giovedì
11 Settembre 2025

In casa aveva 1 chilo e mezzo di cocaina e 35mila euro in contanti: arrestato

In manette per spaccio un facchino 54enne di una cooperativa che lavora al porto di Ravenna

CocainaLa Squadra Mobile della polizia ha arrestato ieri mattina (29 aprile) a Ravenna un facchino di una cooperativa che lavora al porto, sorpreso a casa con un chilo e mezzo di cocaina e circa 35mila euro in contanti, di cui non ha saputo giustificare la provenienza.

Gli agenti hanno trovato la droga nascosta nella mansarda dell’abitazione dell’uomo, un 54enne siciliano domiciliato a Ravenna, nell’ambito di una perquisizione disposto nel corso dell’attività di contrasto allo spaccio della polizia.

Gli agenti dell’antidroga hanno sequestrato anche quattro bilance elettroniche di precisione e materiale per il confezionamento della cocaina.

Flashmob di estetisti e acconciatori: «Fateci aprire». Il sostegno della Cna

Proteste per la riapertura il 1° giugno. «A rischio un’impresa su tre»

parrucchiere generica
parrucchiere generica

«Fin dalla conferenza stampa di domenica 26 aprile del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in cui si annunciava la riapertura delle imprese dei servizi alla persona al 1° giugno, la Cna di Ravenna si è schierata al fianco di estetisti e acconciatori – dichiara Massimo Mazzavillani, direttore della Cna di Ravenna – e così abbiamo deciso di sostenere e promuovere #FateciAprire tra i nostri associati di questa categoria. La riapertura fissata al 1° giugno rischia di mettere in ginocchio l’intero settore, con perdite dal 40 al 70 percento degli incassi e il pericolo di perdere una impresa su tre. La protesta di estetisti e acconciatori, inoltre, rispetta tutte le misure attualmente in vigore per contenere il contagio e allo stesso tempo dà voce e dignità a una categoria che, al momento, sembra essere stata dimenticata».

Partita da un’idea di Francesca Flamigni, titolare di un centro estetico a Forlimpopoli, l’iniziativa ha raccolto in poche ore l’adesione di numerosi imprenditori della provincia di Forlì-Cesena, e in pochissimi giorni si è allargata prima alle province vicine e poi a tutta Italia.

Lunedì 4 maggio, alle ore 10, i titolari di centri estetici e saloni di acconciatura parteciperanno al flashmob per chiedere tutti insieme di anticipare la riapertura delle imprese di queste categorie rispetto al 1° giugno. Dopo aver indossato i dispositivi di protezione, estetisti e parrucchieri si fotograferanno con un cartello con su scritto #FateciAprire. Le foto saranno poi pubblicate sui profili social, sul gruppo Facebook ufficiale del flashmob “Riapertura estetiste e acconciatori” e sulla pagina Facebook CNA Benessere Ravenna.

 

 

“Echi d’anima”, come rimettersi in ascolto per un nutrimento spirituale

L’iniziativa, che prevede l’invio di un audio quotidiano, è promosso dall’ufficio cultura della diocesi di Ravenna-Cervia

Faro Echi AnimaIl 1° maggio si apre l’inziativa “Echi d’anima” una proposta dell’Ufficio Cultura della Diocesi di Ravenna-Cervia che quotidianamente propone un breve audio che intende offrire una parola che possa nutrire l’anima e sostenere lo sguardo verso sé e il mondo che ci circonda.

«Il desiderio è quello di creare una “comunità in ascolto” – precisa Barbara Piani, Direttrice dell’Ufficio Cultura e consulente filosofica – e nasce da questo desiderio l’idea di offrire dei brevi contributi d’ascoltare. L’ascolto è il primo senso che ognuno di noi ha sperimentato ancora quando abitava nel grembo materno ed è tramite l’ascolto che il mondo nel quale alla nascita ci troviamo immersi non è così sconosciuto e ostile. Abbiamo voluto concentrarci su questo canale sensoriale perché dopo ciò che abbiamo vissuto in questo tempo di pandemia, tutti noi siamo chiamati a “rinascere” al mondo. Ritornare all’ascolto significa mettersi in contatto con il nostro nucleo più originario per recuperare quella passività dell’ascoltare, unica via che ci ha permesso di pronunciare le prime parole, parole nuove. In questo tempo abbiamo bisogno di parole generatrici e di nuovi sguardi. Per farlo dobbiamo nutrirci di parole antiche sagge, visionarie, poetiche, coraggiose».

