venerdì
12 Settembre 2025

Dal vino all’alcol: la “cantina più grande d’Italia” alle prese con l’emergenza

Caviro ha continuato a lavorare in queste settimane, salvando il fatturato di grande distribuzione ed esportazioni. All’orizzonte un nuovo business nel mondo dei disinfettanti

Carlo Dalmonte Presidente Confcooperative Ravenna
Carlo Dalmonte, presidente Caviro

Era il 24 febbraio quando il premier Giuseppe Conte avrebbe dovuto far visita alla Caviro di Faenza, la “cantina più grande d’Italia”, come si autodefinisce, forte del conferimento di quasi 13mila viticoltori da sette regioni del nostro paese. Una visita invece annullata per l’emergenza coronavirus che in quei giorni stava iniziando a mettere piede in Italia. «Avevamo lavorato parecchio per organizzare quella visita – ricorda il presidente Carlo Dalmonte – e non ci potevamo immaginare neanche lontanamente quello che ci stava aspettando. Abbiamo attraversato una tempesta senza precedenti e purtroppo non è ancora finita».

Caviro la tempesta l’ha attraversata però continuando a lavorare, grazie a buone prassi già diffuse nei propri stabilimenti, per via anche delle grandi dimensioni, affiancate ad altre resesi necessarie in queste settimane per poter proseguire l’attività. Distanziamenti, dispositivi di protezione, misurazione delle temperature a tutti, isolamento di intere aree di lavoro, tappetini imbevuti di disinfettante come nelle piscine, per pulirsi le scarpe, santificazioni straordinarie. «Tutto questo ha portato ovviamente a un aumento dei costi – continua Dalmonte –, ma così siamo potuti andare avanti, anche negli stabilimenti nelle zone cosiddette rosse, come quello di Treviso o di Quinzano D’Oglio (in provincia di Brescia, ndr). Con la tutela della salute sempre al primo posto». Al punto che l’esperienza di Caviro (così come quella di altre grandi aziende che in questo periodo hanno proseguito l’attività in sicurezza) è stata studiata in questi giorni anche dai tecnici che stanno elaborando con il Governo la cosiddetta fase 2, quella della ripartenza.

«La mia opinione è che bisogna programmare la ripartenza il prima possibile – continua Dalmonte rispondendo alla nostra domanda sul tema –: qui il rischio è che la crisi economica diventi sociale. Per farlo, mi concentrerei sulle procedure, sul fare lavorare chi può garantire il rispetto delle distanze, i dispositivi, le protezioni…».

Gruppo Caviro 3 Stabilimento ForlçIl vino, per tornare al core business di Caviro, in queste settimane di crisi, pare essere diventato un bene ancor più essenziale per molti italiani… «Il mondo del consumo a casa, cioè quello della grande distribuzione, non è andato male. Anzi, si può dire che ci sia stato un aumento, stando ai numeri del mese di marzo. Fortunatamente per noi, che siamo più orientati e impegnati in questo settore. Tutto il resto, quello che ha a che fare con il tempo libero, i bar e i ristoranti, si è azzerato: una catastrofe. E l’obiettivo ora deve essere quello di ritornarci, alla convivialità: noi italiani, in particolare, siamo quella roba lì… Non so come e quando, mi immagino con le dovute distanze, magari su appuntamento, ma bar e ristoranti torneranno a far parte della nostra quotidianità». Magari anche con altri accorgimenti, come per esempio le bottiglie di vino di piccoli formati praticamente mono-uso. «Era già un trend molto interessante prima della pandemia. Noi avevamo già lanciato il Tavernello da 0,25 l, o il Leonardo da 0,187, che è di fatto un calice: immagino che ora potrebbe esserci più richiesta».

Tavernello che continua a funzionare anche nel campo delle esportazioni. «A fine marzo il nostro rapporto con l’estero in effetti non è stato sconvolto, seppur con tutte le difficoltà del caso, legate ai trasporti, gestendo emergenze quasi tutti i giorni, in uno slalom di difficoltà a partire dall’approvvigionamento di materie prime come vetro, tappi, gabbiette, etichette. Ma con i nostri paesi di riferimento – Regno Unito, Germania o Giappone – gli affari continuano ad andare bene».

