sabato
13 Settembre 2025

Coronavirus, Enel illumina la centrale elettrica di Porto Corsini con il tricolore

«Il Gruppo vuole rimarcare lo spirito coeso e unitario con cui l’intero paese sta lottando contro il coronavirus»

Foto Centrale Enel Porto Corsini TricoloreUn tricolore risplende nel buio della notte come segno di vicinanza, spirito di unione e speranza. La Centrale Enel Teodora di Porto Corsini è da ieri (9 aprile) illuminata con i colori della bandiera italiana e lo resterà per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

Come per molti altri edifici nel mondo e sedi istituzionali italiane, illuminando con il tricolore un impianto nel quale viene prodotto un bene essenziale, quale l’energia elettrica, il Gruppo Enel – si legge in una nota – «vuole rimarcare lo spirito coeso e unitario con cui l’intero paese sta lottando contro il Coronavirus».

Enel – continua la nota – «ha già messo in campo numerose iniziative per garantire la sicurezza dei suoi dipendenti. Enel Cuore, la Onlus del Gruppo, ha inoltre stanziato donazioni in Italia per 23 milioni a sostegno delle principali realtà impegnate nell’assistenza sanitaria e sociale, sia per progetti  individuati, sia per altri in fase di individuazione che verranno definiti in tempi brevi grazie al dialogo e al continuo coordinamento con Protezione Civile e Autorità nazionali e regionali in prima linea contro la diffusione del virus».

Turismo, il Comune chiede ai cittadini di pubblicare cartoline di Ravenna sui social

Al via un contest «per continuare a vivere e a far vivere la città»

San Vitale Ravenna In LuceLa Pasqua da sempre a Ravenna apre le porte all’estate e ai primi turisti in città, alle gite fuori porta. Quella di quest’anno però sarà ovviamente diversa, da trascorrere in casa per fermare il covid-19 e poter ripartire.

È sempre però possibile inviare gli auguri agli amici e al tempo stesso diventare promotori e ambasciatori di Ravenna. Sono questi gli obiettivi del contest lanciato dal settore Turismo del Comune, “#salutidaRavenna” per continuare a «vivere e a far vivere la città attraverso un metodo antico declinato in chiave moderna»: quello di spedire cartoline virtuali dei luoghi e degli angoli che ognuno ha più a cuore, «ritrovando nella memoria – si legge nella nota del Comune – la loro suggestione e bellezza e accrescendo il desiderio di ritornarvi quando l’emergenza covid-19 sarà finita».

Ecco come partecipare: scegliere una o più foto di Ravenna a cui si è particolarmente legati, scattata prima dell’emergenza covid-19; pubblicarla sul proprio profilo Instagram o Facebook, taggando @RavennaTourism (Facebook | Instagram) e inserendo l’hashtag #SalutidaRavenna; taggare nei commenti 5 persone a cui si vuole inviare l’augurio con l’invito a tornare a rivedersi a Ravenna quando l’emergenza sarà superata; si possono scegliere  anche foto già presenti sui profili social a cui aggiungere la menzione e l’hashtag.

Mascherine gratuite consegnate “in stile drive in”, alle auto in fila per strada

Al via la distribuzione a Faenza, dove la maggior parte verrà messa però a disposizione nei vari quartieri dal 14 aprile

Mascherina Sanitaria Chirurgica ImgMentre Ravenna ne distribuirà metà direttamente alla popolazione più “fragile” e la parte restante sarà a disposizione nelle farmacie a partire dai prossimi giorni, a Faenza parte in modo senza dubbio originale la distibuzione gratuita delle mascherine protettive naso/bocca di tipo chirurgico, dispositivo molto efficace e raccomandato, anche se non obbligatorio, nel contrasto alla diffusione del covid-19.

Si tratta, come noto, di un primo quantitativo di due milioni di pezzi, messo a disposizione di tutti i comuni dalla regione Emilia-Romagna e suddivise per numero di abitanti. Per Faenza sono disponibili poco più di 26 mila unità, in numero inferiore al totale residenti, circa 59 mila.

Il Comune di Faenza, «consapevole che una parte della cittadinanza ha già provveduto autonomamente ad acquistarne diversi quantitativi, fa appello al senso di responsabilità di tutti per lasciare le mascherine a disposizione di coloro che non ne siano ancora provvisti, evitando accaparramenti ingiustificati di alcuni a danno di altri».

