domenica
21 Settembre 2025

La caduta di Fetonte in terra romagnola abita nel labirinto effimero

Alfonsine partecipa alla manifestazione “Ravenna Mosaico 2019” con un’opera d’arte sul figlio di Apollo.

 

Il Gruppo Di Lavoro Associazione Dis ORDINE

L’Associazione Dis-Ordine ha di recente inaugurato ad Alfonsine un’installazione dedicata al mito di Fetonte, il giovane discendente di Apollo che per tracotanza si procurò la morte cadendo dal carro paterno. L’evento, in collaborazione con lo studioso di storia locale Luciano Lucci, ha lo scopo di proporre un’ interpretazione dell’episodio mitologico attraverso il segno di un cerchio, una ruota del carro del Sole, dal quale si irradiano fasci luminosi in granoturco e tessere d’oro recanti all’estremità arti umani in gesso, a simboleggiare i resti dello sventurato semidio. L’opera, realizzata da Greta Tosi, Steven Bortolussi e Riccardo Mariotti con la supervisione di Mariella Busi, Elena Pagani, Marcello Landi e Federico Zanzi, è il frutto di un lungo lavoro di ricerca e preparazione di calchi anatomici combinati con frammenti di un carro agricolo di Maddalena Venturi. In particolare, per il calco di mani, piedi e facce sono stati coinvolti i giovani artisti del Dis-Ordine, giudicati un modello ideale per l’attinenza con l’età del personaggio.

Secondo le ricerche di Lucci, Fetonte sarebbe atterrato proprio sulle piatte terre alfonsine, le allora rive dell’antico Eridano, nel punto che oggi è il centro di un labirinto, unico al mondo, costituito da 30.000 canne palustri appese a un reticolato di filo in dialogo costante tra terra e cielo, un’opera di land art concepita da Carlo Galassi nell’omonima azienda: trattasi del Labirinto effimero sospeso dedicato a Dante – che pure  in più occasioni cita il mito di Fetonte all’interno della sua Commedia – da ora inserito dal Comune di Ravenna tra i luoghi delle celebrazioni dantesche in vista del 2021.

 

Fetonte cade giù attraversando il cielo come una stella cadente verso la foce dell’Eridano – leggenda narra nei pressi dell’attuale Alfonsine – a quei tempi selva di sterpi e canne palustri. Le Eliadi, sorelle di Fetonte, disperate per la perdita del fratello, saranno trasformate dal padre in pioppi e le loro lacrime in ambra.
L’Alfonsine di oggi si trova su quel territorio che in un tempo lontano era un intrico di dune sabbiose e vie d’acqua, dorsali ghiaiose e valli, un territorio povero di materiali che deve il suo destino, fin dal tempo delle migrazioni greche del 1500/1000 a.C., al passaggio commerciale dei traffici dell’ambra, sacra al dio Sole, e all’attività di caccia e pesca, contese prima dalle tribù celtiche che tentarono una prima bonifica poi, dopo secoli di vicissitudini, dall’antica Schola Piscatorum (oggi “Casa Matha”, ancora proprietaria di diversi fondi in zona) e in seguito da veneziani, padroni a Ravenna, dai Calcagnini di Fusignano e infine dagli Estensi di Ferrara. Un territorio che ancora oggi, con il suo bagaglio di storia, tradizioni e mito, è in grado di produrre bellezza e cultura.

 

 

 

Calano le interruzioni volontarie di gravidanza: numeri mai così bassi dal 1980

Il 62 per cento delle donne che vi ha fatto ricorso nel 2018 aveva giàun figlio. La maggioranza ha tra i 30 e i 34 anni

