giovedì
21 Agosto 2025

Pagnani, Ghigi, Martini: tre comete che illuminarono la cultura ravennate

Una mostra a Palazzo Rasponi (ancora per pochi giorni) e una alla Classense per ripercorrere l’esperienza che tra il 1955 e il 1965 portò la città al centro dei grandi movimenti artistici europei. Tra le tante, opere di Moreni, Giacometti, Mathieu, Rossello e Vaglieri

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Ci sono traiettorie di vita e convergenze di amicizie e interessi felici, nonostante e a dispetto del destino. Ci sono tre vite – quella di una coppia di collezionisti e di uno storico dell’arte – che con generosità e impegno sono molto informati sul panorama artistico europeo. Viaggiano, creano collezioni e curano mostre, intrattengono relazioni con numerosi artisti italiani e stranieri, ideano e fanno nascere cataloghi e nuove linee editoriali di successo sul tema dell’arte antica e contemporanea. Se pensiamo poi alla minuscola area di Ravenna, queste tre comete hanno reso più vivace la cultura ravennate di un intero decennio, dal 1955 al 1965, quando si spengono anzi tempo insieme in un incidente stradale.

Parliamo di Roberto Pagnani, della moglie Raffaella Ghigi e dell’amico e storico dell’arte Alberto Martini a cui sono dedicate due mostre a Ravenna – a Palazzo Rasponi e alla Classense – che meritano di essere visitate insieme per comprendere l’intreccio delle personalità, il frutto di questa grande passione condivisa per l’arte e il contributo dato da loro alla città. La mostra a Palazzo Rasponi – curata da Paolo Trioschi e in chiusura il 26 gennaio – è dedicata alla coppia di collezionisti Pagnani-Ghigi che raccolsero un’importante collezione d’arte oggi ancora integra e presente nella villa ravennate costruita dall’architetto Galassi con la doppia funzione di abitazione e luogo adatto alla raccolta ed esposizione delle opere. La collezione consta di più di 200 lavori fra dipinti, sculture, incisioni e disegni, che vennero selezionati in base alla coerenza fra processo generativo ed esecuzione. Il criterio è significativo per la generazione che aveva vissuto la seconda guerra mondiale, soprattutto da chi, come nel caso di Pagnani, era stato un attivo antifascista. L’esperienza politica come direttore di “Democrazia”, il periodico del Comitato di Liberazione Nazionale, segna la traccia di una militanza che si allarga a comprendere l’approccio estetico. Ed è interessante che la collezione, nata nel contesto dello scontro tutto italiano fra chi nel dopoguerra sosteneva un’arte impegnata ad approdo realista e un’arte libera da vincoli politici o contenutistici, sia nata all’interno di questa seconda corrente. Dopo decenni di opere vincolate alla propaganda fascista, la scelta dei due collezionisti ravennati si indirizzava a considerare l’impegno interiore all’opera stessa all’interno di una linea estetica che guarda al dramma della storia da un’altra finestra, seguendo un progetto coerente all’assunto di partenza.

Nelle sei stanze della mostra ci sono numerose fotografie e lettere che testimoniano della ricchezza dei contatti fra Pagnani con artisti, galleristi, critici e storici dell’arte – fra gli altri Alberto Martini, Mattia Moreni, Ben Shahn, Georges Mathieu, Emilio Vedova – oltre a una selezione di opere che narrano lo sviluppo della raccolta: dall’interesse esordiente verso i pittori bolognesi fino alle correnti più rappresentate dell’Informale, dell’Espressionismo astratto, fino al movimento anti-process e all’esistenzialismo lombardo, oltre ad alcuni fuori pista come il piccolo lavoro a tecnica mista di Niki de Saint Phalle (1962). Una Natura morta del 1955 di Sergio Vacchi testimonia l’interesse verso il gruppo bolognese che lo storico Arcangeli definiva degli “ultimi naturalisti”, mentre le opere di Vaglieri e Rossello inquadrano il versante esistenzialista lombardo della collezione, acquisito a partire dal 1958 grazie all’iniziale mediazione di Alberto Martini, da poco trasferito da Ravenna a Milano.