All’orizzonte si profila anche un nuovo settore, per Caviro, già impegnato anche nel campo delle energie alternative. «La pandemia ha evidenziato una grande necessità di disinfettanti, con l’alcol denaturato necessario per realizzarli che non si trovava più. Il Paese ne ha bisogno in quantità molto maggiori. Noi ne produciamo nel nostro stabilimento di Faenza e in queste settimane ci siamo attrezzati per ottenere i permessi e poterlo vendere a piccoli lotti, altri ne abbiamo donati alle farmacie. Si potrebbe quindi aprire un nuovo filone economico per la nostra azienda».

«Il coronavirus non può bloccare il sistema sanitario delle visite di prevenzione»

 

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un lettore, Ivano Mazzani, educatore, noto in città anche come organizzatore di eventi.

«Tutto si è fermato col coronavirus e giustamente ci è stato chiesto di essere responsabili stando in casa e aiutare con i nostri comportamenti noi stessi e la nostra comunità di riferimento. Benissimo.
C’è una cosa che però chiedo: perché tutta la salute e la sua gestione deve essere bloccata? Ho chiesto prima del coronavirus di fare alcune visite che per me sono importanti per la prevenzione della mia salute, e la salute di una persona rimane una questione aperta e seria anche in questo periodo di emergenza.
Già ci vogliono di norma 2 mesi di attesa prima di avere  un appuntamento e questa è una media nella normalità, purtroppo. Arriva il coronavirus è tutto si blocca.
La settimana scorsa ho telefonato al  numero verde Ausl e mi hanno detto che tutto è fermo e forse qualcosa si muoverà dopo il 4 maggio per gli appuntamenti sanitari bloccati.
Chiedo a chi è responsabile della sanità: possiamo essere  dentro un tempo sospeso senza che qualcuno se ne faccia carico? Esiste l’emergenza ma esiste anche la vita quotidiana, esistono i tempi del nostro corpo. Se scoprissi poi che  la mia salute nel frattempo è diventata più precaria, perché ho dovuto attendere 4-5 mesi  per una fase 2?
Un sistema sanitario non si può fermare, si devono affrontare nei modi giusti e nelle condizioni giuste le richieste sulla salute dei cittadini e noi siamo pronti a collaborare.
Non possiamo essere sempre e solo persone a cui chiedere sacrifici  e responsabilità e la salute non è una cosa secondaria, anzi. Purtroppo  ancor di più lo dimostrano i fatti e questi giorni di questo periodo così tremendo».
Ivano Mazzani

Da lunedì riparte la vendita di cibo d’asporto? La Regione lavora all’ordinanza

Lo rivela l’assessore Corsini. Si potrà ritirare solo dopo aver ordinato

Piadineria Da Nino«Stiamo lavorando a un’ordinanza che da lunedì prossimo, 27 aprile, permetterà il ritorno alla vendita di cibo e bevande da asporto da parte di esercizi e attività artigiane, dalle rosticcerie alle gelaterie: lo si potrà però andare a ritirare solo dietro ordinazione on-line o telefonica e quindi in maniera contingentata, per evitare assembramenti fuori dal locale e la presenza di non più di un cliente dentro».

Lo anticipa l’assessore regionale al Commercio in Emilia-Romagna, Andrea Corsini (Ansa.it).

Liberazione, il centrodestra contro «il privilegio concesso all’Anpi» e “Bella Ciao”

Ancarani (Fi): «L’associazione non rappresenta più i veri partigiani». Zannoni (Lega): «Quella canzone divide»

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Alberto Ancarani

Il centrodestra attacca il Governo per la festa della Liberazione. A Ravenna in particolare è il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Alberto Ancarani, a criticare la scelta di permettere la partecipazione di rappresentanti dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, alle celebrazioni ufficiali del 25 aprile, quest’anno a causa dell’epidemia a numero chiuso, a fianco delle autorità.