Sergio Venturi
L’assessore regionale venturi

In Emilia-Romagna continuano a diminuire le Interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg): 6.874 nel 2018, il numero più basso registrato annualmente in regione dall’inizio della rilevazione, nel 1980. Il report, curato dall’assessorato regionale Politiche per la salute, e che nei prossimi giorni verrà messo a disposizione di tutti i destinatari istituzionali, mette a segno un ulteriore calo rispetto al 2017 (7.130, -4%) e conferma dunque il trend di riduzione che ha caratterizzato gli ultimi anni: dal 2004, quando erano state registrate 11.839 interruzioni, al 2018, la diminuzione percentuale è stata di oltre il 41%. Non ci sono dati provinciali ma divisi per aziende sanitarie: il dato ravennate è quindi inserito all’interno di quello dell’Ausl Romagna che ha contato 1.462 Ivg nel 2018 contro le 1.478 dell’anno precedente e le 1.584 del 2016. In due anni il calo è stato perciò di poco inferiore all’8 per cento.

«Questi dati ci portano a un ambito di delicatezza estrema, di grande complessità, che ci ricordano quando sia importante la prevenzione- sottolinea Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la salute-. In Emilia-Romagna ci lavoriamo da tempo e su più fronti, con una rete di professionisti e di strutture, a partire dai Consultori familiari e dalle stesse scuole, che svolgono un ruolo fondamentale per informare, assistere, aiutare i giovani e le donne».

Negli ultimi tredici anni, con il calo degli interventi e, in parte, fino al 2010, con la crescita in parallelo della popolazione femminile in età feconda residente in Emilia-Romagna, il tasso di abortività regionale (Ivg di residenti per 1.000 donne residenti in età 15-49) è passato dal 10.4 nel 2004 al 6.7‰ nel 2018. Inoltre, sebbene sia sempre più elevato se confrontato con quello della popolazione italiana (14,9‰ rispetto al 4,8‰), anche il tasso di abortività della popolazione straniera è in netto calo nel corso del periodo considerato (era 40,4% nel 2003).  Analizzando le caratteristiche delle donne residenti che hanno fatto ricorso all’Ivg nel 2018, la distribuzione per classi d’età rimane abbastanza stabile, anche se tende a spostarsi verso le più alte; la maggioranza dei casi sono concentrati nelle fasce 30-34 anni (22,5%), 35-39 anni (21,3%) e 25-29 (21%). Il 53,8% delle donne è nubile, il 40,1% coniugata, o unita civilmente; il 6,2% è separata, divorziata o vedova; il 62% delle donne risulta avere almeno un figlio.

Sequestrate alcune aree della Valle della Canna dopo il sopralluogo della procura

L’indagine in corso per stabilire eventuali responsabilità sui 2.200 uccelli morti ha portato al primo atto formale

Sequestro Valle CannaLa Valle della Canna è stata messa sotto sequestro dalla procura della Repubblica che ieri ha effettuato un sopralluogo sul posto con il procuratore capo Alessandro Mancini e il pm Stefano Stargiotti.

Sono 2.200 al momento i volatili morti nella Valle e nei giorni scorsi il parco del Delta ha deciso di sospendere la caccia nel raggio di tre chilometri dall’area.

Sequestro ValleDopo il sopralluogo della procura son stati messi i sigilli ad alcune aree.

Intanto non si fermano le reazioni politiche. Da segnalarne una che viene dalla maggioranza: il Pri ha chiesto di rivedere la gestione delle zone umide che sono attualmente all’interno del parco.

Nel frattempo nell’area naturalistica sono presenti i fenicotteri (fotogallery qui sotto).

Affitti “in nero”, 129 appartamenti individuati dalla Finanza. Evaso mezzo milione

Accertamenti fiscali nei confronti di 54 proprietari residenti tra la provincia di Ravenna e quelle di Forlì, Rimini, Bologna e Milano

Foto FinanzaNei giorni scorsi le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno concluso l’operazione denominata “Black Rent”, a contrasto delle locazioni “in nero” di immobili per vacanze sul litorale di Cervia. I militari della Tenenza di Cervia nell’ambito di un mirato piano di controlli avviato nei mesi estivi e diretto ad individuare irregolarità fiscali nel settore turistico-alberghiero, hanno rivolto particolare attenzione alle locazioni di breve durata di seconde e terze case adibite ad alloggio per i vacanzieri italiani e stranieri.