Ogni giorno, a rotazione, Barbara Piani, Francesca Masi, Elisabetta Marchetti, Don Rosino Gabbiadini, Beatrice Minotta, Giovanni Gardini e la monaca Anastasia di Gerusalemme, condivideranno un esercizio filosofico e spirituale, ciascuno a partire dalla propria storia ed esperienza di vita.
Chi desiderasse ricevere gli audio potrà iscriversi alla chat inviando un sms al 347 7617954. Il gruppo che si verrà a creare contemplerà come unica possibilità quella della ricezione.

La Regione chiede al ministero di accelerare procedure per la tangenziale di Ravenna

L’adeguamento della statale 16 Adriatica nell’elenco delle opere in fase di progettazione per cui l’Emilia-Romagna vorrebbe uno sblocco come rilancio dopo la pandemia

CavalcaviaespLa Regione Emilia-Romagna ha inviato al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture una lettera firmata dall’assessore competente, il cervese Andrea Corsini, con l’invito ad accelerare la ripartenza di una serie di interventi come strade e autostrade in agenda da tempo e il cui percorso rischia di subire un ulteriore rallentamento a causa dei contraccolpi della pandemia.

Fra le opere di competenza di Autostrade per l’Italia c’è l’ampliamento alla quarta corsia dell’autostrada A14 fra Ponte Rizzoli e l’interconnessione con la A14 diramazione Ravenna. Tra le opere in corso di progettazione o in fase di approvazione – per le quali viene auspicata un’accelerazione delle procedure in vista di un rapido accantieramento dei lavori – che riguardano Anas c’è l’adeguamento della tangenziale di Ravenna.

L’intervento di Corsini è in sintonia con la proposta avanzata dal presidente Stefano Bonaccini in sede di Conferenza Stato-Regioni per lo sblocco immediato degli investimenti pubblici già programmati da Anas e società Autostrade sul territorio dell’Emilia-Romagna e che potrebbero essere avviati in tempi rapidi, innescando così un feedback positivo dell’economia regionale.

«Nella difficile situazione che stiamo vivendo – sottolinea Corsini – la realizzazione di alcune delle principali opere viarie programmate sul territorio regionale può rivelarsi un fattore decisivo per favorire la ripartenza dell’economia regionale e la competitività dei più importanti distretti industriali dell’Emilia-Romagna, in primis ceramiche e biomedicale. Per questo ci sentiamo in dovere di rivolgere alla ministra De Micheli un pressante invito ad accelerare il più possibile le procedure per la progettazione degli interventi, l’affidamento dei lavori e l’avvio dei cantieri. Bisogna dare una risposta positiva nei tempi più rapidi possibili alle esigenze espresse dal territorio, anche in vista della ripresa dell’apparato produttivo dopo il blocco delle attività economiche imposto dall’emergenza sanitaria».

Coronavirus, annullato anche il festival cinematografico “Corti da Sogni”

«Dal 2000 a oggi mai avevamo saltato un anno, ma le attuali condizioni non permettono alternative»

Corti SogniAnche gli organizzatori del festival di cortometraggi di Ravenna “Corti di Sogni” annunciano l’annullamento del proprio evento.

La 21esima edizione viene posticipata a causa della pandemia, rinviata alla primavera del 2021, quando si terranno le proiezioni dei corti finalisti che saranno annunciati a breve (la fase di selezione delle opere è infatti proseguita senza interruzioni).

Dal 2000 ad oggi, «mai avevamo saltato l’appuntamento con il concorso di cortometraggi – sottolineano gli organizzatori –, ma le attuali condizioni non permettono lo svolgimento della manifestazione. Avevamo preparato un’edizione con ospiti italiani e internazionali che ci avrebbero raggiunto da altri continenti e da altri paesi europei. Abbiamo avviato ulteriori collaborazioni per avventurarci in nuovi territori artistici. Tutto ciò, però, ora non è possibile. Il nostro augurio è che le difficoltà del momento possano essere superate il prima possibile e che il mondo della cultura e degli spettacoli possa tornare più forte di prima».

Con un video dal tetto del suo pub lancia la protesta per la riapertura dei locali

Il titolare dello Heaven Pub chiama a raccolta i colleghi per il 4 maggio: striscioni e musica a tutto volume per farsi sentire

È salito sul tetto del suo locale, lo Heaven Pub in via Argirocastro a Ravenna, e con il sottofondo di Viva la libertà di Jovanotti ha girato un video per invitare gli altri titolari di locali e attività di ristorazione a protestare il 4 maggio per chiedere la riapertura prima possibile. L’idea di Manuel Billi è un flash-mob battezzato con l’hashtag ParolaAlPopolo: cartelloni e striscioni e musica a tutto volume, ognuno dal proprio locale.

