giovedì
21 Agosto 2025

Il film con Luca Marinelli girato sui lidi ravennati debutta al festival di Berlino

Prima mondiale per “Paternal leave”. Lo scorso febbraio in tanti ai casting a Porto Corsini

Luca Marinelli Paternal Leave

Il film girato sui lidi ravennati l’anno scorso (di cui avevamo parlato a questo link, nel giorno dei casting a Porto Corsini) sarà presente alla 75esima Berlinale, in prima mondiale nella sezione “Generation” del prestigioso Festival internazionale del cinema di Berlino, in programma dal 13 al 23 febbraio. Si tratta di Paternal leave, opera prima della nota attrice tedesca Alissa Jung, che ne ha firmato anche la sceneggiatura. Protagonisti il marito della regista, il celebre Luca Marinelli (in questi giorni protagonista dell’attesa serie M – Il figlio del secolo su Sky) e la giovane Juli Grabenhenrich, al suo debutto cinematografico, affiancati da Arturo Gabbriellini, Gaia Rinaldi e Joy Falletti Cardillo.

Prodotto da Cécile Tollu-Polonowski, Viola Fügen, Michael Weber e Sonia Rovai, il film è una produzione italo tedesca firmata da The Match Factory & Wildside – Società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Vision Distribution, Rai Cinema e Sky.

Sola, arrabbiata e in cerca di risposte, una ragazza tedesca decide di intraprendere un viaggio nella riviera romagnola per incontrare il padre biologico che non ha mai conosciuto.

Realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, il film è stato girato nel Parco del Delta del Po, tra Ravenna, Marina Romea, Casal Borsetti e Cervia (in provincia), Comacchio e Argenta in provincia di Ferrara, Cesena e Monaco di Baviera.

Paternal leave sarà prossimamente in distribuzione grazie a Vision Distribution.

Wu Ming 1 e la crisi climatica: «In regione economia reale è la peggiore possibile»

L’autore del celebre collettivo presenta il suo ultimo romanzo a Ravenna e Cervia. «In un sacco di posti non si doveva costruire e non dovrebbe abitarci nessuno»

Fornace Zarattini (foto Marco Parollo)
Foto Marco Parollo

Gli uomini pesce è l’ultimo romanzo solista di Wu Ming 1, pubblicato lo scorso ottobre da Einaudi. In un’opera che salta di continuo fra realtà e finzione – spesso senza che il lettore si renda conto dove finisca una e inizi l’altra – l’autore ci porta in un’intricata e affascinante vicenda ambientata nel Delta ferrarese, tra la seconda guerra mondiale e i nostri giorni. Sullo sfondo ci sono temi che ci toccano da vicino come la pandemia e l’identità di genere; la prima ancora poco rielaborata dalla letteratura italiana, la seconda affrontata da Wu Ming 1 in modo molto delicato, in controtendenza rispetto alla discussione conflittuale e polarizzata che è esplosa negli ultimi anni. Ma soprattutto ci sono la crisi climatica e l’innalzamento del mare, di cui questo territorio subisce le conseguenze più di altri. Si tratta di questioni che il collettivo Wu Ming ha più volte affrontato nel suo blog Giap, in modo consapevole, militante e non allineato.

Cover 2 655x1024Sabato 18 gennaio Wu Ming 1 sarà nel ravennate per un doppio appuntamento: alle 17.30 nel capoluogo, alla sala Ragazzini (Largo Firenze), per intervenire alla tavola rotonda organizzata dall’ordine degli architetti (in collaborazione con i circoli Arci Dock61 e Arci Ravenna) “Ecologia dell’azione. Territori e cambiamenti climatici” (in dialogo con Alessandro Iannucci, Rita Rava, Veronica Rinasti e Saveria Teston; organizza l’Ordine degli architetti in collaborazione con i circoli Arci Dock61 e Arci Ravenna) e alle 21 al teatro comunale di Cervia per presentare il suo romanzo nell’ambito della rassegna “Il porto delle storie” (in dialogo con Emiliano Visconti e con letture di Marco Manfredi). Abbiamo intervistato l’autore a partire dal libro, per arrivare alla controversa gestione del territorio prima e dopo le alluvioni.

