giovedì
11 Settembre 2025

L’Ail dona 50mila euro a Infettivologia per mascherine e attrezzature mediche

Dedicate a pazienti oncoematologici che più degli altri sono in una situazione di rischio elevato

UnnamedLa sezione provinciale dell’Ail (Associazione Italiana contro le Leucemie) di Ravenna – con sede operativa nel reparto di Ematologia dell’ospedale Santa Maria delle Croci – ha effettuato una generosa donazione (50.000 euro) all’Unità Operativa di infettivologia finalizzata all’acquisto di presidi e attrezzature mediche per sopperire all”emergenza in atto dovuta al Covid-19.

Le attrezzature saranno dedicate ai pazienti oncoematologici che più degli altri sono ora in una situazione di rischio elevato a causa del loro già compromesso sistema immunitario,  ma anche al personale del dipartimento di oncoematologia. Naturalmente in caso di bisogno il servizio andrà a coprire anche altri presidi della Ausl della nostra provincia come Lugo e Faenza.

«Ail Ravenna – commenta il presidente Alfonso Zaccaria –, nonostante la sofferenza economica dovuta al  mancato svolgimento della manifestazione Uova di Pasqua 2020, che annualmente apporta alle sue casse circa 30.000 euro, ha ritenuto importante donare un congruo contributo alla Ausl che da 25 anni le è vicino nella lotta contro le malattie del sangue».

«Mio marito è intubato, noi isolati. Ma si può aver fiducia nella nostra società»

Lo sfogo della moglie del 75enne positivo al coronavirus dopo esser venuto da Milano nella sua casa al mare sui lidi ravennati

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Un disegno che le bambine hanno regalato alle dottoresse

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo la toccante testimonianza della moglie del 75enne milanese risultato nei giorni scorsi positivo al coronavirus nella propria casa al mare sui lidi ravennati.

«Sono la nonna di quattro bimbi dai cinque agli undici anni che in queste due settimane sono stati nella nostra casa al mare a causa della chiusura delle scuole.
Mio marito, sceso da Milano 11giorni fa per aiutarmi, ha manifestato i primi sintomi della malattia dopo quattro giorni. Ora è intubato in terapia intensiva all’ospedale di Ravenna in condizioni gravi.

I primi cinque giorni, fino al suo ricovero, abbiamo convissuto in sei in 50 mq scarsi con altissimo rischio di contagio. Io dormivo in cucina su una poltrona, i nipoti in una stanza e mio marito nell’altra. Purtroppo siamo stati tutti influenzati (ma non contagiati come pubblicato inizialmente, i tamponi hanno dato esito negativo, ndr) anche se in forma più leggera, salvo una bimba che ha tuttora la febbre alta.

Non sono giovane, ho 73 anni, energie da senso del dovere e forza di volontà, ma potete immaginare come sia stato faticoso prodigarsi per far funzionare le cose con un malato in quelle condizioni in casa. Tutti in quarantena: non si poteva giustamente uscire di casa. Aggiungete la preoccupazione per mio marito.

Nel timore che io contraessi il virus e non potessi gestire da sola i nipotini, dopo un notevole sforzo organizzativo, ottenendo il permesso dai prefetti di Bologna e di Ravenna, le due più piccole sono state riportate a casa in provincia di Bologna . I genitori non potevano muoversi per divieto e perché anche loro contagiati dal virus.

Le hanno accompagnate a casa ieri pomeriggio (14 marzo, ndr) volontariamente, dando prova di grande dedizione ed impegno, le dottoresse R. M. e T. M. mettendo a disposizione il loro tempo e la loro professionalità.

In mezzo a tante esternazioni a volte del tutto superflue, aggressività, ignoranza, false notizie, credo sia importante far conoscere episodi come questi. La comprensione di situazioni difficili, la volontà di risolverle, la tenacia nel perseguire l’obiettivo oltre alla capacità operativa e disponibilità personale fanno la differenza fra fare il proprio dovere ed andare oltre.

