Ttre stazioni di monitoraggio non invasivo per pazienti sedati e otto sistemi di telemonitoraggio a distanza
L’azienda Alma Petroli di Ravenna, raffineria in via Baiona che da oltre produce bitumi stradali, industriali e speciali, ha acquistato e donato al Reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna tre stazioni di monitoraggio non invasivo per pazienti sedati e otto sistemi di telemonitoraggio a distanza. « un momento di emergenza come questo, sentiamo il desiderio e il dovere di supportare il nostro territorio e di sostenere l’incredibile sforzo compiuto da medici, infermieri e operatori sanitari per i pazienti affetti da Covid-19», ha commentato Antonio Serena Monghini, presidente di Alma Petroli. Le attrezzature saranno a beneficio di tutti, anche una volta superata l’emergenza Coronavirus.
Il dottor Maurizio Fusari, direttore del reparto, ha sottolineato che «le attrezzature donate permettono di migliorare in modo altamente significativo la qualità delle cure dei pazienti acuti e gravi attraverso la possibilità di prenderli in carico non solo nei reparti intensivi che sono limitati in disponibilità di posti letto». I dispositivi permettono un controllo continuo delle condizioni dei pazienti ricoverati anche in aree diverse e distanti. «La donazione, strutturata permanentemente ed ulteriormente implementabile, permette un’evoluzione strategica sensibile sulla qualità delle cure offerte ai nostri concittadini non solo in questo periodo di emergenza ma anche in futuro: rende il nostro ospedale più moderno e consente soluzioni organizzative innovative».
Anche in provincia di Ravenna l’iniziativa in segno di lutto e di solidarietà
Michele de Pascale a Ravenna
Anche i sindaci della provincia di Ravenna hanno osservato il minuto di silenzio (e ammainato le bandiere dei municipi a mezz’asta) in segno di lutto e di solidarietà.
L’invito è stato rivolto dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro per ricordare le vittime del coronavirus e per onorare il sacrificio e l’impegno degli operatori sanitari.
L’iniziativa era stata lanciata dal Presidente della Provincia di Bergamo, il Sindaco Gianfranco Gafforelli per ricordare tutti i morti del coronavirus, in segno di solidarietà per tutte le comunità.
Il sindaco Luca Della Godenza davanti al municipio di Castel Bolognese
«È un gesto per essere vicini a tutte le vittime, ai loro cari e a chi lavora con abnegazione – ha dichiarato per esempio il sindaco di Cervia Massimo Medri –, in particolare gli operatori sanitari, rischiando in questa emergenza la propria vita per salvare le persone. Cervia ha risposto ancora una volta con senso civico e responsabilità».
«L’ho fatto per ricordare le vittime di questo maledetto virus – ha dichiarato invece il sindaco di Castel Bolognese Luca Della Godenza –, per onorare l’impegno degli operatori sanitari, per abbracciarci e sostenerci idealmente tutti, per portare solidarietà a chi è più in difficoltà».
L’uomo aveva 80 anni, deceduto a Ravenna. La moglie è a Lugo. I familiari vivono a Milano
Il coronavirus ha ucciso lui, ha mandato in ospedale la moglie ed è stata la sindaca del paese a dare la triste notizia alla figlia che vive lontano e non aveva contatti con i genitori da diverso tempo. È la storia che arriva da Conselice. La vittima, la prima del comune della Bassa Romagna e la 29esima in provincia, è Pasquale Barbieri, 80 anni, “Lucio” per gli amici.
La sindaca Paola Pula ha saputo della morte nella mattinata odierna, 31 marzo. L’uomo era ricoverato da diversi giorni in ospedale a Ravenna: era assistito nella respirazione, ma fino a ieri non sembrava in pericolo di vita. La moglie Rosaria è invece a Lugo. Nella sua vita professionale, Barbieri è stato un ragioniere, e una volta pensionato si era trasferito da Milano a Conselice. Barbieri lascia la figlia Eugenia, il genero e la nipote, che vivono ancora a Milano, e le cognate, che invece risiedono a Conselice.
«Credo di poter esprimere un cordoglio che unisce l’intera nostracomunità, stretta a combattere questo maledetto virus che oggi ci hacolpito in maniera così diretta – dichiara la sindaca –. Un pensiero particolare alla figlia, che ho dovuto avvisare telefonicamente: da Milano non riusciva da tempo a mettersi in contatto con i genitori. Ora è comprensibilmente preoccupata anche per la mamma, a cui vanno – oltre alle condoglianze – tutti i nostri auguri di pronta guarigione. Sapendo che è terribile non poter neppure piangere direttamente il proprio caro scomparso».
L’iniziativa di Saporetti a Marina di Ravenna, in collaborazione con pro loco e comitato cittadino
Una pizza solidale: a Marina di Ravenna nelle serate di mercoledì primo aprile, giovedì 2 e venerdì 3 la pizzeria Saporetti consegnerà a domicilio pizze ad offerta libera (con un contributo minimo di 4 euro).
Tutto il ricavato delle tre serate verrà poi devoluto all’ospedale di Ravenna, un contributo per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
L’iniziativa è organizzata insieme alla Pro Loco, all’associazione La Bella Marina, al Comitato cittadino e al circolo Auser Il Timone.
La pizzeria consegnerà fino a cento pizze a serata (per un totale di 300 nell’arco dell’iniziativa).
Per prenotazioni 0544 530208 per whatsapp 337 0909053 dalle 18; le consegne inizieranno alle ore 18.30.
Sono 5mila in più rispetto al picco della crisi del 2009. La situazione più complicata tra bar, ristoranti, parrucchieri e negozi
Il segretario della Cgil Costantino Ricci
La Cgil fornisce i primi dati reali degli effetti del coronavirus sul mondo del lavoro in provincia.
Al 27 marzo erano 12.556 i lavoratori sottoposti ad uno qualsiasi degli ammortizzatori sociali messi a disposizione dalla normativa. «Si tratta – si legge nella nota inviata alla stampa dal sindacato – di un numero in continuo aumento. Mai, nemmeno negli anni più bui della crisi si erano registrati valori simili». A fine 2009 e a metà 2013 erano stati rispettivamente 7.765 e 7.451 i picchi di lavoratori contemporaneamente sottoposti ad ammortizzatore sociale.
«Siamo di fronte a numeri drammatici – commenta il segretario generale della Cgil di Ravenna, Costantino Ricci -; la crisi legata alla pandemia si è innestata su uno scenario economico che, a livello territoriale, già da tempo manifestava segnali di difficoltà. In questa prima fase vanno utilizzati tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione in modo da sostenere il reddito dei lavoratori e si spera che queste somme arrivino quanto prima. Su quest’ultimo aspetto saranno fondamentali la disponibilità delle aziende a concedere gli anticipi e l’azione del sistema bancario. Ci troviamo ad affrontare una sfida inedita e di grandi proporzioni. I sindacati proseguono, con tutti gli accorgimenti e le precauzioni richieste, nella loro attività e sono al fianco delle Rsu e dei lavoratori. È chiaro che sarà la condizione di sicurezza dei lavoratori, che ancora oggi proseguono nelle attività, a determinare la capacità del sistema di avere la meglio sulla Covid-19. Senza condizioni di lavoro in sicurezza rischiamo di perdere progressivamente le nostre attività produttive».
