo e sull’ansia, con misurazioni oggettive del sistema nervoso, ed è su quest’ultimo aspetto che il professore Giampiero Merati mi ha coinvolto perché conosce da tempo il mio lavoro e la nostra è l’unica tecnologia validata scientificamente».

Lo scienziato alfonsinese si occupa di tecnologia per misurare lo stress fisiologico connesso alla variabilità cardiaca, principalmente in ambito sportivo: strumenti che danno la possibilità di apportare piccoli accorgimenti nell’allenamento e nello stile di vita dell’atleta per gestire al meglio lo stimolo dell’allenamento e migliorare la prestazione fisica. Ma il principio è valido anche per chi non fa sport: monitorando come cambia la fisiologia in base a stimoli e forme di stress esterne, si possono bilanciare le cose per migliorare la salute. «La misurazione della variabilità cardiaca (nota in ambiente medico con la sigla HRV dall’inglese heart rate variability, ndr) equivale a misurare lo stress fisiologico a prescindere dalla fonte. In questa situazione particolare in cui le persone sono in casa si può dedurre che le fonti esterne dipendano dalle condizioni di isolamento per la pandemia».

Altinimarco
Marco Altini

Con la app Camera Heart Rate Variability il telefonino diventa come uno stetoscopio digitale: la fotocamera misura il battito illuminando il dito con il flash e archivia i dati solo sull’apparecchio senza inviarli a server centrali. «È una tecnologia utile per una ricerca di questo tipo perché permette ai soggetti di prendere le misurazioni nella propria abitazione senza dover andare in laboratorio come altrimenti si dovrebbe fare per la validità della ricerca». La tecnologia è la stessa utilizzata in HRV4Training, quindi la comodità di utilizzo non sacrifica la precisione della misura.

Altini è in contatto anche con l’istituto Koch di Berlino, un’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania, dove stanno elaborando una applicazione con un approccio più sperimentale a fini diagnostici. E anche in questo caso la tecnologia sviluppata dal ravennate è una fetta del lavoro: «L’esperienza del passato ci ha mostrato che in molti casi chi misurava con costanza la variabilità cardiaca notava un suo abbassamento uno o due giorni prima che si presentassero i primi sintomi di una malattia infettiva, magari anche una semplice influenza. Un abbassamento della variabilità cardiaca è un segnale molto chiaro che il corpo è sotto stress. Partendo da qui, l’istituto sta raccogliendo dati da volontari a cui garantisce la privacy e l’anonimato, per arrivare a sviluppare uno strumento a disposizione del cittadino che possa avere un margine di preavviso ulteriori sul possibile contagio». Mentre il primo studio con le Università di Roma e Milano utilizza la variabilità cardiaca nel contesto dello stress psicologico, per capire l’effetto del lockdown sul nostro sistema nervoso e quindi sulla nostra salute, questo secondo studio va ad investigare un aspetto più diagnostico: «In entrambi i casi, andiamo ad analizzare come il corpo sta rispondendo alle forme di stress a cui è sottoposto, sia fisiche che mentali, con uno strumento che viene utilizzato individualmente. Questo è tutto sommato l’obiettivo del nostro lavoro, fornire alle persone uno strumento facile da utilizzare che possa aiutarle a gestire al meglio lo stress, che nel bene o nel male, fa parte della vita di tutti».