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Da ammirare poi le bellissime tele di Mattia Moreni, che Pagnani incontra a Ravenna e che probabilmente presenta all’amico Martini: le fotografie, le opere, le lettere indicano un’amicizia e un sodalizio che produrrà mostre, in Italia e in Europa, oltre a rilevanti testi critici. Se pure a distanza Pagnani e Martini continuano per tutta la vita un rapporto di collaborazione: dopo averlo conosciuto nel 1959, il collezionista invita l’artista francese Georges Mathieu a lavorare nella casa di Ravenna, aperta anzitempo a residenze artistiche, testimoniate da interessanti fotografie d’epoca: da questa permanenza nascerà il progetto e la realizzazione del mosaico oggi conservato al Mar, inserito nella famosa mostra dei Mosaici moderni del 1959, curata dallo stesso Martini. Ed è a quest’ultimo – nato nella provincia mantovana, romagnolo di adozione e milanese per lavoro – che la Biblioteca Classense fino al 15 febbraio dedica un’esposizione (I colori di un intellettuale. La raccolta Alberto Martini in Classense) a cura di Daniela Poggiali, allo scopo di inquadrare la versatilità culturale e lo spessore della figura. Grazie al legame con Ravenna, alla Classense è stato donato l’intero archivio di Martini dalle eredi, fornendo gran parte del materiale in mostra.

Suddivisa in sezioni, l’esposizione parte da una raccolta di famosi esempi di storiografia artistica attraverso i secoli per passare alla figura dell’intellettuale, celebre per aver ideato e curaato alcune famose linee editoriali come i Maestri del Colore. I documenti, le lettere, le fotografie illustrano i passaggi fondamentali della vita di Martini, dalla laurea su Bartolomeo della Gatta con Roberto Longhi a Firenze fino alle relazioni stabilite con artisti e studiosi d’arte internazionali come Alberto Giacometti e Peter Anselm Riedl. Fondamentale il rapporto con Ravenna e i ravennati fra il 1954 e il ‘58, proseguito nel tempo anche dopo il trasferimento a Milano: a questi anni si devono la stesura del catalogo della Pinacoteca locale – che cade dopo i precedenti di Corrado Ricci e Adriana Arfelli – e l’amicizia con Roberto Pagnani e Guido Rosetti, coi quali condivide la passione per l’arte contemporanea.

A queste congiunture si deve la trasformazione dello spazio di Anna Fietta in una galleria d’arte dove vengono proposte con successo mostre di artisti italiani e stranieri, una trasformazione auspicata da Martini e replicata nella Bottega di Giuseppe Maestri e Angelina Tienghi, che lavora con artisti di grande rilievo fino al nuovo millennio. Ma la dimensione non è solo quella locale, se pure di calibro internazionale: Martini cura mostre di arte contemporanea a Bologna e a Milano, e allestisce eventi internazionali che lanciano l’arte italiana in un contesto europeo. Inoltre, comprendendo l’importanza dei nuovi mezzi di comunicazione, in accordo con l’editore Dino Fabbri idea nuove collane che con un taglio divulgativo portano l’arte antica – italiana e del mondo – nelle case degli italiani mediante immagini curate e inedite, raccolte nel corso di lunghi viaggi e corredate da una narrazione criticamente esatta e aggiornata, sempre piacevole alla lettura.

Aumenti su Irpef, tassa di soggiorno e parcheggi: il bilancio del Comune di Cervia

Presentato il documento di previsione 2025/2027, che vede alcuni ritocchi per fronteggiare le spese dovute alle emergenze climatiche

Bilancio 2025 Conferenza Stampa

Il Comune di Cervia ritocca Irpef, tassa di soggiorno e tariffe dei parcheggi a pagamenti per bilanciare le spese straordinarie affrontate a causa degli eventi climatici estremi. È quanto emerge dal bilancio di previsione 2025-2027, che sarà portato in consiglio comunale il prossimo febbraio. I suoi contenuti sono stati illustrati in conferenza stampa dal sindaco Mattia Missiroli e dagli assessori ai lavori pubblici Mirko Boschetti e al bilancio Federica Bosi.