Questi esempi sono quelli che ci ridaranno fiducia nella nostra società un domani quando questa tragedia sarà finita».

Coronavirus, morto un 74enne faentino. Il sindaco: «Ancora troppa gente in giro»

La vittima era ricoverata per altre patologie all’ospedale di Forlì

Giovanni Malpezzi
Il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi

Tra i decessi registrati oggi (15 marzo) tra le persone risultato positive al coronavirus, c’è anche un 74enne faentino. Si trovava all’Ospedale di Forlì, già ricoverato per altre patologie.

Si va ad aggiungere alla 68enne morta all’ospedale di Ravenna e porta così a quattro i decessi in provincia di Ravenna con il coronavirus.

Il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi esprime le sue «sentite condoglianze, anche a nome della comunità faentina», sottolineando come siano così 14 i faentini contagiati dall’inizio dell’emergenza, di cui uno clinicamente guarito e uno, appunto, deceduto.

Tra i tre nove casi di oggi (domenica 15 marzo) sui 22 totali in provincia c’è anche una ragazza di 36 anni, oltre a due uomini settantenni, tutti e tre ricoverati all’ospedale di Ravenna, non in terapia intensiva.

«Oggi – ne ha approfittato Malpezzi –, nonostante gli appelli, ho visto ancora troppe persone in giro. È vero, il Ministero dell’Interno ha scritto che le passeggiate si possono fare, basta rispettare il metro di distanza. Però ci vuole il buon senso», scrive su Facebook, ricordando le indicazioni del commissario Venturi. Ossia la raccomandazioni a restare a casa, soprattutto in questi dieci giorni considerati decisivi per capire se le misure del Governo avranno effetto.

Psicosi coronavirus: sul muro compare la scritta su un bar a «rischio contagio»

La titolare: «Sono bugie che ci danneggiano». E prepara la querela

Scritta Coronavirus«Tre Emme Cafè rischio contagio» è la scritta diffamatoria apparsa in una casa abbandonata di via Sentierone, a Godo di Russi.

«Una bugia che danneggia il mio bar», si sfoga sui social e con la nostra redazione la titolare del locale di Godo, che preannuncia formale querela.

Il caso nasce dall’isolamento volontario di una delle dipendenti del bar nelle scorse settimane, per precauzione, alla luce dell’influenza del marito. Nessuno dei due è poi risultato positivo al virus. «Ma le voci avevano già iniziato a circolare – continua la titolare –, fino allo “scherzetto” della scritta…».

Coronavirus, morta una 68enne ravennate. Altri 9 contagiati in palestra. 4 guariti

Tra i 22 nuovi casi in provincia, 13 sono persone in isolamento domiciliare privi o con sintomi lievi

Coronavirus OspedaleA distanza di due giorni dai due anziani, la terza persona positiva al coronavirus morta in provincia di Ravenna è una donna di 68 anni, ricoverata in terapia intensiva da giorni, anche in questo caso già con problemi di salute pregressi.

E il sindaco di Faenza Malpezzi ha annunciato anche un quarto morto, il primo nel proprio comune, un faentino di 74 anni ricoverato a Forlì.

Altre nove persone contagiate in provincia, invece, frequentavano la palestra già oggetto dell’indagine epidemiologica dell’igiene pubblica di ieri (14 marzo), tra i cui frequentatori erano già state trovate 5 persone positive. Lo comunica in una nota inviata alla stampa la Provincia, nel fornire alcuni dettagli sui nuovi 22 casi registrati nel Ravennate. Si tratta di 9 donne e 13 uomini.

Nove, tra i 22 nuovi casi, sono ricoverati in ospedale a Ravenna, mentre gli altri 13 sono in isolamento domiciliare poiché privi di sintomi o con sintomi molto lievi.

Oltre ai 9 ricollegabili alla palestra, 2 fanno riferimento a un “cluster” forlivese, mentre gli altri sono riconducibili a casi già accertati e monitorati; «l’indagine epidemiologica del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl prosegue per verificare tutti i contatti dei pazienti».