I numeri dell’emergenza
«L’impegno profuso in questo mese dal sindacato – spiega Davide Gentilini, responsabile dell’Ufficio studi e ricerche della Cgil di Ravenna -, in condizioni ovviamente mai esperite prima, ha consentito fino ad ora di siglare verbali congiunti di richiesta di intervento riguardanti 1.336 aziende. I primi settori, in ordine di tempo, ad avere avuto necessità di ricorrere agli ammortizzatori sono stati quelli legati alla filiera dell’educazione scolastica. Con le chiusure degli asili nido, delle scuole di ogni ordine e grado e delle università (previste nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza il 23 febbraio) si è resa necessaria la tutela di tutti i lavoratori impegnati nei settori educativi direttamente coinvolti, ma anche di quelli addetti ai servizi di pulizia, mense e trasporti scolastici. Via via che le previsioni normative si facevano più stringenti, dal cosiddetto dpcm #iorestoacasa del 9 marzo a quello del 22 marzo che decreta la chiusura delle attività non essenziali, sono aumentate le categorie di imprese, e quindi di lavoratori, interessate».
Le attività di bar e ristorazione, cura della persona (parrucchiere ed estetiste), negozi non alimentari e pulizie, fanno attualmente registrare la situazione più drammatica (677 imprese per 3.944 lavoratori), ma soprattutto nell’ultima settimana si sono aggiunti settori produttivi più strutturati, come l’edilizia (125 aziende per 1.696 dipendenti) e la metalmeccanica (rispettivamente 250 e 2.923).
Per quanto riguarda il tipo di ammortizzatore richiesto, ad oggi lo strumento più utilizzato è il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (che sta coprendo 606 aziende artigiane e 2.378 lavoratori) seguito dalla Cassa integrazione ordinaria in deroga (ai sensi dell’accordo tra regione e parti sociali firmato il 6 marzo) che interessa 408 aziende e 1.613 lavoratori. La Cassa integrazione ordinaria, legata al mondo industriale, conta “solamente” 178 aziende, ma consente di sostenere e garantire continuità occupazionale a 4.604 lavoratori.
«Questa è la fotografia del primo mese di emergenza-coronavirus – dice Gentilini -, ma l’evolversi rapido e imprevedibile della situazione potrebbe renderla obsoleta già nel giro di poche settimane».
Raffaella Sensoli nominata nella struttura di supporto del ravennate Andrea Corsini
Sta facendo discutere il popolo del Movimento 5 Stelle la recentissima nomina dell’ex consigliera regionale grillina Raffaella Sensoli nella segreteria dell’assessore regionale (ravennate) Andrea Corsini.
Sensoli non si era candidata alle ultime elezioni regionali, promuovendo poi il voto disgiunto, al Movimento 5 Stelle per la lista e al poi rieletto Stefano Bonaccini per il presidente.
Si era parlato di lei anche per un possibile incarico in giunta, ora la nomina nella struttura di supporto dell’assessore Corsini con la responsabilità di mantenere i rapporti tra l’assessorato e l’assemblea legislativa.
Tra le reazioni non può passare inosservata quella, laconica, di Francesca Santarella, ex consigliera comunale e comunque figura ancora di spicco per una parte di attivisti 5 Stelle del Ravennate: «Senza limiti alla vergogna».
L’associazione regionale scrive a Bonaccini invitandolo a dare un’opportunità in più ai cittadini per fare la spesa: «Così si riducono assembramenti nei supermercati»
La sezione Emilia-Romagna dell’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab) chiede alla Regione di affiancare i mercati contadini biologici alla modalità di vendita attuale dei supermercati con uguali misure di salvaguardia a tutela della salute, che mettano insieme domanda e offerta «per creare più occasioni di acquisto al consumatore, da un lato, e dall’altro per valorizzare le pratiche virtuose dei piccoli agricoltori biologici e locali che, con la loro presenza, presidiano i territori, prevenendo abbandono e dissesto idrogeologico a tutela della sicurezza delle persone e dei luoghi, auspicando che questa crisi possa anche essere l’occasione per cambiare gli stili di consumo e per riallacciare positivamente un rapporto diretto tra città e campagna».
Il presidente regionale dell’Aiab, Antonio Lo Fiego, chiede con forza l’apertura dei mercatini biologici di prossimità in condizioni di sicurezza «per evitare il collasso dei piccoli produttori e per la salute dei consumatori che possono acquistare in ambienti all’aperto, molto più areati e meno affollati dei supermercati».