Gli uomini pesce intreccia la storia del partigiano Ilario Nevi con quella della nipote geografa Antonia, che ne ripercorre le tracce e i misteri. Nelle parti riguardanti il passato, è vivo il senso di memoria e di ferita che ancora oggi provocano il fascismo e la guerriglia di liberazione; mentre nelle pagine ambientate ai nostri giorni, aleggiano due grandi traumi, il Covid e la crisi climatica. Qual è il compito della letteratura, e dell’arte in generale, nel rielaborare gli shock collettivi?
«Si è provato tante volte a definire compiti e doveri della letteratura; io mi limito a dire cosa non dovrebbe fare la letteratura che interessa a noi Wu Ming e, in quanto autore “solista”, a me: non dovrebbe mai sentirsi in pace. Un libro va scritto stando sul ciglio del baratro, a mezzo passo dalla défaillance, dallo scacco totale. Lì, in quello stato di bilico, ha luogo quella che chiamiamo la “mediazione al rialzo”, cioè si superano stalli e incertezze trovando idee più azzardate, idee non accomodanti. E a ogni progetto si alza la posta, in termini di complessità e di rischio. In una recensione uscita sulla rivista letteraria La balena bianca, Simone Giorgio ha scritto che Gli uomini pesce è uno dei primi romanzi italiani a trattare della pandemia di Covid e delle sue conseguenze. È, tra le altre cose, proprio quello che volevo scrivere: un romanzo post-Covid. Non volevo però che gli scazzi e strascichi pandemici si prendessero tutta la scena. Allo stesso tempo, è un romanzo sulla questione climatica, dove però il clima non è trattato come un tema specifico, separato, ma come il tema dentro cui avviene tutto il resto. Il clima è la cornice e la precondizione delle nostre vite e di ogni nostra attività. Gli uomini pesce tratta poi spinose questioni di genere, ma senza gridarlo ai quattro venti né incentrando tutto su quello, e affronta il pessimo rapporto del Paese con la memoria pubblica del fascismo, del dopoguerra, dello stragismo nero degli anni settanta, ma lo fa senza mai smettere di parlare anche d’altro. Perché è così che va: in ogni momento della nostra vita tutti questi problemi agiscono in contemporanea, non è che uno se ne va per lasciare il posto a un altro».

Nel romanzo non risparmi feroci critiche alle bonifiche nel Delta, alla gestione artificiale dei fiumi e alla cementificazione del litorale. Allo stesso tempo, a Ferrara fai parte di un gruppo multidisciplinare di artisti, scienziati, studiosi e insegnanti che ha elaborato e sottoscritto il manifesto “Tornare nel Delta al tempo della crisi climatica”. Il testo sensibilizza su molti temi legati al riscaldamento globale, a partire dal tuo territorio natio, il basso ferrarese, ma ampliando lo sguardo con una complessità, sensibilità e lungimiranza oggi rare. Cosa è stato fatto di sbagliato?
«Vent’anni fa la geografa Paola Bonora, nel libro Orfana e claudicante, scriveva già che i miti dell’Emilia-Romagna “rossa” e del “buongoverno del territorio” servivano a coprire una situazione di vuoto progettuale e di completa resa delle amministrazioni al neoliberismo e agli interessi privati. Non solo: descriveva con lungimiranza l’odierno combinato disposto di devastazione ambientale e greenwashing istituzionale. Ed era il 2005. È cruciale capire come mai l’Emilia-Romagna sia diventata un punto caldo della crisi climatica. Dipende dalla sua conformazione e posizione geografica, dalla sua storia e, nel presente, dalla sua economia reale, che ogni giorno è descritta come una cornucopia di “eccellenze” e che invece si sta rivelando la peggiore possibile, la più inadeguata all’oggi. Alcuni nodi stanno venendo al pettine, come quello dell’automotive, la Motor Valley. Ma basterebbe dire che si spaccia per fiore all’occhiello la Packaging Valley, cioè la più alta concentrazione al mondo di industrie che prosperano sull’onnipresenza della plastica e sull’incultura dell’usa-e-getta. Ancora, gli altri pilastri del capitalismo emiliano-romagnolo sono cemento e asfalto, e forse è superfluo farlo notare a Ravenna, capitale del consumo di suolo, o forse no, proprio a Ravenna è importante dirlo. Poi un’agroindustria gonfia di veleni che sperpera acqua e impoverisce i suoli, spesso per alimentare colossali allevamenti intensivi i cui impatti ambientali e climatici vanno oltre l’immaginabile. A proposito, come mai per gli allevamenti non si parla di Death Valley? Infine, un turismo predatorio che è in punto di morte ma tutti fingono sia pimpante, o comunque irrinunciabile, da difendere a ogni costo».