In tale contesto i Finanzieri cervesi hanno individuato 129 appartamenti che, nel corso degli ultimi anni, sono stati ripetutamente concessi in locazione per finalità turistiche completamente “in nero”. Sono così scattati mirati controlli fiscali nei confronti dei 54 proprietari, residenti nelle province di Ravenna, Forlì, Rimini, Bologna e Milano, che hanno percepito i canoni delle locazioni estive senza dichiararli al Fisco.

Al termine delle attività ispettive le fiamme gialle hanno constatato circa 500 mila euro di redditi sottratti a tassazione. Tra i casi più eclatanti quello di due coniugi proprietari di 8 appartamenti per vacanze affittati dal 2013 a numerosi villeggianti, che hanno sistematicamente inserito nelle dichiarazioni dei redditi solo una parte minimale dei canoni di locazione effettivamente conseguiti ogni anno dai loro affittuari.

L’attività di servizio svolta dalle Fiamme Gialle di Cervia si inquadra nella più generale azione della Guardia di Finanza a tutela non solo delle entrate dello Stato, ma anche dei contribuenti onesti e delle attività economiche che rispettano la legalità, le quali subiscono gli effetti negativi della concorrenza sleale realizzata da chi opera in modo irregolare.

Giù le rette negli asili nido di Russi: contributo di 76mila euro dalla Regione

Misura destinata alle famiglie con una attestazione Isee inferiore ai 26mila euro. Nuove tariffe da settembre a luglio

Asilo NidoIl Comune di Russi utilizzerà il contributo della Regione per abbattere le rette degli asili nido. La misura sperimentale è destinata alle famiglie con attestazione Isee inferiore a 26mila euro, con bambini iscritti al nido comunale o alle sezioni primavera delle scuole private paritarie convenzionate site nel territorio.

La Giunta Comunale con deliberazione, in adesione alla misura sperimentale “Al nido con la Regione”, ha deciso di utilizzare il contributo destinato al Comune di Russi, circa 76mila euro, acquisendo preliminarmente le adesioni delle tre scuole dell’infanzia private paritarie presenti nel territorio le quali a loro volta abbatteranno le rette in conformità a quelle del Nido Comunale, e approvando le nuove tariffe per il Nido Comunale “A.P. Babini” per il periodo di funzionamento: settembre 2019-luglio 2020.

«Perché abbattere gli alberi nel parcheggio del supermercato di via Aquileia?»

Lavori in corso all’ex Coop e spariscono gli alberi che si trovavano nei pressi dell’ingresso dell’area commerciale

Ex Coop Via Aquileia
Gli alberi davanti all’ex Coop di via Aquileia (foto da Google Maps). Ora sono stati abbattuti

 

Una lettrice segnala l’abbattimento degli alberi del parcheggio dell’ex Coop di via Aquileia, ora destinato a diventare Famila. I lavori sono in corso. Riceviamo e pubblichiamo volentieri la segnalazione.

Buongiorno, mi chiamo Valeria Cecchini, abito nel quartiere Darsena e, attraverso voi, vorrei chiedere al Sindaco De Pascale perchè è stato dato il permesso di abbattere tutti gli alberi che stavano nel parcheggio dell’ ex coop di via Aquileia.Sicuramente è per fare un maggior numero di posti auto per il nuovo negozio che aprirà a breve, ma è anche la dimostrazione che le politiche del Comune di Ravenna in materia di ambiente funzionano a fasi alterne. Un giorno, in occasione della manifestazione Friday for Future e dello sciopero degli studenti , il Sindaco va a piantare alberelli con i giovani manifestanti, il giorno dopo spariscono i vecchi e grandi alberi di cui sopra. Non che la cosa mi stupisca molto, ci si dichiara ambientalisti e poi si organizzano manifestazione a favore delle trivelle! (ma qui non voglio aprire un altro discorso importante ).