La distribuzione gratuita, in pacchetti da due mascherine, avverrà tramite due modalità.

Un primo quantitativo sarà consegnato oggi, venerdì 10 aprile, dalle ore 17 alle 19 e sabato mattina, dalle 7.30 alle 9.30, «in stile drive-in», attraverso il finestrino abbassato della propria auto. I punti di distribuzione saranno due: in via Graziola nei pressi del PalaCattani – su ambo i lati della carreggiata – e in via Fornarina nei pressi del centro commerciale Coop, su un unico lato della strada. «Si invitano le persone a restare tassativamente in auto – scrive il Comune –, nessuna mascherina sarà consegnata a chi si avvicina a piedi».

La maggior parte delle mascherine sarà invece messa a disposizione dei quartieri, Centro nord, Centro sud, Borgo, Granarolo e Reda per una distribuzione più capillare sul territorio comunale che riduca al minimo la necessità di spostamento. La distribuzione con questa modalità sarà effettuata a partire da martedì prossimo 14 aprile in diversi punti della città, secondo un calendario che verrà diffuso nei prossimi giorni.

Covid, l’Italia resterà chiusa fino al 3 maggio. Controlli intensificati per Pasqua

Il premier Conte lo ha confermato duranta la videoconferenza con Regioni, Anci e Upi

Conte, Non C'è Data Ma Già Programmiamo Fase 2L’Italia rimarrà in lockdown almeno fino al 3 maggio. Dopo giorni di riflessione, il governo sceglie la linea di massima cautela e si appresta a rinnovare con un nuovo provvedimento tutte le misure di contenimento e le limitazioni agli spostamenti per altri 20 giorni concedendo solo aperture mirate per qualche attività produttiva. Non solo: con una circolare il Viminale rafforza i controlli per Pasqua, chiedendo alle forze di polizia una particolare attenzione per evitare che gli italiani si riversino nelle seconde case.

«Al momento non siamo nelle condizioni di riaprire le attività produttive perché rischieremmo di far risalire la curva dei contagi e di vanificare i risultati ottenuti», ha spiegato il premier Conte durante la videoconferenza con Regioni, Anci e Upi sottolineando che l’apertura a fine aprile avrebbe rappresentato un incentivo al movimento dei cittadini visti i due ponti in arrivo, il 25 aprile e il 1 maggio.

Due week end, come quello di Pasqua, che già da giorni sia il Comitato tecnico-scientifico sia il Viminale avevano indicato come a rischio ‘esodo’ nel caso in cui si fossero concesse delle aperture. Ed infatti la circolare del Viminale per intensificare i controlli nelle festività pasquali verrà replicata anche per i due ponti. «È del tutto evidente – scrive il capo di gabinetto del ministro Matteo Piantedosi – che, nell’attuale contesto non sarà possibile per la popolazione effettuare i consueti trasferimenti verso località a richiamo turistico» e dunque è necessario «dedicare la massima attenzione nella predisposizione di mirati piani di rafforzamento della vigilanza e del controllo» sia all’interno dei comuni sia tra località diverse, «compreso il divieto di recarsi nelle seconde case utilizzate per le vacanze». (Ansa.it)

Un ringraziamento punk-rock agli operatori sanitari dell’ospedale di Ravenna

La dedica dei Sunset Radio in un video acustico registrato dai membri della band ognuno nella propria casa

Dopo essersi già esibiti in passato nei reparti di Oncologia e Pediatria dell’ospedale di Ravenna, per alleggerire per qualche minuto la degenza dei malati, la punk-rock band ravennate Sunset Radio in questo periodo di isolamento forzato ha voluto omaggiare gli operatori sanitari impegnati a fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Ecco quindi che la band ha pubblicato a sostegno di medici e infermieri un video in cui i quattro componenti, ognuno dalla propria abitazione, suonano (e cantano) in versione acustica “Upside Down”, uno dei loro pezzi, tratto dall’Ep Dreams, Memories And Late Nights.

