Vigile urbano contagiato, il Sulpl: «Non siamo carne da macello, servono mascherine»

Il sindacato chiede dispositivi di protezione per evitare il contagio all’interno degli ambienti di lavoro che ridurrebbe il personale in servizio

«Non siamo carne da macello». Con queste parole la segreteria provinciale di Ravenna del Sulpl (e non Siulp come scritto per errore in un primo momento), sindacato unitario lavoratori di polizia municipale e locale, chiede che il personale dei vigili urbani coinvolto nei controlli sul rispetto dei decreti anti-coronavirus debba essere dotato di maggiori dispositivi di sicurezza, «sia per se stessi ma anche e soprattutto per gli altri colleghi che vedrebbero il personale ammalato come possibili untori di altro personale finendo per far mancare dalle strutture altre risorse». La critica del Sulpl è nata dopo la positività di un agente del comando di Ravenna.

Il Sulpl, nella stessa nota firmata dal segretario provinciale Sergio Menegatti, critica anche alcune dichiarazioni provenienti dal Comune. «È inevitabile, per non ritrovarsi senza uomini, che si arrivi a un punto in cui per combattere l’epidemia è necessario far lavorare anche i contagiati, purché asintomatici e rispettando le opportune misure di prevenzione e sicurezza»: queste le parole del comandante Andrea Giacomini, dirigente comunale per Palazzo Merlato, riportate da Il Corriere Romagna nell’edizione del 16 marzo. Il Sulpl, nel suo comunicato, aveva attribuito il pensiero al sindaco Michele de Pascale.

 

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