giovedì
11 Settembre 2025

Covid-19 in provincia: 14 nuovi contagi e 12 posti letto in più in terapia intensiva

I numeri della diffusione del nuovo coronavirus aggiornati alle 12 del 16 marzo: il totale arriva a 114 (compresi tre decessi e nove guarigioni)

UnnamedIl numero dei contagiati da Covid-19 in provincia di Ravenna raggiunge 114. Il dato ufficiale diffuso dalla Regione Emilia-Romagna è aggiornato alle 12 di oggi, 16 marzo. L’incremento rispetto a ieri è di 14 casi, una variazione inferiore a quella del giorno precedente quando le positività in più erano state 22. Il dato complessivo conteggia anche tre decessi e nove guarigioni. Un ulteriore decesso non rientra nelle statistiche ravennati perché si tratta di un paziente ricoverato in un ospedale di Forlì.

Dei nuovi 14 casi comunicati oggi dalla Regione, la Provincia di Ravenna fa sapere che sette sono uomini e sette sono donne: sei sono ricoverati in ospedale mentre otto sono in isolamento domiciliare volontario poiché privi di sintomi o con sintomi lievi. Di questi nuovi pazienti, cinque avevano avuto contatti con la palestra di cui si è parlato nei giorni scorsi, due sono riconducibili a contatti al di fuori della provincia, uno è residente fuori provincia ed è ricoverato in una casa di cura privata del territorio mentre per gli altri rappresentano contatti con casi già accertati.

La Regione fa sapere anche di aver aumentato la disponibilità di posti letto allestiti per i pazienti colpiti dal nuovo coronavirus, grazie all’impegno messo in campo dalla rete ospedaliera dell’intero territorio per attuare il piano di rafforzamento regionale: da 2.097 a 2.262 tra ordinari (1.916) e terapia intensiva (346). Nello specifico a Ravenna sono 46 in più (di cui 12 per terapia intensiva). Il totale provinciale dei posti in Rianimazione ora è 41 (i 29 già presenti prima dell’ampliamento erano suddivisi tra 15 a Ravenna e 14 tra Faenza e Lugo).

In Emilia-Romagna sono complessivamente 3.522 i casi di positività, 429 in più rispetto all’aggiornamento di ieri. Passano da 12.054 a 13.096 i campioni refertati. Complessivamente, sono 1.334 le persone in isolamento a casa (+134) perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 197 (28 in più rispetto a ieri). E salgono a 88 (+20) le guarigioni, 85 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 3 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi. Crescono anche i decessi, passati da 284 a 346: 62, quindi, quelli nuovi, che riguardano 41 uomini e 21 donne. Per la maggior parte delle persone decedute sono in corso gli approfondimenti per verificare se avessero patologie pregresse, anche multiple. I nuovi decessi registrati riguardano 23 residenti in provincia di Piacenza, 17 in quella di Rimini, 7 in quella di Parma, 7 in quella di Bologna, 4 in quella di Reggio Emilia e 4 in quella di Modena.

Coronavirus, in arrivo mille kit diagnostici donati da un’azienda cinese

Grazie ai rapporti di Terre Cevico, già protagonista di un gesto di solidarietà nel paese asiatico

5028231 0925 ViruseMille kit diagnostici per il Covid19-coronavirus sono in arrivo in Romagna, grazie alla  donazione di un importante cliente di Terre Cevico che ha deciso di ricambiare la solidarietà mostrata dalla cooperativa romagnola del vino (con sede anche a Lugo).

A gennaio, infatti, nel momento in cui l’emergenza era al massimo in Cina e ancora lontana in Italia, Terre Cevico aveva inviato gratuitamente a Pechino 15mila mascherine come contributo concreto a combattere l’epidemia.

Quando il pericolo si è spostato in Italia, l’azienda di Quin Dao “Perfect Promise” ha contattato Terre Cevico per attivare a sua volta una donazione.

L’Ausl Romagna, dopo avere verificato le specifiche tecniche, ha approvato i sistemi per diagnosi sierologica e ha quindi dato il via alla fornitura gratuita, che è stata resa disponibile al personale sanitario.