Il bilancio di previsione, afferma il Comune, «è stato costruito seguendo come obiettivi principali il mantenimento dell’elevato standard di qualità dei servizi ai cittadini e di sostegno alle famiglie, e per proseguire il processo di sviluppo complessivo della città e della sua economia». Inoltre «le ingenti spese sostenute – e non preventivate – per far fronte ai danni sul territorio provocati dalle emergenze legate al maltempo e le maggiori spese di gestione per i rincari delle materie prime e risorse energetiche, hanno indotto la giunta comunale ad apportare alcuni correttivi alle voci di entrata (tra cui addizionale Irpef, tassa di soggiorno e sosta a pagamento) per garantire l’equilibrio di bilancio e mantenere la quantità e la qualità dei servizi erogati dall’amministrazione. Sempre con l’obiettivo di incrementare le entrate, si è deciso di proseguire l’impegno nella lotta all’evasione tributaria».

Le entrate

Le risorse correnti complessive ammontano a circa 47 milioni e 700 mila euro e riguardano entrate tributarie (Imu e addizionale comunale Irpef), contributi e trasferimenti statali e regionali, entrate extratributarie (quali principalmente multe del codice della strada, canoni, diritti e dividendi). L’Imu è l’entrata più importante del Comune, in quanto rappresenta il 46% delle entrate correnti ed è pari a 21,9 milioni di euro di gettito ordinario. Le aliquote Imu restano invariate rispetto a quelle applicate nel 2024.

Alla voce Irpef, nel bilancio si prevede un’entrata di 2,2 milioni di euro, con un incremento di gettito di circa 430 mila euro dovuto all’aumento delle aliquote al 0,78% per i redditi da 28 mila a 50 mila euro e al 0,79% per i redditi di oltre 50 mila euro, mentre l’aliquota dei redditi fino a 28 mila euro è stata mantenuta allo 0,40%, evitando l’aumento a 0,54% già previsto nel bilancio precedente grazie all’avvio di un percorso di razionalizzazione delle spese correnti. Nonostante l’aumento proposto dalla giunta per i redditi superiori ai 28 mila euro, l’aliquota Irpef a Cervia rimane comunque la più bassa in provincia.

Dalla lotta all’evasione tributaria si prevede di recuperare circa 2,15 milioni, grazie al lavoro del servizio tributi del Comune; mentre dall’aumento delle tariffe per i parcheggi a pagamento si stima di incassare circa 3,4 milioni, sulla base anche degli aumenti tariffari differenziati a seconda delle zone e dei tempi di sosta (che abbiamo illustrato in un recente articolo). Quasi la metà dei proventi saranno destinati al finanziamento di investimenti su strade e parcheggi. Restano invariate le tariffe degli abbonamenti annuali.

La previsione di entrata dai permessi di costruire è stimata in circa 3,1 milioni di euro; mentre per la tassa di soggiorno, in vigore dal 1° maggio al 30 settembre, si prevede un incasso di circa 4 milioni di euro, in aumento di circa il 20% per l’incremento delle tariffe, che vanno dagli 0,70 centesimi per le strutture alberghiere a una stella fino ai 4 euro per i cinque stelle (con un aumento che va da 0,30 centesimi a 1 euro). Per strutture extra alberghiere (campeggi, b&b, appartamenti) la tariffa raddoppia, salendo a 1 euro a persona al giorno.

Le spese e gli investimenti

Per il 2025 il Comune di Cervia prevede una spesa corrente di circa 46 milioni di euro. «La manovra garantisce il mantenimento della quantità e della qualità dei servizi complessivi alla città», sottolinea l’amministrazione. «In particolare sono garantite le risorse destinate ai servizi sociali, ai servizi alle famiglie e alla promozione turistica del territorio».

L’amministrazione comunale ha inoltre deciso di destinare oltre 32 milioni di euro agli investimenti divisi tra risorse proprie, finanziamenti degli enti sovracomunali o risorse da reperire altrimenti. «I principali investimenti previsti riguardano la riqualificazione e la sistemazione di strade e zone del territorio (con l’obiettivo di aumentare la sicurezza stradale) e la realizzazione di strutture fondamentali per permettere lo sviluppo della località e l’innalzamento della qualità della vita dei cittadini e garantire servizi essenziali», afferma il Comune.