Le alluvioni hanno reso evidente la necessità di ripensare l’intera gestione del territorio, ma la consapevolezza politica sembra ancora inesistente: il tema è oggetto di retorica, ma di fatto si va avanti come sempre.
«Ricostruire le condizioni del “successo” emiliano-romagnolo, che ora la crisi climatica fa saltare, è necessario. A volte ci dicono che dalle alluvioni del 2023 ci concentriamo troppo sulla nostra regione, ma se parli solo del globale rischi l’astrattezza, è più difficile far capire cosa sta succedendo, mostrare il legame tra sviluppo capitalistico e crisi climatica, e così alle controparti è più facile rimuovere il problema o far credere che di fronte alla crisi climatica serva ancora più sviluppo. Calando l’analisi in situazione, invece, si può far capire meglio, far sentire sulla pelle. Certo, non è automatico: ci sono un sacco di ostacoli culturali, imbullonati nell’abitudine, nelle consuetudini, nel comfort percettivo. Pensiamo a un’insofferenza tipica delle nostre parti: quella per il verde spontaneo, “disordinato”. Se amministri un Comune, prova anche solo a ridurre il numero degli sfalci dei prati: ti subissano di improperi. Hai voglia a spiegare che rasare i prati significa uccidere il suolo, l’ecosistema più prezioso al mondo, e preparare nuovi disastri. Il peggio è quando questo si fa lungo i corsi d’acqua, sugli argini, nelle golene. Ogni volta che in rete appare la foto di un terrapieno appena rasato, di un bosco ripario annichilito, sotto è pieno di commenti soddisfatti. È gente a cui hanno insegnato l’odio per la natura che “fa per proprio conto”, che si arrangia da sola, che non è solo ornamentale.  Cioè l’odio per gli ecosistemi, basato sull’ignoranza di cosa sia il suolo, di cosa sia un corso d’acqua, di come possa comportarsi l’acqua nella tale o tal altra situazione. Tant’è che si edifica nelle zone di passate esondazioni, o in sprofondi che sono stati bonificati. Luoghi che già in condizioni “normali” restano emersi a stento, ma anche questo non si sa più: che senza l’opera quotidiana dei consorzi di bonifica, gran parte della nostra pianura tornerebbe sott’acqua. La verità è che in un sacco di posti non si doveva costruire. Non dovrebbe abitarci nessuno. Chi ci vive è vittima di una truffa sistemica, perpetrata da chi ha deciso quelle bonifiche, da chi ha “rettificato” quei fiumi, da chi ha fatto i piani urbanistici, da chi ha costruito quei quartieri, da chi ha venduto quelle case, e da chi continua a girare intorno al problema, proponendo diversivi, palliativi o addirittura interventi che aggravano la situazione. Per uscire da questa situazione bisogna aver chiaro per cosa lottare, perciò serve recuperare un rapporto col territorio, tornare a conoscerlo, a comprenderne la vocazione. Nel manifesto “Tornare nel Delta” proponiamo un approccio e una prospettiva; il documento sta suscitando interesse, vedremo come andrà».

Come ricordavi, Ravenna è ai vertici delle classifiche Ispra sul consumo di suolo. È anche un distretto dell’energia fossile e, nonostante stia subendo le conseguenze della crisi climatica, continua a investire su infrastrutture pesanti come il rigassificatore e il nuovo terminal crociere. L’ultima amministrazione non si è distinta dalle precedenti, eppure l’ex sindaco, oggi presidente regionale, benché non goda della stima degli ambientalisti, è riuscito ad avere il supporto di liste verdi e di sinistra…
«I dati e i dati di fatto sull’inquinamento, sul consumo di suolo, sull’esclusione che aumenta in questa regione dipinta come “la più progressista d’Italia” sono impietosi. Plateali sono gli scempi urbanistici, le logiche distorte e la noncuranza con cui si prendono decisioni sul territorio, gli innumerevoli boomerang che tornano a colpirci, l’arroganza sviluppista di questa classe dirigente, i finti processi partecipativi che mascherano una concezione autoritaria dei processi decisionali… “Autoritarismo soft”, lo chiama qualcuno, ma le conseguenze sono hard. Non ha senso condonare ogni volta tutto questo, lasciar correre in nome del “menopeggismo”, mangiarsi questa minestra dicendo pure un fintissimo “slurp!”. Proprio a colpi di “mali minori”, le logiche neoliberiste sono penetrate in ogni meandro della società come il proverbiale coltello nel burro. Giustamente si temono le destre, ma ritengo più plausibile che un’alternativa alle destre nasca dai movimenti in difesa del territorio e contro le politiche ecocide, piuttosto che dall’ennesimo “ricompattamento a sinistra”, da operazioni che pretendono di incollare rottami di ceti politici, da qualunque azione si intraprenda all’insegna del menopeggismo».

Incidente stradale: scontro frontale fra due auto, tre feriti

Incidente al mattino su via Brisighellese nei pressi di una curva

Scontro frontale fra due auto stamani, 17 gennaio, sulla via Brisighellese all’altezza di Errano, tra Faenza e Brisighella. Tre feriti. Erano circa le 7.30, coinvolte una Mazda e una Kia: l”incidente è avvenuto nei pressi di una curva e l’impatto frontale tra i due mezzi è stato molto violento. A bordo della Kia due donne, madre e figlia, a bordo della Mazda un uomo. La più grave è la ragazza che è stata portata all’ospedale Bufalini di Cesena. Ferite in maniera più lieve le altre due persone.