Terre Cevico è uno dei principali esportatori di vino in Cina, dove è presente da ben 13 anni, con uno staff di stanza a Xiamen e Shangai e oltre 70 clienti  con cui intrattiene un fitto rapporto di scambio. Il gruppo romagnolo è il primo esportatore di vino italiano bio sull’esigente mercato orientale, dove si è certificato direttamente con le autorità locali.

«Siamo orgogliosi – dichiara  il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti – che Terre Cevico sia il fulcro di un’iniziativa che dimostra ancora una volta la capacità dell’impresa cooperativa di attivare le relazioni più vere tra le persone, anche a così grande distanza. Ringraziamo la Regione e la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria per avere agevolato in ogni modo questa donazione».

«Noi vogliamo ringraziare di cuore i nostri amici cinesi per il bellissimo gesto. Il vino è anche alimento dell’anima, dei sentimenti e della fratellanza; è nei momenti difficili come questo che i valori della cooperazione emergono e lasciano un segno indelebile», dichiara il presidente di Terre Cevico Marco Nannetti.

«Le relazioni che come Cevico abbiamo instaurato con i nostri clienti – dichiara Lauro Giovannini, direttore generale Terre Cevico – sono sempre state improntate oltre al business anche alla correttezza e condivisione dei momenti più o meno belli. In particolare operiamo in Cina da oltre 12 anni e grazie anche ai due collaboratori che vivono la (Xiao e Meng) riusciamo ad avere rapporti che vanno oltre il lavoro. Francesco Paganelli,  che per noi segue l’area,  ha gestito questa importante donazione che speriamo aiuti il nostro sistema sanitario in questo difficile momento».

Vigile urbano contagiato, il Sulpl: «Non siamo carne da macello, servono mascherine»

Il sindacato chiede dispositivi di protezione per evitare il contagio all’interno degli ambienti di lavoro che ridurrebbe il personale in servizio

«Non siamo carne da macello». Con queste parole la segreteria provinciale di Ravenna del Sulpl (e non Siulp come scritto per errore in un primo momento), sindacato unitario lavoratori di polizia municipale e locale, chiede che il personale dei vigili urbani coinvolto nei controlli sul rispetto dei decreti anti-coronavirus debba essere dotato di maggiori dispositivi di sicurezza, «sia per se stessi ma anche e soprattutto per gli altri colleghi che vedrebbero il personale ammalato come possibili untori di altro personale finendo per far mancare dalle strutture altre risorse». La critica del Sulpl è nata dopo la positività di un agente del comando di Ravenna.

Il Sulpl, nella stessa nota firmata dal segretario provinciale Sergio Menegatti, critica anche alcune dichiarazioni provenienti dal Comune. «È inevitabile, per non ritrovarsi senza uomini, che si arrivi a un punto in cui per combattere l’epidemia è necessario far lavorare anche i contagiati, purché asintomatici e rispettando le opportune misure di prevenzione e sicurezza»: queste le parole del comandante Andrea Giacomini, dirigente comunale per Palazzo Merlato, riportate da Il Corriere Romagna nell’edizione del 16 marzo. Il Sulpl, nel suo comunicato, aveva attribuito il pensiero al sindaco Michele de Pascale.

 

I parenti non possono visitare il nonno? L’ospizio mette le videochiamate Whatsapp

Iniziativa dell’Asp in Bassa Romagna per due case di riposo: appuntamenti telefonici e gli operatori aiutano gli anziani per sentirsi meno soli

WhatsappI parenti non possono far visita agli anziani nelle case di riposo, per le limitazioni dell’emergenza sanitaria Covid-19, e i nonni diventano tecnologici con le videochiamate Whatsapp. L’Azienda per i servizi alla persona (Asp) dei Comuni della Bassa Romagna attivato da oggi, 16 gennaio, un servizio di videochiamate, a disposizione dei familiari, per contattare gli ospiti delle case residenze anziani F.lli Bedeschi di Bagnacavallo e Sassoli di Lugo.