«Proteggerò il mio sogno con le unghie e con i denti e chiedo aiuto a chi capisce quello che sto dicendo, metteteci la faccia come sto facendo io. Striscioni, impianto audio a tutto volume e poi tutti collegati alla mia diretta Facebook. Non ci permetteranno di arrivare nelle piazze ma non possono impedirci di andare nelle nostre attività».

Operatrice sanitaria morta per Covid, il cordoglio dell’Ausl: «Siamo sconfortati»

Donatella Brandi è il primo decesso tra il personale in corsia in provincia di Ravenna. L’azienda si stringe a parenti e colleghi

Coronavirus Ospedale«Con profondo dolore abbiamo appreso della scomparsa di Donatella, operatrice dell’ospedale di Faenza colpita da coronavirus. Nonostante gli sforzi dei medici, che erano anche suoi compagni di lavoro, non ce l’ha fatta. È la prima della nostra “famiglia” che perde la vita a causa di questo virus e la notizia, non lo nascondiamo, ci getta nello sconforto». È il messaggio di cordoglio diffuso dalla direzione aziendale dell’Ausl Romagna dopo la morte di Donatella Brandi, operatrice del ospedale di Faenza.

«Il nostro pensiero – prosegue la nota – va ai famigliari di Donatella, ai quali ci uniamo con le nostre preghiere, e ai colleghi di lavoro cui vogliamo esprimere la consapevolezza dello straordinario impegno che stanno mettendo in campo per curare e prendersi cura dei malati, e l’assicurazione che questa direzione continuerà a lavorare affinché si possa operare nelle condizioni di massima sicurezza».

Covid, Ravenna la meno colpita in Regione: «Potrebbero festeggiare, complimenti»

I casi in corso al 28 aprile erano 280, meno della metà di Ferrara, seconda provincia “virtuosa” in Emilia-Romagna

Report 28aprile2020 10La provincia di Ravenna è la meno colpita della regione Emilia-Romagna dalla pandemia coronavirus.

Il risultato è reso ancor più evidente dai grafici pubblicati oggi dalla Regione, che mostrano come l’incidenza dei contagi qui sia di 3 ogni mille abitanti (come a Ferrara), contro i 14 di Piacenza.

E Ravenna fa ancora meglio per quanto riguarda i casi in corso, ossia i malati “attivi”, al 28 aprile, al netto dei guariti. Si è passati dai 320 del 25 marzo ai 280 del 28 aprile, in valore assoluto il numero nettamente più basso della regione (la seconda provincia è Ferrara, ma con 607).

«Fosse una regione – commenta il commissario per l’emergenza della Regione, Sergio Venturi –, la provincia di Ravenna starebbe festeggiando il punto zero. Sono molto contento, complimenti alle istituzioni e ai cittadini ravennati».

I casi diagnosticati dall’inizio dell’emergenza in provincia di Ravenna sono 981.

Riprendono le attività sanitarie non urgenti, l’Ausl contatterà i pazienti in attesa

I tempi di ripresa saranno graduati per avere maggiore sicurezza negli accessi alle strutture

MedicoL’Ausl Romagna sta predisponendo, in coerenza con le relative indicazioni regionali, la pianificazione per il graduale riavvio delle attività non urgenti che erano state sospese a seguito dell’epidemia da Covid-19.

Alcune attività – in particolare quelle chirurgiche e alcune ambulatoriali per pazienti il cui quadro clinico, sebbene non urgente, sia prioritario – riprenderanno in tempi più rapidi: i pazienti di queste attività verranno ricontattati direttamente dall’azienda.

Per le altre attività i tempi di ripresa saranno maggiormente graduati per avere maggiore sicurezza negli accessi alle strutture sanitarie. Sarà cura dell’zienda, così come ha fatto in occasione delle sospensioni, comunicare puntualmente la ripresa di ogni singolo servizio con le relative modalità ed orari.

Sul fronte della ripresa dell’attività ambulatoriale e territoriale sarà posto particolare riguardo ai pazienti con patologie croniche o rare. Al momento tale attività resta inoltre riservata ai cittadini emiliano-romagnoli mentre restano sospese le visite di idoneità sportiva per l’attività agonistica.