Si registrano anche quattro persone clinicamente guarite.

Coronavirus, altri 2 decessi in provincia di Ravenna. E i contagiati ora sono 100

Ma il commissario Venturi cerca di essere ottimista: «Dalle chiamate al 118 vediamo segni di flessione costanti»

Coronavirus 1In Emilia-Romagna alle 12 di oggi, sabato 15 marzo, sono complessivamente 3.093 i casi di positività al Coronavirus, 449 in più rispetto all’aggiornamento di ieri. Passano da 10.043 a 12.054 i campioni refertati.

Complessivamente, sono 1.200 le persone in isolamento a casa (+145) perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 169 (17 in più rispetto a ieri). E salgono a 68 (+14) le guarigioni, 65 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 3 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 241 a 284: 43, quindi, quelli nuovi, che riguardano 29 uomini e 14 donne. Per 6 delle persone decedute erano note patologie pregresse, in qualche caso plurime, per le altre sono in corso approfondimenti epidemiologici. I nuovi decessi registrati riguardano 24 residenti in provincia di Piacenza, 9 in quella di Parma, 4 in quella di Modena, 2 in quella di Bologna, 1 in quella di Reggio Emilia, 1 in quella di Ravenna, 1 in quella di Forlì-Cesena (che è però un 74enne faentino), e 1 del lodigiano.

«Sono numeri che sostanzialmente replicano la situazione di ieri – spiega il commissario ad acta per l’emergenza coronavirus, Sergio Venturi -. Seguiamo la situazione costantemente e siamo pronti ad attivare ulteriori risorse, posti letto in terapia intensiva e non. Questi sono giorni decisivi: da qui a tutta la prossima settimana dobbiamo aspettare l’effetto delle misure attivate tre giorni fa dal Governo e che hanno bisogno almeno di 10 giorni ancora per dispiegare i propri effetti».

«Purtroppo, abbiamo ancora un numero elevato di decessi a Piacenza: a loro e ai famigliari va il nostro pensiero – prosegue Venturi –. Più in generale, i dati rispecchiano l’evoluzione del contagio, ma dalle chiamate al 118 vediamo segni di flessione costanti negli ultimi due giorni. Devo però rinnovare l’appello ai cittadini a restare in casa, perché c’è ancora troppa gente nelle strade. Anche se il tempo primaverile sembra da scampagnata, questa è una situazione seria e difficile, che richiede il massimo rispetto delle regole da parte di tutti. Ricordo il divieto tassativo di assembramento che vale nelle strade, nei giardini, nei parchi e nelle case. Dobbiamo rispettarlo e stare distanti perché non abbiamo altro mezzo per ridurre la diffusione del virus. Stiamo a casa, per la nostra salute e per quella dei nostri affetti più cari».

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.012 (159 in più rispetto a ieri), Parma 662 (92 in più), Rimini  425 (28 in più), Modena 367 (60 in più), Reggio Emilia 185 (32 in più), Bologna 230, di cui 72 del circondario imolese (complessivamente 35 in più, di cui 9 a Imola e 26 a Bologna), Ravenna 100 (22 in più), Forlì-Cesena  78 (di cui 44 a Forlì, 6 in più rispetto a ieri, e 34 a Cesena, 10 in più rispetto a ieri),  Ferrara 34 (5 in più rispetto a ieri).

Maria Cecilia Hospital: «Isolati i pazienti positivi e igienizzato il resto»

Le rassicurazioni del direttore della struttura di Cotignola dopo i casi di coronavirus: «Ispezione dell’Ausl procedura standard»

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La clinica privata Maria Cecilia Hospital a Cotignola

Dopo i casi di positività registrati nei giorni scorsi tra pazienti e medici del Maria Cecilia Hospital, la direzione dell’ospedale di alta specialità di Cotignola in una nota inviata alla stampa sottolinea come l’attività sia tornata alla regolarità.