Di seguito le maggiori voci dei capitoli investimenti sul 2025:

  • circa 4 milioni di euro per la viabilità: sistemazione di piani viabili, manti stradali, marciapiedi, rotonde, la realizzazione di alcune ciclabili come il proseguimento della ciclabile sull’argine del Savio o la ciclabile di Sant’Andrea, e alcuni progetti specifici per alcuni territori, come un nuovo parcheggio a servizio dell’abitato di Tantlon;
  • -riqualificazione del centro storico e del viale Roma, su cui il Comune di Cervia già sta seguendo un percorso progettuale all’interno del circuito della nuova legge regionale sul commercio;
  • 1,2 milioni per interventi sul territorio e l’ambiente, riqualificazione del verde, interventi sulle pinete;
  • riqualificazione della casa di riposo per anziani Busignani, al fine di ristrutturarla nelle parti ammalorate del tetto e degli intonaci;
  • 3 milioni di finanziamenti da reperire per destinare allo sviluppo della “Città dello sport” a realizzazione del primo stralcio del Parco urbano a Milano Marittima;
  • oltre 3 milioni per interventi di riqualificazione, manutenzione, adeguamento normativo ed efficientamento energetico di edifici comunali, scuole, impianti sportivi, di illuminazione pubblica, sistemi di difesa e potenziamento strumenti di monitoraggio del territorio, implementazione di sistemi di videosorveglianza per aumentare il livello di sicurezza;
  • 1,62 milioni di euro euro di finanziamenti, suddivisi tra regionali e comunali, per la riqualificazione di Palazzo Guazzi a Castiglione;
  • più di 6 milioni di euro di opere a scomputo per strade, aree verdi e parcheggi.

Nel cast di “M – Il Figlio del Secolo” c’è una giovanissima attrice di Ravenna

Si tratta della 16enne Matilde Potenza, alla sua prima apparizione sullo schermo

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C’è una giovanissima attrice ravennate in M – Il Figlio del Secolo, la miniserie televisiva di cui si sta molto discutendo in questi giorni, che narra l’ascesa al potere di Benito Mussolini. Si tratta di Matilde Potenza, 16enne che interpreta Edda, la figlia del duce, quando diventa adolescente nel corso della serie.

Per Potenza si tratta della prima apparizione sullo schermo. L’unica sua altra esperienza di recitazione, a teatro, risulta nella trilogia “Inferno, Purgatorio, Paradiso” del Teatro delle Albe, diretta da Marco Martinelli ed Ermanna Montanari tra il 2017 e il 2022. La giovane attrice frequenta il liceo classico Alighieri di Ravenna e ha partecipato ad alcuni corsi di recitazione tra Ravenna, Cervia, Ferrara e Rieti.

Alfonsine, non si ferma all’alt della polizia: arrestato dopo inseguimento in centro

Il 24enne guidava un autocarro senza patente né assicurazione

Il Momento Dell'arresto
Il momento dell’arresto

Non si è fermato all’alt della polizia locale, che lo ha inseguito per dieci chilometri nelle strette vie del centro storico di Alfonsine. Un 24enne di origine pakistana era alla guida di un autocarro sprovvisto sia di assicurazione che di patente, ed è stato arrestato dagli agenti.

Anziché fermarsi al segnale degli agenti, il giovane ha accelerato e imboccato le strette vie del centro storico cittadino, mettendo a repentaglio l’incolumità dei passanti. Subito è scattato l’inseguimento che ha coinvolto, a supporto, anche le pattuglie dei presidi di Lugo e Conselice. Nel corso della fuga, il guidatore ha anche tentato di far sbandare la pattuglia al di fuori della sede stradale.

Oltre al conducente, all’interno del veicolo viaggiava un’altra persona, anch’essa di origine pakistana. Una volta bloccato, il 24enne si è rifiutato di sottoporsi all’alcol test e al droga test ed è inoltre emerso che l’uomo non aveva mai conseguito la patente di guida. Per questi motivi è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Giunto davanti al giudice, l’arresto è stato convalidato ed è stato disposto l’obbligo di firma presso la polizia locale di Alfonsine.

Il sindaco referente per la polizia locale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Mattia Galli, si è congratulato per l’operazione con gli agenti, sottolineando come «la creazione di un corpo unico di polizia locale per tutta la Bassa Romagna abbia consentito, tra le altre cose, di incrementare notevolmente l’efficienza e l’efficacia degli interventi, grazie a un coordinamento territoriale che un tempo sarebbe stato molto più difficoltoso».

Cervia, partono i lavori nel comparto Cilea: saranno abbattuti alcuni alberi

Si tratta di esemplari considerati a fine vita, che saranno sostituiti con 30 nuove piantumazioni. Previsti un vasto parco, strade e parcheggi.