L’Aiab sostiene l’apertura dei mercatini biologici tenendo conto che il Dpcm del 22 marzo consente “l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna dei prodotti agricoli”. L’apertura di questi punti inoltre amplierebbe i punti di approvvigionamento diminuendo le occasioni di assembramento: «Fare la spesa al supermercato porta alla concentrazione di tante persone in un solo luogo e tali persone, per quanto diligenti possano essere, toccano e manipolano confezioni e prodotti, non sempre indossando mascherine e guanti monouso». L’associazione poi ricorda che sul territorio regionale è presente una parte non trascurabile di piccoli agricoltori che ricava la maggior parte del proprio reddito dalla vendita diretta attraverso i mercati contadini o biologici di prossimità: «I prodotti freschi provenienti da questo tipo di filiera corta con un impatto ambientale positivo, sia per i metodi di coltivazione sia per la loro prossimità al cittadino, risultano ricchi di nutrienti e quindi più efficaci nello stimolare il sistema immunitario, condizione particolarmente importante di questi tempi di emergenza».
Lo rivela il ministro della Salute. E arriverà anche un nuovo decreto da «almeno 25 miliardi»
«Nella riunione del Comitato tecnico scientifico svoltasi stamattina (30 marzo, ndr) è emersa la valutazione di prorogare tutte le misure di contenimento almeno fino a Pasqua. Il governo si muoverà in questa direzione». Lo afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Il prossimo decreto – ha detto il ministro per i Rapporti con in Parlamento Federico D’Incà a SkyTg24 – arriverà «prima delle scadenze del 16 aprile, perché le aziende si ritroveranno di fronte a nuove scadenze fiscali. Davanti a questo dobbiamo arrivare con un nuovo dl che permetta di poter sospendere e rinviare, aiutare per aprile le partite Iva, gli autonomi, le tante aziende che hanno bisogno di fondi di garanzia per guardare al futuro con sicurezza. Lo Stato c’è. Saranno almeno altri 25 miliardi di euro, mi auguro che possiamo avere ancora più risorse disponibili». (Ansa.it)
L’invito sul foglio è quello di rientrare nel proprio domicilio di residenza
Anche la questura di Ravenna mette in guardia i cittadini su un falso volantino che è stato ritrovato in diverse città affisso negli androni dei palazzi e sui muri dei quartieri. Un volantino che invita eventuali non residenti degli stabili a lasciare le abitazioni che li ospitano, per rientrare nel proprio domicilio di residenza, perché sarebbe in corso un’attività di controllo delle autorità; «riporta anche l’obbligo di presentare, a richiesta, la documentazione di affitto della casa e i propri documenti con foto», si legge nella nota della questura.
«Vi invitiamo a fare attenzione perché tale avviso è falso. Potrebbe essere – spiega la polizia – l’astuta mossa di qualche malintenzionato per entrare nelle abitazioni in questo periodo di emergenza per covid-19».
«Chiunque si imbatta in simili volantini è pregato di segnalarne la presenza alle Forze di polizia e di non seguire le indicazioni in essi contenute».
Complessivamente 568 i casi positivi e al momento 626 le persone in quarantena
Sono morti altri due pazienti positivi al coronavirus – due uomini di 83 e 92 anni – in provincia di Ravenna, dove complessivamente sono 28 i decessi dall’inizio dell’emergenza.
Alle 12 di oggi, 30 marzo, come annunciato anche nel quotidiano bollettino della Regione, sono invece 15 i nuovi casi positivi registrati rispetto a ieri. Si tratta di sei donne e nove uomini. Sette pazienti sono in isolamento domiciliare poiché privi di sintomi o con sintomi leggeri, gli altri otto sono ricoverati, nessuno in terapia intensiva.
Sul fronte epidemiologico, «si tratta principalmente di pazienti che hanno avuto contatti stretti con casi già accertati», assicurano dalla Provincia.