Sul fronte delle vaccinazioni si ripartirà col calendario vaccinale regionale per l’infanzia e vi sarà una graduale ripresa anche delle vaccinazioni per adulti, a partire dai portatori di malattie croniche. Riprenderà con gradualità anche l’attività legata agli screening oncologici.  Gli utenti di queste prestazioni saranno comunque ricontattati direttamente dall’Azienda.

Fino ad allora resta valido l’attuale assetto, per cui si invita la cittadinanza a non recarsi agli sportelli Cup o ad altri sportelli aziendali visto che l’accesso è previsto su prenotazione; per prenotare o chiedere informazioni utilizzare il Cuptel (numero verde 800-002255) e se proprio si reputa indispensabile recarsi ad uno sportello, anche per pratiche amministrative come ad esempio “Scelta revoca del medico di famiglia o altro”, si suggerisce di contattare preventivamente il servizio (i numeri si trovano sul sito aziendale www.auslromagna.it e in particolare quelli dei cup sono al seguente link).

Si ricorda infine che lo strumento più efficace per il rapporto con il proprio medico di base, per avere le ricette per i farmaci, per prenotare le visite, per pagare e per avere gli esiti è il Fascicolo Sanitario elettronico come app o accesso al proprio sito le cui credenziali possono essere richieste anche da casa a questo link.

Coronavirus, i dati aggiornati: a Ravenna solo 3 nuovi contagi ma un altro decesso

 

In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 25.177 casi di positività, 263 in più rispetto a ieri (28 aprile). Le nuove guarigioni sono 364 (9.803 in totale) mentre i test effettuati hanno raggiunto quota 176.865 (+4.276).  In netto calo i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -141 rispetto a ieri (11.862 contro 12.003).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi (29 aprile) sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, arrivano complessivamente a 8.288, 96 in meno rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 226 (-2). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-47).

Le persone complessivamente guarite salgono a 9.803 (+364): 2.762 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 7.041 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 40 nuovi decessi: 19 uomini e 21 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.512.

I nuovi decessi riguardano 8 residenti nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 4 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 7 in quella di Bologna (uno nell’imolese), 1 inquella di Ferrara, 2 ciascuno in quelle di Ravenna (l’operatrice sanitaria di 64 anni di cui abbiamo già dato notizia questa mattina e una donna di 87 anni) e Forlì-Cesena (i 2 nuovi decessi nel cesenate), 5 nel riminese. Nessun nuovo decesso da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ,ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.993 a Piacenza (75 in più rispetto a ieri), 3.144 a Parma (22 in più), 4.613 a Reggio Emilia (20 in più), 3.630 a Modena (21 in più), 3.977 a Bologna (80  in più), 375 le positività registrate a Imola (9 in più), 918 a Ferrara (9 in più). In Romagna sono complessivamente 4.527 (27 in più), di cui 981 a Ravenna (3 in più), 880 a Forlì (3 in più), 676 a Cesena (4 in più), 1.990 a Rimini (17 in più).

Infanzia, la Regione al lavoro per l’apertura dei Centri estivi in giugno

La proposta è stata presentata al Governo. Previste attività all’aperto e in piccoli gruppi

Centro Estivo Campo Estivo La Piemontesina 01Attività preferibilmente all’aperto, aerazione costante e sanificazione degli ambienti in caso di soggiorno al chiuso. Bambini organizzati in piccoli gruppi seguiti da sempre dallo stesso educatore (o più d’uno), accolti su più turni, con fasce orarie diversificate in modo da evitare assembramenti ed evitando contatti tra diversi gruppi. E ancora, triage all’ingresso, attenzione ai contatti, utilizzo da parte degli educatori dei dispositivi di protezione individuale, massima attenzione ai principi di igiene e pulizia, sanificazione dei giocattoli a fine giornata, e stop agli spettacoli di fine soggiorno.

Sono solo alcune delle prime proposte per immaginare la graduale riapertura dei Centri estivi in Emilia-Romagna, che la Regione ha elaborato grazie al confronto con amministratori locali, coordinamenti pedagogici territoriali, soggetti gestori, Terzo settore, esperti in campo educativo e sanità pubblica, ed altri contributi pervenuti.

Proposte che ieri mattina (28 aprile) la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, ha presentato in videoconferenza alla ministra della Famiglia, Elena Bonetti, e a quella dell’Istruzione, Lucia Azzolina; e che saranno messe a disposizione della Conferenza delle Regioni e del Governo, per dare un contributo propositivo in vista delle valutazioni dell’Esecutivo sulla riapertura dei Centri estivi.