Altini1Nel frattempo in Italia si sta sviluppando l’ormai nota app Immuni per il contact tracing: i telefoni di chi la installerà volontariamente conserveranno memoria di altri apparecchi con cui si sono trovati a distanza di possibile contagio e in caso di positività di un soggetto si potrà allertare gli altri a rischio. «Sinceramente sono contento di non dovermi trovare di fronte al bivio se installare o meno l’app. In Olanda non c’è nulla del genere anche perché qua il lockdown non è mai stato particolarmente stringente, si è da sempre fatto leva sul mantenimento delle distanze». Ma cosa lascia perplesso lo scienziato? «Io vedo sempre un rischio potenziale di uso inappropriato quando partecipi a qualcosa di centralizzato o che richieda il tracciamento dell’individuo. Intanto tutto è basato su ipotesi, non abbiamo prove che una app di questo tipo ci aiuti nel contrasto al problema. Ma sappiamo che per sperare di essere utile serve un’adozione da almeno il 60 percento della popolazione. E ci sono esempi come Singapore e l’Islanda dove c’erano tutti i presupposti per attendersi una buona adesione e invece non è andata così». Nell’approccio italiano, Altini vede una buona intenzione: «In altre nazioni il contact tracing è partito subito, con l giustificazione della pandemia, ma evidenziando abusi di potere preoccupanti come in Israele. Però in questo caso ci sono questioni etiche importanti che vengono prima delle possibilità tecnologiche e forse non solo questioni legate alla privacy: se pensiamo nuovamente allo stress psicologico, quali sono le implicazioni di questo tipo di tecnologia? E le implicazioni legate alle informazioni che riceviamo – o non riceviamo – da queste app? Nonostante sia convinto della possibilità di utilizzare la tecnologia per migliorare la nostra salute, il contact tracing mi lascia qualche dubbio».

Bar e ristoranti possono riaprire il 18 maggio. E i locali di Ravenna “sognano”…

Il Governo consentirà alle Regioni di dare il via libera anche a negozi, estetisti e parrucchieri. In città continua il dibattito sui tavolini all’aperto

Tra giovedì e venerdì, sulla base dei dati del monitoraggio, arriveranno le linee guida per consentire alle Regioni di riaprire dal 18 maggio commercio al dettaglio, bar e ristoranti, estetisti e parrucchieri. È quanto emerso, secondo quanto apprende l’Ansa, nel corso dell’incontro tra governo e Regioni. Le linee guida e i protocolli di sicurezza saranno indicati per ogni attività, viene spiegato, perché possano riaprire nella massima sicurezza.

«Inizia la fase della responsabilità per le Regioni», ha sottolineato il ministro delle Autonomie Francesco Boccia.

Le Regioni potranno riaprire in autonomia le attività a partire dal 18 maggio ma il governo avrà la possibilità di intervenire nel caso in cui, in base all’andamento dei dati sulla curva del contagio e dei criteri definiti dalla circolare del ministero della Salute, fosse necessario bloccare una nuova diffusione del virus.  Gli interventi saranno tempestivi, viene spiegato, in stretto contatto tra governo e regioni.

Via Diaz
La via Diaz post-virus immaginata dal Caffè Letterario

Intanto a Ravenna continua il dibattito sulla possibilità di ampliare lo spazio per tavolini all’aperto di bar e ristoranti. E dopo il fotomontaggio dell’Alighieri Caffè con le sedute affacciate sulla Tomba di Dante, ecco che su Facebook il Caffè Letterario si immagina una nuova via Diaz, con tanto di verde e tavolini a renderla più viva di come la conosciamo…

Furti alla camera mortuaria: rubate le offerte. Lpr: «Poca sicurezza, molto degrado»

Due episodi in una settimana ma altri casi già in passato. Il consigliere territoriale Benzoni segnala la situazione: «La presa in carico delle salme costa 500 euro, almeno si possa morire con dignità»

IMG 1160Camera mortuaria a Ravenna nel mirino dei ladri. Verso le 16.30 di ieri, 10 maggio, un uomo ha rubato la cassetta delle offerte in una camera ardente e si è dato alla fuga in bicicletta inseguito invano a piedi dal figlio della persona deceduta. La settimana scorsa erano state sottratte le offerte contenute in una cassetta dopo averne scardinato la chiusura. Lo rende noto Gianluca Benzoni, consigliere territoriale per Lista per Ravenna. «Che il luogo sia meta frequente di ruberie è ben noto agli operatori delle pompe funebri, nonché al gestore Azimut, tanto che perfino i tavolini delle offerte sono stati incardinati nel muro a fianco».

Ma non c’è solo questo. «I familiari della persona deceduta ci hanno mostrato anche l’incuria della camera ardente: pareti con mattoni a vista coperti da una mano biancastra di umidità e sudiciume e ragnatele in angolo sul soffitto. Al suo esterno, l’arcata sull’accesso è perfino occupata da erbacce».

