Liberazione, il centrodestra contro «il privilegio concesso all’Anpi» e “Bella Ciao”

Ancarani (Fi): «L’associazione non rappresenta più i veri partigiani». Zannoni (Lega): «Quella canzone divide»

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Alberto Ancarani

Il centrodestra attacca il Governo per la festa della Liberazione. A Ravenna in particolare è il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Alberto Ancarani, a criticare la scelta di permettere la partecipazione di rappresentanti dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, alle celebrazioni ufficiali del 25 aprile, quest’anno a causa dell’epidemia a numero chiuso, a fianco delle autorità.

Un privilegio ritenuto inaccettabile da Ancarani anche perché Anpi, «lungi dal rappresentare, com’era in passato e in gran parte per ovvie ragioni anagrafiche, una associazione di partigiani che abbiano combattuto realmente nella lotta di Resistenza, è ormai un’accozzaglia di reduci di una resistenza “da bar” o da sezioni del Pci o dei partiti che da esso siano poi promanati, e che fanno della loro adesione all’associazione di cui sopra una bandiera politica e politicizzante, utile solo come grancassa per le posizioni ritenute più convenienti ad una certa sinistra. Insomma – continua Ancarani –, è del tutto venuto meno il senso del riconoscimento di Anpi come associazione combattentistica e d’arma benemerita non essendo essa più formata da alcun rappresentante vero della Resistenza italiana».

Sulla stessa linea anche il consigliere comunale della Lega a Bagnacavallo, Luca Zannoni, che polemizza anche per l’iniziativa lanciata dalla stessa Anpi, che chiede agli italiani alle 15 di cantare “Bella Ciao” dal balcone o dalle finestre. Iniziativa pubblicizzata dalla sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni. «In un momento come questo – scrive il consigliere leghista – il popolo italiano ha bisogno di sentirsi unito, e non diviso dalle strumentalizzazioni politiche; non si comprende come, al di là degli sforzi della sinistra, questa melodia possa essere il simbolo di un’unione nazionale, come invece lo è inequivocabilmente il nostro Inno di Mameli, che tutto il mondo ci invidia e che sarebbe sicuramente più opportuno suggerire agli italiani di cantare tutti insieme il 25 aprile».

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