«Positivo il confronto avviato oggi dal Governo con le regioni, le province e i comuni, che proseguirà per studiare protocolli specifici. Abbiamo voluto in più occasioni evidenziare come alla strategia di graduale ripresa delle attività lavorative se ne debba accompagnare necessariamente un’altra sul sostegno alle famiglie nella gestione dei bambini e la graduale ripresa della loro socialità. Per due ragioni, da un lato la preoccupazione per le conseguenze di questa prolungata sospensione dei percorsi educativi e di socialità dei bambini, dall’altro le difficoltà delle famiglie che non possono essere lasciate sole ad affrontare la gestione dei bambini, anche perché non sarebbe accettabile alcun passo indietro sulla già difficile conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, in particolare delle donne – sottolinea la vicepresidente Schlein -. Per cercare di dare risposta alle esigenze, giuste e comprensibili delle famiglie, ci siamo messi al lavoro, con l’aiuto di tutti i soggetti interessati, della sanità regionale e di alcuni esperti del mondo educativo, per pensare a modalità alternative e innovative di gestione dei bambini nei Centri estivi che in ottica propositiva abbiamo sottoposto anche al Governo. Naturalmente nel pieno rispetto dei criteri di sicurezza e tutela della salute necessari sia per educatori che per i bambini e le loro famiglie, cercando soluzioni bilanciate. Un preciso dovere istituzionale- aggiunge la vicepresidente- al quale non abbiamo voluto sottrarci e che abbiamo voluto condividere con il Governo».

Mentre i Centri estivi potrebbero partire da giugno, non appena concluso il ciclo scolastico (con modalità a distanza), resta aperta la questione della sospensione dei servizi educativi per la prima infanzia (0-3 anni), caratterizzati da un contatto fisico costante, continuo, prezioso e del tutto inevitabile tra i bambini stessi e tra i bambini e gli educatori. L’auspicio della Regione «è che le proposte sui centri estivi consegnate al Governo possano stimolare anche sperimentazioni utili per quanto riguarda i servizi educativi per l’infanzia».

La biologa in Ohio tra lockdown e 1.200 dollari «a tutti coloro che pagano le tasse»

Il racconto della ravennate Veronica Balatti, ricercatrice a Columbus

Veronica Balatti, 42 anni, diplomata al liceo scientifico Oriani di Ravenna, laurea e dottorato in Italia è oggi una ricercatrice della Ohio State University a Columbus, una città di 900mila abitanti in un’area metropolitana di quasi 2milioni, e studia come si muovono alcune piccole molecole in rapporto allo sviluppo della leucemia.

La contattiamo via Skype per farci raccontare la crisi Covid-19 dall’altra parte dell’Oceano e la troviamo, naturalmente, a casa.

BalattiIn Italia l’università è stata una delle prima realtà a chiudere, è successo lo stesso anche in Ohio?
«Sì, sono tornata da una vacanza in Messico a fine febbraio e l’Università ha deciso di chiudere quando ancora non c’erano casi. Ci ha dato una settimana di tempo per prepararci, concludere gli esperimenti che era possibile concludere e ha permesso a chi non aveva altro modo di lavorare da casa di portare materialmente via i computer dai laboratori. Ma in generale devo dire che tutto lo stato dell’Ohio si è comportato molto bene».

Da qui abbiamo avuto la sensazione che gli Stati siano andati un po’ in ordine sparso mentre Trump tuonava contro l’Oms…
«È vero, c’è stata un po’ di confusione. Ora gli stati stanno seguendo le linee guida federali, ma con la possibilità di prendere anche provvedimenti diversi, perché gli Usa sono non solo vasti, ma molto diversi. Penso a posti come Utah e Idaho dove le case sono molto distanti e dove i contagi sono praticamente a zero o a situazioni come quella di New York…».

La situazione in Ohio appare abbastanza sotto controllo con 16.700 casi e 800 morti su una popolazione di oltre 11 milioni di abitanti.
«Sì, come dicevo si sono mossi bene a mio parere, chiudendo prima che altrove, nonostante il governatore sia repubblicano, come Trump, che invece secondo me ha aspettato davvero troppo prima di prendere iniziative serie al riguardo a livello federale. Per fortuna è stata assemblata una task force diretta da scienziati come Fauci che ha dato una direzione più seria alla gestione del problema. Ora si tratta di riaprire l’1 maggio, che è venerdì e vedremo. Mi pare di capire che si aspettino un aumento dei casi, ma che per allora contino di aver attrezzato ospedali e reparti pronti».