Benzoni fa un calcolo delle spese che devono sostenere i familiari dei defunti: la presa in custodia della salma presso la camera mortuaria costerà esattamente 498,88, per la presa in custodia in giorno non festivo e non in orario notturno, la vestizione/preparazione della salma e la refrigerazione. «Per fortuna è un servizio pubblico gestito in monopolio, con tariffe fissate dal Comune».

A fronte di tutto questo, il consigliere territoriale ritiene che «quanto meno i clienti, considerati tali, della camera mortuaria abbiano diritto a un servizio efficiente di custodia e di sicurezza, organizzato allo scopo con presenza fisica e a un luogo preservato dall’incuria e dal degrado. In poche parole, a morire con dignità».

Per questo Benzoni rivolge un’istanza al presidente del consiglio territoriale di Ravenna Sud, competente per l’are, «affinché accerti dalla dirigenza politica e/o tecnica del Comune di Ravenna come sia possibile far valere i diritti di cui sopra nella gestione ordinaria della camera mortuaria cittadina».

Via libera ai test sierologici in regione. Ma con prescrizione medica e a pagamento

Al momento ne sono stati effettuati 87mila tra operatori socio-sanitari e categorie a rischio. I risultati

Covid 19 Provetta Sangue Test Sierologici 2 2Pronto il piano regionale sui test sierologici. Oggi il via libera dalla Giunta, dopo il positivo confronto con le associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale.

Confermato il no al fai da te per i privati cittadini, che potranno sottoporsi al test solo con prescrizione medica e a pagamento; a carico del sistema sanitario rimane invece il costo dell’eventuale tampone di verifica di positività.

Solo il medico di fiducia, infatti, può valutare l’appropriatezza dell’esame – che deve essere richiesto dal paziente senza presentarsi in ambulatorio, ma telefonicamente – e quindi decidere l’effettiva necessità di effettuare il test ed il momento opportuno. In questo caso il cittadino entrerà in un percorso strettamente regolato e controllato dal sistema sanitario pubblico, a tutela e garanzia della sicurezza come è stato sin da inizio emergenza. E se il test sarà positivo, scatterà da subito l’isolamento precauzionale, in attesa dell’effettuazione del tampone oro-faringeo di verifica, a cura del Servizio sanitario regionale.

Viene poi prevista entro fine mese l’implementazione dei laboratori privati autorizzati dalla Regione, attualmente 40, con l’autorizzazione ad operare per tutte le strutture valutate positivamente. Ciò per garantire la prosecuzione delle campagne di screening di massa volute dalla Regione.

E ancora, viene indicato un costo di riferimento medio, 25 euro, per tutte le tipologie di test effettuati (rapido, standard IgC e standard IgM). Su questo la Regione si impegna ad assicurare un monitoraggio costante per individuare, e denunciare, eventuali episodi e andamenti speculativi.

Per quanto riguarda le imprese, il Piano conferma la massima semplificazione burocratica. I datori di lavoro che volontariamente decidono di effettuare lo screening sierologico sui propri dipendenti (ad oggi 600 le aziende che hanno fatto richiesta), devono semplicemente comunicare alla Regione l’avvio del programma, indicando il laboratorio scelto tra quelli autorizzati. Chi ha già fatto domanda, non deve fare ulteriori comunicazioni, se ha già individuato come riferimento un laboratorio autorizzato.

In questo caso, «considerando la volontarietà dei programmi di screening nell’esercizio della loro responsabilità d’impresa, nonché a supporto del riavvio delle attività, i datori di lavoro si fanno carico di tutti i costi, compreso l’eventuale tampone», sottolinea la Regione in una nota.

Infine, sotto il profilo tecnico il Piano stabilisce che la verifica dello stato immunitario possa essere condotta con una sola delle due tipologie presenti, test sierologico rapido (pungidito) o test sierologico standard (con prelievo venoso), senza la necessità di conferma con secondo test.