Si tratta di uno sforzo in più del personale che consente ai familiari di avere informazioni anche dirette sullo stato dei loro cari e agli anziani si sentirsi un po’ meno soli. Il servizio resterà in funzione fino alla fine delle limitazioni alle visite a causa dell’emergenza Covid-19. I familiari potranno, previa telefonata, contattare il proprio congiunto ospite della struttura. Sarà l’animatore – compatibilmente con le esigenze di servizio – a ricevere/effettuare le videochiamate sui cellulari aziendali di struttura e mettere in contatto l’ospite con i parenti.

Il servizio è attivo tramite Whatsapp. Per la Bedeschi di Bagnacavallo: il martedì dalle 11.15 alle 13.30; il mercoledì dalle 11.15 alle 13.30 e dalle 17 alle 18, il venerdì dalle 17 alle 18. Per la Sassoli di Lugo: il mercoledì dalle 9.30 alle 11.30 e il sabato dalle 9.30 alle 11.30. I numeri da chiamare sono: per la F.lli Bedeschi di Bagnacavallo: 335 1404403 – 334 3307644 – 338 5756410; per la Sassoli di Lugo: 0545 212280, digitando successivamente l’interno (nucleo) del reparto di appartenenza.

Inoltre, per quanto riguarda la comunità alloggio Silvagni di Voltana è stato realizzato con gli ospiti un video di saluto e augurio per i propri familiari. Infine, anche per la struttura di Voltana e per la Cra Jus Pascendi di Conselice si sta lavorando per introdurre a breve il servizio di videochiamate.

Falso audio su Whatsapp sul primo contagio, autrice denunciata per procurato allarme

Indagini di carabinieri e polizia municipale dopo la paura diffusa da un vocale rimbalzato tra le chat del paese

Whatsapp ProblemiUna donna è stata denunciata perché ritenuta l’autrice di un messaggio audio rimbalzato su varie chat Whatsapp con riferimenti a un locale di Brisighella collegato al primo caso di contagio da Covid-19. La notizia era falsa e la donna dovrà rispondere di procurato allarme. Lo fa sapere il sindaco Massimiliano Pederzoli con un posto su Facebook.

«Grazie alla velocità delle indagini condotte dalla polizia municipale e dai carabinieri – scrive il primo cittadino – l’autrice del messaggio è stata immediatamente identificata e sarà perseguita a norma di legge. Questa comunicazione mi offre l’occasione per ribadire la necessità assoluta di rispettare tutte le limitazioni ed i suggerimenti che il personale medico e le autorità di governo, ai vari livelli, hanno imposto. Non ci si può permettere alcuna superficialità e tanto meno si può consentire che qualcuno possa creare sconcerto e preoccupazione nella popolazione come è avvenuto nel deprecato caso sopracitato. Confido nel senso civico e di responsabilità di tutta la nostra comunità».

Pubblica Assistenza: «Diecimila euro di costi in più per protezioni e igiene»

L’associazione non trova più mascherine da fornire ai volontari e chiede l’aiuto di altre realtà o di semplici cittadini

Pubblica Assistenza Ravenna 02«Stimiamo in circa diecimila euro mensili il costo per i soli dispositivi di protezioni individuale e il materiale di sanificazione e sanitizzazione dei mezzi, senza considerare l’impiego di personale e il maggior utilizzo dei mezzi. Insomma, abbiamo ancora bisogno, e tanto». La Pubblica Assistenza di Ravenna, con le parole della presidente Angela Gulminelli, lancia la sua richiesta di aiuto e appoggio nei giorni dell’emergenza sanitaria per il nuovo coronavirus. Oltre ai costi aumentati, per i volontari dell’associazione c’è un problema di dotazioni che sta vivendo tutto il sistema sanitario: «Le mascherine, oltre che aumentate di costo, sono introvabili. Inoltre, ordini pagati anticipatamente sono sequestrati o fermi alle frontiere. Per noi è un grandissimo problema dato che tutti i nostri operatori devono adottare per ogni tipo di servizio un equipaggiamento di protezione atto a tutelare la loro salute e quella delle persone trasportate».