A proposito di attrezzature, qui si parla ancora e sempre di mascherine…
«Io so che è stato chiesto anche a noi di mettere a disposizione i materiali di protezione che usiamo normalmente in laboratorio per i sanitari che si occupano di Covid-19. Ma non c’è nessun obbligo di usarle».

Come è il lockdown a Columbus?
«Diverso da come mi sembra di capire sia in Italia per diversi fattori. Qui innanzitutto gli spazi sono maggiori anche nelle corsie dei supermercati e quindi di file non ne abbiamo mai fatte, solo pochi giorni fa alcuni punti vendita hanno annunciato di contingentare le entrate. A metà aprile sono stata a passeggiare in un parco, le persone erano sole o per gruppi familiari. Va detto che qui quando il governatore dice di fare una cosa le persone la fanno. Va anche detto che nel momento in cui hanno detto “state a casa” hanno anche chiuso bar e locali. L’americano medio, almeno qui nel mid-west, segue le direttive, forse per rispetto dell’autorità, forse per paura di spendere soldi per farsi curare, forse perché non c’é la stessa cultura del divertimento e della socializzazione che c’é in Italia, ma le lamentele ci sono eccome. Molti vogliono tornare a lavorare per rilanciare l’economia e temono la recessione».

Ci sono più controlli, sono previste autocertificazioni?
«Nulla di tutto questo, i controlli c’erano già prima, soprattutto nel quartiere in cui abito io, che è molto sicuro e dove non ho mai avuto timori. Va anche detto che qui la polizia incute un certo timore, in generale…»

Cosa succede a una persona malata di Covid negli Usa? Qui è ricorrente ripetere che a differenza di quello italiano il sistema sanitario americano non garantisce una tutela diffusa…
«È vero che si basa sul sistema delle assicurazioni, ma ci sono poi meccanismi che proteggono almeno in parte anche chi è più in difficoltà, spesso si ha un’idea un po’ troppo semplificata del sistema. In generale, si può dire, che è molto difficile avere un’assicurazione se non si lavora ed è per questo che in questa emergenza sono state automaticamente prolungate le assicurazioni per chi è rimasto disoccupato in queste settimane, per esempio tutte le persone che lavorano nella ristorazione. Però una degenza per Covid può costare una decina di migliaia di euro di dollari e molto di più se c’è bisogno di un apparecchio per la ventilazione. Io per esempio ho un’ottima assicurazione, grazie all’università, che copre l’80 percento delle spese, ma so che se dovessi ammalarmi avrei comunque un conto di qualche migliaia di dollari da pagare. Del resto, anche per questo mi è arrivato il cosiddetto “Stimuls check” da 1.200 dollari».

Ma lei non ha perso il lavoro, né ha subito riduzioni di compenso…
«Esatto ma è stato mandato a tutti coloro che negli Stati uniti guadagnano meno di 75mila dollari l’anno proprio da Trump che aveva detto di volerli firmare a uno a uno. Il punto è che qui il contesto è molto diverso e 75mila dollari non sono poi così tanti. Per esempio una persona della mia età che fa il mio lavoro a questo punto della sua vita sta ancora pagando i debiti contratti per frequentare l’università, senza contare quelli per la casa e l’auto. Anche per questo in laboratorio siamo tutti stranieri. Gli americani si iscrivono più volentieri a legge o medicina per poter guadagnare di più e ripagare un debito universitario che può arrivare anche a 200mila dollari… In generale qui l’economia è basata sul debito e quindi sanno bene che quei 1.200 dollari saranno immediatamente spesi da chi li riceve».

E lei non è nemmeno cittadina americana…
«No, potrò chiedere la cittadinanza tra tre anni. Ma ho la Green Card e, soprattutto, ciò che conta per loro: pago tutte le tasse negli Usa».

Rispetto al futuro, quanto e come pensa e spera che cambierà dopo il Covid-19?
«Credo che dovrà cambiare e molto per un paio di anni, spero davvero che si trovi in fretta un vaccino. Come ricercatrice spero proprio che questo faccia almeno riflettere sull’importanza della ricerca che non dà risultati immediati ma a cui ci rivolgiamo in un momento drammatico come questo. Quando penso ai compensi di certi calciatori…»

I voli tra Usa e Italia sono sospesi. La preoccupa questo? Quando pensava di tornare in italia?
«Sarei voluta tornare a settembre, ma credo proprio che prima del 2021, a questo punto non sarà possibile. Anche perché vorrei evitare quarantene in ingresso o in uscita».

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