Questi dunque i punti cardine del documento presentato nel pomeriggio in videoconferenza stampa dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

«Partiamo da un punto fermo – ha sottolineato Donini -. Il tampone naso-faringeo è il solo e unico strumento che assicura la diagnosi; ad oggi in Emilia-Romagna ne garantiamo una media di 5.000 al giorno, puntiamo a 10.000 entro fine maggio e, in autunno, a 15-20.000. Molto diversa l’utilità dei test sierologici, che assicurano un’indagine epidemiologica di massa utile a capire la diffusione del virus e che, primi in Italia, abbiamo deciso di utilizzare per screening sulla popolazione».

I numeri sugli screening (tamponi e test)
In conferenza stampa l’assessore ha fatto il punto sulla campagna di screening condotta in Emilia-Romagna: con oltre 87mila test sierologici è finito il primo giro sul personale sociosanitario dei centri residenziali e semiresidenziali (compresi i centri diurni per disabili) e per le categorie a rischio (Forze dell’ordine, Vigili del Fuoco, volontari, Polizia Penitenziaria…), a cui ne seguiranno altri due a 15 giorni di distanza.

Sul totale dei test effettuati, il 5,2 percento è risultato positivo agli IGG, il 2,9 agli IGM e il 2,1 ad entrambi gli anticorpi. Il successivo tampone ha confermato la positività al 45 percento di chi era risultato positivo agli IGG (2010 persone), al 45 percento che era risultato positivo agli IGM (1.147 persone) e al 61 di chi era risultato positivo ad entrambi gli anticorpi (1.105 persone).

Scendendo nel dettaglio, tra i 52.249 test effettuati sul personale sociosanitario, il 5,5 (2.873 persone) è risultato positivo agli IGG, il 3,2 (1.655 persone) agli IGM e il 2,2 (1.163 persone) ad entrambi gli anticorpi.

Il successivo tampone ha confermato la positività al 44 di chi era risultato positivo agli IGG (1.267 persone), al 43 di chi era risultato positivo agli IGM (704 persone) e al 60 (696 persone) di chi era risultato positivo ad entrambi gli anticorpi.

Infine, relativamente alle categorie a rischio, tra i 34.967 test effettuati, 1.627 persone (4,7 percento) è risultata positiva agli IGG, 895 (2,6 percento) agli IGM e 637 (1,8 percento) ad entrambi gli anticorpi. Il successivo tampone ha confermato la positività al 46 percento (743 persone) di chi era risultato positivo agli IGG, 49 percento (443 persone) di chi era risultato positivo agli IGM e il 64 percento (409 persone) di chi era risultato positivo ad entrambi gli anticorpi.

Da questa settimana partirà lo screening con test sierologico (circa 100mila test, effettuati solo nei laboratori pubblici) sulle popolazioni delle aree più colpite, a iniziare dalla provincia di Piacenza, e a seguire Rimini e il comune di Medicina.

Complessivamente saranno eseguiti, tra personale sociosanitario, categorie a rischio e popolazione, oltre 250.000 test sierologici.

Il ruolo dei medici di medicina generale
Indispensabile dunque, per i privati cittadini, rivolgersi al proprio medico di medicina generale, che svolge un ruolo centrale perché deve valutare caso per caso la richiesta dei propri assistiti, rilasciando la ricetta bianca nei casi ritenuti pertinenti. Oltre alla valutazione clinica del paziente, il medico valuterà ad esempio, se ha avuto contatti stretti recenti con un soggetto positivo, se vive in un condominio dove abitano persone positive.

Cosa succede in caso di positività agli anticorpi
Tutti i positivi al test sierologico, sia privati cittadini sia dipendenti delle aziende che hanno richiesto lo screening, devono fare il tampone naso-faringeo, che sarà effettuato dalla sanità pubblica o da laboratori privati. Chi risulta positivo al test sierologico dovrà sottostare all’isolamento precauzionale, in attesa del tampone.

In particolare, in caso di positività, il direttore sanitario del laboratorio deve avvisare il Dipartimento di Sanità Pubblica della necessità di eseguire il tampone da parte del cittadino o dei risultati del tampone stesso, nel caso il cittadino ritenga di eseguirlo a proprio carico presso il medesimo laboratorio. Al tempo stesso, deve comunicare al cittadino con esito positivo la necessità di contattare il numero telefonico di riferimento per fissare il luogo e il momento nel quale recarsi, con le necessarie protezioni, presso le strutture aziendali per eseguire il tampone e di porsi da subito in isolamento precauzionale a domicilio in attesa dell’appuntamento per l’esecuzione e del risultato del tampone.