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Angela Gulminelli

Non manca un appunto anche a come si è gestita inizialmente l’emergenza delle forniture e a come provvedere oggi: «Stato e Protezione Civile non sono riusciti a mettere in campo strategie d’urgenza – dice ancora la presidente della PA di Ravenna – per sopperire alla mancanza di DPI. Non dico si dovesse costruire un ospedale in dieci giorni ma riconvertire produzioni forse di poteva fare».

Pubblica Assistenza Ravenna 01Per questo motivo la Pubblica Asistenza si chiede a cittadini, studi professionali e aziende di mettere a disposizione, se possibile, questo materiale. Per contatti: 0544-400777. Gulminelli ricorda inoltre che è possibile fare donazioni sull’IBAN  IT14A0627013181CC0810004858 o attraverso una delle diverse modalità indicate sul sito dell’organizzazione a questo link. : http://www.pubblicaassistenza.ra.it/donazioni-covid-19/. Negli ultimi giorni sono state attivate due raccolte fondi da Porto Robur Costa Volley e Csi Centro Sportivo Italiano. Inoltre il Rotaract Club Ravenna ha disposto un contributo di 1.300 euro.

Pubblica Assistenza Ravenna 04«Abbiamo paura? Sì abbiamo paura, per noi e per i nostri familiari, ma il senso di responsabilità ci fa alzare tutte le mattine per prendere servizio in centrale, in ufficio per le attività indispensabili a garantire il servizio, sulle auto che trasportano dializzati o sulle ambulanze. Abbiamo inoltre predisposto nella nostra sede – evidenzia ancora Angela Gulminelli – un’area di decontaminazione e sanificazione per i mezzi, nonché di svestizione per gli operatori impegnati in trasporti di pazienti positivi. Non siamo degli eroi siamo semplicemente persone che hanno deciso di mettersi a disposizione degli altri sempre e a maggior ragione in questi momenti».

Il sindaco di Castel Bolognese: «Ancora troppi anziani in giro». E chiude gli orti

Sospeso anche il funzionamento della Casa dell’acqua dove non era garantita un’adeguata igienizzazione

Cimg9568 32u4sccqx52ldcxhixj1v5x0vmbe7b66vuz7konyluxjlnarq«Troppe persone soprattutto anziane continuano ad uscire di casa nonostante i continui appelli a rimanere in casa».

Lo dice il sindaco di Castel Bolognese, Luca Della Godenza, che quindi decide di dare un’ulteriore stretta alle misure già in vigore.

«Questa mattina (16 marzo, ndr) abbiamo pertanto intensificato i controlli e assunto la decisione di chiudere gli orti comunali e la Casa dell’acqua – rivela il sindaco –, luoghi in cui le forze dell’ordine ci segnalavano assembramenti di persone o, nel caso dell’acqua, non era garantita un’adeguata igienizzazione del distributore».

Coronavirus, altri 108mila euro per l’Ausl, che ringrazia i donatori. Ecco chi sono

Si può continuare a contribuire direttamente sul conto corrente dell’Azienda pubblica. Attive anche raccolte fondi

Ospedale RavennaTante le iniziative di solidarietà che stanno arrivando a sostegno dei presidi ospedalieri ravennati.

Grazie alla generosità di aziende, associazioni e privati cittadini che si sono mobilitati per aiutare nella lotta all’emergenza legata al coronavirus, in questi ultimi giorni sono state elargite donazioni per circa 108mila euro (a cui si devono aggiungere, tra gli altri, i 500mila euro di Eurocompany).