Comparto Cilea Foto Aerea

Sono in partenza a Cervia i lavori per realizzare il progetto di valorizzazione del comparto Cilea, che permetterà di completare l’assetto urbanistico della zona situata in fondo a via Olindo Guerrini. A fronte della realizzazione di immobili di pregio, i soggetti attuatori, oltre alle opere di urbanizzazione previste dal progetto (strade, parcheggi e aree verdi ombreggiate), realizzeranno un parco pubblico attrezzato di oltre 3.500 mq, di cui beneficerà l’intera collettività, dotato di zone gioco per i bambini, nuove alberature e sentieri con materiali ecosostenibili.

I primi interventi che verranno realizzati riguardano le opere di urbanizzazione, in particolare due parcheggi pubblici e strade di collegamento. Verranno pertanto abbattuti alcuni alberi (pioppi, salici e aceri) considerati in precarie condizioni e a fine vita. A fronte di questi abbattimenti verrà realizzato un nuovo viale alberato, con la piantumazione di circa 30 alberi ad alto fusto.

Il Comune di Cervia ha fatto sapere che sarà garantita la salvaguardia dei pregiati olmi siberiani presenti nella zona, oltre ad altri alberi.

Supermercato ex Amga, Confesercenti: «Troppe superfici commerciali, città satura»

Ricci Petitoni: «Paradigma sbagliato, non è possibile pensare di edificare in questo modo»

Ex Amga Ravenna

La Confesercenti di Ravenna ha espresso una posizione critica sul nuovo supermercato in costruzione nell’area ex Amga in via di Roma, che sarà completato entro l’anno. «Il progetto è sicuramente di qualità, non l’ennesimo prefabbricato, ma il paradigma è completamente sbagliato: non è possibile pensare di riqualificare edificando ulteriori nuove superfici commerciali, la città ne è satura», ha detto Riccardo Ricci Petitoni, responsabile di Confesercenti Ravenna per il comparto commercio e centro storico. «Si tratta tra l’altro di un progetto recente, approvato dal consiglio comunale nel 2021, non di una destinazione urbanistica datata, figlia di una previsione sovradimensionata dello sviluppo demografico cittadino, che poi non si è realizzato, come negli insediamenti a sud e ad est dell’area urbana».

Prosegue Ricci Petitoni: «Comprendiamo le esigenze dei proprietari privati, ma l’ente pubblico dovrebbe in questi casi far valere il proprio ruolo d’indirizzo, perorando la necessità, piuttosto, di edilizia residenziale di pregio e di spazi direzionali, che possano portare flussi economici di qualità al fragile equilibrio commerciale del centro storico cittadino, sempre più minacciato dalla crisi, dalla riduzione del potere d’acquisto, dalla concorrenza delle multinazionali. Fondamentali sono anche la riverdificazione e la riforestazione degli spazi urbani centrali, non solo periferici, per contrastare il fenomeno delle isole di calore che rendono le nostre città sempre più roventi e la fruizione delle strade e delle piazze sempre più difficoltosa nel periodo estivo, per residenti, clientela e turisti».

Addio a Luigi Amadei, sindaco di Sant’Agata per tre mandati

La cerimonia funebre si terrà venerdì alle 14, con partenza dalla camera mortuaria di Lugo

Luigi Amadei

È venuto a mancare nella notte tra martedì 21 e mercoledì 22 gennaio Luigi Antonio Amadei, sindaco di Sant’Agata sul Santerno dal 1995 al 2004. In seguito, dal 2004 al 2009 ha ricoperto la carica di vicesindaco sotto l’amministrazione di Franca Proni ed è stato nuovamente sindaco dal 2009 al 2014 per il terzo mandato.

Nato a Lugo il 17 febbraio 1938 e residente a Sant’Agata sul Santerno, Amadei durante il suo lungo percorso amministrativo ha contribuito allo sviluppo e alla crescita del paese, nonché alla costituzione dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna nei suoi primi anni di vita. Lascia la moglie Maria Ricci Picciloni (conosciuta da tutti come Luisa) e i figli Rosangela e Orfeo.

Questo il cordoglio del sindaco Riccardo Sabadini: «A nome dell’intera amministrazione comunale di Sant’Agata – giunta, consiglieri e dipendenti tutti – desidero esprimere il più sincero e profondo cordoglio alla moglie Luisa e ai figli Orfeo e Rosangela per questa dolorosa perdita. Sant’Agata perde oggi una figura che ha dedicato la propria vita alla comunità; il suo prezioso contributo rimarrà indelebile nella memoria collettiva, e a lui va la più sincera riconoscenza di tutti i cittadini».

La salma è esposta nella camera mortuaria di Lugo da oggi, giovedì 23 gennaio. Il funerale si terrà venerdì 24 gennaio con partenza alle 14 dalla camera mortuaria di Lugo, sosta alla chiesa di Sant’Agata sul Santerno e tumulazione nel cimitero di San Bernardino.

Porto, 4 milioni per sostituire le attrezzature in banchina con mezzi elettrici

Li ha stanziati l’Autorità portuale per sostenere terminalisti e concessionari. C’è tempo fino al 2 marzo per fare domanda.

Veduta aerea del porto di Ravenna (foto da pagina Facebook di Ap)

L’Autorità portuale di Ravenna ha stanziato 4 milioni di euro per sostenere i terminalisti e i concessionari portuali nel sostituire i mezzi attualmente operanti in banchina (muletti, gru, spazzatrici, autocarri, eccetera) con attrezzature nuove, a minore impatto ambientale. L’obiettivo del bando è utilizzare sempre di più mezzi elettrici per favorire una significativa riduzione delle emissioni di CO2 in porto.

Per candidarsi a ottenere il contributo, è possibile presentare domanda fino al 2 marzo 2025. L’incentivo può coprire fino al 100% del costo per ogni proposta selezionata tramite procedura pubblica di gara, con un tetto massimo di 300.000 euro per ciascun beneficiario. Il bando è consultabile e scaricabile sul sito dell’Autorità portuale. Eventuali richieste di chiarimenti possono essere presentate via pec all’indirizzo sicurezzambiente@pec.port.ravenna.it, entro il 20 febbraio.

Dichiara il presidente dell’Autorità portuale di Ravenna Daniele Rossi: «L’Autorità portuale torna con un contributo importante per finanziare proposte dei privati, concessionari o terminalisti, che operano nel nostro porto, al fine di ridurre l’impatto ambientale causato dall’utilizzo di mezzi a motore endotermico nello svolgimento delle attività portuali. Un’iniziativa che si inserisce in una strategia più ampia di riqualificazione energetica che vede il porto di Ravenna al centro di interventi in linea con le politiche della Comunità europea per la sostenibilità ambientale. L’adozione di mezzi elettrici o a idrogeno rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso verso uno sviluppo economico più eco-sostenibile e una migliore qualità dell’aria in ambito portuale. L’Autorità portuale di Ravenna ribadisce il suo impegno a favore di una efficace transizione energetica e invita tutti i concessionari e i terminalisti a partecipare a questa importante iniziativa, contribuendo così a rendere il porto di Ravenna un modello di innovazione e rispetto per l’ambiente».

La nuova medaglia della maratona di Ravenna è un gioiello verticale di mosaico

L’oggetto è stato disegnato come sempre dallo studio Annafietta, che lo realizza dal 2011

Medaglia 2025 MaratRA

È stata presentata ieri, mercoledì 22 gennaio, la medaglia ufficiale che finirà al collo dei partecipanti della prossima edizione della maratona di Ravenna. Si tratta del quattordicesimo modello di medaglia, un oggetto artigianale di arte bizantina firmato da Annafietta, lo studio situato vicino alla basilica di San Vitale che dal 2011 realizza a mano uno la medaglia della manifestazione, che quest’anno si terrà il 9 novembre 2025. La medaglia è stata presentata al Mar di Ravenna.

La medaglia 2025 ha una particolare forma verticale e prende ispirazione da un particolare presente sopra uno degli archi dello stesso luogo di culto, ma che viene rappresentato anche in molti altri edifici storici bizantini. «L’idea del nuovo monile nasce dalla caratteristica dei mosaici di epoca paleocristiana, spesso caratterizzati da meravigliose cornici che separano i pannelli decorativi, veri e propri muri interamente decorati a mosaico che raccontano e rappresentano storie e immagini diverse fra loro», spiegano gli organizzatori della maratona. «Il motivo di questa cornice rappresenta una sorta di piramide incrociata che andrà a contornare la medaglia stessa, accompagnata da un fascione rosso su un fondo oro. Proprio il rosso e l’oro saranno i colori caratterizzanti il nuovo gioiello».

Come per le edizioni precedenti, la medaglia verrà proposta in tre tagli diversi. La più grande sarà per i finisher della Maratona sui 42K, mentre una versione leggermente più piccola andrà ai runner della Consar Ravenna Half Marathon. Infine, la versione minore sarà creata per la Good Morning Ravenna 10K. Prevista anche una medaglia aggiuntiva dedicata alla Dog & Run.

«Ancora una volta – spiega Annafietta, autrice delle medaglie – l’idea della medaglia della maratona di Ravenna prende spunto da un dettaglio della Basilica di San Vitale. Un particolare che però, questa volta, si può ritrovare facilmente in tante altre opere musive sparse per la città e che rappresenta una sorta di ponte, di connessione fra loro. Tra le caratteristiche dei mosaici bizantini ci sono sempre state le cornici, colorate, sgargianti e sinuose. Un elemento che spesso ha avuto la funzione di collante tra opere diverse o tra racconti trasposti in mosaico. E proprio questa idea di unione della quale nel mondo c’è tanto bisogno, ci ha portato a questa scelta».

Aggiunge Stefano Righini, presidente di Ravenna Runners Club: «Come ogni anno, la medaglia rappresenta un simbolo del nostro territorio in tutta la sua arte e cultura. Da oggi e fino al prossimo novembre questo capolavoro realizzato interamente a mano girerà il mondo per promuovere il nostro evento sempre più unico. Un elemento che ci caratterizza da tempo e che, ne sono certo, porterà in città migliaia di runner e non solo perché parte di un racconto e di una storia millenaria, ma ancora oggi attuale nei colori e nelle suggestioni».

Operazione antidroga a Massa Lombarda, tre arresti

La polizia ha sequestrato una considerevole quantità di cocaina e hashish, oltre a una pistola rubata

Droga Massa Lombarda

Aveva in casa 4 etti di cocaina e 4,5 etti di hashish, oltre a una consistente somma di denaro in contante e una pistola rubata. La polizia di Lugo ha arrestato un cittadino di Massa Lombarda all’alba di martedì 21 gennaio, con l’accusa di detenzione illegale di sostanze stupefacenti. L’operazione antidroga è stata coordinata dalla procura di Ravenna e si è avvalsa della collaborazione dell’unità cinofila guardia di finanza di Lugo.

Oltre alle droghe, gli agenti hanno sequestrato circa 2.600 euro, un revolver calibro 32 oggetto di denuncia per furto e due pistole scacciacani. L’uomo, un cittadino extracomunitario, è stato portato al carcere di Ravenna.

Nell’ambito della medesima operazione, sempre a Massa Lombarda la polizia ha arrestato altri due uomini trovati in possesso di 30 grammi di cocaina e 30 grammi di hashish, oltre a bilancini di precisione e materiale di confezionamento delle dosi. Anche in questo caso si tratta di due extracomunitari, che si trovano attualmente nelle case circondariali di Forlì e Ravenna.

Il biodigestore di Granarolo non si farà, la bocciatura del Comune

L’opera proposta da Snam ha ricevuto parere negativo. Festeggiano gli ambientalisti.

Biometano Biogas Istock

Il Comune di Faenza ha deciso: il biodigestore di Granarolo non sarà ampliato. L’amministrazione comunale aveva già espresso le sue preoccupazioni nei giorni scorsi e martedì 20 gennaio, dopo la riunione della conferenza dei servizi, ha dato il suo parere negativo ufficiale.

Il progetto, proposto dalla società agricola Bys (controllata al 100% da Snam), prevedeva di ampliare e trasformare l’impianto esistente, ma il Comune era preoccupato per l’aumento del traffico di mezzi pesanti e il rischio di sicurezza in caso di nuove alluvioni. A convincere la giunta è stata anche l’ampia mobilitazione dei cittadini contrari al progetto, convogliata nel comitato Faenza Eco-Logica.