Bassa Romagna: il 2025 porterà un auditorium, due scuole e nuovi impianti sportivi

Nel corso dell’anno sono attesi anche il completamento di cantieri di riqualificazione urbana, ma il teatro Rossini potrebbe non essere pronto per l’autunno. A Bagnacavallo e Alfonsine nuova vita per gli ex mercati coperti

Emaldi 20, Rocca Di Lugo, 16 Novembre 2024 (1)

Un auditorium che sarà anche un cinema, nuove scuole, la riqualificazione di alcuni spazi urbani, nuova vita per due ex mercati coperti e miglioramenti a impianti sportivi. Sono i principali interventi che vedremo arrivare a completamento nel corso del 2025 nei nove comuni della Bassa Romagna.

Lugo: nel 2025 auditorium, una scuola e due piazze

La città di Baracca è quella dove si realizzeranno le opere più significative. Con 2,25 milioni di euro del Pnrr nascerà un auditorium da 272 posti in via Emaldi dove sono stati demoliti l’ex circolo Enal e le palestre utilizzate in passato dalle due società lughesi di judo. Le tempistiche non sono ancora certa ma intanto è stato lanciato un percorso partecipativo aperto alla cittadinanza per individuare la destinazione degli spazi al piano terra: attività formative sulle nuove tecnologie, laboratori e attività aggregative per le nuove generazioni.

Nel quartiere De Brozzi, in un’area adiacente al nido d’infanzia “Arcangelo Corelli” per costituire un polo dell’infanzia 0-6 anni, sorgerà l’edificio che ospiterà la scuola materna “La Filastrocca” oggi in viale degli Orsini. Il termine dei lavori è previsto per la primavera, in modo da rendere l’edificio disponibile per la successiva annualità scolastica. Lo stabile dell’attuale materna verrà aggregato al polo liceale.

Due piazze cambieranno volto. Piazza Primo Maggio sarà pronta in primavera: i lavori rientrano nelle opere di ricostruzione post alluvione e sono finanziati da contributi statali della struttura commissariale. Piazza XIII giugno (1,4 milioni di euro) tornerà a essere un parcheggio di 6.700 mq con 200 stalli dopo che negli ultimi due anni la circolazione al suo interno era vietata a causa dei gravi dissesti dell’asfalto (c’è un contenzioso aperto tra Comune e la ditta che fece i lavori nel 2009). Si completerà l’itinerario ciclopedonale Villa San Martino-Lugo (via delle Ripe, via provinciale Bagnara, via Villa, via Sammartina), finanziato dal Pnrr per un valore di 600mila euro. Al momento non è invece ancora certo che il teatro Rossini riaprirà in autunno per la stagione, come inizialmente annunciato. L’immobile è stato danneggiato dall’alluvione di maggio 2023.

Lavori San Francesco Ala De Amicis 2

Bagnacavallo: nel 2025 pronta la nuova veste dell’ex mercato coperto

Il 2025 non sarà ancora l’anno per inaugurare il sottopasso di via Bagnoli inferiore. Si concluderanno invece i principali progetti di rigenerazione urbana nel centro storico finanziati nell’ambito del Pnrr: all’ex convento di San Francesco (1,5 milioni), all’ex mercato coperto (400mila euro) e al complesso delle Cappuccine (440mila euro). Nella seconda parte dell’anno arriveranno a conclusione i cantieri a Palazzo Abbondanza, uno per il restauro e il consolidamento strutturale dell’immobile destinato a ospitare il centro sociale e spazi per le associazioni del territorio e l’altro per la riqualificazione della corte interna con la realizzazione di una nuova struttura a servizio del centro sociale (importo complessivo 2,6 milioni).

Cantiere Ad Alfonsine

Alfonsine: l’ex mercato coperto cambia volto

A fine ottobre 2023 sono iniziati i lavori per la realizzazione del primo stralcio dell’area che sostituirà l’ex mercato coperto: demolizione e ricostruzione del corpo di fabbrica principale e del relativo porticato, per riqualificare un’area molto degradata. Entro luglio sarà completata la parte che ospiterà la farmacia, su due piani, e la parte restante del solo piano terra. Esternamente l’edificio sarà finito, ma non sarà completata la finitura della parte restante del primo piano che consentirà l’accesso anche alla terrazza calpestabile. Questi lavori verranno infatti eseguiti in un secondo momento, a seguito del reperimento di ulteriori fondi a bilancio. L’importo dell’intero intervento è 950mila euro. L’ex ufficio collocamento di via Bovio, oramai in disuso da tempo, sarà ristrutturato dal Comune (330mila euro) e messo in connessione con l’adiacente immobile denominato “Casa dei due Luigi”, utilizzato come centro diurno assistenziale e socio-occupazionale. Una nuova struttura in acciaio collegherà i due immobili senza bisogno di passare dall’esterno. Completamento atteso per febbraio. Entro i primi mesi del 2025 sarà ultimato anche il tratto di pista ciclopedonale sul lato destro di via Borse dalla città verso Fiumazzo tra il semaforo con via Stroppata e via Valeria, per una lunghezza complessiva di circa un chilometro (circa 400mila euro). Per completare piazza della Resistenza invece se ne parlerà solo nel 2026.