Cinque le ulteriori guarigioni cliniche: una donna ed quattro uomini.
Sono 626 le persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.
Complessivamente i casi sono dunque 568, confermati alle 12 del 30 marzo in provincia di Ravenna (di cui 31 riguardanti persone residenti fuori provincia). Quasi la metà, 252, sono pazienti residenti nel comune capoluogo; 89 a Faenza, 42 a Cervia; 40 a Lugo. Ancora nessun caso a Bagnara di Romagna, unico comune senza contagiati della provincia.
In totale i casi di positività registrati sono 13.531. Oltre 1.500 i decessi
Sono 13.531 i casi di positività al coronavirus in Emilia-Romagna alle 12 di oggi, 30 marzo, 412 in più di ieri. 50.990 i test refertati, 1.551 in più rispetto a ieri.
Si tratta del dato più basso mai registrato dall’inizio della vera e propria emergenza, che avrà bisogno di conferme nei prossimi giorni, come sottolinea il commissario Sergio Venturi durante il suo bilancio.
Complessivamente, sono 5.896 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (170 in più rispetto a ieri); relativamente contenuto – come si sta verificando negli ultimi giorni – l’aumento di quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 351, 18 in più rispetto a ieri.
I decessi sono purtroppo passati da 1.443 a 1.538: 95, quindi, quelli nuovi, di cui 69 uomini e 26 donne.
Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.227 (86 in più rispetto a ieri), 926 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 301 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 21 residenti nella provincia di Piacenza, 25 in quella di Parma, 12 in quella di Reggio Emilia, 14 in quella di Modena, 16 in quella di Bologna, 2 in quella di Ravenna, 4 in quella di Rimini, 1 decesso si riferisce a un residente fuori regione. Pertanto, nessun nuovo decesso si registra nel territorio imolese, nella provincia di Ferrara né in quella di Forlì-Cesena.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.516 (41 in più rispetto a ieri), Parma 1.859 (50 in più), Reggio Emilia 2.208 (62 in più), Modena 2.137 (43 in più), Bologna 1.619 (115 in più), Imola 253 (14 in più), Ferrara 306 (6 in più), Ravenna 568 (15 in più), Forlì-Cesena 683 (di cui 343 a Forlì, 25 in più rispetto a ieri, e 340 a Cesena, 16 in più), Rimini 1.382 (25 in più).
Al via mercoledì 1 aprile una striscia di dieci “pillole” quotidiane in collaborazione con Lepida Tv
Fare attività fisica e restare in forma ai tempi del Covid 19.Nasce così su iniziativa della Uisp Emilia-Romagna il format #EppurMiMuovo, in collaborazione con Lepida Tv e il patrocinio della Regione. Si tratta di una striscia di 10 “pillole” quotidiane della durata di 15 minuti che partiranno il prossimo mercoledì 1 aprile.
Le trasmissioni andranno in onda tutti i giorni, dalle 10.45 alle 11 del mattino e in replica al pomeriggio dalle 14,15 alle 14.30, in diretta video sul canale 118 del digitale terrestre, sul canale 5118 di Sky o via web sul sito Lepida.tv e su YouTube di LepidaTV. I video saranno disponibili anche on demand sul sito di Lepida Tv e sui social di Uisp Emilia-Romagna, per poter così ripetere gli esercizi in qualunque altro momento della giornata.
Grazie a tecnici ed educatori Uisp saranno proposti esercizi motori da svolgersi in casa, anche con l’ausilio di strumenti facilmente reperibili nelle abitazioni. Ma verranno anche proposti racconti di giochi antichi, come costruirli e come reinventarli, oltre a intrattenimenti per bambini. Il tutto per incentivare l’utilizzo del tempo libero domestico nel rispetto della tutela della salute psicofisica, favorire il rispetto delle norme di distanziamento sociale e la salvaguardia della salute pubblica.