La direzione aziendale  e il direttore del presidio ospedaliero di Ravenna, Paolo Tarlazzi, anche a nome di tutti gli operatori – si legge in una nota inviata alla stampa dall’Ausl – «ringraziano di cuore la ditta S.I.C.A. s.p.a. di Alfonsine di Ravenna che ha donato 50.000 euro di cui 30.000 a favore dell’ospedale di Ravenna e 20.000 all’ospedale di Lugo; AIL Ravenna per la donazione di 50mila euro a favore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Ravenna; Conad – LO.AN.S DI CORZANI Loredana s.n.c. di Ravenna per aver devoluto 6.000 euro a favore della U.O. Terapia Intensiva del Santa Maria delle Croci; ASD SID “ass. STRENZ I DENT”  per la donazione di 1.000 euro a favore della Terapia Intensiva Rianimazione di Ravenna; il Gruppo sportivo Valsintria Festa del Cinghiale Zattaglia per aver devoluto 1000 euro al Pronto Soccorso; la signora Irene Fantini per la donazione di 50 euro, la signora Nicoletta Marangoni per altri 30 euro e il signor Alessandro Christian Fanara che ha donato 100 euro sempre a sostegno dell’attività del Presidio Ospedaliero Ravenna».

Un sentito ringraziamento dell’Ausl «per la grande generosità e solidarietà dimostrata anche al Ristorante Saporetti di Marina di Ravenna che sabato ha fatto giungere in ospedale il pranzo per gli operatori di diverse unità operative al lavoro, il Crald Ausl di Ravenna per aver donato diverse colazioni e alcune pizzerie della città per la cena consegnata agli operatori dei reparti del Presidio Ospedaliero di Ravenna».

Per donare direttamente all’Ausl Romagna si possono utilizzare le seguenti coordinate bancarie: AZIENDA USL DELLA ROMAGNA – INTESA SAN PAOLO – IBAN: IT34W0306913298100000300064 – Tesoreria AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE DELLA ROMAGNA,  precisando nella causale una eventuale motivazione per la donazione, oppure utilizzare il modulo disponibile sul sito dell’Ausl e le modalità lì riportate.

Chi invece intende attivare raccolte fondi, o le abbia già attivate è pregato di contattare l’Azienda utilizzando il seguente indirizzo di posta elettronica: donazioni@auslromagna.it al fine di coordinare il lavoro e di cercare di evitare truffe.

A questo fine l’Azienda precisa che “non ha mai inviato, e non invia, persone al domicilio per richiedere donazioni per il Coronavirus ne per nient’altro. Eventuali iniziative illegali che fossero verificate saranno perseguite con la massima decisione”.

A Ravenna si segnalano al momento la sottoscrizione di “Falco Caponegro  per Ospedale Di Ravenna” e la raccolta fondi ‘CORONAVIRUS, SOSTENIANO TUTTI INSIEME L’OSPEDALE DI RAVENNA’ realizzata da Ravenna Runners Club in collaborazione con l’Associazione A.L.I.Ce Ravenna ODV.

Come combattere lo stress da coronavirus: «Mantenete uno stile di vita sano»

I consigli degli psicologi dell’Ausl. Se in casa ci sono dei bambini «è importante non stravolgere le normali consuetudini»

UnnamedPubblichiamo per i nostri lettori alcune indicazioni degli psicologi dell’Ausl Romagna per gestire lo stress da emergenza coronavirus.

«Teniamo presente – si legge nel testo inviato alla stampa – che durante le condizioni di emergenze la maggior parte delle persone sono soggette a stress e possono sviluppare sintomi transitori di tipo emotivo o psicosomatico. Tali disagi vengono solitamente superati spontaneamente nel tempo, grazie alle proprie risorse interne, alle strategie personali ed al supporto della comunità in cui si vive. In qualche caso, possono invece non risolversi nel tempo e rimanere oltre l’emergenza. Solo in questi casi sarà necessario eventualmente chiedere aiuto e rivolgersi ad un professionista».

Stile di vita. «Più in generale – continuano le indicazioni degl psicologi – per la gestione dello stress ed il mantenimento del tono dell’umore è utile mantenere uno stile di vita sano: dieta bilanciata, sonno regolare ed esercizio fisico. Nei momenti di maggior vulnerabilità emotiva è altresì fondamentale non affrontare le proprie angosce fumando o bevendo alcolici, in quanto comporterebbe al termine dell’utilizzo, un effetto “boomerang” con conseguente peggioramento del modo in cui ci sentiamo. Può essere utile, nei momenti di sconforto ricordare come in passato abbiamo affrontato le avversità della vita e come abbiamo gestito le nostre emozioni. Per tenere la mente occupata, ridurre l’ansia e trascorrere con maggiore leggerezza questo periodo è consigliabile cercare attività per passare il tempo: leggere libri, guardare film, ascoltare la musica, cucinare, rispolverare giochi da tavolo… È un ottimo momento per scoprire nuovi hobby. Nel caso in cui ci si sentisse sopraffatti dall’ansia può essere utile parlare con persone amiche, con il proprio medico o con un operatore sanitario che potrà essere contattato presso i Servizi usuali di riferimento».