Truffa mascherine, il faccendiere arrestato si offrì per corrompere il Comune

Antonello Ieffi in custodia cautelare per turbativa d’asta per una gara 16 milioni di euro: nel 2018 chiese 50mila euro per fare avere una concessione turistica a un’azienda. In municipio nessuno lo conosceva e partì la querela

Antonello Ieffi Bollicinevip E1469187204406L’imprenditore arrestato a Frosinone per turbativa d’asta nell’ambito di una gara pubblica del valore di 15,8 milioni di euro, per la fornitura di 24 milioni di mascherine allo Stato per fronteggiare l’emergenza coronavirus, è già rinviato a giudizio per traffico di influenze illecite per aver chiesto 50mila euro a un’azienda romana per farle avere una concessione demaniale a Cervia attraverso la corruzione di funzionari del Comune che erano all’oscuro di tutto. L’arresto per i fatti legati alla pandemia è di oggi, 9 aprile, mentre i fatti cervesi risalgono al 2018. Per il prossimo giugno sarebbe in calendario la prima udienza nella capitale ma è probabile che tutto venga rinviato per lo sospensione delle attività nei tribunali per il contrasto alla circolazione del Sars-Cov-2.

Il 42enne Antonello Ieffi, questo il nome dell’indagato, due anni fa contattò di sua iniziativa una società di Roma che aveva fatto ricorso al Tar per opporsi al provvedimento del Comune che faceva decadere la concessione per una struttura ricettiva sulla spiaggia cervese. Ai romani, i quali nella denuncia affermano di non aver mai avuto contatti in precedenza, Ieffi disse che quella concessione interessava a un congiunto del sindaco e quindi per poterla avere a loro vantaggio si sarebbe potuto ungere qualche dipendente di sua conoscenza in municipio. Il Comune smentisce tutta la versione fornita da Ieffi.

L’immediata denuncia presentata dalla società coinvolta nel contenzioso amministrativo con il Comune fece sì che la pubblica amministrazione cervese venne a conoscenza del fatto. Il legale interno, l’avvocata Silvia Medini, presentò querela per diffamazione. Il procedimento è stato trasferito a Roma e ora il Comune è parte civile nel processo in partenza, una scelta fatta per chiedere i danni di immagine ma anche per monitorare eventuali affermazioni che dovessero emergere in fase dibattimentale.

Il traffico di influenze illecite (art. 346 bis Cp) è stato introdotto nel 2012 con la legge Severino per la lotta contro la corruzione: è commesso da chi, sfruttando la relazione con un pubblico ufficiale, si fa dare denaro o vantaggi patrimoniali da un privato per sé o da girare all’ufficiale per fare pressione sul funzionario amministrativo e favorire gli interessi del privato. Nella recente cronaca nazionale ha avuto particolare rilevanza quando ne è stato accusato Tiziano Renzi, padre dell’ex premier.

Covid, i 5 nuovi contagiati in provincia di Ravenna sono operatori sanitari

Sale a 45 il numero delle vittime: sono morti altri tre uomini di 72, 73 e 75 anni

DrivethroughSono tre uomini di 72, 73 e 75 anni i pazienti con coronavirus morti nelle ultime 24 ore in provincia di Ravenna, dove le vittime salgono così a 45.

Solo 5, invece, i nuovi casi di positività, 3 donne e 2 uomini, tutti in isolamento domiciliare poiché privi di sintomi o con sintomi leggeri. Un numero tra i più bassi di tutta l’emergenza, ma anche oggi – spiega la Provincia – «risultano tamponi non eseguiti per questioni tecniche, che saranno processati di qui a breve».

Sul fronte epidemiologico, i casi di oggi sono tutti operatori sanitari, controllati anche a seguito delle attività di screening che si stanno facendo sul personale Ausl.

Si sono verificate anche 32 guarigioni cliniche per le quali sono programmati i tamponi di verifica attraverso il sistema drive through.

Sono 443 le persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.

Covid, 3mila guariti in regione. Altri 3 morti a Ravenna, ma solo 5 contagi in più

Sono 18.677 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 443 in più rispetto a ieri. E hanno raggiunto quota 81.715 i test effettuati, 3.348 in più. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, giovedì 9 aprile, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Complessivamente, 8.038 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (174 in più rispetto a ieri). 355 le persone ricoverate in terapia intensiva: 6 in meno di ieri. E diminuiscono anche i pazienti ricoverati in terapia non intensiva, negli altri reparti Covid (-47). Purtroppo, si registrano 82 nuovi decessi: 45 uomini e 37 donne.