Bagnara: lavori al municipio

Entro il 2025 è previsto l’adeguamento sismico del municipio.

Fusignano: corso Emaldi si rifà il look

Entro novembre è prevista la conclusione dell’intervento di miglioramento sismico del municipio. A febbraio, invece, finiranno i lavori alla succursale della scuola primaria. La riqualificazione di corso Emaldi deve ancora iniziare ma si prevede di finire entro l’anno. Piazza Armandi invece passa al 2026.

Conselice: a Lavezzola novità urbanistiche

Nel 2025 è in programma la riqualificazione delle pertinenze esterne e del piano terra della casa comunale di Lavezzola (150mila euro). Nella stessa località si interverrà per migliorare piazza Tiziano: si comincia in primavera con possibilità di conclusione entro l’anno. Dalle donazioni del gruppo Barilla per le alluvioni verranno utilizzati 380mila euro per il ripristino del campo sportivo “Buscaroli”.

Cotignola: lavori nelle scuole

La scuola primaria di Barbiano sarà pronta per l’anno scolastico 2025-2026. In estate si concluderà il miglioramento sismico della primaria di Cotignola. Investimento di oltre 2,2 milioni di euro, interamente finanziato con fondi Pnrr, per il nuovo asilo nido comunale “Il Cucciolo” in piazza Giovanni Paolo II: verrà costruito il nuovo edificio sull’area attualmente destinata a cortile e successivavamente demolito il fabbricato attuale.

Sant’Agata sul Santerno: palasport e ciclabile

Entro giugno è previsto il rifacimento del palazzetto dello sport (importo di 473mila euro) danneggiato dall’alluvione, entro marzo due tratti di pista ciclabile. Il ripristino dello stadio sarà suddiviso in tre stralci con termine dei lavori previsto entro settembre. Il recupero del municipio (che richiederà anche un adegua- mento sismico, intervento già previsto prima dell’alluvione e ora integrato con le opere di ripristino) invece non si concluderà prima di settembre 2026.

Una piazza coperta, il faro e più alberi: la città del candidato Barattoni

La campagna elettorale (per ora in solitaria) del segretario del Partito democratico in un incontro con il sociologo Vittorio Martinelli alla Sala Strocchi

Pd

Una piazza coperta per vivere la socialità anche in inverno, un intervento per valorizzare il canale Candiano in zona Marina di Ravenna, in particolare nella zona del faro, più alberi per assicurare ombreggiatura. Sono tre delle suggestioni, proposte, idee che il candidato sindaco del centrosinistra, il segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni, ha lanciato in uno dei primi incontri di una campagna elettorale che, per il momento, sta correndo in solitaria.

L’occasione è stato un incontro alla sala Strocchi organizzato dal primo circolo Pd di Ravenna con il sociologo Vittorio Martinelli (autore di un volume dal titolo “Tracce della città che cambia”) che ha fatto il tutto esaurito in platea. Una sera di riflessione ad ampio raggio sui mutamenti in essere nella nostra società e su come questi incidono sulla nostra identità e sul nostro modo di vivere gli spazi urbani. Martinelli ha parlato di un’identità emiliano-romagnola che si fonda sul “capitale sociale”, l’abitudine al fare insieme, il rispetto delle regole comuni, l’autorevolezza dell’autorità e il rispetto dell’autorità, tutti elementi che vanno preservati e coltivati in un’epoca di forte spinta all’individualismo anche perché rappresentano una ricchezza dal valore non solo culturale e sociale, ma anche economico. Come? La proposta, che per il momento il candidato sindaco Barattoni non ha raccolto, è quella di «una scuola di capitale sociale» a Ravenna, uno spazio di «formazione e implementazione» di questa ricchezza oggi a rischio. E come le città possono incentivare e ricostruire una socialità a rischio? Qualche esempio Martinelli l’ha citato: la Barruccheria di Coimbra, in Portogallo, botteghe a metà tra il bar e la parrucchiera, o il “Fanientificio con cucina” di Castelfranco Veneto o ancora la “Sala di conversazione” a Ragusa. Più in generale Martinelli ha ribadito come sia necessario ripensare i “piani terra” dei nostri condomini, che saranno sempre più vuoti dei negozi tradizionali, per creare nuovi spazi di incontro. In particolare, la sua attenzione si è focalizzata sulla cosiddetta “terza età” che sta diventano una delle più lunghe della vita e che pone nuove esigenze e nuove risposte anche in termini di servizi, a cominciare naturalmente dal cosiddetto “cohousing”. Ma il discorso si è allargato a temi più ampi che vanno dalla questione demografica, allo stato di salute delle democrazie liberali.