Un privilegio ritenuto inaccettabile da Ancarani anche perché Anpi, «lungi dal rappresentare, com’era in passato e in gran parte per ovvie ragioni anagrafiche, una associazione di partigiani che abbiano combattuto realmente nella lotta di Resistenza, è ormai un’accozzaglia di reduci di una resistenza “da bar” o da sezioni del Pci o dei partiti che da esso siano poi promanati, e che fanno della loro adesione all’associazione di cui sopra una bandiera politica e politicizzante, utile solo come grancassa per le posizioni ritenute più convenienti ad una certa sinistra. Insomma – continua Ancarani –, è del tutto venuto meno il senso del riconoscimento di Anpi come associazione combattentistica e d’arma benemerita non essendo essa più formata da alcun rappresentante vero della Resistenza italiana».

Sulla stessa linea anche il consigliere comunale della Lega a Bagnacavallo, Luca Zannoni, che polemizza anche per l’iniziativa lanciata dalla stessa Anpi, che chiede agli italiani alle 15 di cantare “Bella Ciao” dal balcone o dalle finestre. Iniziativa pubblicizzata dalla sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni. «In un momento come questo – scrive il consigliere leghista – il popolo italiano ha bisogno di sentirsi unito, e non diviso dalle strumentalizzazioni politiche; non si comprende come, al di là degli sforzi della sinistra, questa melodia possa essere il simbolo di un’unione nazionale, come invece lo è inequivocabilmente il nostro Inno di Mameli, che tutto il mondo ci invidia e che sarebbe sicuramente più opportuno suggerire agli italiani di cantare tutti insieme il 25 aprile».

Il Popolo della Famiglia: «Far ripartire le messe. Necessità per coesione sociale»

L’appello del presidente Adinolfi e del ravennate Mirko De Carli, coordinatore Alta Italia del movimento

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De Carli con Adinolfi

Il Popolo della Famiglia, per voce del suo presidente Mario Adinolfi e del Coordinatore Alta Italia, il ravennate Mirko De Carli (consigliere comunale a Riolo Terme), rivolge un appello alle autorità amministrative locali e agli eletti a tutti i livelli del territorio: «Con gli opportuni distanziamenti e misure di protezione, la fase 2 deve riguardare anche la libertà di andare a messa sul nostro territorio e in tutto il Paese. Non basta la promessa del ministro Lamorgese di far tenere i funerali con la sola presenza dei parenti stretti, se riaprono nei prossimi 20-25 giorni addirittura i negozi e i ristoranti reclamiamo come cittadini credenti anche l’accesso alla messa, con tutta la necessaria prudenza».

Adinolfi sottolinea la richiesta in tal senso del presidente della Cei: «Il cardinale Bassetti con una lettera ha chiaramente avanzato presso il governo un proposito netto. Il governo e Giuseppe Conte in primis, i tanti esponenti che nell’esecutivo si dichiarano cattolici, non facciano orecchie da mercante. La domanda di accesso alle messe nella ordinaria dimensione comunitaria è, come ha ben detto anche il portavoce della Cei Ivan Maffeis, una necessità che serve alla coesione sociale. Riaprire tutto e lasciare il divieto solo di andare a scuole e andare a messa appare a milioni di famiglie italiane come una scelta governativa incomprensibile, dettata da logiche che vedono solo l’economia come vitale per le persone. Non è così. Non riuscirà l’operazione di chi vuole rappresentare il rapporto comunitario religioso come inessenziale e marginalizzabile nel chiuso delle proprie case, quando tutto riapre. Sono operazioni tentate dagli Stati totalitari e sono caduti prima quegli Stati rispetto all’apparente debolezza della comunità dei credenti».

Dalla Regione 5 milioni contro il digital divide: tablet e connessioni agli studenti

Strumenti da consegnare alle famiglie per affrontare la didattica a distanza durante l’emergenza Covid e poi resteranno ai cittadini

The Hacker S Diet Look At Nutrition Like A Computer Nerd Wrbm LargeLa Regione Emilia-Romagna, con un atto della giunta, ha deliberato un contributo di 5 milioni di euro per rendere disponibili a tutti gli studenti computer, tablet e la connettività necessaria per dialogare a distanza con la scuola, i compagni e i docenti, soprattutto – ma non solo – in questo periodo in cui le attività di istruzione e formazione professionale in presenza sono sospese a causa dell’emergenza Coronavirus. «A beneficiarne – si legge in un comunicato divulgato da Bologna – saranno oltre 17mila studenti che riceveranno dotazioni tecnologiche e strumenti di connettività che rimarranno di proprietà degli alunni e delle loro famiglie».