Se in casa ci sono dei minori. «In particolare in presenza di minori è importante non stravolgere le normali consuetudini nell’ascoltare i mezzi d’informazione, in quanto i bambini sono maggiormente sensibili ai cambiamenti e alle preoccupazioni di chi gli sta vicino. Nel raccogliere le informazioni è importante utilizzare fonti attendibili che ci possano aiutare a determinare con precisione il reale, in modo da poter prendere precauzioni ragionevoli. È importante all’interno del contesto abitativo essere disponibili all’ascolto ed al confronto, in particolare sui temi legati al momento. È infatti necessario non rendere il coronavirus, o le preoccupazioni ad esso correlate un “tabù”, permettendo ad ognuno di potersi informare ed esprimere liberamente. Al contempo tale argomento non dovrebbe monopolizzare la comunicazione occupando la centralità di tutte le nostre conversazioni. I bambini possono rispondere allo stress in diversi modi, come essere più insistenti, ansiosi, arrendevoli, arrabbiati, oppure essere agitati, bagnare il letto ecc. In questi casi, ed in particolare nei momenti difficili, è importante rispondere alle loro reazioni confortandoli, ascoltando le loro preoccupazioni».
«In caso di separazione (ad es. ricovero in ospedale) è fondamentale stabilire contatti regolari (ad es. via telefono) e rassicurali. Visto il grande cambiamento nella propria routine affrontato sia dai bambini che dagli adolescenti in questo momento, è importante parlare di ciò che è accaduto, spiegare cosa sta succedendo e fornire loro chiare informazioni e rassicurazioni utilizzando parole che siano in grado di capire a seconda dell’età. Dare indicazioni su come ridurre il rischio di essere contagiati e fornire informazioni, in modo rassicurante, su cosa potrebbe accadere, può essere di grande aiuto nel prevenire stati di panico e paura».

«Infine, seguire regolarmente una routine giornaliera nell’ambiente domestico (scuola virtuale/apprendimento e tempo per giocare/passare il tempo) può aiutare sia gli adulti che bambini a rilassarsi e sentirsi più al sicuro. Questo stravolgimento delle nostre attività quotidiane determina indubbiamente una necessità di adattamento alla nuova situazione che può comportare difficoltà e disagi, tuttavia l’entrare in relazione più stretta con i nostri cari, avere maggior disponibilità temporale per i nostri interessi ed infine trovarsi nella anomala situazione di stare da soli con noi stessi, sono anche opportunità rare che ognuno di noi ha l’occasione di cogliere».

L’Orchestra Cherubini “riapre” l’Alighieri con una pillola di musica al giorno

Sul sito e la pagina Facebook del teatro i video dei musicisti girati nelle proprie case

Orchestra Cherubini Foto Silvia Lelli
L’Orchestra Cherubini al Pala De André in una foto di Silvia Lelli

Ogni giorno, alle 11.30, una pillola di musica «per aiutarci ad affrontare un momento difficile, fatto anche di solitudine e di un profondo bisogno di bellezza»: è questo il dono dei musicisti dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, che a partire da martedì 17 marzo condivideranno – attraverso video girati nelle proprie case e pubblicati sulle piattaforme social e sul sito del Teatro Alighieri di Ravenna – la musica di autori quali Bach, Mozart, Vivaldi, Brahms.

Nel 2019 l’iniziativa “La musica senza barriere”, un regalo della Cherubini a Ravenna Festival in occasione della XXX edizione e alla città che è residenza estiva dell’orchestra, aveva portato la musica a coloro che normalmente non possono assistere ai concerti, con appuntamenti in 15 luoghi della città e della provincia destinati al volontariato, alla cura e al recupero delle persone.