Rubano scooter e chiedono denaro per la restituzione: arrestati due giovani

Entrambi pregiudicati, hanno chiesto cinquanta euro per ridare il mezzo al legittimo proprietario che ha avvisato la polizia

Polizia

La polizia ha arrestato un 33enne senegalese, e  un 24enne tunisino, entrambi senza fissa dimora, per i reati di furto aggravato e tentata estorsione, in concorso. Nella notte tra i 7 e l’8 ottobre  i due hanno rubato uno scooter in via Pallavicini e chiesto al legittimo proprietario 50 euro per la restituzione. Il derubato ha avvisato la polizia che ha arrestato i due giovani, entrambi con precedenti penali per reati contro il patrimonio. Sono stati portati in carcere

Petizione per chiedere correttivi alla «rivoluzione dei parcheggi» in via De Gasperi

LpRa: «Attuare tutte le misure necessarie per recuperare le condizioni perdute su via De Gasperi e di individuare con urgenza un’area nelle immediate vicinanze in cui disporre un congruo numero di parcheggi»

Attachment 2019 10 08T190011.849Lista per Ravenna chiede un ripristino dei parcheggi di via De Gasperi in una petizione. Secondo la lista civica l’eliminazione di alcuni parcheggi perpendicolari alla carreggiata «ha aumentato i disagi» e «peggiorato la sicurezza»  della zona.  I poti auto sono stati sostituiti con altri paralleli che ne hanno diminuito il numero. «La richiesta è di attuare tutte le misure necessarie per recuperare le condizioni perdute su via De Gasperi e di individuare con urgenza un’area nelle immediate vicinanze in cui disporre un congruo numero di parcheggi in grado di compensare quelli tagliati».

La petizione può essere sottoscritta fin d’ora al “Wild Free Tatoo Studio”, in via De Gasperi, 20, oppure nelle sede del Gruppo Consiliare di Lista per Ravenna, al quarto piano delle sede comunale di piazza del Popolo. Primo firmatario è Stefano Donati, capogruppo di Lista per Ravenna nel Consiglio del Centro Urbano; secondo firmatario Gianluigi Mancinelli, residente in via De Gasperi.

In via De Gasperi – si legge nel dossier di LpRa – «sono stati tagliati venti posti auto tra cui cinque dei sei riservati ai disabili». Ci sono così di frequente «auto in sosta sulla carreggiata» oppure mezzi per il carico o lo scarico merci. «Persone disabili in carrozzina, residenti nella via, anche anziane, spesso costrette a cercare un parcheggio in via Santa Teresa, a causa della frequentissima occupazione dell’unico posto rimasto a loro in via De Gasperi».  Dunque, conclude la lista civica, «oltre ai disagi arrecati ai residenti, ai commercianti e ad altri utenti, la nuova disposizione dei pochi stalli presenti non ha affatto risolto le criticità di sicurezza rilevate dall’Amministrazione nella precedente situazione, avendo solo provocato la trasformazione dei precedenti fattori di rischio in altri analoghi o forse più pericolosi».

Truffa e peculato, indagine al Consorzio Bonifica: «Il personale è professionale»

Auto aziendali usate per scopi personali, auto private usate per finti compiti lavorativi, straordinari inesistenti ma retribuiti: tre persone indagate. I vertici attendono informazioni dalla magistratura a cui garantiscono collaborazione e disponibilità

CanaleDisponibili a collaborare con la Digos, fiduciosi nella magistratura, consapevoli della professionalità di tutto il personale: il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale con sede a Lugo, che vede alcuni suoi dipendenti indagati per presunti rimborsi gonfiati o irregolari e assenteismo, interviene a distanza di alcuni giorni dalle rivelazioni del Corriere Romagna che hanno svelato l’esistenza di un fascicolo in procura per truffa e peculato con tre indagati.

I vertici affermano che dai quotidiani «abbiamo appreso diverse informazioni non ancora in nostro possesso e, in alcuni punti, anche incongruenti tra loro». Gli agenti della polizia hanno fatto visita negli uffici lughesi per due volte: «Fin dai primi giorni delle indagini e dalle prime visite da parte della Digos nella nostra sede di Lugo, ci siamo resi disponibili e collaborativi per fornire agli investigatori il supporto necessario e tutte le informazioni per permettere loro il miglior svolgimento del lavoro. Siamo ora in attesa, al di là di quanto scritto sui giornali, di ricevere comunicazione sullo stato dell’inchiesta, consapevoli della professionalità di tutto il nostro personale che, quotidianamente, è impegnato a svolgere mansioni, spesso anche in orario notturno e festivo per fronteggiare allerte e situazioni di emergenza, “invisibili” agli occhi dell’opinione pubblica, ma fondamentali per mantenere in buono stato idrogeologico l’ampio territorio di competenza, a servizio di tutti i cittadini e delle imprese agricole, fornendo a quest’ultime anche il servizio di irrigazione per le proprie attività».

Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale opera in un comprensorio di oltre duemila km quadrati (con una rete canali di 962 km), tra i fiumi Sillaro a ovest, Lamone a est, Reno a nord e il crinale appenninico tosco-romagnolo a sud. Cinque le province coinvolte: Ravenna, in prevalenza; Bologna, nell’area imolese; Forlì-Cesena, nell’area collinare di Modigliana e Tredozio; Ferrara, al confine nord-ovest del comprensorio; Firenze, nel versante adriatico della Regione Toscana che comprende i centri abitati di Firenzuola, Palazzuolo e Marradi. 35 i comuni che fanno parte del comprensorio. Il Consorzio, che ha sedi a Lugo, Faenza, Imola e Firenzuola, è articolato in due distretti: pianura e montano.

Ecobonus: riapre il bando regionale. Incentivi per la rottamazione dell’auto

A disposizione ci sono 485mila per assegni riservati ai proprietari di mezzi più datati che passano ad auto con minori emissioni

EcobonusL’Emilia-Romagna continua a rottamare i veicoli privati più inquinanti. Riapre il bando regionale – il terzo da febbraio – per l’ecobonus destinato ai cittadini che intendono sostituire la vecchia auto con un mezzo più ecologico. A disposizione ci sono 485 mila euro per “assegni” riservati ai proprietari di mezzi alimentati a benzina fino all’euro 2 o diesel fino all’euro 4 che passano ad auto con minori emissioni. Il contributo regionale è di 3 mila euro per l’acquisto di mezzi elettrici o ibridi e di 2 mila per quelli a metano e gpl. «L’ecobonus è sicuramente una misura di successo: dall’inizio dell’anno l’opportunità è stata colta da circa 1.900 privati con richieste per un totale di circa 4 milioni e 600 mila euro”» spiega Paola Gazzolo, assessore regionale alle politiche ambientali.

Con la riapertura dei termini, le nuove domande possono essere presentate da oggi fino al 29 ottobre, senza alcun vincolo legato al reddito o all’Isee dell’interessato. Non serve nemmeno la certezza dello sconto ulteriore del 15 per cento sul prezzo di listino del modello base praticato dalle case produttrici, previsto dal Protocollo di intesa siglato il 6 novembre 2018 tra Regione, Anfia, Unrae e Federauto, e si considerano automaticamente acquisite le richieste pervenute nell’ambito della seconda edizione del bando (scaduta a fine settembre) per le quali i rivenditori non lo abbiano applicato.

«L’obiettivo è assegnare il 100% dei 5 milioni stanziati con il bilancio regionale del 2019 per promuovere il rinnovo dei veicoli- aggiunge Gazzolo-. L’Emilia-Romagna è stata la prima Regione del bacino padano a credere nella necessità di rinnovare il parco-mezzi privato per contribuire a migliorare la qualità dell’aria e a stanziare i fondi necessari. Un modello -chiude- che si è fatto strada su scala nazionale e che si integra con le varie azioni messe in campo per vincere lo smog: dall’ecobonus anche per i veicoli commerciali leggeri, al bollo auto gratis per le auto ibride, fino agli abbonamenti del bus per gli abbonati del treno».

Cosa prevede il bando

Potranno richiedere il contributo i cittadini residenti in Emilia-Romagna che intendono rottamare – o hanno rottamato dal 1^ gennaio 2019 – un’autovettura di proprietà o intestata a un’altra persona sempre residente in regione (che abbia dato il consenso). Deve trattarsi di veicoli fino alla classe euro 2 se alimentati a benzina, benzina/metano o benzina/gpl e fino alla classe euro 4 per i diesel. Gli incentivi riguardano l’acquisto di un’autovettura nuova – con prima immatricolazione tra il 24 giugno 2019 e il 30 aprile 2020 – elettrica, ibrida (benzina/elettrica), a metano (mono e bifuel benzina) o gpl (mono e bifuel benzina). Queste ultime tre categorie devono essere di classe ambientale euro 6. Il contributo regionale è di tremila euro per l’acquisto di mezzi elettrici o ibridi; di 2 mila per quelli a metano e gpl.

La procedura per la richiesta di contributo si articola in tre fasi tutte online: prenotazione del contributo entro il prossimo 29 ottobre; invio dell’ordine di acquisto entro il successivo 31 ottobre e rendicontazione attraverso un applicativo regionale entro il 30 aprile 2020.

La graduatoria dei soggetti beneficiari sarà stilata secondo l’ordine di arrivo delle prenotazioni on line, fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

 

Strage di uccelli in valle, al via l’inchiesta: sopralluogo del procuratore capo

Mancini con gli investigatori sui luoghi dove continua il recupero delle carcasse di anatre e oche: si stimano duemila decessi. Indagine al momento contro ignoti: ipotesi di reato tra inquinamento e disastro ambientale

Al centro Alessandro Mancini, procuratore capo di Ravenna, con gli operatori in azione nella Valle della Canna

Il procuratore capo di Ravenna, Alessandro Mancini, nella mattinata dell’8 ottobre ha svolto un sopralluogo nella Valle della Canna, nota anche come Valle Mandriole, dove da alcuni giorni stanno morendo centinaia di volatili di varie specie per una probabile intossicazione da botulino. È la conferma dell’avvio di un’inchiesta sulla vicenda. Al momento, anche da quanto si apprende dalla lettura dei quotidiani locali, non ci sono indagati e l’ipotesi di reato è ancora da inquadrare nel dettaglio. Potrebbe trattarsi di inquinamento ambientale o del più grave disastro ambientale: a fare la differenza sarà la misurazione degli effetti nell’ecosistema e quanto questo risulterà compromesso dal proliferare delle tossine di tipo C.

Esigenza primaria degli investigatori – Mancini è stato accompagnato dai carabinieri forestali e dalla polizia provinciale – è ricostruire la sequenza di eventi che hanno portato alle morti dell’avifauna. Il botulino sarebbe proliferato a causa della siccità nella valle e del mancato ricambio di acqua che è diventata così povera di ossigeno. Perché è accaduto questo? Ma soprattutto, a chi spettava evitarlo? Gli enti pubblici coinvolti a vario titolo nella gestione di quelle aree – zone umide protette con una biodiversità unica riconosciuta da più parti e certificata – sono diversi: in primis l’ente Parco del Delta ma anche il Comune, la Provincia e la Regione.

È bene precisare, per evitare ingiustificato allarmismo sanitario, che il ceppo di botulino letale per gli uccelli è specifico solo per quelli e non per l’uomo. Inevitabile però riconoscere che centinaia di carcasse di animali morti in valle – si stima che possano essere quasi duemila gli esemplari deceduti ed è in corso l’attività di recupero – comporterebbero conseguenze anche per la salute del territorio. Al momento il Parco del Delta ha sospeso la caccia per un raggio di tre km dall’area più interessata dell’intossicazione.