Per garantire una tempestiva ed efficace attuazione delle misure, saranno i Comuni, nell’ambito del distretto socio-sanitario, ad individuare i ragazzi che ne hanno bisogno in collaborazione con le scuole e le famiglie che beneficeranno degli interventi. Per i ragazzi dell’Istruzione e Formazione professionale saranno gli stessi enti del sistema regionale a garantire le misure di accompagnamento.

La delibera approvata il 20 aprile definisce un progetto per affrontare il digital divide al quale i privati possono contribuire attraverso donazioni. A questo appello ha risposto la Casa editrice Zanichelli di Bologna, donando un milione di euro che sarà dedicato ai bambini delle scuole elementari. Grazie a queste risorse, almeno altri tremila piccoli alunni, con le loro famiglie, potranno ricevere strumenti informatici e connettività per esercitare il diritto allo studio anche nella modalità della didattica a distanza.

Approvato progetto esecutivo da 200mila euro per ristrutturare l’ex mercato coperto

Dalla fine di aprile partirà online il percorso partecipativo per consultare cittadini, associazioni e imprese e arrivare a definire le modalità di gestione dello spazio di via Baracca

Mercato Coperto Oggi Esterno 1La giunta comunale di Bagnacavallo, nella seduta in videoconferenza del 24 marzo, ha approvato il progetto esecutivo da 200mila euro per la ristrutturazione dell’ex mercato coperto di via Baracca. I lavori, finanziati in parte con fondi regionali in base alla legge regionale 41/94, sono in fase di affidamento e prenderanno avvio non appena la situazione generale lo consentirà.

Mercato Coperto Seminario Regione 1Il Comune ha poi pensato di portare avanti un progetto partecipativo chiamato “Al cuore della città” per coinvolgere i cittadini, le associazioni di categoria e di volontariato e gli imprenditori del territorio per progettare assieme una modalità di gestione condivisa e partecipata di questo importante spazio. Entro la fine di aprile sarà lanciata la campagna di comunicazione e si avvierà la consultazione utilizzando modalità online, in attesa che siano emanate disposizioni circa la possibilità di riprendere iniziative dal vivo.

Per seguire le attività di organizzazione e gestione del percorso il Comune di Bagnacavallo ha affidato il servizio all’associazione Spazi Indecisi di Forlì, nata con l’obiettivo dicvalorizzare gli spazi in abbandono, innescando processi di rigenerazione urbana leggera attraverso interventi che spaziano e ibridano i diversi linguaggi contemporanei.

Il progetto “Al cuore della città” ha ottenuto un finanziamento di 7.500 euro sul bando 2019 della Legge regionale 15/2018 sulla partecipazione, al quale il Comune ha aggiunto altri 7.500 euro di risorse proprie.

Il museo lancia la settimana enigm-art-istica: giochi culturali su Facebook

Dalla ricerca delle differenze al cruciverba: i genitori sono invitati a condividere le soluzioni trovate con i figli

Cruciverba illustrati, parole intrecciate, puzzle, labirinti, gioco delle differenze: sono i giochi che da oggi, 23 aprile, per cinque settimane si troveranno ogni giovedì sulla pagina Facebook del museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo. L’iniziativa si chiama “La settimana enigmARTistica!”, progetto social per imparare giocando.

E proprio con il gioco delle differenze si è partiti, protagonista un capolavoro del Museo civico delle Cappuccine: La Madonna col Bambino in trono con San Michele Arcangelo, San Pietro, San Francesco d’Assisi e San Giovanni Battista di Bartolomeo Ramenghi, conosciuto anche come Bagnacavallo Senior, vissuto tra il Quattrocento e il Cinquecento.

I genitori sono invitati a condividere il gioco con i propri bambini e ragazzi e a postare nella pagina del museo (nei commenti del post) il gioco risolto. L’obiettivo è di fornire un’occasione di passatempo che possa avvicinare divertendosi alla conoscenza delle opere del museo bagnacavallese.