Barattoni, per parte sua, ha ribadito come la lotta alle diseguaglianze debba essere la direttrice fondamentale di ogni intervento perché così si può riavvicinare le persone alla politica. E questo dovrà valere anche per gli interventi sulla città in cui dovrà essere prioritaria la ricostruzione della relazione con gli altri e anche con l’ambiente, a cominciare naturalmente dall’acqua. E non è mancato un cenno all’idea di un cambiamento di come le persone si muovono dentro la città.

Ravenna, secondo il candidato Pd, può essere un luogo dove connettere sfide globali e locali. Dove riallineare quel piano inclinato verso una competizione individualistica che sta lasciando troppi indietro, non a caso il candidato sindaco ha tenuto a precisare come Ravenna da anni sia tra le città dove l’inflazione cresce di più, provocando un impoverimento di tanta parte della popolazione.

Una serie di questioni aperte, dunque, che volendo potrebbero portare anche a mettere in discussione ciò che è stato fatto fino ad ora dal governo cittadino guidato dal partito di cui Barattoni è segretario. E sarebbe soprattutto auspicabile a questo punto, a pochi mesi dal voto, un “controcanto”, una critica costruttiva, una visione alternativa. Un’opposizione, insomma, per una vera campagna elettorale che questa città, tutto sommato, si merita, ma di cui, a oggi, non c’è traccia.

David Lynch è morto. Nel 2017 la sua lezione agli studenti al liceo di Ravenna

Il grande regista americano, scomparso a 78 anni, fu ospite del Nightmare Film Fest. Il nostro report di quella storica mattinata

Il mondo del cinema è in lutto per la scomparsa di uno dei più grandi registi della storia, David Lynch, morto oggi (16 gennaio 2025) all’età di 78 anni.

Lynch fu straordinariamente ospite anche di Ravenna, nel novembre del 2017 (qui sopra la foto gallery), nell’ambito della 15esima edizione del Nightmare Film Fest diretto da Franco Calandrini per Start Romagna. Il grande artista americano incontrò gli studenti al liceo scientifico Oriani per il progetto speciale “L’arte del silenzio”, in collaborazione con la Fondazione David Lynch e Ravenna Festival.

Durante il suo viaggio in Italia, il maestro decise di fermarsi a Ravenna per portare avanti ed approfondire con il pubblico più giovane il lavoro della sua fondazione. Nell’incontro coi ragazzi parlò dei suoi temi più cari, quali la creatività e l’arte.

A questo link il nostro report di quello storico incontro, a firma Federica Angelini

La ravennate Tozzi Green realizzerà un grande impianto eolico in Puglia

Il gruppo di Mezzano si occuperà di costruire una struttura da 45 megawatt, finanziata con 63 milioni di euro

Eolico

L’azienda ravennate Tozzi Green realizzerà un grande parco eolico in Puglia. L’impresa di Mezzano ha ricevuto un finanziamento di 63 milioni di euro per completare l’opera, annunciata nei giorni scorsi. Si tratta di un impianto da 45 megawatt che sarà localizzato a San Pancrazio Salentino, in provincia di Brindisi. Tozzi Green si occuperà di tutte le attività di costruzione.

L’opera vede il coinvolgimento di nomi di spicco come Natixis Corporate & Investment Banking, Bnl Bnp Paribas e Monte dei Paschi di Siena. Sono inoltre coinvolti nel finanziamento gli istituti Bcc Banca Iccrea, Banca di credito cooperativo e Banca Popolare di Sondrio.

Tozzi Green è uno dei principali gruppi italiani nel settore delle energie rinnovabili. L’azienda, interamente di proprietà della famiglia Tozzi, attualmente possiede capacità installata di 166 megawatt e nel corso degli anni ha contribuito allo sviluppo e alla costruzione di oltre 700 megawatt di impianti.

Acquisti case, Ravenna terza provincia più cara dell’Emilia-Romagna

Davanti a noi solo Bologna e Rimini. Le statistiche di Immobiliare.it.

Ravenna 5

Ravenna è la terza provincia più cara dell’Emilia-Romagna per acquistare una casa. Lo affermano le statistiche di Immobiliare.it Insights, il portale specializzato in big data per il settore immobiliare. Secondo l’analisi, i prezzi delle compravendite in provincia di Ravenna sono incrementati in linea con la tendenza regionale, che ha visto le quotazioni aumentare del 6,1% a dicembre 2024, rispetto a dicembre 2023.