«Prosegue regolarmente la normale assistenza ai pazienti ricoverati, così come l’attività indifferibile, nel rispetto delle norme di sicurezza previste dalla normativa nazionale e regionale, compresa la creazione di un rigido Triage intraospedaliero all’ingresso che prevede misurazione della temperatura con termometro ad infrarossi, anamnesi epidemiologica e clinica e igienizzazione delle mani per utenti e personale sanitario».

La direzione, con riferimento al sopralluogo effettuato nel pomeriggio di venerdì 13 marzo presso la struttura dalla Ausl Romagna, vuole sottolineare inoltre «che si è trattato di una procedura standard per questa emergenza nazionale al fine di garantire ai pazienti e a tutto il personale il massimo rispetto delle condizioni di sicurezza e di contenimento della diffusione del virus Covid-19».

Come dichiarato anche dal commissario all’emergenza Covid-19, Sergio Venturi, nel suo punto quotidiano di venerdì 13 marzo, «la task force è stata inviata anche con compiti ispettivi ed è del tutto evidente che stiamo monitorando la situazione con molta attenzione, soprattutto perché Villa Maria Cecilia, al di là di altre considerazioni, è un l’hub della Romagna per la cardiochirurgia. La Cardiochirurgia è isolata dai reparti dove ci sono stati i contagi, quindi è in una condizione di totale sicurezza. Non avremo un dubbio, nel caso fosse necessario, di attuare nuove e più stringenti misure, ma al momento le misure prese sono sufficienti».

«Per garantire la massima sicurezza dei pazienti ricoverati – dichiara il direttore generale Lorenzo Venturini –, sono state riorganizzate le aree di degenza, isolando ma senza chiudere reparti, in modo da concentrare in un’ala specifica i pazienti che hanno contratto il Coronavirus, mentre tutti gli altri si trovano in un edificio separato. In questo modo sono stati differenziati i percorsi di pazienti ed operatori, aumentando la sicurezza complessivamente. Tutte le aree e gli spazi comuni dell’Ospedale sono stati oggetto di totale sanificazione ed igienizzazione, processo che ha assunto da subito una frequenza ravvicinata nell’arco della stessa giornata».

Il sindaco ai ravennati: «State a casa e segnalateci i comportamenti scorretti»

De Pascale invita i cittadini a mandare foto per «aiutare le forze dell’ordine»

Palizzata CoronaviursIl sindaco di Ravenna Michele de Pascale dalla sua pagina Facebook rinnova l’invito ai ravennati a restare a casa.

«Facciamolo insieme – scrive –, restiamo in contatto attraverso il telefono e internet e dimostriamo ancora una volta che la nostra comunità è responsabile, coesa e rispettosa delle regole».

E De Pascale fa di più: chiede una mano ai cittadini: «Se venite a conoscenza di comportamenti scorretti, scriveteci dove e magari mandateci una foto.  Aiutiamo insieme le forze dell’ordine e di polizia».

Prostituta denunciata per non aver rispettato il decreto anti coronavirus

Sorpresa in strada due volte nel giro di poche ore. «Ma io stavo lavorando…»

A distanza di poche ore, i carabinieri l’hanno identificata per due volte mentre si prostituiva sulla stessa piazzola della Statale 16 Adriatica nei pressi di Cervia. E per due volte di fila l’hanno denunciata per inosservanza del provvedimento dell’autorità legato al contenimento della diffusione del Covid-19.

Protagonista della singolare vicenda – come riportato del Resto del Carlino – è una giovane lucciola di origine romena identificata dai miliari del Radiomobile della locale Compagnia sia giovedì notte che nel primo pomeriggio di venerdì.

La giovane, per tentare invano di evitare la denuncia, ha in buona sostanza sostenuto che si trovava lì per lavorare per l’autosostentamento: come dire che il suo caso era come quello dei lavoratori autorizzati a recarsi al lavoro. (Ansa.it)

Una petizione chiede la quarantena per i sanitari venuti in contatto coi contagiati

Lanciata dai sindacati, ha l’obiettivo di cancellare la norma inserite nel decreto legge

Coronavirus OspedaleUna petizione per chiedere di cancellare la norma inserita nel decreto legge di qualche giorno fa a firma del ministro della Salute Speranza, dove si prevede la “quarantena” per il personale sanitario venuto in contatto con casi confermati di malattia infettiva diffusiva al nuovo coronavirus solo in caso di sintomatologia respiratoria o test positivo.