Ora che l’emergenza legata all’epidemia da coronavirus ha temporaneamente chiuso le porte di tutti i teatri e degli altri luoghi di spettacolo, i giovani della Cherubini rinnovano il proprio impegno e tornano in prima linea, facendosi ambasciatori di cultura per un Paese intero che non intende smettere di fare e ascoltare musica.

I musicisti della Cherubini sono tutti sotto i 30 anni, provengono da ogni regione d’Italia e nel corso del loro triennio in orchestra, superate le rigorose selezioni, hanno l’opportunità di lavorare non solo con Riccardo Muti, che ha creato l’orchestra nel 2004, ma con direttori e solisti di calibro mondiale, all’interno di prestigiose rassegne e nuove produzioni.

Le esibizioni saranno visibili in diretta sulla pagina Facebook e sul sito del teatro Alighieri.

#IoRestoaCasa, Faenza e Cervia: nel weekend 3 persone denunciate su 284 controllate

La polizia locale ha controllato anche 643 esercizi commerciali. Il sindaco: «I cittadini hanno risposto con coscienza»

La polizia locale di Cervia nel weekend del 14-15 marzo ha svolto i controlli per il rispetto del decreto #IoRestoaCasa che impone ai cittadini di limitare la circolazione solo ai casi di estrema necessità o esigenze lavorative per ridurre i contagi da coronavirus: complessivamente 803 i controlli effettuati, di cui 643 gli esercizi commerciali e 160 le persone controllate delle quali una denunciata.

A Faenza nel weekend appena trascorso sono stati 516 gli esercizi commerciali controllati e 124 le persone fermate per strada per verificare le motivazioni per le quali si trovavano in quel momento fuori di casa. Se gli esercizi commerciali, compresi bar e locali di ristorazione sono risultati generalmente in regola, salvo alcune incomprensioni prontamente risolte, sono state invece 2 le persone denunciate per la palese violazione della norma che impone di restare a casa tranne che per motivi di necessità o di lavoro, inoltre,  20 autodichiarazioni sono state trasmesse alla polizia giudiziaria per verificarne la veridicità. Nei prossimi giorni i controlli verranno intensificati.

Il sindaco Massimo Medri ha dichiarato: «In questo fine settimana i cittadini hanno risposto con coscienza, nel rispetto dei decreti e delle ordinanze. La polizia locale e le altre forze dell’ordine hanno presidiato il territorio e controllato che le norme fossero rispettate, sanzionando i trasgressori. Ringrazio tutti coloro che nei vari ambiti si stanno prodigando dagli operatori medici e sanitari che sono in prima linea, alla forze dell’ordine, agli operatori economici, alla polizia locale e il personale del comune che si sta adoperando per gestire al meglio le varie situazioni. Un grazie a tutti i cittadini che stanno collaborando con spirito civico e responsabilità. Chiunque rilevi situazioni a rischio è pregato di segnalarlo alla polizia locale. È importante rimanere in casa e uscire solo per assoluta necessità, in questo modo e agendo con scrupolo e accortezza potremo superare questo momento difficile. Ognuno di noi deve fare la propria parte, solo così potremo riappropriarci della nostra normalità».

Sostegno psicologico per operatori sanitari, ammalati in isolamento e familiari

Nuovo servizio dell’Ausl: i consulti avverranno prevalentemente per telefono o via Skype

Medico AuslL’Azienda Ausl Romagna ha attivato un supporto di sostegno psicologico, in collaborazione con il Programma di Psicologia aziendale, per l’emergenza relativa al coronavirus.

Il servizio, del tutto gratuito, è rivolto esclusivamente a operatori sanitari coinvolti nell’assistenza diretta di persone malate; cittadini ammalati in condizione di isolamento domiciliare; familiari di cittadini in regime di ricovero o di isolamento.

I consulti avverranno prevalentemente per telefono o via Skype . Il servizio è attivo, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 16, contattando per la provincia di Ravenna il 339 5355892.

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