In provincia di Ravenna, per acquistare una casa il prezzo medio è di 2.966 euro/mq. Il nostro territorio è dietro solo a Bologna (3.580 euro/mq medi) e Rimini (3.168 euro/mq). Al contrario, la zona più vantaggiosa è la provincia di Piacenza, che rimane al di sotto dei 1.200 euro/mq. La media regionale è di 2.275 euro/mq. Ma guardando al solo comune di Ravenna, il prezzo medio è di 2.305 euro/mq: segno che ad aumentare la statistica ci sono altre città, probabilmente in primis il cervese, dove notoriamente le tariffe sono molto più alte.

Nel comune di Ravenna lo stock degli immobili disponibili in vendita è aumentato dell’1,9% negli ultimi dodici mesi; mentre guardando all’intera provincia, l’incremento è del +17,7%. La domanda nell’ultimo anno è invece aumentata di oltre il 24% in città e solo del 3,6% nell’intera provincia.

Per quanto riguarda gli affitti, il nostro territorio è a metà della classifica regionale. La città di Ravenna ha una tariffa media di 11,4 euro/mq, mentre l’intera provincia di 15,1 euro/mq. Più care sono Bologna (16,9 euro/mq), Modena (12,9 euro/mq), Parma (12,3 euro/mq) e Rimini (12,3 euro/mq). La media regionale è di 13 euro/mq.

 

Nadia Carboni nominata direttrice dell’Associazione italiana città della ceramica

La donna ha già ricoperto ruoli di rilievo in management culturale e sviluppo del territorio, tra cui quello di project manager per Ravenna 2019

Nadia Carboni

L’Associazione italiana città della ceramica ha nominato Nadia Carboni come sua nuova direttrice. Carboni succede a Giuseppe Olmeti, che ha guidato Aicc per 15 anni e che continuerà a collaborare con l’associazione.

Nadia Carboni ha oltre 20 anni di esperienza in management culturale, pianificazione strategica, governance pubblica e sviluppo territoriale. Nel corso della sua carriera ha ricoperto ruoli di rilievo nel settore culturale e turistico, tra cui quello di project manager della candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura 2019. Inoltre ha collaborato come consulente strategica per la candidatura di Limerick (Irlanda) a capitale europea della cultura 2020. Attualmente Carboni dirige l’area Sviluppo economico e smart city dell’Unione della Romagna faentina, dove guida iniziative legate allo sviluppo economico, alla mobilità sostenibile, al marketing territoriale, all’innovazione urbana e alla comunicazione istituzionale.

«Con la nomina di Nadia Carboni, l’Aicc compie un passo importante verso il futuro», ha dichiarato Massimo Isola, presidente Aicc e sindaco di Faenza. «Attraverso la sua professionalità ed esperienza, Carboni lavorerà con determinazione per promuovere la ceramica italiana, un patrimonio unico da tutelare e valorizzare a livello nazionale e internazionale. Allo stesso tempo, desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento a Giuseppe Olmeti, che ha contribuito a rendere l’associazione un punto di riferimento per la ceramica artistica e artigianale».

Fondata nel 1999, l’Aicc riunisce oggi 57 Comuni italiani riconosciuti dal Ministero delle imprese e del made in Italy per la loro affermata tradizione ceramica. L’associazione opera per preservare e promuovere la ceramica artistica e artigianale attraverso progetti culturali, formativi e di innovazione.

Il professore Luca Cipriani è il nuovo presidente del campus di Ravenna

Unibo annuncia i dati ufficiosi delle elezioni nei poli della Romagna per il triennio 2025-2028