Nel suo parere negativo, il Comune afferma che «i terreni attraversati dall’ipotetica nuova viabilità non risultano nella disponibilità del proponente (l’azienda Bys, NdR), né sono state effettuate valutazioni dell’impatto del traffico in ingresso e in uscita all’impianto, specie con riferimento al centro abitato della frazione di Granarolo, che si vedrebbe interessata dal considerevole incremento del passaggio dei mezzi di approvvigionamento delle biomasse in ingresso all’impianto, e dei carri bombolai in uscita dallo stesso trasportanti il biometano prodotto».

Inoltre, prosegue il documento, «via Fabbra ricade in zona di “Tutela dell’impianto storico della centuriazione” e risulta caratterizzata da una carreggiata di larghezza limitata pari a circa tre metri, tipica delle strette strade di campagna, soggetta frequentemente a fenomeni di dissesto che hanno determinato nel tempo l’applicazione di misure di limitazione del traffico. È evidente come il nuovo impattante assetto dell’ampliamento debba comportare la rivalutazione del sistema viario, in funzione sia della sicurezza della circolazione su via Fabbra sia in relazione all’impatto dell’incremento del passaggio di mezzi pesanti all’interno del centro abitato di Granarolo Faentino: rivalutazione che, per quanto già descritto, non ha trovato sufficiente riscontro nella documentazione integrativa della ditta proponente».

Festeggia il comitato Faenza Eco-Logica, che ha scritto su Facebook: «Abbiamo vinto. Ma nulla ci toglie dalla testa che, se non ci fosse stata una grande mobilitazione dal basso, il progetto sarebbe forse stato approvato. Ora speriamo che la Snam non faccia ricorso».

Chimica, i sindacati: «A rischio anche lo stabilimento Versalis di Ravenna»

La Cgil contro Eni: «Questa non è una transizione, ma una dismissione»

Impianto Eni Versalis Ravenna
Una porzione dell’impianto Eni Versalis a Ravenna

«Sono in bilico tutti gli altri stabilimenti di Versalis e delle aziende con cui condividono il “condominio industriale” a Ferrara, Ravenna, Mantova, Porto Marghera e Porto Torres». Lo dichiara la Cgil, al terime di una conferenza stampa a Roma sulla crisi che coinvolge Eni-Versalis, accusata di smantellare settori strategici del sistema industriale italiano.

In particolare, sta facendo discutere l’annunciata chiusura dell’impianto di produzione di butadiene di Brindisi, il gas usato come materia prima per produrre gomme sintetiche e prodotti della farmaceutica.

«Per affrontare una vertenza di questo tipo – ha dichiarato il segretario confaderale della Cgil Pino Gesmundo -, con un’azienda partecipata che opera in settori strategici e con produzioni indispensabili per tutto il sistema industriale nazionale, costruiremo tre momenti di incontro collettivi in Sicilia, in Puglia e in Emilia-Romagna, in cui vogliamo coinvolgere le istituzioni locali e i parlamentari eletti sul territorio, per discutere delle conseguenze disastrose che la chiusura dei Cracking di Eni Versalis produrrebbe. Dobbiamo scongiurare che si determinino».

«Non è una transizione verso una produzione sostenibile, ma una dismissione che determinerà un aumento complessivo delle emissioni di CO2 – sostiene il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli -. L’Italia sta uscendo da un mercato in crescita, condannandosi alla dipendenza estera, in un momento in cui la domanda di etilene a livello globale è in aumento del 5% annuo. Una scelta scellerata sul piano sociale, ambientale ed industriale. Senza tenere conto che l’Europa ha deciso di tassare i prodotti importati da extra UE sulla base dell’impronta carbonica generata, producendo un aumento del loro costo che verrà scaricato sull’insieme delle imprese italiane».

«Ricordiamo che, tra diretti e indotto, nei siti di Brindisi, Priolo e Ragusa sono coinvolte oltre 20 mila persone, e che a cascata sono in bilico tutti gli altri stabilimenti di Versalis e delle aziende con cui condividono il ‘condominio industriale’ a Ferrara, Ravenna, Mantova, Porto Marghera e Porto Torres. Attendiamo la convocazione del tavolo politico annunciato dal Governo, in quell’occasione saranno presenti davanti al Mimit anche le lavoratrici e i lavoratori per difendere il loro futuro. Scelte di indirizzi di politica industriale che riguardano il Paese, come questa, non possono dipendere dalle decisioni dettate dagli interessi degli azionisti di un’azienda come Eni», concludono Gesmundo e Falcinelli.

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