“Umarel”, lettere nelle buchette e Whatsapp: così il verde di via Nizza si è salvato

Sono stati i pensionati del quartiere Nullo Baldini a scoprire l’inizio del cantiere del Comune che avrebbe trasformato una parte del parco in una nuova scuola. Poi uno dei residenti ha distribuito cento fogli nelle case e dalla chat è nata la petizione di 3600 firme che ha cambiato la decisione del pubblico

Parco di via Nizza
Parco di via Nizza

Se nel quartiere Nullo Baldini di Ravenna sopravviverà l’area verde di via Nizza è grazie a un gruppo di comuni cittadini che hanno deciso di attivarsi e far arrivare la loro voce fino al palazzo. Una pacata petizione con oltre 3.600 sostenitori – nata da un centinaio di lettere che il primo firmatario ha distribuito nelle buchette del vicinato – ha convinto la giunta comunale a rivedere i progetti scegliendo un vicino campo agricolo incolto per la costruzione di una nuova scuola dell’infanzia al posto del parco di via Nizza.

Il primo firmatario è il 50enne Roberto Romagnoli, socio di una ditta di Faenza che produce macchinari per il packaging: «A maggio tra i residenti della zona girava voce che il Comune volesse costruire una scuola al posto del parchetto e con qualche conoscente abbiamo cominciato come si poteva saperne di più». Perché la prima necessità era quella di verificare la fonte: alcuni anziani della zona, i cosiddetti e ormai celeberrimi “umarel”, avevano visto degli operai fare dei rilievi nel terreno e alla loro domanda si erano sentiti rispondere che erano analisi in previsioni del cantiere per una scuola. «Volevamo saperne di più e un vicino mi disse che aveva un contatto con Alvaro Ancisi (il consigliere comunale decano dell’opposizione con Lista per Ravenna, ndr). Ci è sembrato che potesse darci una mano, ma ci saremmo rivolti a qualunque consigliere anche di altri schieramenti se avessimo avuto qualche contatto».

Ancisi una settimana dopo conferma il progetto per la scuola. E allora Romagnoli si mette alla tastiera del computer per buttare giù una lettera: «Ne feci cento copie in A4 e le andai a mettere nelle buchette dei dintorni. Spiegavamo cosa avevamo saputo e invitavo a contattarmi se qualcuno era intenzionato a fare qualcosa per difendere il verde». Per diversi giorni il cellulare di Romagnoli è rovente. Nascono un gruppo su Whatsapp e una pagina Facebook, «strumenti preziosi per questa battaglia, senza queste disponibilità forse sarebbe stato impossibile o di sicuro ci sarebbero voluti tempi più lunghi».

Che fare per arrivare al potere? In chat si comincia a parlare di raccolta firme. E quando si decide di procedere si ripresenta la necessità di avere consigli su come farlo per essere ascoltati: «Nessuno di noi aveva mai fatto qualcosa del genere, non sapevamo le procedure e volevamo evitare che per qualche cavillo venisse tutto cestinato». I contatti con Ancisi erano già avviati ma prima di coinvolgero nuovamente, ci si è confrontati tra cittadini: «Ho posto la questione in chat, ho chiesto se qualcuno avesse dubbi per ragioni politiche. Ci siamo trovati concordi nel dire che avendo già visto la sua disponibilità verso la nostra causa potevamo continuare con lui».

Dalla petizione si è arrivati a un incontro a settembre tra firmatari e alcuni esponenti della giunta tra cui il sindaco Michele de Pascale che ha comunicato la proposta: conservare il parco di via Nizza e attrezzarlo per l’uso pubblico (sono già arrivate due panchine), costruire la nuova scuola in un lotto adiacente alla rotonda Portogallo, tra viale Saragat e via Leopardi, e abbattere l’ex scuola infermieri di via Palestro per ampliare il verde a disposizione dell’asilo adiacente». Insomma, i residenti hanno vinto la battaglia: «È stato entusiamante e anche gratificante quando il sindaco ha dimostrato interesse nei nostri confronti». Questa esperienza potrebbe aver cambiato l’orientamento politico di qualcuno dei firmatari? «Penso che chi già sosteneva Ancisi continui a farlo perché si è dimostrato davvero interessato, chi sosteneva la maggioranza continuerà a farlo perché ha visto che c’è stata disponibilità a rivedere le decisioni».

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