Nelle prossime settimane inoltre il Museo Civico delle Cappuccine proporrà WhatsART. Conversazioni con l’arte, contest didattico rivolto alle classi dell’Istituto Berti di Bagnacavallo e Villanova per avvicinare i ragazzi alle collezioni artistiche del museo della città.

Il progetto prevede che i ragazzi ricreino a casa, con i mezzi a loro disposizione, un dipinto del museo, diventando i protagonisti del quadro e coinvolgendo i loro familiari per scattare una fotografia. Sono poi invitati a scrivere una lettera al protagonista del quadro, per porgergli domande e sottoporgli le curiosità stimolate dall’osservazione del dipinto e le osservazioni nate dall’esercizio di immedesimazione nel dipinto. I ragazzi non sanno che i personaggi risponderanno poi alle loro domande… coinvolgendoli in una vera e propria conversazione con un’opera d’arte. Per ogni classe partecipante saranno premiate le fotografie più originali e le lettere più curiose e interessanti.

Il 27 aprile di 23 anni fa moriva il sindaco D’Attorre: il ricordo del Circolo Pd

Non ci sarà il momento di raccoglimento davanti al monumento a lui dedicato vicino a Porta Adriana

Invito D'Attorre
Pier Paolo D’Attorre

Il 27 aprile 1997 moriva il 46enne Pier Paolo D’Attorre, sindaco di Ravenna dal 1993. Il Circolo del Partito Democratico di Ravenna, che oggi porta il suo nome, lo ricorda ogni anno il 25 aprile con una breve cerimonia davanti al monumento a lui dedicato, la panchina in mosaico a Porta Adriana, ma quest’anno non sarà possibile per le limitazioni legate al coronavirus.

«Lo ricorderemo in maniera più raccolta – scrive il Circolo – e i nostri fiori saranno comunque presenti il 25 aprile sulla sua panchina, assieme al libro e al nostro saluto». Al saluto si associa anche il sindaco Michele De Pascale che ha scelto di ricordare il suo predecessore con una frase da lui pronunciata: «“Noi ce la faremo, perché vogliamo che la piazza continui a palpitare di vita intensa, continui a ricordarci che le fortune della città possono essere alterne, ma mai perdute”. Sono le parole che pronunciò nel 1996 D’Attorre per introdurre il progetto della rinnovata piazza del Popolo e sono in questo difficile momento quanto mai attuali. La nostra piazza a causa dell’emergenza Covid-19 oggi purtroppo non palpita di vita intensa, e non sarà possibile ricordare D’Attorre come facciamo tutti gli anni insieme davanti alla sua panchina».

Orti comunali: massimo 3 ore al giorno e alternanza tra lotti pari e dispari

Nuove regole a Ravenna per gli appezzamenti in concessione per l’autoconsumo: si potrà andare solo in base alla data. Vietati assembramenti

Agriculture Backyard Blur Close Up 296230Il Comune di Ravenna ha stabilito alcune regole per l’accesso agli orti comunali. Nei giorni pari del mese possono andare i concessionari di appezzamenti contrassegnati da numero pari e nei giorni dispari del mese i concessionari di appezzamenti contrassegnati da numero dispari. L’accesso è consentito una sola volta al giorno e nel limite massimo di tre ore. Sono vietati l’accesso agli spazi comuni, le riunioni e gli assembramenti anche in luoghi aperti, al fine di evitare occasioni di contatti ravvicinati fra le persone.

Le disposizioni intendono finalizzare l’accesso e la fruizione dei terreni comunali adibiti ad orti esclusivamente all’autoconsumo e non alla socializzazione e all’aggregazione, che in questo momento sono vietate.

Per quanto riguarda gli orti non comunali si ricorda che, come ha già precisato il Governo, gli imprenditori agricoli, professionali e non, in possesso di partita Iva con riferimento al codice Ateco 01, possono recarsi nei loro appezzamenti, anche al di fuori del comune di residenza; si consiglia di contattare la propria associazione di categoria per sapere quali documenti è opportuno portare con sé in caso di controlli delle forze dell’ordine, a supporto dell’autodichiarazione.