«In pratica – commentano in una nota Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl dell’Emilia-Romagna, promotori dell’iniziativa – chi lavora dentro le strutture sanitarie ed è entrato a contatto con pazienti Covid 19 positivi senza i giusti dispositivi di protezione individuale se non accusa malessere continua a lavorare senza che sia accertato se ha contratto o no il virus. Un meccanismo dal nostro punto di vista pericoloso quello previsto dall’articolo 7 perché sostanzialmente toglie la tutela della salute individuale delle operatrici e degli operatori della sanità. Ma al tempo stesso potrebbe mettere a rischio quella collettiva, perché si potrebbe creare la condizione per cui chi lavora può diventare un portatore inconsapevole di coronavirus. Così si rischia di trasformare le strutture sanitarie in punti di propagazione».

La petizione lanciata sulla piattaforma change.org ha raggiunto in brevissimo tempo la raccolta di migliaia di firme.

Per firmare la petizione basta cliccare su questo link e procedere alla sottoscrizione.

L’appello della Cassa ai cittadini: «Le banche riaprono, ma prima telefonate»

Presidente e direttore del gruppo invitano anche a utilizzare computer e smartphone

14 09 2017 Ravenna Dante 2021 Sala Dantesca Biblioteca Classense , Antonio Patuelli E Maurizio Molinari
Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna e dell’Abi

Un appello alla cittadinanza è stato rivolto dal presidente e dal direttore generale del gruppo bancario Cassa di Ravenna, Antonio Patuelli e Nicola Sbrizzi: domani, lunedì, le banche riapriranno, come disposto dal Governo, con le previste prudenze sanitarie.

Il Gruppo Cassa di Ravenna, che comprende anche la Banca di Imola, invita i cittadini a contribuire al massimo alla lotta al coronavirus evitando ogni rischio di contagio.

Il presidente Patuelli e il direttore Sbrizzi sottolineano che sono numerosissime le operazioni bancarie possibili da casa tramite computer e telefono portatile; molto diffusi sono anche i “Bancomat” all’esterno delle filiali che forniscono denaro e permettono ricariche telefoniche, bollo auto Aci, pagamenti Mav e di bollettini vari.

Operano anche “bancomat evoluti” con i quali possono essere inoltre effettuate operazioni di versamento: sono installati per la Cassa in Piazza 20 Settembre (Piazza dell’Aquila) a Ravenna, presso l’Agenzia di Alfonsine nella locale Piazza centrale, a Faenza presso la centralissima Filiale in Piazza della legna e per la Banca di Imola, presso la Sede Centrale, in vIa Appia.

Patuelli e Sbrizzi rivolgono un appello soprattutto a chi desiderasse andare comunque in banca, in particolare agli anziani che avessero meno confidenza con le tecnologie: “invece e prima di andare nella filiale bancaria, telefonate da casa alla filiale per consigliarvi su come risolvere il problema che avete, senza uscire di casa; ci sono tante possibilità che vanno ricercate e che sono realizzabili facilmente per telefono con le filiali bancarie senza uscire di casa. Vi invitiamo cordialmente a telefonare in banca prima di uscire di casa”.

Botteghe chiuse, le vetrine del centro di Ravenna ai tempi del coronavirus – Le foto

“Tutto andrà bene”, “Chiuso per senso civico”, “Io sto a casa”. Questi e altri i messaggi lasciati dai commercianti sugli ingressi serrati della propria attività.

In una gallery di una trentina di fotografie scattate da Francesco Bernabini (durante un’uscita per fare la spesa), offriamo uno spaccato di come oggi si presenta il centro di Ravenna, ai tempi del coronavirus.

Sperando di vedere il prima possibile rialzarsi quelle saracinesche…

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