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 3.103 (+213), delle quali 1.764 riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 1.339 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 13 residenti nella provincia di Piacenza, 19 in quella di Parma, 13 in quella di Reggio Emilia, 7 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna (di cui 1 in territorio imolese), 4 a Ferrara, 3 a Ravenna, 4 nella provincia di Forlì-Cesena (di cui 2 nel forlivese), 6 in quella di Rimini.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.020 a Piacenza (40 in più rispetto a ieri),  2.421 a Parma (26 in più),  3.505 a Reggio Emilia (153 in più), 2.867 a  Modena (56 in più), 2.530 a  Bologna (97 in più), 326 a Imola (1 in più),  563 a Ferrara (25 in più). In Romagna sono complessivamente 3.445 (45 in più), di cui 751 a Ravenna (5 in più), 600 a Forlì (15 in più), 481 a Cesena (8 in più), 1.613 a Rimini (17 in più).

Un anestesista di Ravenna in copertina sul Time: «Non dormo più bene…»

Il 42enne Francesco Menchise: «Abbiamo tutti paura di essere infettati»

TIME @TIME “We Must Get It Into Our Heads That Our Lives Have Changed.” Francesco Menchise, An Anesthesiologist In Ravenna, Italy Https://ti.me/2yHILhT
TIME @TIME – “We must get it into our heads that our lives have changed.” Francesco Menchise, an anesthesiologist in Ravenna, Italy https://ti.me/2yHILhT

La prestigiosa rivista Time dedica la copertina agli «eroi in prima linea» nella lotta al coronavirus. Sono «le storie di lavoratori coraggiosi che rischiano la vita per salvare la nostra», si legge. E tra loro c’è anche un italiano, Francesco Menchise, anestesista di Ravenna.

«Quasi tutte le settimane, decidere cosa mettere in copertina è oggetto di un grande dibattito interno, questa settimana è stato semplice», scrive il magazine, che parla di una «lotta condotta in larga misura dai soccorritori in prima linea, dagli operatori sanitari che rischiano la vita alle persone che effettuano consegne, dai dipendenti delle farmacie ai medici legali che si trovano ad affrontare una conta dei morti da tempo di guerra. Questo numero è dedicato a loro».

Francesco Menchise ha 42 anni, ed è anestesista dell’unità di terapia intensiva Covid-19 presso l’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. «Le operazioni di intubazione sono quelle in cui sei maggiormente esposto all’aerosol del paziente – spiega -. Siamo abituati ad essere sotto pressione, ma non lo siamo mai stati così come lo siamo ora. I dispositivi di protezione non mancano, ovviamente però abbiamo tutti paura di essere infettati».

«L’effetto più evidente dello stress è che non dormo più bene – prosegue Menchise – Lavoro circa lo stesso numero di ore di prima, 40 a settimana, ma è più impegnativo a livello mentale. Oltre il 50 percento delle persone intubate non ce la fa, e uno degli aspetti più dolorosi di queste morti è che i parenti non possono vedere i loro cari un’ultima volta». (fonte Ansa.it)

Il messaggio del vescovo per la Pasqua in “quarantena”: «Non lamentiamoci…»

Riceviamo e pubblichiamo il messaggio per Pasqua dell’arcivescovo della diocesi di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni

Vescovo Ghizzoni“Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti.”
Le parole di Papa Francesco nella preghiera di quella sera in una Piazza S. Pietro deserta e buia, ci hanno aiutato a interpretare il nostro stato d’animo collettivo, una paura che più passano i giorni più si tramuta in tristezza e pessimismo. Per qualcuno diventa anche rabbia che fa trasgredire le regole come per dimostrare la volontà di sopravvivere o per negare il pericolo.
Ma Papa Francesco aveva anche indicato altri atteggiamenti e valori: tutti e ciascuno siamo importanti, nessuno va scartato, si deve combattere per la vita di tutti. E lo dobbiamo fare insieme, altrimenti la barca non va avanti: medici e politici, cittadini e sindaci, infermieri e addetti ai servizi essenziali, giornalisti e imprenditori, volontari e forze dell’ordine, studenti e insegnanti, parroci e fedeli…
La nuova solidarietà che è scattata tra la maggioranza delle persone di fronte al pericolo comune è una reazione positiva, molto umana e molto evangelica, che va conservato anche per i prossimi mesi che ci vedranno impegnati in questa lotta. Altrimenti se la catena avrà anelli deboli si potrebbe spezzare, a danno di tutti. Ma la solidarietà di questi mesi non si deve fermare qui, né rimanere dentro i confini del nostro popolo. Quanti milioni di persone soffrono mali terribili e altrettanto mortali? La fame, la mancanza di acqua e di medicinali, gli ambienti naturali danneggiati dall’uomo stesso, ma soprattutto le tante persecuzioni dei credenti, le violenze e le guerre, – tutte insensate e inutili, frutto di egoismi e interessi, di ideologie e nazionalismi… Quanti mali richiedono una grande espansione della nostra solidarietà, un impegno per diventare operatori di pace e quindi di giustizia, ben oltre i confini del nostro paese o della stessa Europa, e non per una sola malattia benché grave e pericolosa!
In questa Quaresima siamo stati un po’ tutti in quarantena, con alcune astinenze obbligatorie e obbedienze comuni che ci hanno limitato qualche libertà concreta. Ma visto quello che patiscono molti nostri fratelli, non abbiamo il diritto di lamentarci più di tanto. Chi ha il diritto di farlo, purtroppo, sono quelli che piangono per la morte di un parente o un amico, un nonno o un giovane: a questi dobbiamo dare consolazione e aiuto, con la vicinanza concreta.
Per tutti noi, per tutti i figli di Dio dispersi in ogni parte del mondo, in ogni caso è la Risurrezione di Cristo la vera risposta ai mali che affliggono tutti. Perché Cristo che risorge ci fa vedere e toccare la forza di salvezza che viene da Dio, nostro Padre, il nostro creatore che provvede con amore paterno e materno a tutti i suoi figli. Lui nel dono della vita del suo Figlio fatto uomo e nella sua risurrezione, ha iniziato a rinnovare il mondo e a sconfiggere sia il male maggiore, la morte, sia tutti gli altri mali.
Se il Signore Gesù ci ha amato fino a versare il suo sangue per noi, per darci una nuova vita oltre la morte, affrontiamo con speranza questa e tutte le altre prove che incontreremo, ma facciamolo insieme, senza paura, sapendo che Egli ha cura di noi, sempre.

L’Ansa: «Isolamento a casa almeno fino al 2 maggio»

L’agenzia parla di uno slittamento di 14 giorni delle attuali misure ristrettive in scadenza il 13 aprile

DSC 5043Si va verso un prolungamento di 14 giorni delle attuali misure restrittive e di isolamento previste dal dpcm in scadenza il 13 aprile, con una probabile ulteriore proroga delle misure di isolamento a casa almeno fino al 2 maggio.

Lo apprende l’Ansa – si legge in un’agenzia – “da fonti qualificate”.

Sarebbe inoltre in discussione l’eventualità che dopo Pasqua possano riaprire alcune piccole attività legate alla filiera agroalimentare e sanitaria, previo il rispetto delle misure di distanziamento.

La campagna pasquale dell’Enpa contro «la mattanza di agnelli e capretti»

L’associazione denuncia anche la «grave deroga» che consente la sosta degli animali fino a 3 giorni nei piazziali del macello

Pasqua2020Appello dell’Enpa contro «la mattanza di agnelli e capretti» in vista della Pasqua.

«Uccidere un agnello non toglie i peccati del mondo, anzi, ne aggiunge uno!», questo lo slogan scelto per la campagna pasquale dell’associazione.

«Non si può continuare a uccidere in nome di una assurda e anacronistica tradizione – ricordano i volontari dell’Enpa di Lugo – che strappa gli agnellini alle loro madri e li macella per imbandire le nostre tavole».

«Si tratta di cuccioli di poche settimane – proseguono i volontari – caricati su camion in condizioni al limite della sopravvivenza, portati al macello in attesa di essere sgozzati».

Violenze, crudeltà e maltrattamenti sarebbero documentati «in diversi reportage che stanno circolando in questi giorni sulla rete – continua l’Enpa di Lugo – in cui vengono presentate macellazioni in gruppo senza che gli agnellini possano sottrarsi alla vista dell’uccisione dei loro simili e a morti coscienti nonostante per legge vi sia l’obbligo dello stordimento».

«Nonostante la pandemia da Coronavirus in corso e le restrizioni per limitare la diffusione del Covid-19, il Ministero della Salute ha trovato il tempo per introdurre una grave deroga consentendo la sosta degli agnelli fino a 3 giorni nei piazzali del macello – continua la nota dell’Enpa di Lugo –. Dopo viaggi estenuanti, gli agnellini urlanti in cerca della madre si ritroveranno in un piazzale in una condizione di ulteriore stress e sofferenza dove saranno esposti all’odore del sangue di quelli già macellati».

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