I risultati dei test sierologici, sia sui privati cittadini che sui dipendenti di aziende, sono trasmessi direttamente dal laboratorio al Servizio di Igiene pubblica e caricati sul sistema Sole e sul Fascicolo sanitario.

 

 

Coronavirus, due nuovi contagiati e un altro decesso in provincia di Ravenna

 

In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.876 casi di positività, 80 in più rispetto a ieri (10 maggio): fra gli aumenti giornalieri più bassi mai registrati finora. I test effettuati hanno raggiunto quota 234.619 (+2.982). Le nuove guarigioni oggi sono 209 (15.969 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -151, passando dai 7.191 registrati ieri agli odierni 7.040. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 8.929, fra i più alti nel Paese.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, 11 maggio – sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.731, -72 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 141 (-9). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-25).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 15.969 (+209): 2.377 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 13.592 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 22 nuovi decessi: 13 uomini e 9 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.867. I nuovi decessi riguardano 7 residenti nella provincia di Piacenza, 3 in quella di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 5 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 in quella di Ravenna (si tratta di una donna di 86 anni, della casa protetta Baccarini di Russi), 3 in quella di Forlì-Cesena (nel cesenate), 1 in quella di Rimini, nessuno nella provincia di Modena e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.375 a Piacenza (14 in più rispetto a ieri), 3.315 a Parma (17 in più), 4.849 a Reggio Emilia (3 in più), 3.823 a Modena (23 in più), 4.395 a Bologna (11 in più), 389 le positività registrate a Imola (lo stesso dato di ieri), 977 a Ferrara (2 in più). In Romagna sono complessivamente 4.753 (10 in più), di cui 999 a Ravenna (2 in più), 928 a Forlì (lo stesso dato di ieri), 752 a Cesena (3 in più), 2.074 a Rimini (5 in più).

Entro giugno il 10 percento degli emiliano-romagnoli sottoposto al test sierologico

È l’obiettivo della giunta regionale

Raffaele Donini
L’assessore Donini

Entro fine giugno circa un 10 percento della popolazione dell’Emilia-Romagna sottoposto al test sierologico, cioè all’esame per rilevare gli anticorpi da coronavirus.

È l’obiettivo che si è data la giunta regionale, come ha spiegato l’assessore alla Sanità Raffaele Donini.

Il numero si raggiungerà sommando i test fatti dal servizio pubblico, che si stima saranno 250mila, e quelli ai privati, che partiranno a breve in 40 centri accreditati.

I dettagli sul via libera ai test sierologici in Emilia-Romagna a questo link

«Dà fastidio una donna coraggiosa, impegnata, intelligente. E pure musulmana…»

Marisa Iannucci (Life) difende Silvia Romano dagli attacchi per la sua conversione all’Islam

Iannucci
Marisa Iannucci

A difendere Silvia Romano dagli attacchi che sta ricevendo per la sua conversione all’Islam, a Ravenna non poteva che essere in prima battuta, tra gli altri, Marisa Iannucci, ravennate, italianissima, che islamica lo è diventata oltre vent’anni fa, dopo un’educazione cattolica. Oggi Iannucci è presidente dell’associazione di donne musulmane Life Onlus.

«Quanto dà fastidio – commenta Iannucci su Facebook – una donna che ha il coraggio delle proprie scelte e delle proprie azioni? Una giovane impegnata, intelligente, partita per aiutare gli altri e realizzare i propri ideali, che resiste ad una esperienza drammatica e torna con il sorriso. Una donna alla quale non si può far fare quello che si vuole, ché già all’epoca del rapimento le si era detto che doveva stare a casa… Anche da tanta gente di sinistra».

Silvia Romano«Pure musulmana – continua Iannucci –, è addirittura insopportabile, che fastidio vero? Sorridente, serena, positiva, una donna libera. inaccettabile per molti in questa Italia sempre più ignorante, sessista e islamofoba. Forza Silvia, come dice un proverbio arabo: i cani abbaiano, la carovana passa».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi