«In questo modo verrà approvata la legge di bilancio, evitando l’esercizio provvisorio»
Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha incontrato il presidente della Corte d’Appello di Bologna, Giuseppe Colonna, al quale ha proposto di tenere le prossime elezioni regionali domenica 26 gennaio 2020.
Il presidente Colonna ha convenuto sulla proposta che, «nel rispetto dei tempi fissati dalle leggi – si legge in una nota –, muove dalla necessità di consentire alla Regione di predisporre e approvare la legge di bilancio 2020-2022, assicurando in tal modo la piena funzionalità dell’Ente ed evitando l’esercizio provvisorio che, al contrario, ne limiterebbe l’operatività, anche rispetto alle misure rivolte alla società regionale».
Il decreto per la convocazione dei comizi elettorali sarà emanato successivamente, così come previsto dalle norme.
Da giovedì a domenica quattro appuntamenti in piazza della Libertà, cuore musicale della festa. Chiude domenica sera Eugenio Finardi
Una delle tappe fondamentali del viaggio della Festa di San Michele 2019 a Bagnacavallo sarà in piazza della Libertà, che ospiterà i momenti musicali principali. La serata inaugurale, giovedì 26 settembre alle 21.15, sarà affidata all’orchestra dell’associazione Doremi, formata da quaranta elementi, che proporrà I sogni son desideri… Viaggio nel magico mondo di Walt Disney, con brani dal repertorio dei classici di animazione della Disney.
Le tre serate successive saranno invece un viaggio nel viaggio, sui ritmi della proposta musicale pensata da Comune e Festival Strade Blu per la Festa di San Michele. «Suoni di incontro, come sempre nella tradizione del Festival Strade Blu, ma che per la Festa di San Michele – spiegano i curatori del Festival Strade Blu – saranno declinati in un gioco di specchi, fra il territorio e il mondo, in un’idea di folklore allargato, di movimenti sonori in più direzioni, di migrazioni senza passaporti, di apertura e di ricettività ai suoni globali, un’accoglienza che diventa apertura e scambio. Gli artisti scelti sono romagnoli che in questi anni hanno tenuto aperte finestre sul suono del mondo, collaborando con artisti internazionali, importando ed esportando un’idea di musica che nasce “di genere” ma che non perde il treno dell’evoluzione.»
Venerdì 27 settembre, alle 21.15, si partirà con Marco Zanotti e i Cucòma in versione Gran Combo, ospite il percussionista africano Sourakhata Dioubate. Sarà un concerto tutto da ballare per la band che prende il nome dalla caffettiera in ebollizione: le qualità di caffè, provenienti soprattutto da America Latina e Africa, rappresentano le diverse esperienze sonore e artistiche che il polistrumentista e compositore Zanotti ha “macinato” nei suoi vent’anni di carriera.
Sabato 28 settembre, alle 21.15, la serata dal titolo Mediterraneo Contemporaneo sarà aperta dall’omonimo duo formato dal musicista di origini albanesi Redi Hasa al violoncello e da Rocco Nigro alla fisarmonica, uno dei più noti artisti della scena musicale salentina. Presenteranno un repertorio di brani inediti e melodie inusuali, dalle radici musicali che congiungono due sponde del Mediterraneo, evocando sonorità ancestrali che attingono dalla tradizione dei Balcani e del Sud Italia e la portano verso esiti molto vicini alla migliore musica contemporanea. Lo spazio scenico sarà arricchito dal gesto danzato dell’Emporio del Sale. Il concerto si chiuderà con un ritorno al folk e alle tradizioni del Sud Italia, raccontate dal trio Valzano-Presicce-Liverani.
Eugenio Finardi
La Festa di San Michele 2019 si chiuderà domenica 29 settembre alle 20.30 con un ospite d’eccezione, Eugenio Finardi, che affiancherà Vince Vallicelli nello spettacolo La fevra, il viaggio: blues sotto l’ultima luna. Assieme porteranno sul palco di Bagnacavallo un’idea allargata di blues, in costante rimbalzo fra due sponde dell’oceano e dei mari nostri, interpretata da un organico ampio che comprende e incorpora la “lezione americana”, ma anche le suggestioni del sud Mediterraneo, dei profumi di Asia e Africa. Il concerto prenderà spunto dalla tradizione afroamericana, con un cittadino di due mondi come Eugenio Finardi a guidare il viaggio, e riporterà poi tutti a casa, in un viaggio condotto da Vince Vallicelli e dal suono della sua La Fevra all’esatto crocevia fra Romagna, Africa e Mississippi. Ad accompagnarli sarà la chitarra di Don Antonio e il suo viaggio in un Sud dell’anima, che racconta molte geografie senza farsi folklore di nessuna di esse.
L’evento sul pensiero ospitale e cosmopolitismo: sabato in Classense l’ultima tappa della rassegna regionale, tra Dante e Lessing
L’aula magna della biblioteca Classense
Si rinnova la collaborazione del Comune al progetto regionale Mens-a, la rassegna sul pensiero ospitale e cosmopolitismo: l’appuntamento ravennate è fissato per sabato alle 17.05 in biblioteca Classense. L’evento, che verrà declinato sul tema dantesco e sull’umanesimo al futuro, fa parte infatti del ricco calendario di Viva Dante che dopo l’apertura ufficiale dell’annuale è entrato nel vivo della programmazione.
Tema di quest’anno di Mens – a è “la memoria e il possibile”: solo attraverso la memoria è possibile la forma umana del soggetto, l’identità personale e collettiva e il superamento dell’unilateralità per un progetto comune. Questo nella fiducia e consapevolezza della funzione storica della cultura, quale unico strumento che consente comunicazione e dialogo fra gli uomini e le società. Sono settanta gli studiosi internazionali che hanno partecipato a questa edizione del progetto Mens – a che ha già toccato le città di Bologna, Modena, Parma e Vignola e si concluderà con l’incontro di Ravenna.
«Siamo molto contenti e onorati di rinnovare la collaborazione con Mens-a – afferma l’assessora alla Cultura Elsa Signorino – che da anni realizza eventi di grande interesse e prestigio. L’appuntamento ravennate della rassegna Mens-a è quest’anno incentrato sul tema della memoria e del possibile, un tema che tocca molto da vicino questa città e si inscrive idealmente nel solco dantesco. Saranno infatti dei relatori di rilievo a guidare la riflessione su questi concetti universali per un appuntamento che rientra nel ricco calendario di Viva Dante».
L’evento di sabato affronterà con lezioni e performance attoriali il tema della memoria a partire da Dante fino ad autori contemporanei e vedrà la presenza di Paolo Fabbri (direttore del Centro internazionale di Scienze semiotiche, Università di Urbino) con Chiave di senso per li segni bui (Dante, Paradiso, canto II); Roberto Celada Ballanti (docente di Filosofia del dialogo interreligioso Università di Genova) con Eredità letterarie e spirituali, al futuro. Attraverso Dante, Nathan il saggio di G.E. Lessing; Stefano Pesce (attore) con il testo di Nathan il saggio, di G.E. Lessing. Introdurrà e modererà l’incontro Maurizio Tarantino, direttore dell’Istituzione biblioteca Classense e del MAR.
Nathan il saggio è il dramma scritto da Lessing (pubblicato nel 1799), ambientato a Gerusalemme durante la terza crociata, descrive in che modo il saggio mercante ebreo Nathan, l’illuminato sultano Saladino e un inizialmente anonimo templare riescono a colmare il loro divario tra Ebraismo, Islam e Cristianesimo. La rappresentazione di quest’opera fu proibita dalla Chiesa durante la vita di Lessing e insieme ad un’altra sua opera, Gli ebrei (Die Juden), fu bandita anche sotto il regime nazista.
Mens-a è il primo evento di “cultura diffusa” nella regione Emilia-Romagna, tra scienze umane, filosofia e storia. Si svolge a Bologna, Modena, Parma, Vignola e Ravenna. Rilascia i crediti formativi agli studenti dell’Università di Bologna e dell’Università di Modena e Reggio Emilia, oltre ai docenti delle scuole medie inferiori e superiori, essendo un progetto MIUR.
L’appuntamento è inserito nel programma “700 Viva Dante Ravenna 1321 – 2021”. La direzione scientifica è di Beatrice Balsamo, Associazione psicologia umanistica e delle narrazioni; una compartecipazione tra l’assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma, Comune di Bologna, Comune di Modena, Comune di Parma, Comune di Vignola e Comune di Ravenna
Il 5 e il 6 ottobre entra nel vivo l’iniziativa che partirà con la processione per le vie del paese. Si festeggia la Madonna del Rosario
Due giornate di Festa a Godo il 5 e il 6 ottobre. La frazione di Russi festeggerà la Madonna del Rosario: in programma due giornate di festa con spettacoli d’intrattenimento, il tradizionale Palio del Godo e l’immancabile gastronomia locale, precedute dalla due giorni di baseball che si terrà sabato 28 e domenica 29 settembre al diamante Casadio.
Si parte quindi il prossimo weekend con la 24 ore di Baseball nel diamante di via Rivalona. Appuntamento il 28 settembre dalle ore 15, fino alla stessa ora del 29. Scrive la società: «Aspettiamo tanta gente, con tanta voglia di stare insieme, di divertirci e tante saranno le sorprese, la musica e ovviamente tantissimo baseball».
Il 5 ottobre i ragazzi della scuola di musica del paese saranno in concerto alle 16 e alle 20 si terrà la processione per le vie del paese: la Chiesa Cattolica celebra la festa della Madonna del Rosario. Alle 20.45 Jerry Lee Rock’n’Roll Band. Domenica 6 ottobre dal palco centrale partenza per la passeggiata organizzata dal gruppo “Russi Cammina” della Casa della Salute. Alle 15 è previsto il palio di godo e alle 15.30 tombola di beneficenza organizzata dallo Ior presso il palco centrale. Alle 16.30 Ary e Alisson Brasilfitness Show seguito, alle 20.30, dalla “La febbre degli anni ’70” concerto Per tutta la durata della festa stand gastronomico del baseball e mercatino.
L’Ausl Romagna: «Un piccolo passo che fa parte di un più ampio progetto nell’ottica dell’umanizzazione delle cure»
Anche il dialetto romagnolo può essere terapeutico. Ne sono convinti al reparto di Geriatria dell’ospedale di Faenza dove la dirigente, dottoressa Anna Laura Spinelli, ha deciso di dotare le 11 stanze di degenza di bacheche a cui affiggere un calendario, allo scopo di fornire un riferimento temporale. E a questo punto, cosa meglio di scegliere un “prodotto” della tradizione in cui l’anziano possa riconoscersi di più. Per questo si è deciso di utilizzare il “Lunêri di Smembar”, un lunario-calendario molto diffuso in Romagna. Il “Luneri” viene pubblicato a Faenza ininterrottamente dal 1845, composto da un unico grande foglio da appendere. Il calendario è tradizionalmente corredato da una lunga e ironica filastrocca, con temi più o meno d’attualità, in romagnolo.
L’ospedalizzazione dell’anziano – fa notare l’Ausl in una nota – può comportare un declino in termini di funzionalità – autonomia e stati confusionali. «In particolare studi epidemiologici dimostrano che oltre un terzo degli anziani ospedalizzati va incontro a disorientamento, confusione, agitazione psicomotoria, allucinazioni, perdita di memoria e perdita del contatto con la realtà. L’approccio più efficace per prevenire tutto ciò è quello di combattere i fattori di rischio in grado di scatenarlo: alcuni piccoli interventi mirati come l’aiuto al paziente ad orientarsi nello spazio e nel tempo può fare la differenza»
I calendari appesi sono stati donati dal “Ristorante Trattoria Marianaza” di Faenza, che ha contribuito alla realizzazione di questo piccolo passo volto all’umanizzazione delle cure. All’ospedale di Faenza è in corso un progetto più organico e complessivo sempre nell’ottica di “andare incontro” al paziente, migliorando il suo soggiorno in ospedale e contestualmente, come ormai provato scientificamente, l’efficacia delle cure stesse. L’affissione è stata, infine, occasione per una piccola cerimonia cui hanno preso parte anche il direttore medico della struttura dottor Davide Tellarini e la dottoressa Anna Lusa della Direzione infermieristica e tecnica.
Le biomasse sarebbero dovute essere trovate entro 70 chilometri ma un accordo prevede lo smaltimento di 350mila tonnellate di legna abbattute lo scorso anno. L’associazione: «Traffico ed emissioni appesantite»
La centrale a biomasse di Russi smaltirà 350mila tonnellate di legna delle foreste venete che, lo scorso anno, sono state abbattute dal ciclone Vaia. La notizia per Lagambiente non è positiva. In particolare il presidente del circolo A. Cederna, Yuri Rambelli, sottolinea come «ancora prima dell’avvio effettivo delle attività di prevede una deroga alle prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale».
L’associazione ha sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già nel 2014 infatti sosteneva che la grande taglia dell’impianto avrebbe richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un’incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di combustibile, chiedendosi se nei 70 chilometri di raggio previsti esistesse realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l’impianto.
Ora, ancora prima dell’avvio ufficiale, «si prevede una deroga di tre anni (rinnovabili) con l’obiettivo di accelerare la rimozione degli alberi abbattuti al fine di evitare l’insorgenza di problematiche fitosanitarie e favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici. Siamo perplessi da queste deroghe – afferma Rambelli – in primo luogo perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro un raggio di 70 chilometri dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200 chilometri, con il conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti nel più breve tempo possibile con una deroga di 3 anni, ulteriormente rinnovabile».
Desta inoltre perplessità «l’affermazione della Regione secondo cui l’impianto potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il rispetto dei contratti di fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70 chilometri di raggio è sufficiente ad alimentare l’impianto oppure no? A cosa servono le prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale se, in nome dell’energia pulita e di un accordo di solidarietà, queste vengono derogate ancora prima dell’entrata in funzione dell’impianto?».
Taglio del nastro in via Galilei con il sindaco. La Cooperativa Facchini (Consorzio Astra) impiega 150 persone con un fatturato di 9 milioni. Il presidente Leonardi: «Non esiste più il facchino generico, abbiamo attuato un ampliamento delle mansioni»
Per i suoi sessant’anni di attività la Cooperativa Facchini Faenza (Cff) si è regalata una nuova sede. Un investimento di 3,5 milioni di euro in via Galilei per 14mila mq di cui 3.500 coperti. Il taglio del nastro è avvenuto il 21 settembre con i vertici della società, esponenti di Legacoop a cui è associata e il sindaco Giovanni Malpezzi.
L’azienda con 9 milioni di fatturato e 150 persone impiegate, tra dipendenti e soci, cominciò l’attività nell’agosto del 1959 prestando servizi di facchinaggio alla stazione ferroviaria faentina. La movimentazione merci è nel dna della Cff che oggi fornisce una vasta gamma di servizi legati alla logistica: trasporti conto terzi, traslochi, gestione scalo merci, manovre servizi ferroviari e la presa in consegna di carri merci. L’appartenenza al Consorzio Astra permette a Cff di svolgere anche servizi ambientali come raccolta e trasporto di rifiuti speciali e urbani e raccolte differenziate. Cff vanta esperienza in due settori particolarmente specifici: montaggio e smontaggio dei box nel Mondiale di Formula Uno, allestimento di mostre e trasferimento di opere d’arte.
«Ormai non esiste più la figura del facchino generico – spiega il presidente Luca Leonardi – pertanto si è cercato di attuare anche un ampliamento delle mansioni, dando spazio a nuovi soci e dipendenti dotati di una preparazione specifica, quali ad esempio falegnami, montatori, meccanici, carrellisti, magazzinieri, manovratori ferroviari, operatori in quota, autisti. Tale evoluzione ha consentito di operare con personale sempre più qualificato e adatto a rispondere alle crescenti richieste di una clientela attenta ed esigente, permettendo alla Cooperativa Facchini Faenza di diventare un punto di riferimento».
Lettera ai colleghi di Firenze e Bologna che stanno studiando il progetto: «La nostra provincia è l’unica sul mare che confina con entrambe e presto avrà un nuovo Palazzetto e una piscina olimpionica»
Portare le Olimpiadi a Firenze e Bologna nel 2032 e aggiungere Ravenna, unica provincia che confina con entrambe, per gli sport in spiaggia e non solo. Questa è la suggestione riassumibile dalla lettera che il sindaco Michele de Pascale ha inviato a Virginio Merola e Dario Nardella, colleghi rispettivamente di Bologna e di Firenze. La proposta delle Olimpiadi a cavallo dell’Appennino trova «sinceramente entusiasta» de Pascale che la ritiene «un’opportunità imperdibile di grande visibilità e prestigio per i territori stessi».
La provincia di Ravenna «è il territorio naturalmente vocato per completare la vostra proposta, l’unico affacciato sul mare che confina con le città metropolitane di Firenze e Bologna (quindi, oltre alle affinità culturali, ci sono collegamenti stradali e ferroviari già tracciati, eventualmente solo da implementare), dotato delle strutture adeguate per ospitare tutte le discipline olimpiche legate all’acqua e alla spiaggia».
De Pascale ricorda la «lunga esperienza velica, testimoniata da importanti Circoli; in quest’ambito c’è grande competenza organizzativa, campioni in varie discipline, importanti presenze nel mondo della Coppa America. Abbiamo una tradizione nel beach volley, cresciuta sulla scia della storia della pallavolo ravennate, una spiaggia molto ampia e spazi a terra per ospitare veri e propri stadi (come è accaduto nel 2011 con lo Stadio del mare in occasione dei campionati mondiali di beach soccer). Inoltre questo territorio dispone di un bacino per il canottaggio, quello della Standiana in cui si svolgono già ora eventi di carattere internazionale».
De Pascale ricorda che nel 2021 sarà pronto «il nuovo palasport che che ospiterà 6.000 posti a sedere, in grado dunque di accogliere eventi sportivi di ogni tipo. Il palazzetto completerà un’area unica nel suo genere a livello nazionale, su 105.000 mq di superficie, dove è già presente un’altra struttura vocata agli eventi, il Pala De Andrè; l’insieme darà vita ad una vera e propria Città delle Arti e dello Sport, uno spazio polivalente, ove sia possibile l’organizzazione di eventi di grande rilevanza utilizzando le due strutture in sinergia». Inoltre «stiamo per realizzare una nuova piscina olimpionica, accanto all’attuale vasca (già di carattere olimpionico) che verrà riqualificata così come l’intero impianto. Bisogna credere nell’obiettivo con tutte le forze e con il coinvolgimento di un territorio ampio e integrato. La provincia di Ravenna è pronta a raccogliere la sfida delle Olimpiadi del 2032». De Pascale chiede quindi un confronto per «riflettere insieme su come valorizzare al meglio queste e altre potenzialità che potrebbero rendere la candidatura ancora più attrattiva».
Una delle due vittime avrebbe tentato anche il suicidio. La solidarietà dell’associazione
Una 55enne ravennate è finita a processo per stalking, accusata (anche) di insulti omofobi («brutte lesbiche mi fate schifo») da due donne residenti nello stesso condominio, sposate con la cosiddetta legge Cirinnà. Una delle due vittime, a causa delle vessazioni, avrebbe tentato perfino il suicidio.
Il caso è riportato dal Corriere Romagna ed è al centro di una nota dell’Arcigay Ravenna.
«Un attacco a una famiglia è un attacco alle famiglie tutte – scrive il presidente dell’associazione, Ciro Di Maio –. Anche quelle formate da due donne».
«Tanta é la rabbia nel sapere che ancora si discuta della necessità di una legge nazionale che criminalizzi l’omofobia quando le cronache sono popolate da tali notizie con cadenza pressoché giornaliera – continua la nota inviata ai giornali da Arcigay –. Tanta è la solidarietà che la comunità Lgbt+ esprime a questa famiglia. Come Arcigay Ravenna ricordiamo alle vittime di questi vili comportamenti perpetrati nei loro confronti che le nostre volontarie e i nostri volontari sono disponibili per ogni necessità.
Nel caso in cui si dovesse arrivare a una fase giurisdizionale Arcigay Ravenna si costituirà parte civile e si tiene a ricordare che con la recente legge regionale contro l’omofobia anche la Regione Emilia Romagna potrebbe valutare di procedere in tal senso».
Michele Piga va nelle scuole con progetti di educazione digitale: «La tecnologia ha prodotto una frattura generazionale»
Michele Piga
Se c’è un’età in cui i social sono parte integrante della vita di ognuno e mezzo di comunicazione e partecipazione privilegiato quella è l’adolescenza, con tutti i rischi annessi e connessi, cominciando dal cyberbullismo.
Ne abbiamo parlato con Michele Piga, dell’associazione PsicheDigitale di Cesena che nell’anno scolastico appena iniziato collaborerà con l’associazione Femminile Maschile Plurale nelle scuole superiori del Ravennate con progetti proprio di educazione digitale, di cui anche i nativi digitali hanno bisogno.
«Spesso i ragazzi sono tecnicamente molto preparati, ma non hanno la consapevolezza dello strumento che hanno in mano. Per esempio conoscono le impostazioni della privacy meglio degli adulti e in generale preferiscono Instagram anche perché un profilo è molto più difficilmente reperibile rispetto a quanto accade con Facebook. La tecnologia ha prodotto una frattura generazionale per tanti versi senza precedenti e i genitori spesso commettono più errori dei loro figli, mentre i ragazzi hanno bisogno di sviluppare competenze che li aiutino a diventare “saggi digitali”, ad acquisire consapevolezza di come funzionano le persone che si mettono in relazione dietro quello strumento».
Divieti drastici sono inutili se non dannosi, secondo Piga. «Certo, perché il ragazzo arriverà comunque a quel mondo che è ormai il tramite per la socialità e in caso di problemi non avrà nessuno a cui rivolgersi, è importante invece mantenere un dialogo».
E per i genitori è importante anche avere idea di come quel mondo si sta muovendo. «Oggi è sempre più mescolato il piano ludico con quello social, basta pensare a giochi come Fortnite. I ragazzi condividono e raccontano cose di sé e si comportano come da sempre fanno gli adolescenti, ma con uno strumento costruito apposta per cavalcare l’onda emotiva, per darci poco tempo per la riflessione e per scatenare reazioni emotive che ci spingano subito all’azione. Quindi i ragazzi si trovano immersi, più delle generazioni precedenti, in un modo che riesce bene a sfruttare una fase della loro vita dove le emozioni sono molto amplificate».
Ecco allora che se un tempo ci si scambiava i diari tra amici o amiche del cuore, oggi ci si scambiano le credenziali del profilo Instagram con rischi molto maggiori. «Ma si è in quell’età in cui non si immagina che un rapporto di amicizia possa deteriorarsi con il tempo…».
Non solo, anche molte azioni di cyberbullismo nascono da comportamenti inconsapevoli, da scherzi di cui non si percepisce la portata o il danno. «Ecco perchè è importante – dice ancora Piga – aiutarli a lavorare sull’empatia, perchè il tramite dello schermo può complicare i rapporti, può rendere difficile far capire cosa intendiamo davvero con un messaggio e come questo viene percepito, ma senza demonizzazione dello strumento».
Insomma, gli adulti servono ancora a qualcosa in questo mondo in cui i momenti on line da quelli off line sono sempre più difficilmente separabili per i ragazzi che hanno ancora e forse più che mai bisogno di una guida, non necessariamente tecncologicamente avanzata.
I progetti del ravennate Elia Tazzari, protagonista con le sue fotografie al festival ItineRa
Una foto di Elia Tazzari in mostra
Il ravennate Elia Tazzari ha camminato nel 2017 sotto le insegne di Trail Romagna dalla Stazione Victoria di Londra alla Basilica del Santo Sepolcro in Gerusalemme, lasciandosi alle spalle 113 giorni di cammino, una moltitudine di compagni raccolti attorno a sé nel corso del lungo viaggio e, naturalmente, una grande varietà di spazi attraversati e paesaggi dimenticati.
Al ritorno, Tazzari ha costruito una serie fotografica selezionando una trentina d’immagini fra le oltre 1.500 scattate con un paio di cellulari lungo il percorso, per raccontare i lati spesso rimossi o volutamente omessi dalla narrazione riguardante il cammino e la geografia propria dell’andare a piedi.
La mostra “Londra-Gerusalemme” – dall’1 all’8 ottobre al Palazzo dei Congressi di Largo Firenze, a Ravenna, dalle 14 alle 18 a ingresso libero, nell’ambito del festival ItineRa – si configura “come scabro viaggio fotografico che rifiuta l’abuso di paesaggi eclatanti e cartolineschi in favore dell’esplorazione dei margini fisici e metaforici, di suggerimenti paesaggistici a volte sinistri e allusivi, di indizi, epifanie e brutali squarci su quelle che spesso sono le strade obbligate del camminatore”.
Elia Tazzari all’eremo di Camaldoli
Ecco allora susseguirsi in questa narrazione per immagini grandi pareti di pietra, pianure d’asfalto bruciate, ritratti distorti, carcasse galleggianti, piccoli santuari eretti ai margini di strade di campagna, la mole imponente dei Tir e monoliti svettanti nel nulla, in una sequenza che fa emergere gli aspetti che più affascinano Tazzari nel corso dei suoi cammini.
Elia Tazzari è nato a Ravenna nel 1990. Scrive, filma, fotografa e cammina. Vive a Savio di Ravenna.
La mostra anticipa idealmente quella che sarà la nuova impresa di Elia, prevista per il 2021 e per i tre anni a seguire: il giro del mondo a piedi, attraverso Europa, Stati Uniti, Australia e Russia, un’avventura “ecologista” attraverso alcuni dei paesi maggiormente responsabili dell’attuale disastro ambientale e climatico.
L’iniziativa della lista civica La Pigna, che pensa a barriere e pavimentazioni a bassa emissione
La lista civica La Pigna ha inoltrato ad Anas un esposto per chiedere di fatto barriere anti-rumore a tutela dei cittadini di Classe e Porto Fuori, in particolare quelli che risiedono in prossimita della Classicana, «che sopportano i disagi dell’inquinamento acustico causato dall’intenso traffico pesante da e per il porto, a tutte le ore del giorno e della notte».
La Pigna chiede in particolare un monitoraggio acustico e «la valutazione dello stato attuale di inquinamento dovuto alle emissioni sonore prodotte dal traffico, in relazione anche all’installazione di barriere antirumore e pavimentazioni a bassa emissione del rumore del rotolamento».
«A questo – continua la Pigna – si aggiunga il fatto che il ponte della Classicana sui Fiumi Uniti, a causa dei giunti di campana sconnessi e della presenza di numerose buche dell’asfalto, causa ancor più rumore».