Per chi non è imprenditore agricolo è comunque consentito lo svolgimento di attività lavorative su superfici agricole adibite alle produzioni per autoconsumo nel proprio comune di residenza, se la coltivazione del terreno è per uso agricolo e l’attività è diretta alla produzione per autoconsumo. Come da indicazioni ministeriali il soggetto interessato dovrà attestare, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, la proprietà di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito. Per gli orti privati delle case diverse dall’abitazione principale o ubicate in un altro comune, è consentita l’attività di cura e manutenzione solo da parte del personale incaricato che svolge attività imprenditoriale riconducibile al codice Ateco 01.

Il Comune di Lugo fa sapere che la cura degli orti comunali è consentita purché si resti nel proprio comune di residenza e nel recarsi agli orti si deve utilizzare il percorso più breve dalla propria abitazione, una volta giunti sul posto bisogna mantenersi sull’appezzamento assegnato e rispettare il distanziamento sociale di almeno due metri fra le persone. «È necessario utilizzare le mascherine chirurgiche e non creare assembramenti fra le persone presenti o anche con una sola persona. I cittadini devono utilizzare guanti in lattice per l’utilizzo degli strumenti comuni come innaffiatoi e gomme di irrigazione, da smaltire poi nella raccolta indifferenziata. Infine, è richiesto di rimanere all’interno dell’orto per il tempo necessario alla sua cura e manutenzione o alla raccolta di ortaggi».

L’epidemia in provincia causa altri 15 contagi e 3 morti. A Faenza gazebo pre-triage

Davanti all’ospedale manfredo una struttura mobile per i test di verifica di chi è in via di guarigione

PA Ambulanza CovidLa diffusione dell’epidemia di Covid-19 in provincia di Ravenna continua: alle 12 di oggi, 23 aprile, si registrano 15 contagi e tre morti in più rispetto allo stesso orario di ieri. Il totale dei positivi è 956 che comprende 65 decessi e circa 500 guariti.

Rispetto alle 15 nuove positività si tratta di 10 donne e 5 uomini: 8 pazienti sono ricoverati non in terapia intensiva, di questi 6 sono ospiti di una struttura del territorio per i quali il ricovero si è reso necessario in via cautelativa, gli altri 7 sono seguiti a domicilio. Complessivamente 9 dei nuovi pazienti positivi fanno riferimento alle strutture del territorio già colpite dal virus, gli altri hanno avuto contatti con casi già accertati.

I tre decessi riguardano due donne di 96 anni (una era un’ospite della casa di riposo Baccarini di Russi) e un uomo di 80 anni. Si sono inoltre verificate ulteriori 14 guarigioni complessive più 29 guarigioni cliniche di pazienti che effettueranno tamponi di negativizzazione.

Sono 216 le persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.

Intanto ai 33 punti pre-triage già attivi su tutto il territorio regionale e allestiti davanti agli ospedali e alle carceri, si aggiunge quello davanti all’ospedale di Faenza in prossimità dell’accesso a Oncologia che effettuerà i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione. Si tratta di un gazebo di 4×4 metri, installato grazie al contributo offerto dall’Istituto oncologico romagnolo (Ior) che lo ha noleggiato in collaborazione con il servizio Area Romagna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, che ha fornito anche due termosifoni.

Mascherine e distanziati: il vescovo e i monaci paolini supplicano la Madonna Greca

Monsignor Ghizzoni si è inginocchiato sul sagrato di Santa Maria in Porto come segno di benedizione e affidamento della città alla Patrona

Il vescovo di Ravenna, Lorenzo Ghizzoni, stamani 23 aprile si è inginocchiato sul sagrato della basilica di Santa Maria in Porto e ha recitato la supplica alla Madonna Greca, patrona di Ravenna e dei lidi, insieme ai monaci paolini che reggono il Santuario, come segno di benedizione e affidamento della città alla Patrona. Nella messa di domenica scorsa erano stati ricordati i nomi delle vittime del Covid-19, una ad una.

Alle 18.30 monsignor Ghizzoni celebrerà la messa all’interno del Santuario di Santa Maria in Porto, nella cappella che conserva l’immagine della Patrona trasmessa in streaming sulla pagina Facebook della parrocchia. Subito prima, il Rosario alle 17.30.

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