Palazzo Corradini Campus Università
Sono stati diffusi dall’Università di Bologna i risultati ufficiosi delle elezioni tenute in questi giorni nei campus Unibo della Romagna per l’elezione dei nuovi presidenti di campus del triennio 2025/2028: a Ravenna Luca Cipriani entra in carica per il primo mandato.
Cipriani, eletto con un totale di 163,05 preferenze pesate, è professore associato dell’Università di Bologna, afferente al Dipartimento di Architettura; Dottore di Ricerca in “Ingegneria Edilizia e Territoriale” e dal 2017 è Direttore della Scuola Superiore di Studi sulla Città e il Territorio.
La sua attività di ricerca è indirizzata all’architettura, all’archeologia e ai Beni Culturali in generale, riferita alle tecniche del rilevamento e della rappresentazione in diversi contesti e a varie scale. Inoltre è responsabile scientifico di numerose campagne di documentazione di siti di interesse culturale, ha diretto progetti europei e attualmente coordina il progetto emblematico “Le radici di un’identità. Il Laboratorio di architettura di Chiuro (So)”.
Il campus di Ravenna ha contato totale di 230 votanti su 306 elettori, con un’affluenza al 75,16 percento (totale) e del 75,96 percento (pesata) il peso totale delle schede bianche è stato di 28,45.
In Romagna sono stati confermati per un altro triennio il professore Emanuele Menegatti (Forlì) e la professoressa Alessia Mariotti  (Rimini). Entra invece in carica per il suo primo mandato, oltre a Cipriani, il professore Mirko Viroli a Cesena.
I risultati ufficiosi delle elezioni campus per campus:
Campus di Cesena
Numero totale di elettori: 366
Numero totale di elettori che hanno votato: 254
Affluenza totale degli elettori: 69,4%
Affluenza totale pesata degli elettori: 72,73
Peso totale schede bianche: 25,15
Candidati: prof. Mirko Viroli
Voti: prof. Mirko Viroli 186,96 preferenze pesate
Campus di Forlì
Numero totale di elettori: 419
Numero totale di elettori che hanno votato: 280
Affluenza totale degli elettori: 66,83%
Peso totale schede bianche: 19,30
Candidati: prof. Menegatti Emanuele
Voti: prof. Menegatti Emanuele 193,03 preferenze pesate
Campus di Rimini
Numero totale di elettori: 276
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Candidati: prof.ssa Alessia Mariotti
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Donati 5mila euro all’ospedale di Faenza, serviranno per un nuovo solleva-pazienti

I fondi sono stati raccolti grazie all’iniziativa di solidarietà “Non mollo”

Ospedale Faenza

L’Accademia medievale e il team di “Non mollo” hanno donato 5.103 euro all’ospedale di Faenza. La cerimonia di consegna dell’assegno si è tenuta questa mattina al nosocomio. La donazione è frutto dell’iniziativa solidale “Non Mollo 2024”, nata lo scorso anno in seguito all’alluvione, e sarà destinata all’acquisto di un solleva-pazienti e di saturimetri a favore dell’Unità operativa di chirurgia multidisciplinare dell’ospedale “degli Infermi” di Faenza.

Quando l’ospedale prende in carico un paziente chirurgico, oltre all’intervento, deve farsi carico dell’assistenza post-operatoria, che viene attivata dal personale sanitario. A questo proposito, i sollevatori elettrici per malati sono dispositivi fondamentali nell’assistenza quotidiana a persone con disabilità motorie o condizioni di salute che ne limitano la mobilità. Questi macchinari svolgono un ruolo cruciale nel migliorare la qualità della vita del paziente e di chi lo assiste, garantendo sicurezza, comfort e riducendo lo sforzo fisico necessario per le manovre di trasferimento.

Con un sollevatore elettrico il paziente viene sollevato in modo delicato e uniforme, riducendo al minimo eventuali disagi o dolori. Inoltre, questi dispositivi permettono ai malati di mantenere un certo grado di autonomia e dignità, poiché non sono più completamente dipendenti dal caregiver per i trasferimenti.

Il saturimetro (detto anche pulsossimetro od ossimetro) è invece uno strumento che consente di misurare e monitorare il grado di saturazione di ossigeno. Nel dettaglio, questo strumento consente di valutare la saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue arterioso periferico e, contemporaneamente, consente di misurare anche la frequenza cardiaca del paziente.

Grazie alla seconda edizione del progetto “Non Mollo”, sono stati raccolti fondi per 5.103,01 euro destinati all’ospedale di Faenza, che serviranno ad acquistare i suddetti beni.

Un anno di Cucina Sorriso: festa ai Magazzini con lo spettacolo di Mercadini

La serata prosegue con una cena popolare nella sede di via Levico, che vedrà gli operatori Ausl impegnati ai fornelli

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“Buon compleanno Cucinasorriso”: il progetto di cucina popolare di Cervia festeggia il primo anno di attività stasera (giovedì 16 gennaio) con un appuntamento al Magazzino del Sale Torre con lo scrittore e divulgatore romagnolo Roberto Mercadini e il suo spettacolo “Felicità for dummies” (ore 18.15).

I festeggiamenti proseguono nella sede di via Levico 11a, con la cena popolare che vedrà ai fornelli gli operatori dell’Ausl. La partecipazione allo spettacolo è libera (con prenotazione obbligatoria al 342 7629030) mentre per chi vuole partecipare alla cena, oltre alla prenotazione, è richiesto un contributo simbolico minimo di 8 euro. La serata sarà inoltre l’occasione per presentare e avviare la raccolta fondi per il completamento del Centro Dialisi di Cervia.

Parteciperanno alla serata il presidente della Regione Michele de Pascale, il sindaco di Cervia Mattia Missiroli, Tiziano Corradori (Direttore Generale Ausl Romagna) e Andrea Buscaroli (Direttore Nefrologia e dialisi di Ravenna e Cervia).

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